Il quadro tracciato da “L’informazione” è inquietante, ma – purtroppo – la realtà è ben peggiore.
Non è Gabriele Gatti a controllare Motus Liberi e ad avere influenza e infiltrati in Rete, ma qualcuno, anzi, qualcosa di ancora peggiore e di ben più pericoloso.
Probabilmente, per quello che sto rivelandovi, non vedrò l’alba di domani, poiché i poteri occulti che mi appresto a denunciare agiscono rapidamente, ma non posso continuare a vivere col peso di questo segreto.
Quello che segue è il resoconto dettagliato di ciò che ricordo: consideratela la mia confessione, il tangibile segno del mio contrimento e l’estremo mio tentativo di riscattarmi agli occhi dei posteri.
Tutto è iniziato il giorno della presentazione della coalizione Domani in Movimento.
Quel giorno – ahimè – arrivai all’hotel con un’ora di anticipo. Tutto era inspiegabilmente deserto, le luci tutte spente.
Mentre mi aggiravo per i corridoi bui, venni attirato dal brusio indistinto che proveniva da una stanza dalla cui porta filtrava un flebile barlume.
Mi affacciai dalla porta appena socchiusa e il ricordo di ciò che mi si parò davanti agli occhi ancora mi gela il sangue nelle vene.
Tutti i principali esponenti di Motus e RETE erano inginocchiati in cerchio e ciascuno sul capo chinato reggeva una candela, cosicché la stanza era piuttosto illuminata.
Al centro del cerchio fluttuava a pochi centimetri d’altezza un corpo senza peso, incapace di proiettare ombre.
I suoi occhi erano iniettati di sangue e la sua pelle grinzosa, a tratti putrefatta, era a mala pena coperta da una vestaglia di porpora. Doveva essere un cardinale, mi dissi e subito capì di chi si trattasse: era il cardinale Giulio Alberoni, o – per meglio dire – il suo fantasma, tornato dalle anime dell’inferno.
Lo sentii parlare con voce roca:
“ora che mi avete venduto l’anima, io vi darò il potere, ma prima dobbiamo sconfiggere Alleanza Popolare, unico baluardo di San Marino.
Battuti loro, avremo la strada libera. E finalmente potrò compiere la mia vendetta contro questa maledetta Repubblica che mi detronizzò e mi scacciò. E non avrò pace finché non vedrò le tre torri ridotte ad un cumulo di macerie fumanti, la basilica del santo consacrata alle ortiche e i sammarinesi trucidati a riempire col loro sangue la cava dei balestrieri!”
E tutti gli altri risposero in coro:
“Sì, Vostra Satanica Eminenza, faremo tutto ciò che ci ordinerete”
A quell’atto di totale sottomissione, quello spettro infernale proruppe in una risata diabolica.
Io, atterrito e spaventato, scappai, ma per paura non ho mai raccontato a nessuno questo episodio.
Vi prego di perdonare il mio silenzio, di non giudicarmi troppo severamente e di pregare per la mia anima peccatrice.
Addio mondo, addio!