San Marino con Biden e contro Trump! Alan Friedman e Tv di Stato: dopo l’Ucraina la Repubblica fa un’antidiplomatica e rischiosissima scelta di campo.

Enrico Lazzari

Ricordate la, un tempo, inviolabile neutralità sammarinese? …Dimenticatela! Se l’attuale governo l’ha violata -a mio parere (al di là della correttezza morale della stessa) avventatamente- schierandosi apertamente nel fronte occidentale nella guerra russo-ucraina, Alan Friedman si appresta a segnare dai teleschermi della Tv di Stato un ulteriore punto di non ritorno in tal senso.

Per capire di cosa parlo vi invito ad ascoltare -e invito soprattutto il Segretario di Stato agli Affari Esteri Luca Beccari a farlo- direttamente quanto il noto giornalista statunitense che vive in Italia è riuscito a dichiarare nel corso della conferenza stampa di presentazione del “nuovo corso” della San Marino Rtv (clicca qui), che vedrà questa sera alle 21 e 30 in punto la messa in onda della prima puntata di “Washington Files”, nella quale lo stesso Friedman, con il direttore di Rtv Andrea Vianello e l’ex direttore Rai Antonio Di Bella, ha promesso di “accompagnare” i telespettatori nella comprensione degli Stati Uniti e, in particolare, del cammino che culminerà nelle sempre più vicine elezioni politiche che opporranno il Repubblicano Donald Trum al Democratico Joe Biden nella corsa alla Casa Bianca.

Ma cosa c’entra questo nuovo programma di Rtv con la delicata tematica della neutralità sammarinese? Non centrerebbe nulla, se fosse -come impone una Tv di Stato- estremamente equilibrato, equidistante fra i due contendenti. Neutrale! Ma non sarà così alla luce di quanto anticipato poche ore fa, in diretta, dal conduttore: “Stiamo facendo Washington Files -ha dichiarato Friedman- perchè vogliamo seguire l’elezione americana più importante nella nostra vita (di americani; ndr) e nella vita degli europei; perchè se vince Trump non ci sarà più la Nato, la testa di Zelensky sarà messa su un piatto d’argento e consegnata da Trump a Putin, e avremo una vera sfida  allo stato di diritto”. E ancora: il programma, ha “assicurato” il conduttore, tratterà in ogni puntata “un brano della cosa più pazzesca che ha detto Trump durante la settimana”. Si noti bene: che ha detto Trump, non che possano aver detto i due contendenti.

In pratica, “Washington Files” sembra riassumersi in un impegno diretto del noto giornalista -quindi della Tv di Stato, quindi della Repubblica di San Marino- nello spostamento di voti da Trump a Biden. Ben inteso, non è che Trump alla guida della nazione più potente del pianeta mi esalti, anzi. E non credo che visti gli ascolti e il “bacino” di utenza i teleschermi di Rtv possano creare un’interferenza rilevante nell’esito delle elezioni politiche statunitensi. Ma qui il problema è un altro, ovvero il fatto che una Tv di Stato conceda i suoi spazi a programmi non imparziali, perdipiù su tematiche delicatissime nei rapporti internazionali futuri che la Repubblica di San Marino (si ricordi “editore” nei fatti della Rtv) dovrà intrattenere con gli Stati Uniti d’America.

Le cronache anche recenti, del resto, non sono state avare di fortissime tensioni internazionali scatenate proprio da accuse di ingerenza nelle elezioni di uno stato sovrano. Non credete che potrebbe pesare nei rapporti bilaterali, in futuro -ma anche ora-, la neutralità mancata di San Marino nella “guerra” fra Democratici e Repubblicani americani, specie se, alla fine, vista la “linea-Friedman”, già intuibile come palesemente anti-Trump e pro-Biden, a trionfare dovessero essere i secondi?

Già la conferenza stampa trasmessa in diretta web appare estremamente sbilanciata e ricca di “chicche” che potrebbero rivelarsi imbarazzanti per la diplomazia sammarinese, a cominciare dall’accostamento che lo stesso Friedman ha fatto fra Biden e il nuovo Ambasciatore Usa in Italia e San Marino, per arrivare ad un vero e proprio “exploit” in cui l’apparente impegno pro-Biden e anti-Trump dello stesso giornalista ha toccato picchi fino ad ora mai raggiunti: “Se vince Trump non ci sarà più la Nato, la testa di Zelensky sarà messa su un piatto d’argento e consegnato a Putin da Trump e avremo una vera sfida nel nostro paese (Usa, ndr) allo stato di diritto”. Ma non solo: “Siamo messi male -ha sentenziato- la settimana scorsa Trump ha fatto un endorsement di Hamas, di Hezbollah dicendo che sono molto bravi, molto intelligenti…”. Ovviamente, ciò, risulterebbe falso, visto che -e faccio riferimento a Open, fondato a suo tempo da Enrico Mentana, testata comunque filo-Biden- l’ex presidente Usa avrebbe sostenuto che “il gruppo armato sciita libanese Hezbollah, alleato del gruppo terrorista palestinese, si sarebbe comportato in modo «molto intelligente» scegliendo (finora) di non attaccare Israele”. Ben diverso, quindi, da quanto raccontato da Alan Friedman dai canali della Tv di Stato sammarinese…

La domanda che il mondo politico e, soprattutto, il governo dovrebbe porsi è estremamente ovvia. Perchè, in una disputa che per tanti appare incerta nei suoi esiti e per altri vedrebbe Trump favorito, si va a schierare la Repubblica nelle delicate vicende interne americane, perdipiù su quel fronte che nessun analista dà oggi per probabile vincente? Già, perché? Cari Segretari di Stato alle Telecomunicazioni, all’Informazione e agli Affari Esteri, perchè?

Non ci resta, a questo punto, che attendere le 21 e 30, sintonizzarsi sul canale 831 del digitale terrestre e “goderci” la prima puntata di “Washington Files”… Così da valutare attentamente se manterrà le “promesse” e le premesse anticipate in conferenza stampa e, al tempo stesso, approfondire se sia il caso, per l’interesse della Repubblica di San Marino e per la serenità delle sue diplomazie, di registrare e trasmettere anche la seconda…

Enrico Lazzari