Come non bastasse, il Governo piazza sul tavolo delle polemiche un’altra carico pesante: il condono fiscale.
Lo ha ammesso chiaramente in un incontro con i capi gruppo consiliari sia di opposizione che di maggioranza. Nel corso del quale ha annunciato che sta predisponendo un Decreto mirato a questo traguardo: trovare soldi, subito. Motivazione: “L’assestamento di bilancio che in previsione della prossima legge Finanziaria si mette in opera tra settembre e fine ottobre”. Ma guai a parlare di “condono”.
Non lo è, almeno secondo l’esecutivo.
Resta il fatto che il segretario Claudio Felici punta a rastrellare quella ventina di milioni, o poco più, che mancherebbero nel consuntivo di bilancio appena pubblicizzato.
In sostanza il Governo dice: “Il tema fiscale è fondamentale per la ripresa, per lo sviluppo e per il Paese. Come fare senza mettere le mani ancora nelle tasche dei sammarinesi? Semplice.
Come hanno fatto governi a noi vicini: chiedendo a chi ha la coscienza non limpida di fare un mea culpa e mettersi in regola”.
Dunque un passaggio dal sapore patriottico anche se indispensabile nella transizione, l’esecutivo parla di ‘more’, tra la vecchia legge tributaria e la nuova. Una sorta di azzeramento dei conti del gettito dovuto sanare in tal modo pendenze pregresse.
Nell’incontro con i capi gruppo il segretario alle Finanze Claudio Felici è stato comunque chiaro nel precisare che ci si riferisce al condono (pardon, assestamento) solo per le imposte dirette, la Monofase non ne farà parte. Anche se da questo credito che lo Stato vanta si sarebbe forse potuto trarre una liquidità ben maggiore.
Il condono/assestamento, insomma, sarà come dare una mano alle aziende per pareggiare i conti e ripartire senza pesanti eredità. Varare il condono, o assestamento come dir si voglia, è vincolato al Decreto che il Governo emanerà (possibile anche nella prossima riunione del congresso, il 28 agosto). Un Decreto che dovrà essere inserito nella Legge di “assestamento di Bilancio” con i relativi versamenti da parte di chi ne farà richiesta di versare il dovuto entro l’anno, appunto, per chiudere tutte le pendenze e non doversele trascinare anche nel corso del 2015.
Tra le incertezze che dovranno essere chiarite nel Decreto c’è anche quella del ‘quantum’ che l’esecutivo prevede di incassare.
L’optimum sarebbe di 25-30 milioni.
La Tribuna