D’ADDARIO: ”Ero talmente dentro con la Banca Cis che la società che faceva le audit interne aveva come amministratrice mia suocera. La società era di un certo Massimo Zucchi di Sondrio, dissi a Daniele Guidi che dato che mia suocera, Serenella Capicchioni (?), era in pensione che poteva fare lei l’amministratrice di questa società di audit. E così avvenne. In questa società effettivamente ci lavorava. Un giorno mi fa vedere un documento, e non mi chiedete che documento sia perchè andiamo in imbarazzo tutti, ed appena lo vedo chiedo subito a mia suocera di andare dal notaio e togliersi dalla società.
COMMISSARIO: Quindi imbarazzo tutti …
D’ADDARIO: ”No, no, no… questo è un documento che…andiamo a ledere la sovranità di San Marino, la reggenza…e non ha senso per nessuno farla vedere. Il magistrato quando indagherà verrà fuori questo documento. Io l’ho visto per puro caso perchè mia suocera quella sera aveva il faldone. Riguardava un finanziamento-tangente per una cifra importantissima destinata ad una persona …
COMMISSARIO: A chi?
D’ADDARIO: ”Non lo posso dire, c’era una cagata di mosca e non ho letto il nome… però è roba vecchia e non ha senso andare a rimestare. Questo deve far capire il potere che aveva questo gruppo. Quando tra politici additate uno e dite che è corrotto, magari questo è anche in buona fede ed è diventato corrotto. A me per incastrarmi mi avevano fatto 6 milioni di debiti e se li avevo questi 6 milioni non stavo qua”.