San Marino. Comunicato stampa del Prof. Giuseppe Roberti: ”infondatezza di un castello accusatorio funzionale non alla verità giudiziaria ma soltanto al rafforzamento di una nuova oligarchia economico-finanziaria che mira ad impadronirsi del Paese e delle sue ultime risorse”

RobertiCOMUNICATO STAMPA

Riguardo alle evoluzioni processuali istruite sull’inchiesta denominata “Conto Mazzini”, non posso che constatare con profonda amarezza che i miei appelli risalenti ad ormai due anni fa, indirizzati a tutti i personaggi chiamati e non chiamati in causa dalla magistratura e finalizzati alla onesta ricostruzione e rivelazione alla magistratura e alla cittadinanza del sistema di finanziamento dei partiti e della politica nel periodo antecedente l’entrata in vigore della legge n.170 del 23 novembre 2005 divenuta operativa solo dopo le successive elezioni politiche, sono caduti nel vuoto e anzi apprendo con stupore e delusione che taluni non hanno provato vergogna nell’ammettere che di questi fondi ne abbiano fatto un uso personale e che si cerchi ancora di nascondere la verità.

Ho già avuto modo di ribadire a suo tempo che si sbaglia chi crede che il “Conto Mazzini” possa trasformarsi nella foglia di fico utile a nascondere i milioni e i milioni incassati dalla politica e dai politici o dai partiti come sovvenzione.

E’ tempo che politici, dirigenti e imprenditori, assieme a tutti coloro che direttamente o indirettamente erano coinvolti nella vita politica, che hanno elargito o hanno incassato palesi o occulti finanziamenti privati iniziano a parlare senza remore perchè detti finanziamenti non violavano alcuna norma giudiziaria dell’epoca non essendo regolamentati da alcuna legge.

Dalle cronache e dalle carte processuali che ho avuto modo di leggere non emerge la verità a causa di tante reticenze e di altrettanta omertà.

La verità su quella stagione politica permetterà di dimostrare l’infondatezza di un castello accusatorio funzionale non alla verità giudiziaria ma soltanto al rafforzamento di una nuova oligarchia economico-finanziaria che mira ad impadronirsi del Paese e delle sue ultime risorse.

Sono accusato al pari di altri protagonisti di quegli anni politici di essere parte di una assurda associazione a delinquere con chi tramava per farmi fuori da ogni incarico; di un coinvolgimento diretto in Finproject che è smentito dai fatti e di rapporti con la Fondazione per la Promozione e lo Sviluppo Economico della quale addirittura ne ignoravo l’esistenza. Accuse prive di ogni fondamento.

Sono avvezzo ad assumermi le mie responsabilità, come ho sempre fatto e come farò in futuro, e mi auguro di poter riferire quanto è a mia conoscenza. Visto che fino ad ora dalla magistratura non mi è stata data la possibilità di riferire quanto è ora di rivelare su un preciso periodo storico, malgrado la mia più volte palesata disponibilità rimasta regolarmente inevasa anche di fronte ad atti ufficiali, deduco che chi oggi lo dovrebbe fare non ritenga conveniente che la cittadinanza sappia la verità.

Oggi mi sento ancora più debole nella mia battaglia per la verità dopo che il mio collegio difensivo, per motivazioni che vi sono ormai note, ha ritenuto di dover rinunciare alla mia difesa nel processo. Nei confronti dei miei difensori nutrivo e nutro tuttora una profonda stima e fiducia e mi preoccupa la loro decisione che riconduco alla constatazione dell’inutilità di qualunque azione difensiva. Nutro altresì fiducia nella Giustizia in quanto tale e ritengo che questa possa alla fine prevalere su qualunque deriva giustizialista che oggi sembra affermarsi a tutti i livelli anche istituzionali della comunità sammarinese.

Confido che alla fine la verità prevalga sempre contro tutto e tutti grazie ad una autorità capace di giudicare serenamente un periodo storico, una stagione politica nel suo complesso. Una autorità che non si accontenti di pochi capri espiatori ma che sappia ricostruire dettagliatamente e sappia giudicare storicamente una intera stagione politica che non può trovare verità completa in qualunque sentenza di condanna o di assoluzione emessa da un semplice Tribunale Penale competente per giudicare le responsabilità di singoli o gruppi ma incompetente nello scrivere giudizi storici e nell’affibbiare responsabilità non penali ma politiche.

15/06/2016                         Giuseppe Roberti