San Marino. Commissione Esteri di ieri, Zeppa e Beccari ai ferri corti sul Des. Ecco che cosa si sono detti.

Ecco che cosa si sono detti il consigliere di Rete Matteo Zeppa ed il segretario Esteri Luca Beccari (resoconto Dire)

Gian Matteo Zeppa, Rete

Anche io non mi addentrerò sulla seduta segreta, ma avendo visto la convocazione della commissione Finanze, in cui verrà trattato il Pdl sul Distretto economico speciale, pongo- mal volentieri- riflessioni sulla metodologia. Un mese fa tutti i consiglieri hanno avuto una mail delle sigle sindacali per chiedere un approfondimento sul Des. A un mese di distanza non c’è stato un incontro organizzato da parte del congresso di Stato con queste parti ‘intermedie’, che sono quelle che giustamente pongono all’attenzione dell’intera Aula, alcune latitanze. In primis la latitanza del dialogo: c’è stato lo sciopero e ci sono state richieste su diversi temi, tra cui l’approfondimento sul Des. Richiesta che faccio mia totalmente. Anche a fronte di un negoziato con l’Ue, credo che 1) a un mese di distanza dalle richieste, e 2) in virtù del fatto che potrebbe rappresentare un cambiamento epocale, mi chiedo quale sia l’idea del congresso nel portare in sede referente questo Pdl che dalla scorsa Finanziaria non è stato più approfondito, malgrado le discussioni e le polemiche. Non credo sia stato opportuno convocare e inserire questa cosa nell’odg della Commissione, non solo perché maggioranza e minoranza non sono a conoscenza di sviluppi, ma anche perché non sono stati aperti tavoli con chi chiede approfondimenti da un mese. E’ una questione di metodo su una cosa non residuale,che va a creare un sacco di difficoltà a chi dovrà subire una legge del genere. In comma segreto è stata posta l’attenzione anche a una questione emersa nella Commissione contro le infiltrazioni malavitose, ovvero c’è una questione di controlli che devono essere inseriti. Visto che all’interno del negoziato per forza dovrà essere approfondito anche questo Pdl, che diventerà legge presuno nella seduta consiliare di aprile-maggio- non credo sia stata una mossa geniale inserire in commissione questo tema, soprattutto in merito ai controlli. E’ stato un passo azzardato e deve avere una spiegazione. 

 

Luca Beccari, Sds Affari Esteri

Sul Des, intanto parto dal commissario Zafferani che fa una domanda tecnica e non ho problemi a rispondere, entro certi limiti. E’ una domanda che mi pongono anche alle serate pubbliche sull’Eupa. La risposta è che la materia fiscale non è oggetto di negoziato. Nessun elemento fiscale viene trattato nel negoziato. C’è un principio generale nell’accordo che prevede, nel rispetto del buon funzionamento di mercato, che San Marino si impegni a mantenere comunque un atteggiamento di good governance fiscale. E chi lo decide? L’Ocse, da cui siamo monitorati. 

Considerati che in Europa non esiste un’aliquota fiscale unica, tutti i Paesi lottano in termini competitivi su aliquote e sull’attrazione di soggetti passivi…non vedo perché San Marino deve sottoporre a livello preventivo una misura fiscale. E’ un atteggiamento sbagliato: questa cosa di essere contrari a un pdl- che è legittimo- non deve però essere usato a livello strumentale per andare a chiamare ‘il fratello maggiore’ e sottoporgli le nostre diatribe per trovare soluzione. E’ un errore che abbiamo fatto con l’Italia da anni. Sul fronte fiscali abbiamo impegni di altro tipo con Ue. Sul fronte delle residenze, l’Ue ci pone un problema di residenze in senso stretto, ovvero residenze permanenti, non su periodi temporanei di dimora che non maturano neanche requisiti per la residenza ordinaria. Come sempre, su un progetto di investimento si possono fare tutte le valutazioni possibili e viene digerito dall’ambiente politico nella maniera più sbagliata. Noi usiamo sempre l’atteggiamento più roboante e quello che viene fuori sul Des è incredibile. Non stiamo parlando di mettere in mano a una persona servizi essenziali del paese, ma di creare un contenitore per l’attrazione di investimenti che io- da quando sono nato- non vedo a San Marino in certi settori. Per questo si discute di Des, non per delegare la gestione del Paese a qualcuno. E’ lo stesso approccio che c’è stato sul debito pubblico. 

A inizio legislatura le proposte erano di andare a chiedere soldi a ‘paesi amici’, come se non avesse avuto conseguenze sulla nostra sovranità e autonomia, però se ragioniamo del Pdl sul Des, ‘ALT’,  perché il paese viene messo in mano a qualcuno. Cosa che non è  Il problema è molto più ampio del Des e la tenuta del governo non si misurerà su di esso. Sarà invece rilevante che questa legislatura, al netto delle criticità affrontate, ci darà lo spettro di quello che vogliamo fare sul futuro del Paese. Non vogliamo investimenti esteri, Vogliamo entrare in Ue e ci sono un sacco di questioni sollevate, in primis dalla politica. Bisogna che iniziamo a capire. Se faremo un buon accordo di associazione, non lo facciamo per me o per chi ha curato questo dossier, ma ne beneficeranno i nostri figli e le future generazioni. Così come un investimento come il Des produrrà effetti non domani, ma in future legislature. (…) Dire