San Marino. Commissione d’Inchiesta BANCA CIS. Vice dir. gen. GIANATTI#2 … sul buco di Federico D’Addario

PARTE SECONDA

COMMISSARIO: Ci sono altre persone come tale D’Addario che ci sono posizioni che si accumulano nel tempo con interessi molti alti e con un’amicizia dentro BANCA CIS. Qual è la ragione di questo meccanismo? magari facendosi portatori di clienti, magari millantano, o di affari…

GIANATTI: ”D’Addario è una posizione a parte. Da D’Addario bisogna prendere il 60% di quel che dice e il 40% no. E’ un soggetto di quel genere. Innanzitutto D’Addario ha un’attività reale a San Marino, pur molto piu’ piccola rispetto a quella che era la sua esposizione debitoria, in parte nel tempo un po’ di versamenti li ha fatti. La sua situazione è molto differente da Ashraf, anche come soggetto. Sicuramente ha avuto delle facilitazioni che in alcune fasi, all’inizio ha portato alcuni clienti che gravitavano attorno al Motomondiale, questo Fedonf (o qualcosa di simile), l’avvocato Riponti, cioè soggetti che avevano portato anche un bel po’ di soldi in istituto. Aveva contribuito a far crescere la banca. Che io sappia aveva anche aiutato l’ing. Marino Grandoni quando c’è stata la campagna elettorale del 2008 con Arengo & Libertà. E’ un tipo un pò particolare ma conosce tante persone a San Marino. Qui con D’Addario è successo un fatto però! Durante il passaggio nel 2012 da Banca Partner a Banca Cis, che è stato un passaggio quasi tutto fatto manualmente con purtroppo una probabilità di errori molto alta, c’è stato un raddoppio della sua esposizione e non si è mai capito da cosa fosse dovuto. Nemmeno io l’ho capito, ho anche avuto una relazione da una società estera. Per me era un’errore della banca e l’ho detto chiaramente sia alla direzione amministrativa, al defunto dott. Zanotti e alla direzione generale. Perchè quando c’è una esposizione che raddoppia e dall’altra parte non c’è fuoruscita di soldi mi dovete dire dove sono finiti? I soldi non li ha ritirati quindi era palesemente un errore, che ha comportato per la banca un guadagno ingente ed allora la sua posizione ha cominciato ad incriccarsi perchè ovviamente con una esposizione così importante non riusciva piu’ a sostenere il debito, perchè con un fatturato che è la metà dell’esposizione che aveva con la banca capite che non è che si possa rientrare nemmeno facendo i miracoli, insomma.”

COMMISSARIO: Immagino che D’Addario se ne sarà accorto che la sua esposizione è raddoppiata! Venne in banca a parlare con lei, fece denunce? 

GIANATTI: ”E’ venuto immediatamente ed io ho posto il problema alla contabilità e alla direzione. Era il settembre 2012 quando è venuto. Si è rivolto ad una società inglese che ha fatto una relazione, anche se ha avuto una genesi un po’ lunga, ed attorno al 2014 ha prodotto questa relazione che è stata poi presentata al dott. Guidi in mia presenza, il quale decise (Giuidi) di non portarla in Consiglio forse perchè portava in evidenza questo errore, ovviamente. Eravamo presenti io, il direttore e D’Addario. 

COMMISSARIO: In questo incontro volarono parole grosse?

GIANATTI: ”Molto! D’Addario ha minacciato di denuncia il Dott. Guidi, e Guidi gli rispose che in Tribunale comandava lui e anche se fosse stata presentata non avrebbe prodotto niente. Sono volate parole grossissime, di minacce uno con l’altro.”

FINE PARTE SECONDA