I lavori della Commissione si aprono con l’annuncio, da parte del segretario di Stato per la Sanità, Francesco Mussoni, delle dimissioni dei dirigenti del Comitato esecutivo dell’Iss. Quindi il Direttore Generale, Bianca Caruso, il Direttore Sanitario, Dario Manzaroli, e il Direttore Amministrativo, Filippo Francini “hanno rimesso il loro mandato nelle mie mani e al congresso di Stato- spiega Mussoni ai commissari- tutti e tre, in uno spirito collegiale e costruttivo”. Il segretario di Stato comunica che riferirà la questione nella prossima seduta del congresso di Stato in cui esprimerà anche valutazioni di ordine gestionale dell’Istituto. Infatti, “i processi vanno accompagnati- puntualizza all’Aula- non possiamo pensare che l’Iss vada avanti da sé, con l’autogoverno dei medici, ha bisogno di una guida”. E questa preoccupazione deve essere affrontata, esorta, “all’interno del governo e della maggioranza”. Di qui l’invito di Mussoni ad essere costruttivi nella fase di accompagnamento dell’Istituto verso una nuova dirigenza: “Chiedo che tutti abbiano un distacco rispetto temi personali e politici”.
I lavori procedono quindi con l’Audizione della Consulta Sociale e Sanitaria, che si apre con l’intervento del coordinatore Marino Serra.“La nostra lettera del 6 giugno scorso- spiega- non è e non vuole essere un documento politico, non è strumento di sfogo, non è contro qualcosa o qualcuno o contro un sistema”. Con il documento consegnato a Reggenza, segretari di Stato, membri del Consiglio grande e generale “abbiamo denunciato ai nostri referenti istituzionali- prosegue Serra- le problematiche che rendono i lavori della Consulta del tutto inutili”. Il portavoce della Consulta quindi riconferma per intero i contenuti della lettera e rinnova l’auspicio che “la politica metta allo studio interventi legislativi per una eventuale ristrutturazione della governance dell’Iss e per promuovere una discussione aperta sul ruolo della stessa Consulta”. Infine “raccomanda vivamente di non lasciare in alcun caso dei pericolosi vuoti di potere, accompagnando la struttura dirigenziale esistente fino al definitivo compimento della revisione o del trapasso dei poteri stessi”. Si apre quindi un botta e risposta dei commissari con i membri della Consulta, in cui si prende atto sia delle dimissioni dell’intero Comitato esecutivo dell’Iss, sia delle preoccupazioni sollevate dalla Consulta sanitaria. Tra i commissari di minoranza, Augusto Michelotti, Su, Franco Santi, C10 ed Elena Tonnini, Rete, puntano il dito contro le responsabilità politiche che attribuiscono al segretario di Stato. Il dibattito viene sospeso con l’intervento dello stesso Michelotti e riprenderà nel pomeriggio.
Di seguito un estratto degli interventi della mattina.
Comma 1. Comunicazioni
Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “Siamo qua perché attorno alla sanità c’è un dibattito molto acceso, meno riferito ai servizi e più riferito alla governance. Abbiamo svolto finora passaggi importanti, il 7 marzo l’audizione del Comitato esecutivo, il 9-10 giugno con il Consiglio di previdenza e oggi, 1 luglio, l’audizione con la Consulta socio sanitaria. Vorrei ri-sottolineare come la nostra sanità nonostante le difficoltà di bilancio, abbia raggiunto un obiettivo politico importante: è stata organizzata e rilanciata. E’ una sanità che si collega in rete con altre strutture sanitarie, esce dall’isolamento con l’accordo con le Marche ultimato, quello con l’Emilia Romagna in dirittura d’arrivo, poi con l’Irst di Meldola, con l’Area Vasta Romagna, tutti accordi che hanno una novità, la reciprocità. E’ una sorta di riconoscimento nuovo per la nostra sanità. Poi ci sono aspetti gestionali: l’ultimazione delle sale operatorie, la riorganizzazione di medicina di base, nuove strutture in territorio e i temi di gestione del personale, quale l’adozione del primo fabbisogno dell’Iss e la stabilizzazione del personale precario, poi l’operazione trasparenza sul bilancio dell’Iss. Sono stati consegnati alla Commissione il Piano strategico per l’Iss e i conti dell’Iss. Ci sono progetti che vanno ultimati, penso al Casale la Fiorina, c’è il tema della stabilizzazione, l’accordo con sindacati in chiusura. C’è il tema del bilancio e della programmazione dei servizi Iss. Si sta lavorando all’accordo con l’università Cattolica, con l’istituto Gemelli a Roma , con l’Istituto oncologico europeo . Credo che dobbiamo seguire la corrente dell’innovazione e del cambiamento che va governato.
Queste è la premessa del fatto che ieri i dirigenti del Comitato esecutivo dell’Iss hanno rimesso il loro mandato nelle mie mani e al congresso di Stato. Tutti e tre, in uno spirito collegiale che è costruttivo. I dirigenti si rendono conto che sulla sanità c’è un clima molto complesso, sia per effetto delle riorganizzazioni interne, che di un’azione politica molto forte che c’è in questa fase del Paese che è anche una fase pre-elettorale. Chiederò di fissare un comma all’Odg per discutere questa questione e gestire il percorso nella prossima riunione del congresso di Stato. I processi vanno accompagnati, non possiamo pensare l’Iss vada avanti da sé, con l’autogoverno dei medici, l’Iss ha bisogno di una guida. E dobbiamo affrontare la questione all’interno del governo e della maggioranza. Dobbiamo governare il cambiamento nel cambiamento. Il mio è un invito istituzionale ad essere costruttivi. Chiedo che tutti abbiano questo tipo di approccio e di distacco rispetto temi personali e politici e che si prendano valutazioni corrette.
Altra comunicazione: sono arrivati i dati sulla riorganizzazione di Medicina di base. Al di là delle lamentele e visioni di parte, i numeri sono numeri. I numero delle visite negli ambulatori sono passare da 51.087 nel 2014, a 63.903 nel 2015, per un aumento del 25%. Anche le visite domiciliari sono aumentate in un anno dell’87%, le vaccinazioni ambulatoriali sono aumentate del 40%, passando da 1.320 nel 2014 a 1.861 nel 2015.
Terza comunicazione: seguirà una comunicazione ufficiale sull’esito positivo dell’audit del reparto di Ginecologia e Ostetricia. Le polemiche non servono, l’audit è uno strumento necessario in sanità ed è stato eseguito con professionalità e terzietà e ha confermato la qualità del servizio. Auspico che la commissione possa seguire l’accompagnamento dell’Iss in questa fase, da parte mia rimane la terzietà rispetto la funzione gestionale e la necessità di un impegno ancora più fronte affinché malumori e screzi personali non mettano discredito su risultati di gestione, supportati da numeri e dalla realtà. L’Iss ha continuato a dare servizi, anzi li ha ampliati, con l’ 8% in meno di personale e il 12% in meno di budget in 3 anni e mezzo. Chiedo a questa Commissione di svolgere una riflessione seria sulla remissione del mandato del Comitato esecutivo affinché non diventi un momento di frattura e umiliazione, ma di accompagnamento al cambiamento”.
COMMA 2. Audizione della Consulta Sociale e Sanitaria
Marino Serra, Coordinatore della Consulta: “Incontro consentirà chiarire e completare l’iter espositivo ampiamente riportato nella lettera inviata alle istituzioni. Premessa: la legge 165/2004 “Riordino degli organismi istituzionali e digestione dell’Iss” all’articolo 3 indica i soggetti del sistema e gli organismi dell’Iss, tra cui la Consulta che è quindi un organismo di consulenza- trait d’union fra la Direzione dell’Iss, la segreteria di Stato e il Paese in quanto rappresentativa della società civile nelle sue varie espressioni; oltre a svolgere compiti che la legge le impone, esamina ed esprime il suo parere su bilancio preventivo e consuntivo. Proprio e sempre con il desiderio di conoscere per poter meglio esaminare e deliberare coscientemente sui suddetti elaborati ha la necessità di avere la piena disponibilità del Direttore generale e del Comitato esecutivo a riferire, relazionare, documentare sui vari temi sottoposti, conoscenze queste che consentono alla Consulta di proporre, discutere, impegnarsi nel continuo controllo delle attività e della progettualità riferita al sociale e al sanitario. Ribadiamo che la nostra lettera del 6 giugno non è e non vuole essere un documento politico (prova ne sia che è stato voluto e sottoscritto da 11 dei 12 membri della Consulta), non è strumento di sfogo, come etichettato nei mezzi di informazione, non è contro qualcosa o qualcuno o contro un sistema.
La Consulta, nella consapevolezza di essere un organismo istituzionale, ha redatto e voluto questo documento che vuole ribadire l’assoluta centralità della sanità pubblica e vuole essere solo l’esposizione di problematiche scaturite da situazioni reali che nel tempo si sono presentate alla Consulta e che, per motivi esposti nella missiva, non siamo riusciti a condividere con i vertici dell’Istituto. Con questo documento abbiamo denunciato ai nostri referenti istituzionali le problematiche che rendono i lavori della Consulta del tutto inutili. Riconfermiamo per intero i contenuti della lettera e ribadiamo la volontà di collaborazione con i vertici dell’Iss e la segreteria di Stato a condizione che ci vengano concessi gli strumenti per farlo, senza reticenze ed entro termini e modalità che consentano di discutere e deliberare prima che ciò che ci viene sottoposto- anche solo per un parere- divenga operativo e non più modificabile.
Alcuni punti da noi evidenziati investono direttamente anche il congresso di stato da cui vorremmo sapere se i nostri elaborati e le nostre delibere sono esaminate dall’organismo di riferimento perché forti dubbi ci assalgono, motivati dal fatto che mai abbiamo avuto riscontro ai nostri quesiti che sono spesso di pertinenza della politica più che della conduzione dell’Iss.
La Consulta, con le mansioni attribuite dalle leggi, non ha poteri e quindi non può efficacemente influire rendendo forse inutile la sua esistenza con le attuali attribuzioni, mentre siamo convinti che un organismo dotato di giusti poteri, controllando, potrà coaudiuvare i dirigenti dell’Iss nel raggiungere e mantenere gli obiettivi che la legge istitutiva dell’Iss aveva ben definito.
Ecco perché nel paragrafo di chiusura della nostra lettera formuliamo l’auspicio che la politica metta allo studio, con la massima celerità possibile, interventi legislativi in merito a una eventuale ristrutturazione della governance dell’Iss e di promuovere una discussione aperta sul ruolo della stessa Consulta per capire se è maturo il tempo di ripensarla o ripensarne struttura e compiti. La Consulta raccomanda vivamente, qualunque sia il percorso che verrà, se verrà, intrapreso di non lasciare in alcun caso dei pericolosi vuoti di potere, accompagnando, nella più appropriata forma da definire, la struttura dirigenziale esistente fino al definitivo compimento della revisione o del trapasso dei poteri stessi”.
Francesco Mussoni, segretario di Stato: “Vorrei soffermarmi su alcune riflessioni del coordinatore per fare dei passi in avanti. Noi comunque dobbiamo governare i processi e aiutare la trasformazione e il miglioramento. Colgo la riconferma dei contenuti della lettera della Consulta, l’auspicio e la disponibilità alla collaborazione, colgo questo invito assicurando che entrerò più in funzione nell’azione di coordinamento tra comitato e consulta. Colgo nel messaggio che ha dato la Consulta, l’invito ad accompagnare i dirigenti attuali perché ‘non possiamo avere vuoti di potere’. Mi piace, non possiamo cadere nell’errore di non accompagnare il nostro istituto verso una governance di gestione e dei servizi. Altro punto che mi è piaciuto è la domanda ‘dov’è la politica alle domande che facciamo?’. Apprezzo il riferimento della Consulta, accetto le critiche costruttive e serie, mi è piaciuto che si chiami fuori da un percorso politico. Ringrazio questa relazione e mi impegnerò ancora di più con il Presidente e i membri della Consulta ad accompagnare questa fase nuova”.
Augusto Michelotti, Su: “Le sorprese non finiscono mai. Meno di un quarto d’ora fa Mussoni ha detto l’esatto contrario di quanto detto ora. Nel comma Comunicazioni il segretario di Stato ha detto che ci sono delle forzature di carattere politico in questa lettera di protesta della Consulta e adesso ha detto l’esatto contrario. Il documento della Consulta è di una potenza devastante sul livello gestionale dell’Iss, non poteva portare ad altro che alle dimissioni della dirigenza che, speriamo, vengano accettate il più celermente possibile. Iss venga governato senza buchi e inciampi e i dimissionari restino in carica finché non siano individuati i nuovi. Credo anche che le responsabilità politiche ci siano ad altri livelli, se il malcontento è stato tale da produrre un documento di tale gravità. Si è parlato di manovre politiche? E’ solo la nuda e cruda verità che finisce sui giornali. Prendo atto con piacere della richiesta di dimissioni del Comitato esecutivo. A questo punto bisognerà andare anche più in là, anche la dirigenza politica dovrebbe essere sfiduciata, non esiste solo un capro espiatorio. Le responsabilità ci sono e chiedo venga espressa una forma di sfiducia anche nei confronti del segretario Mussoni”.
Oscar Mina, presidente: “Chiedo di formulare richieste precise alla Consulta, data la presenza dei suoi componenti”.
Elena Tonnini, Rete: “Scendo nel merito della lettera inviata. Al punto 2 si sottolinea che il comitato esecutivo comunica sempre ‘ex post’ le sue decisioni, si denuncia una certa autoreferenzialità e mancanza di programmazione. Vi pare che le linee di attuazione del Comitato esecutivo abbiano perseguito le linee indicate dal piano sanitario a livello di indirizzo? Al punto 4 si dice che i progetti sono esplicitati in un modo e attuati in un altro e anche questo è pertinente alla domanda. Chiedo poi per il punto 3 se il segretario di Stato abbia mai presenziato alle riunioni della Consulta. Si dice che la Consulta si sente considerata una perdita di tempo, è atteggiamento messo in atto non solo verso la Consulta. Ricordo la circolare della Direzione che ha cercato di imporre il silenzio a tutti i dipendenti. Il punto 6 mi pare molto grave, il non aver potuto esaminare documenti per cui il parere della Consulta è previsto per legge. Sulla riforma di medicina di base voi denunciate una certa improvvisazione, a mio avviso qui ci sono responsabilità del segretario di Stato. Ora, credo che come le tensioni del Comitato esecutivo rischino di riflettersi sull’Iss, anche le tensioni del congresso di Stato rischino di riflettersi sul Comitato esecutivo che ha rimesso a lui le dimissioni e quindi sulla sanità.
Credo che il rischio di strumentalizzazione sia molto alta perché siamo alla fine del governo, e temo che la vostra lettera diventi comunque politica. Mi auguro si eviti di fare di questa lettera uno strumento politico.
Mi permetto di chiedere come mai non è stata raggiunta l’unanimità sulla lettera. Infine, i problemi dell’Iss non cambieranno, se non si cambia il metodo di nomina di chi la deve dirigere. Ai tecnici è stato poi delegato troppo potere. Ultima domanda: il compenso del Direttore generale, per una parte, deve essere valutato in base al raggiungimento degli obiettivi. Chi aveva il compito di fare questa valutazione?”.
Franco Santi, C10: “Chiedo se la Consulta in questo lasso di tempo ha fatto richieste di intervento per superare le difficoltà emerse dalla lettera, nei riguardi della segreteria di Stato. Il ruolo della Consulta è infatti anche quello di raccordo e coordinamento della gestione con la segreteria. Condivido quanto detto da Tonnini sugli elementi emersi dalla lettera che fanno trasparire una volontà precisa di non trasparenza e opacità delle procedure portate avanti dall’Iss e chiedo se avete fatto presente questa situazione di non collaborazione a chi di dovere. Credo la responsabilità non sia solo del Comitato esecutivo, ma anche della parte politica. Chiedo se possibile avere su questo un riferimento da parte dei membri della Consulta”.
Massimo Cenci, Ns: “Si registra un’evoluzione molto importante e molto sentita nell’Iss e il cambiamento va gestito con gli organi gestori adeguati. Condivido che la lettera della Consulta sia una serie di considerazioni su uno stato di fatto e non contro qualcuno. Alla fine della vostra comunicazione, la legge ha evidenziato i suoi limiti. La prima domanda è: il problema sono solo le persone che hanno determinati ruoli o è l’insieme? Proprio per la funzione consultiva che ha la Consulta, gli organi dell’Iss vanno bene così come sono? Come devono essere modificati i rapporti tra gli organi? Che strumenti operativi possono servire per funzionare meglio? Qual è la direzione in cui dobbiamo andare per modificare al meglio questa governance?”.
Giovanna Cecchetti, Ps: “Dopo e dimissioni, il percorso va accompagnato dalla politica e ci auguriamo la politica possa risolvere il problema della lacuna nella governance prima possibile”.
Guerrino Zanotti, Psd: “Anche io ringrazio la Consulta per lettera e per sua presenza oggi dal momento che è espressione della società, esprime un punto di vista anche esterno alla politica. Non possiamo lamentarci sul livello della qualità della nostra sanità, ma dobbiamo addentrarci negli aspetti gestionali sia dal punto di vista politico che amministrativo. Gli spunti ce li fornisce la Consulta, non si comprende come istituzioni organiche alle politiche gestionali dell’Iss vengano snobbate e ritenute superflue dalla governance. Dobbiamo rimarcare su questo una mancanza. Chiediamo a governo e a segretario di procedere in modo spedito affinché non si resti senza governance dell’Iss che ha bisogno di avere redini ben salde. Al di là della qualità della nostra sanità, che è di buon livello, in questo ultimo periodo abbiamo perso troppo tempo a parlare di noi stessi, di politica e di battaglie intestine all’interno dell’Iss e si rischia di mettere in secondo piano l’obiettivo principale che è quello di garantire servizi di qualità e di mettere al centro del sistema gli assistiti e non gli operatori”.
Stefano Canti, Pdcs: “All’inizio il segretario Mussoni ha fatto un riferimento per comunicarci che il comitato esecutivo ha rimesso il mandato al governo e ha comunicato numeri importanti per dirci che il nostro sistema sanitario è di eccellenza. La Consulta poi ha evidenziato alla politica problematiche di cui si deve tenere conto. La politica deve capire quali sono questi problemi, se sono di semplice gestione, e il mandato politico è quello di dire all’Iss di fare bene, ma non si devono sottacere difficoltà nella gestione che ancora emergono. Nel mese di marzo abbiamo fatto un dibattito in Commissione e in Consiglio che ha evidenziato le positività del nostro sistema. Se poi la Consulta ha evidenziato problematiche, queste prima non erano emerse. Io credo la Consulta voglia evidenziare lo scollamento tra dirigenza e gli operatori e la Consulta stessa, sono problematiche a cui la politica deve dare una risposta. Un buon controllo politico della gestione sanitaria non può che aumentare l’efficienza della struttura sanitaria. La politica deve essere unanime nell’accogliere le dimissioni, la competenza ce l’ha il congresso di Stato che spero possa effettuare valutazione al più presto per dare continuità all’Iss”.
Nicola Renzi, Ap: “Chiedo approfondimenti alla Consulta sul punto 6 della lettera, sul piano del fabbisogno che è stato approvato senza che la Consulta lo vedesse. Poi sul punto 9, visto gli sviluppi dell’audit, sulle dichiarazioni del direttore generale sui casi di malasanità”.
Nicola Selva, C10: “Se la politica vuole fare un passo in avanti, questo si fa solo facendo un cambiamento. Quindi bene, passiamo la responsabilità al congresso di Stato, basta che prenda le opportune decisioni. Oggi segretario dobbiamo prenderci qui le nostre responsabilità e quindi dobbiamo dire cosa si vuole fare di questo ambito. Lo dice anche l’Odg della seduta precedente, dobbiamo decidere in questa seduta le azioni da intraprendere. E se c’è la paura di avere vuoti di potere non usiamoli come alibi per non fare qualcosa. Colgo quello che ha detto Zanotti, in questo settore qualche ritocco e cambiamento forse si dovrà intraprendere perché è indice che qualcosa non va. La politica si deve fare carico di questa problematica. E’ stata chiesta maggiore responsabilità e la responsabilità impone cambiamenti. Nessuno vuole commissariare l’Iss ,ma non si può fare finta di nulla. Il documento della Consulta non è un fulmine a ciel sereno, ma la conseguenza di situazioni che si sono trascinate fin troppo. Sono compiaciuto dell’atto di responsabilità del Comitato esecutivo, non deve essere un atto vano. Io vorrei non finisse tutto in una discussione. Chiediamo interventi precisi”.
Marino Serra, coordinatore Consulta, replica: “Il 95% delle domande poste hanno già risposta in quello che abbiamo scritto. Nei nostri verbali ci sono tutti i dettagli, se dovessi ripercorrerli ci vorrebbe una giornata intera. I verbali possono essere letti da tutti i consiglieri. Mi interessa invece dare una risposta a una domanda specifica, perché c’è un dissociato tra i sottoscrittori della lettera. Il contenuto è condiviso al 100% c’è stata dissociazione per metodo e tempistica. Poi alcune osservazioni: si è parlato ad un certo punto di Piano sanitario cui ha collaborato per la stesura la Consulta. Noi su questo chiederemo controlli semestrali, il semestre è passato. E ancora:noi richieste e proteste le facciamo sempre, in seno alla Consulta, che dà origine alle delibere e ai verbali e ci auguravamo venissero letti e usati per capire lo stato dell’istituto dove noi operiamo ma credo non sia avvenuto. A noi non interessa se la nostra lettera diventa uno strumento politico, è una lettera della Consulta che non vuole esserlo”.
Oscar Mina, presidente: “Noi abbiamo chiesto l’audizione proprio per porvi domande che una riposta minima dovrebbero avere. Chiaramente i verbali delle vostre sedute li potremo chiedere ed evitare di fare l’audizione in Commissione. Vi chiedo almeno di fornire chiarimenti su alcuni punti anche senza essere precisi ed esaustivi, almeno abbiate la cortesia di fornire alcune indicazioni ai commissari che vi hanno posto le domande. Dire ‘andate a leggere i verbali’ mi sembra poco rispettoso per la Commissione”.
Gilberto Piermattei, membro della Consulta: “La problematica sulla Governance deve essere discussa all’interno della politica. La conflittualità emersa all’interno del Comitato esecutivo lo vediamo dagli atteggiamenti e abbiamo posto questa osservazione perché vorremmo che la politica la risolvesse. Se io intravedo difficoltà esprimo un disagio manifestato dall’organizzazione che rappresento. Se la governance non funziona crolla tutto il resto. E’ il caso forse di rivederla? Non è compito nostro suggerire come”.
Luciano Scarponi, membro della Consulta: “Rispondo alle domande di Tonnini, il punto 2 rimanda a un problema di mancanza di pianificazione. Noi vediamo in certe situazioni che effettivamente è così. Punto 4, noi possiamo ribadire quello che abbiamo scritto, lo possiamo ampliare anche per iscritto. E’ la prima volta che una Consulta si presenta in Commissione, i punti sono stati in buona parte esplicati. Possiamo ribadire la poca presenza del Direttore generale, ma non sappiamo spiegare il perché. Non abbiamo voluto mancare di rispetto a nessuno”.
Oscar Mina, presidente: “Non volevo offendere nessuno ma solo dire che siamo qui per ascoltarvi”.
Antonello Bacciocchi, membro consulta: “Non mi sono dissociato dai contenuti della lettera, mi sono astenuto dal metodo e dalle tempistiche dell’invio. Noi poniamo una questione che non è di oggi, una legge cha ha 12 anni di applicazione ha necessità di essere rivista, relativamente alla struttura di governance, in funzione dell’uscita della politica dalla gestione dell’istituto. La critica della lettera non è sul limite delle persone, la Consulta misura gli atti compiuti da quelle persone. Abbiamo fatto un servizio alla Commissione e al Consiglio per far sì che non sia una battaglia politica sulla sanità, ma sulla conduzione della sanità. Mi auguro ne possiate fare buon uso”.
Giuliano Giardi, membro della Consulta: “Auspichiamo di avere sanità a misura del nostro Paese e che ci sia un governo dell’istituto con i piedi per terra”.
Gilberto Piermattei, membro della Consulta: Parliamo di disagio quando veniamo coinvolti nelle scelte. Vi porto l’esempio del trasferimento di una parte di Medicina territoriale all’Azzurro. Siamo andati a visitare i nuovi ambulatori, ci sembravano adeguati, ma poi è venuto fuori che non sono stati ancora fatti gli appalti necessari per la ristrutturazione degli spazi di Medicina di base nell’ospedale. Ci era infatti stato detto che il trasferimento serviva per 2 anni, invece sarà molto di più visto che non sono stati fatti ancora gli appalti. Se ci viene chiesto di essere compartecipi ma le cose ci vengono dette dopo, capite anche voi che non funziona”.
Marino Serra, coordinatore Consulta: “Fra le domande del consigliere Cenci ce ne era una in particolare che chiedeva come modificare la governance. La Consulta dice che così come è non funziona, ma non è suo compito dire come modificarla, non può intervenire in questo senso. Chiediamo nella lettera l’istituzione di un tavolo di studio a cui la Consulta è disponibile a partecipare per studiare soluzioni. Rispetto la tempistica dei nostri interventi: forse abbiamo sbagliato a non fare prima la lettera perché i problemi ci sono da anni, ma sono peggiorati con l’ultima dirigenza Iss. Il fatto di non voler rispondere non era una mancanza, ma perché quello che ci viene chiesto era già incluso nella lettera”.
Oscar Mina, Pdcs: “Congediamo la Consulta. Chi vuole può intervenire sull’esito dell’audizione”.
Franco Santi, C10: “E’ inaccettabile ascoltare da parte del segretario di Stato che accetta la critica e che si farà promotore delle nuove sfide dell’Iss. Il segretario deve prendersi fino in fondo le sue responsabilità per una conduzione della sanità che non ha portato ai risultati attesi. Per quattro anni dov’era? Cosa ha fatto? Di fronte alle sue affermazioni sui risultati credo ci si debba indignare. Venire qui a dipingersi come paladino del cambiamento dell’Iss mi sembra inopportuno. Qui ci sono responsabilità politiche e il politico deve prendersele. Troppo facile arrivare in Aula con le dimissioni dei dirigenti e dire ‘andiamo avanti’. Ben venga discuterne nel prossimo Consiglio grande e generale”.
Elena Tonnini, Rete: “Il Comitato esecutivo non si muove da solo ma anche su mandato della segreteria di Stato. Gli stessi compensi del Comitato esecutivo fanno parte dei ruoli stralciati tra vecchio e nuovo regime, ciò ha portato che fosse il congresso di Stato a definirle. Così che una parte del compenso di Caruso è collegata al raggiungimento degli obiettivi. Chi lo doveva valutare? Anche il compenso di Manzaroli prevede il raggiungimento obiettivi previsti dalla legge, ma anche dalla stessa segreteria di Stato. Ci è stato denunciato dal collegio dei Sindaci che rispetto agli emolumenti del comitato esecutivo il 5% di risparmio previsto dalla spending review non è stato rispettato. Certamente ci sono responsabilità anche politiche. Il problema non è solo nelle figure, che è giusto rimettere in discussione, ma anche come nascono questo tipo di nomine. Come fu nominata Caruso? Finché avverranno per spartizione politica dei ruoli e non su base di un profilo delineato sulla base delle esigenze dell’Iss è evidente che i problemi resteranno. Segretario, governo e maggioranza hanno sostenuto in modo acritico ogni scelta del Comitato esecutivo. Con l’esito dei referendum, il ruolo di Mussoni era stato messo in discussione e la maggioranza invece lo ha sostenuto. Oggi parte della maggioranza si è ricreduta, compresi coloro che hanno portano le istanze dei medici in Consiglio. Non vorremo che si prevedano buonuscite che si possano tradurre in allontanamento da quell’organismo, ma in assunzione altri ruoli nella Pa”.
Augusto Michelotti, Su: “La politica deve fare i conti con una gestione fallimentare e prendersi le responsabilità e dare le dimissioni. Se il segretario Mussoni facesse un passo indietro sarebbe ben accolto”
Nel pomeriggio i lavori della Commissione si concludono con l’approvazione a larga maggioranza dell’Ordine del giorno presentato da Stefano Canti, del Pdcs, sottoscritto da Pdcs, Ap, Ps e Psd,: 9 infatti i voti a favore, due gli astenuti e un solo voto contrario. Con il documento, la Commissione consiliare invita “il congresso di Stato a prendere atto della volontà del Comitato esecutivo di rimettere il proprio mandato e a provvedere – in tempi brevi e nei modi più congrui- alla sua sostituzione nei termini di legge, al fine di garantire la piena operatività dell’Istituto per la Sicurezza sociale”.
Di seguito un estratto degli interventi del pomeriggio.
COMMA 2. Audizione della Consulta Sociale e Sanitaria
Stefano Canti, Pdcs: “I problemi evidenziati dalla Consulta non riguardano i servizi dell’Iss, il segretario ha ripercorso nel suo intervento il processo di rilancio e la riorganizzazione. Per esempio oggi abbiamo visto i numeri della riorganizzazione della Medicina di base, è un forte segnale di potenziamento del servizio per gli assistititi. Il problema che la Consulta ha voluto fare emergere è invece la mancanza da tempo di dialogo con la dirigenza dell’Istituto, dialogo che manca anche all’interno con i singoli operatori dell’Iss. Credo la politica debba farsi carico di questo problema e cercare di risolverlo. Al di là delle problematiche, la politica non ha mai fatto mancare il suo appoggio. La direzione credo abbia avuto il suo tempo per cercare di migliorare i rapporti con gli operatori, loro stessi hanno rimesso il mandato al Segretario e noi come commissione non possiamo far altro che prendere atto della volontà del Comitato esecutivo e sollecitare il congresso affinché in tempi brevi sostituisca la dirigenza per dare piena operatività all’Iss. La maggioranza ha lavorato su un Odg e aprirei il dibattito con l’opposizione per allargarne la condivisione. Ne do lettura: “La Commissione consiliare permanente Igiene e Sanità, sentito il riferimento in comma Comunicazioni del Segretario di Stato per la Sanità, preso atto della decisione del Comitato esecutivo dell’Iss di rimettere il proprio mandato; tenuto conto della comunicazione scritta della Consulta sociale e sanitaria del 6 giugno scorso e della successiva audizione in Commissione, invita il congresso di Stato a prendere atto della volontà del Comitato esecutivo di rimettere il proprio mandato e a provvedere – in tempi brevi e nei modi più congrui- alla sua sostituzione nei termini di legge, al fine di garantire la piena operatività dell’Istituto per la Sicurezza sociale”. E’ una prima bozza dell’Odg che spero possa essere condiviso all’unanimità o a larga maggioranza”.
Massimo Cenci, Ns: “Nel momento in cui una legge prevede soggetti di sistema con alcune competenze e prerogative va rispettata e perseguita. E’ evidente che se esistono posizioni critiche che, come questa mattina abbiamo sentito, ci portiamo dietro da tanto tempo. Può darsi che l’efficacia di questa legge non sia più alta e che occorrerà intervenire per modificarla. Chiedo anche, in funzione dell’Odg, di poter avere la comunicazione con cui i membri del Comitato esecutivo si sono dimessi. Non tutte le persone del comitato sono al momento al centro di contestazioni, forse un approccio più complessivo credo possa non essere sbagliato in questa fase”.
Guerrino Zanotti, Psd: “Ritengo di non avere le capacità professionali per poter giudicare con precisione l’operato del Comitato esecutivo, mi rimetto alla decisione che ha preso alla luce dei problemi che sono stati sollevati di rimettere al proprio mandato, perché evidentemente sono venute meno le condizioni per proseguire e ritengo di dover accogliere le dimissioni. Anche a me piacerebbe vedere la lettera con cui si è rimesso il loro mandato. La governance dell’Iss va oltre l’operato dell’organo amministrativo, è necessario ci sia la presenza della politica, non che interferisca sull’operato dell’amministrazione, ma che sappia svolgere quel ruolo di monitoraggio affinché le linee dettate dal governo e dal Consiglio grande e generale siano rispettate. Non finisce qui il compito di questa commissione e del Consiglio grande e generale del prendere atto della decisione del Comitato esecutivo, c’è la necessità di governare in modo chiaro, trasparente e tempestivo tutto il processo svolto dall’Iss nel Paese. Il richiamo è a una responsabilità, non è cancellando l’attuale governance che risolviamo i problemi del Paese. Le future nomine siano condotte senza logiche di spartizione, mi auguro si possa cambiare strada dal passato”.
Roberto Venturini, Pdcs: “La Consulta oggi ha confermato i punti espressi nella lettera, un documento importante e pesante, però gli esponenti ci hanno detto che il malessere andava avanti da diverso tempo. Sinceramente un po’ di amarezza ce l’ho. Caruso aveva capacità professionali e un carattere giusto per fare le riforme e poter cambiare certi atteggiamenti che possono essere considerati privilegi nella nostra sanità. Sicuramente certi passaggi non sono stati seguiti al meglio, in parte può essere colpa della politica. Probabilmente il malessere è dovuto ala mancata condivisione di certe scelte. Per me ci sono stati problemi più a livello caratteriale che di gestione e capacità organizzativa. Probabilmente la Dott.ssa era abituata a gestire le problematiche in altre Ausl italiane con altri criteri. Questo è un piccolo ospedale e ci si conosciamo tutti, probabilmente si sarebbe dovuta usare una certa cautela e un certo dialogo preventivo quando si vanno a porre cambiamenti e innovazioni che sono sempre traumatici. Sicuramente la gaffe fatta sul caso di Ostetricia è stata la cosa più devastante, ovvero sottolineare il fatto che nel nostro servizio, per i numeri che abbiamo, non poteva parlarsi di sicurezza. Ritengo il passaggio sia obbligato e l’Odg letto da Stefano Canti possa trovare massima condivisione. Mi auguro non ci sia un periodo troppo lungo nelle nuove nomine, perché una vacatio troppo lunga non giova all’organizzazione della nostra sanità. Un direttore generale delegittimato non ha più forza nelle decisioni da prendere nel governare un ospedale. Le figure del Comitato esecutivo per legge si devono dimettere tutte e tre, una volta dimesso il direttore generale. Ciò non vieta che, per esempio, il direttore amminstrativo non possa essere confermato. Obiettivo è sempre quello di mantenere i nostri servizi sanitari ai livelli attuali e il massimo sforzo deve essere quello di lavorare tutti insieme cercando di salvaguardare le professionalità al nostro interno”.
Francesco Mussoni, segretario di Stato: “Se dovessi replicare al consigliere di C10 Santi starei mezz’ora, lui non ha parlato dei servizi o dei problemi tra organismi dell’Iss, ne ha fatto un problema politico. Abbiamo passato anni difficilissimi dal punto di vista delle risorse e della riorganizzazione, ho citato alcuni risultati, ma oggi il dibattito era sulla posizione della Consulta e sul rapporto con il Comitato esecutivo e su alcuni passaggi tecnici. Credo che da parte dei dirigenti ci sia stato un atteggiamento di responsabilità. In questa Commissione si è preso atto di una disponibilità responsabile da parte dei dirigenti e il congresso farà valutazioni che mi sembrano abbastanza ovvie per fare in modo ci sia un accompagnamento dell’istituto per i prossimi mesi fino al rinnovo del Comitato esecutivo. Ci sono fatti e dati e non possiamo neanche trasformare il dibattito dei comportamenti dei dirigenti sul giudizio della sanità sammarinese, che è altra cosa. La politica in questo caso credo abbia svolto la sua funzione, la Consulta ha svolto un ruolo chiaro, oggi c’è stato un passaggio importante in questa commissione e il governo dovrà condurre la situazione verso una prospettiva e governare questo cambiamento che è in corso. Non mi piace ci sia un giudizio su una dirigenza che comunque ha prodotto e ha dato risultati in un momento difficilissimo. Figuriamoci poi se C10, Su non chiedono le dimissioni del segretario di Stato. Questa è la politica, ma se permettete l’istituto è una cosa un po’ più complessa”.
Franco Santi, C10: “Le dimissioni del segretario alla Sanità vengono chieste come conseguenza di incapacità di incidere sulle cose che dovevano essere fatte. Il fatto che venga qua oggi e non si voglia assumere questa responsabilità è una presa in giro”.
Francesco Mussoni, segretario di Stato: “Dopo tre anni di lavoro ci sono risultati. Io mi prendo le responsabilità, ma governiamole e andiamo avanti. Abbiamo un fabbisogno frutto di un duro lavoro con i i dirigenti, gli accordi con le Regioni… se per lei sono cose da poco, visto che non sono mai stati fatti, facciamo finta che non ci sono? Faremo finta che non valgono niente? Non è questa la politica nuova, ma vecchia politica, quella degli Odg per fare la caccia delle teste”.
Massimo Cenci, Ns: “Motivo l’assenza del nostro voto favorevole a questo Odg. Ancora non abbiamo visto la lettera delle dimissioni del Comitato esecutivo e non sappiamo cosa c’è scritto, ma ci limita nella lettura dell’Odg che non porta la nostra firm. Sappiamo che il comitato è composto da tre persone e con questo Odg vengono tutti messi sullo stesso piano piano . Ci piacerebbe, seguendo il ragionamento di Roberto Venturini fare un distinguo, ma questo Odg dice che si invita il congresso di Stato a sostituire un intero Comitato esecutivo, significa tutti e non è una scelta che possiamo fare con lucidità in questo momento”.
SMNA