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Ecco la QUARTA PARTE della deposizione in Commissione d’Inchiesta BANCA CIS di Federico D’Addario:
D’ADDARIO: ”Decisi di sotterrare l’ascia di guerra e di farmi i fatti miei e pensare alla mia società che ha 4 dipendenti e 23 anni. Ho dovuto cambiare nome perchè quando facevo gli assegni, pur con i soldi sul conto, Guidi mi faceva dei problemi, dei dispetti. L’obiettivo di Guidi era ad un certo che io rimanessi legato a Banca Cis. Avevo due appartamenti che mi ha preso Banca Cis perchè mi hanno cambiato contratto. Da 2.000 euro mi hanno detto che dovevo pagarne 5.000 al mese (per ripagare i miei debiti). Morale della favola, tempo 30 giorni mi hanno portato via i due appartamenti. Dopo un po’ di tempo mi vedo Fabbri (Pier Paolo) e Spadoni a lavorare alla Banca Cis. Fabbri mi chiama, e devo dire che con me è stato corretto ed era direttore generale, e mi dice: ”Ho visto il problema che hai, stai tranquillo. Ti metteremo una persona che ti segue”. Dato che avevo sempre i conti sotto, e così mi legavano a loro, per ogni pagamento o assegno ci doveva essere sempre qualcuno che autorizzava.
D’ADDARIO: ”Il mio ex commercialista Andrea Albertini quando me lo sono trovato nel Consiglio di amministrazione di Banca Cis ed un giorno è venuto da me dicendomi: ”E ma qui l’esposizione..” ed io gli ho risposto: ”Andrea fai davvero? Eri il mio commercialista ed adesso perchè ti pagano mi vieni a dar contro? Le pratiche le avete approvate voi. Che cosa vi ha raccontato Guidi?”