San Marino. Con il nuovo Piano sanitario arriveranno gli Infermieri del Castello … di Alberto Forcellini

Nel pieno della terza ondata, mentre i numeri toccano livelli molto superiori a quelli delle precedenti, l’ospedale sempre in prima linea, San Marino non rinuncia ad andare avanti e costruire il futuro. Questa è la sfida del Piano Sanitario, le cui linee di indirizzo sono state illustrate nella seduta consiliare appena conclusa, surclassate nell’interesse dei media dalla preponderanza della cronaca sull’arrivo dello Sputnik.

Il Piano Sanitario è uno strumento fondamentale perché su di esso si instaura il riequilibrio delle risorse e il sogno di un nuovo ospedale, che può essere volano di un nuovo modello ospedaliero. L’impatto che esso ha sull’intero sistema come strumento di coordinamento delle politiche sanitarie, paradossalmente emerge dalla sua mancanza. Come è avvenuto nella passata legislatura, attraversata dalla scadenza del Piano, redatto nel 2014, approvato nel 2015, scaduto nel 2018 e mai più rinnovato. Lo stallo della sanità e i problemi conseguenti, sono stati il grande ostacolo anche alla strategia contro il Covid.

Che cos’è e perché è necessario un Piano sanitario? Perché è il principale strumento di programmazione sanitaria mediante il quale, in un dato arco temporale, vengono definiti gli obiettivi da raggiungere attraverso l’individuazione di azioni e di strategie finalizzate alla realizzazione delle prestazioni istituzionali del Servizio sanitario. Esso rappresenta quindi il primo punto di riferimento per ogni riforma e iniziativa in materia di prevenzione, cura e riabilitazione, nonché di assistenza sanitaria da applicare conformemente e secondo criteri di uniformità su tutti i livelli della popolazione. Tutto ciò, nell’osservanza degli obiettivi e dei vincoli posti dalla programmazione economico-finanziaria.

Tre anni di validità e tre step, che il Segretario Roberto Ciavatta, in Aula parlamentare ha indicato con precisione: piano sanitario, atto organizzativo, fabbisogno. Un percorso vero e proprio, propedeutico alla strutturazione del nuovo ospedale e ad una nuova organizzazione della Sanità.

Tra i primi obiettivi, ecco dunque l’integrazione dell’ospedale con il territorio (abbiamo visto in questa fase quanto il territorio sia indispensabile per la struttura sanitaria). Ciò che si riesce ad affrontare a domicilio va a sgravare la struttura ospedaliera, che deve rimanere il punto finale, dove ci si confronta con la malattia conclamata. Ma non deve essere il porto di ogni problema.  Si pensa dunque alla figura degli Infermieri di Castello e al triage nei Castelli, conferendo un peso centrale e riconoscimento professionale alla figura dell’infermiere.

Tra gli altri obiettivi: dare una strutturazione ospedaliera per la cronicità e la fragilità. Cure intermedie, cure palliative, hospice (cioè una struttura di ricovero e di assistenza per malati terminali) di cui s’è parlato molto in tempi passati, senza mai fare nulla, e che ora si vuole affrontare con più pragmatismo. L’esigenza nasce dal fatto che la popolazione sammarinese ha un’aspettativa di vita molto ampia, ciò porta alla necessità di strutturare dei reparti e dei percorsi di cura che possano seguire il paziente anche nelle ultimi fasi della vita. Garantire la dignità della persona fino all’ultimo giorno è del resto un dovere morale, oltre che medico sanitario.

Sul piano più squisitamente medico, si punta alla sviluppo di reti professionali bidirezionale con i territori limitrofi. Finora il rapporto è stato spesso solo di dipendenza, perché un piccolo ospedale non può avere tutte le specializzazioni e i piccoli numeri non possono garantire la qualità delle prestazioni. Ogni anno si spendono 5 – 5,5 milioni in prestazioni sanitarie esterne, dai quali si potrebbe si potrebbe rientrare, almeno in parte, attraverso servizi che vanno dal Pronto Soccorso, agli ambulatori specialistici, alla diagnostica, e magari anche alle sale operatorie, dove c’è personale all’avanguardia.

Tutto questo richiede autorizzazioni, accreditamenti che avranno bisogno di uno sforzo molto grande poiché devono tenere conto di un punto di partenza fatto da una struttura ospedaliera datata, che al momento limita pesantemente questi obiettivi. Per questo è fondamentale far partire e realizzare il nuovo ospedale. Non si possono lasciare in secondo piano le sedi distaccate, che non sono idonee; altri servizi che sono in sedi di loro appartenenza, altri in affitto presso centri commerciali o in abitazioni private. Una razionalizzazione dell’esistente e una miglior compenetrazione con l’ospedale, sono un altro obiettivo da perseguire.

Oltre al lavoro di preparazione del Piano Sanitario, nonostante il periodo complesso che abbiamo attraversato, ci vorrà ancora qualche mese di impegno per vedere realizzato lo strumento da cui potrà partire l’intera operatività in esso prevista. Le opposizioni, in Aula, hanno tentato di sminuire questo lavoro, bollandolo come copia/incolla del Piano precedente. Se così fosse, non si capisce perché, quando erano al governo, non ci abbiano pensato loro a fare la fotocopia.

a/f