San Marino. Commissione Sanità su Societ SIAC/FONDISS – Fabbisogno ISS – Regolamento ISS sulla libera professione medica

Mussoni FrancescoComma 6. Mozione, conseguente alla trasformazione dell’interpellanza presentata dal Consigliere Francesca Michelotti (e dai Consiglieri Andrea Zafferani e Elena Tonnini associatisi per richiesta risposta scritta) per chiarimenti in merito a quanto operato dal Comitato Amministratore di FONDISS prima e dopo le modifiche alla Legge n.191/2011 introdotte dal Decreto n.151/2013 nonché per conoscere l’orientamento del congresso di Stato riguardo alle figure professionali previste dalla Delibera n.21 del 23.12.2013 e per avere informazioni in merito alla Società S.LA.C. srl ed ai relativi rapporti con l’LS.S. ed il Comitato Amministratore di FONDISS
Elena Tonnini, Rete: “Su Fondiss, malgrado l’interpellanza e le sollecitazioni fatte al tavolo di confronto, non ci è mai stata data risposta sull’indirizzo del governo post-referendum.  Da Bcsm, al tavolo politico, è stato presentato  un documento che parlava ancora di esternalizzazioni e della possibilità di affidare la gestione dei fondi ad assicurazioni e ancora si parlava di consulenze di advisor esterni, cose tutte bocciate dal referendum. E’ emersa la volontà di reinserire questi aspetti nelle modifiche della legge 2011, facendo entrare dalla finestra quanto era stato bocciato da 11 mila cittadini.  Abbiamo chiesto più e più volte una posizione alla segreteria che non ci ha risposto e ha continuato a fare tavoli di confronto, non invitando più le forze politiche che hanno sostenuto referendum e il comitato referendario. Le cose abrogate dal referendum sono state riproposte. E’ molto grave non dare seguito a uno dei maggiori strumenti di democrazia diretta, è una forzatura che tradisce volontà di 11 mila sammarinesi”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “La legge del 2011 è vigente e si è cercato di trovare soluzione ai problemi posti dal comitato amministratore di Fondiss, da Bcsm e dall’Iss. Il lavoro è continuato fino al 12 marzo, quando si è giunti a un accordo firmato con l’assenza di Rete, C10, Su. Voi ancora non conoscete il testo di accordo e non so su quali basi prendete queste posizioni. Ci mancherebbe che il tavolo politico non abbia rispettato la volontà del referendum.  Verrà avviata la discussione sull’accordo con le parti sociali cui compete indicare gli amministratori del fondo. Verrà presentato questo accordo, che non avete visto, per migliorare i rendimenti del fondo, per cui facciamo con serenità il confronto quando sarà ufficiale. Non so se lo presenterò nel prossimo Consiglio o in quello successivo. Non facciamo finta che non ci siano problemi di rendimenti, il governo deve dare risposte e l’opposizione ha una sua responsabilità, parliamo delle pensioni delle future generazioni. Forse ho sbagliato usando lo strumento del decreto perché pensavo la cosa migliore fosse partire al più presto per avere un migliore rendimento. In conclusione per me era bene stare al tavolo e cercare insieme le soluzioni”.

Franco Santi, C10: “L’esigenza di dare gambe alla previdenza complementare è sempre stata esplicitata in ogni passaggio, lo abbiamo detto in tutte le salse, ma abbiamo combattuto il metodo usato dalla segreteria di Stato per introdurre questo provvedimento e i suoi contenuti, come dare a società non sammarinesi la gestione dei fondi, questo era il punto centrale e su questo è stato chiesto conto al governo. Non conosco la soluzione che avete portato avanti, ma credo che quello sia un problema centrale che non è risolvibile: se un gestore di diritto canadese crea turbative con fondo sammarinese, vorrei vedere quale sarà foro competente e come sarà possibile tutelarci. Al tavolo non ci è stato dato l’orientamento del governo, ma solo il documento di Banca centrale. Le cose le chiariremo alla presentazione del documento, dobbiamo darci una mossa tutti”.

Guerrino Zanotti, Psd: “A me dispiace che Rete, C10, Su abbiano abbandonato il tavolo, si sarebbe potuto lavorare a soluzione condivisa. Non si tratta di interessi di parte, ma è argomento di pubblico interesse. Al tavolo da parte di queste forze sono state presentate proposte che non rientrano nella legge attuale, se critichiamo gli interventi fatti perché creano problemi alla redditività del fondo, pensiamo cosa comporterebbe una gestione diversa, creando anche una struttura non esistente, anche se è pubblica, il pubblico costa. Se si abbandona il tavolo perché non ci sono risposte sull’argomento in discussione è un conto, ma se si fanno proposte che vanno in direzione opposta è inutile al confronto”.

Elena Tonnini, Rete: “Non si tiene conto parere del 2008 dell’avvocatura di Stato che per evitare problemi giurisdizionali consiglia di ricorrere a istituti sammarinesi. Se bastano i tecnici per individuare i problemi e risolverli, allora non serve la politica e l’indirizzo politico. Invece una volta chiesti gli indirizzi politici su Fondiss, sono venuti a mancare. Noi abbiamo chiesto la formalizzazione di un indirizzo politico che non c’è stato. Poi non c’è solo il problema della redditività, ma anche della sicurezza di quei fondi. Noi siamo sempre disponibili al confronto e magari anche gli 11 mila cittadini del referendum aspettano incontri informativi. Ma se si prosegue sulla strada degli advisory esterni e sui gestori stranieri noi non intendiamo andare contro il referendum. Dovremmo arrivare al referendum abrogativo della legge proposta da Banca centrale”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato: “La segreteria non farà nessuna proposta politica. In precedenza ingenuamente ho fatto una proposta, ma questa volta il segretario non farà niente, c’è stato un Odg in Consiglio, le forze politiche hanno partecipato a un tavolo e sottoscritto un accordo e porteranno avanti le leggi che voteranno. Se alla politica non importa niente, lasciamo pure la legge del 2011. Lei Tonnini è un parlamentare, faccia lei un progetto di legge. Voi invece non state al tavolo, non fate proposte. La politica ha invece fatto un lavoro e i tecnici sono andati a dare contributi ai tavoli politici”.

Comma 10.Mozione, conseguente alla trasformazione dell’interpellanza presentata dal Consigliere Ivan Foschi per appurare cause e responsabilità dei perduranti rinvii dell’approvazione del fabbisogno dell’ISS nonché per appurare se – e in base a quali presupposti – la gestione degli appalti ISS sia stata conferita in capo al coordinatore del personale infermieristico

Augusto Michelotti, Su: “La risposta alla prima domanda è totalmente insufficiente”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “Sui ritardi del fabbisogno c’è una motivazione tecnica e politica. C’è stata una valutazione politica per gestire tutti i fabbisogni, della Pa ed enti allargati insieme, di qui i rinvii perché alcuni enti erano pronti, altri no. Dall’interpellanza ci sono stati passi  tecnici, ora siamo al punto di adottare i piani del personale di tutti gli enti. C’è la volontà della commissione del governo e del tavolo più ampio con i sindacati di accelerare il lavoro. E’ cosa attuabile nei prossimi mesi”.

Comma 15. Mozione, conseguente alla trasformazione dell’interpellanza presentata dai Consiglieri Franco Santi, Ivan Foschi ed Elena Tonnini sui dettagli connessi al Regolamento ISS sulla libera professione medica
Elena Tonnini, Rete: “Qui siamo al secondo referendum che allo stesso modo è stato disatteso. Si intendeva mettere fine a disparità di trattamento tra medici e altri dipendenti pubblici. Abrogata la legge è stata superata da un’interpretazione amministrativa del Comitato Iss, c’è da chiedersi se vale più la legge o questa interpretazione. Il Comitato esecutivo si dice disposto a intervenire sul testo ma non l’ha ancora reso pubblico, così come la segreteria per la Sanità.  Nella risposta ci si dice che la libera professione, se regolamentata in modo chiaro, va a completare attività medica, ma c’è da chiedersi quanta trasparenza ci sia nel trattamento economico dei medici. I sindaci revisori, che si sono rifiutati di firmare il bilancio dell’Iss, hanno fatto dei rilievi alla mancanza di chiarezza nei proventi dei medici. Non si sa quali siano i ricavi netti della libera professione. In definitiva è stato riproposto come regolamento amministrativo la legge abrogata, ora pensiamo sia giusto che il governo si prenda responsabilità per reintrodurre parità nella Pa. Siano curiosi di capire come verrà affrontato tema posto da due ordini del giorni proposti in modo provocatorio da Rete, per consentire la libera professione non solo ai medici ma a tutti i professionisti dipendenti dello Stato, avvocati, geometri etc.”.
Franco Santi, C10: “Anche qui di polemica se ne può fare parecchia, dato che la legge abrogata dal referendum è stata sostituita da un regolamento. Il punto cruciale qui è la legge del ’91 fatta molto furbescamente. Chi ci guadagna in questo caso è il professionista. Il regolamento ripropone la possibilità di fare attività extra-muraria vera a propria. Tornano i problemi di controllo e verifica dell’attività. Non si può sfuggire da logica di servizio pubblico e che ogni dipendente appartiene a disegno che non ha come priorità interesse personale e profitto. Le due logiche sono fortemente in antitesi. Avete disatteso completamente il referendum”.
Augusto Michelotti, Su: “Il recente regolamento segue logica della legge respinta dalla popolazione. Consiglio vivamente il governo e chi patrocina la causa dei dottori a non tirare fuori troppe cifre, qualcuno potrebbe arrabbiarsi. Ci sono persone che non hanno reddito o hanno un reddito abbastanza basso. Continuo a ribadire il concetto di incompatibilità, nella Pa se faccio due mestieri metto in crisi il sistema, non possiamo permetterci il lusso di due stipendi”.
Francesco Mussoni, segretario di Stato: “Il dibattito è stato fatto in campagna referendaria. Da parte mia non ci saranno più atti di governo su questa materia. Il regolamento è un atto del comitato esecutivo, non del governo. Il referendum ha abrogato la legge, non il concetto di libera professione. Su questi temi l’attenzione mi pare spropositata. Non sono direttore generale dell’Iss, posso dare delle linee, non mi occupo io di firmare i cedolini dei dipendenti. Se continuate a fare finta che non ci sia distinzione dei ruoli è brutto”.
Elena Tonnini, Rete: “Il segretario continua a fare le distinzioni dei ruoli, per Fondiss ci sono i tecnici, per l’Iss c’è il comitato esecutivo, allora non c’è mica bisogno di un segretario di Stato, di un garante di quello che avviene all’interno della sanità”.
Francesco Mussoni, segretario di Stato: “Mi sembra riduttivo convogliare al segretario tutte le problematiche della sanità, da 24 anni si fa libera professione, attribuiamo gli atti a coloro che ne sono promotori. Se per voi questa battaglia è una priorità che migliorerà la sanità, fatela pure”.

San Marino, 15 aprile 2015/01