Nodo centrale del dibattito l’interesse di un investitore privato per l’istituto sammarinese. Renzi: “Ci vogliono trasparenza e un piano sistemico”. Lonfernini: “Non facciamo scappare gli investitori”. Troina: “Serve rassicurare i cittadini”
SAN MARINO – Un acceso e articolato confronto si è sviluppato lunedì 28 aprile nella Commissione Consiliare Permanente Finanze, Bilancio e Programmazione, con al centro la possibile acquisizione di una quota di maggioranza della Banca di San Marino. Il dibattito, avvenuto in apertura dei lavori durante il Comma 1 – Comunicazioni, ha visto numerosi consiglieri e Segretari di Stato confrontarsi sul futuro del sistema bancario, in un momento cruciale per il Paese anche alla luce dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea.
Ad aprire la riflessione è stato Nicola Renzi (Repubblica Futura): “Quello che sta succedendo non mi pare normale. Mi ricorda dei déjà-vu del passato. Il sistema San Marino non si può più permettere una crisi bancaria. Serve un piano coordinato. Siamo davanti a due strade: da un lato la cessione, dall’altro l’eventualità che l’autorizzazione non arrivi. Il Governo deve mostrare che c’è un piano”. Renzi ha definito il percorso autorizzativo in corso come iniziato “malissimo, con un emendamentino alla legge sviluppo”, esprimendo preoccupazione per l’assenza di informazioni chiare: “Noto un silenzio e una mancanza di informazioni che mi fanno davvero preoccupare”.
Emanuele Santi (Rete) ha aggiunto un ulteriore tassello parlando di un buco di 8 milioni di euro legato a criptovalute e ha attaccato chi, secondo lui, usa la giustizia in modo ritorsivo contro San Marino Innovation: “Questo silenzio, questo susseguirsi di notizie e dubbi non credo sia la strada migliore. Il Governo deve fare la necessaria chiarezza”.
A rispondere, il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini, che ha assicurato l’attenzione del Governo sul tema, sottolineando il ruolo di Banca Centrale: “Non siamo più ai tempi della superficialità. C’è una struttura di Banca Centrale in grado di monitorare, fare indagini e approfondire. Qualcuno le mani in tasca le dovrà mettere. E non credo debba essere sempre e solo lo Stato”.
Un intervento critico è arrivato anche da Gian Nicola Berti (Noi per la Repubblica), che ha messo in guardia dalle derive speculative: “Abbiamo autorità preposte che finiscono per essere aggredite da soggetti privati, anche con l’appoggio di organi di informazione. Attenzione a gettare ombre su Banca Centrale. Forse siamo ancora nel solco dell’assoluta legalità”.
Un appello alla trasparenza è giunto da Gaetano Troina (Domani – Motus Liberi), che ha sottolineato l’impatto della comunicazione pubblica: “Quando non ci si premunisce, nella mente dei nostri concittadini si innesca un meccanismo di paura. Servono rassicurazioni istituzionali”.
A frenare gli allarmismi è stato invece Luca Boschi (Libera), che ha ricordato: “Nessuno ha mai detto che siamo davanti a una crisi bancaria. C’è una trattativa in corso, ma la banca ha presentato un bilancio positivo. Non confondiamo”.
In chiusura, il Segretario di Stato Alessandro Bevitori ha invitato a riconoscere il cambiamento profondo del Paese: “San Marino oggi è un sistema profondamente cambiato. Il fatto che ci siano soggetti interessati a una nostra banca vuol dire che abbiamo un sistema appetibile. Se il soggetto è valido, lo dirà Banca Centrale. Non scadiamo in diatribe prive di contenuti tecnici”.
Il confronto emerso in Commissione evidenzia quanto la questione della possibile cessione di Banca di San Marino sia tutt’altro che marginale: essa tocca i nervi scoperti della fiducia nel sistema, della trasparenza istituzionale e della tenuta del comparto bancario in vista delle sfide europee. Ora la palla passa a Banca Centrale, chiamata a valutare con rigore l’affidabilità dell’investitore e l’impatto sull’ecosistema finanziario. Ma resta chiaro che la politica, pur nel rispetto delle autonomie, dovrà farsi carico di offrire una visione chiara, capace di rassicurare cittadini e mercati sulla direzione del Paese.