Probabilmente la quasi settantenne albanese residente a San Marino Shefqata Teffa lo aveva fatto per riscuotere i soldi dell’assicurazione oppure per scusarsi del fatto che aveva danneggiato l’autovettura della figlia, albanese anche lei, quando aveva fatto denunciare, falsamente, che nell’agosto del 2015 qualcuno nel parcheggio della filiale di Dogana della BSI aveva urtato e danneggiato l’autovettura con targa sammarinese della figlia.
I fatti.
La sig.ra Shefqata è stata condannata nel pomeriggio di ieri a 3 mesi di prigionia per aver simulato un reato in quanto denunciava falsamente alla Gendarmeria che, in data 29 agosto 2015, ignoti avevano urtato e danneggiato l’autovettura di sua figlia, un’albanese residente anche lei a San Marino, lasciata in sosta presso il parcheggio della filiale di Dogana della BSI. In sostanza dopo aver detto alla figlia che qualcuno aveva urtato violentemente la sua autovettura induceva la stessa così a denunciare il fatto alla Gendarmeria. Ma quello che lascia attoniti è il fatto che la sig.ra Shefqata Teffa integrava la denuncia dichiarando che gli ignoti responsabili ”probabilmente effettuando una manovra errata, procuravano una consistente ammaccatura alla fiancata destra ed il completo distacco del paraurti posteriore”.
L’albanese Shefqata Teffa condannata a 3 mesi di prigionia era assistita dall’avvocato Alessandra Greco.