Si avvicina a grandi passi il nuovo Congresso generale della Democrazia cristiana e il dibattito interno al partito si fa sempre più forte. Dopo la candidatura di Teodoro Lonfernini alla segreteria oggi è il capogruppo Alessandro Cardelli a parlare della situazione attuale e delineare la propria ricetta per tornare al successo con la prima intervista dopo l’assunzione del nuovo ruolo politico. Ma non mancano duri attacchi alla maggioranza, a partire dalla scelta degli staff.
Con le ultime elezioni la Dc è finita all’opposizione dopo molti anni. Se lo aspettava? Cosa non ha funzionato secondo lei?
“La Dc in queste elezioni ha pagato gli errori degli ultimi anni. Quello che è successo tra il primo e secondo turno è stato molto indicativo, molte persone che hanno votato i singoli candidati al primo turno non si sono fidati di votare il simbolo al secondo turno. Diverse sono le ragioni, in particolare la questione morale, i mancati risultati dello scorso governo, una politica spesso troppo conservatrice, e un rinnovamento che doveva essere molto più forte. Tutto questo ha inciso a creare nell’opinione pubblica una sfiducia da parte di grossa parte della cittadinanza, in particolare i giovani. Il nostro obiettivo oggi è ricostruire una Dc diversa, un partito popolare forte, che possa tornare ad essere punto di riferimento per tantissimi sammarinesi”.
Quanto hanno pesato per lei le indagini giudiziarie che hanno investito alcuni storici esponenti del suo partito?
“Molto. Se da un lato è vero che direttamente in campagna elettorale la questione morale ha avuto un ruolo marginale, questa negli anni ha creato una grossa sfiducia nei confronti dei sammarinesi. In tante occasioni mi sono sentito dire, peccato che sei nel partito sbagliato. Questo deve cambiare, con quella stagione politica come già ribadito più volte abbiamo chiuso le porte, ora bisogna darne piena dimostrazione con i fatti perché sono quelli che più contano e che la gente si aspetta. Per riuscirci dovremo continuare con un fortissimo rinnovamento. Il prossimo Congresso di marzo sarà l’occasione per valorizzare le nuove risorse del partito, la vera forza della Dc, a partire dai candidati alle ultime elezioni, ai militanti che da tanti anni lavorano dietro le file del partito, al movimento giovanile. Tra l’altro una forte spinta in questa direzione arriverà anche dal prossimo congresso organizzato il 29 gennaio dai Giovani Democratico Cristiani Sammarinesi, a testimonianza di come la Dc sia un partito pronto a ripartire”.
Dopo quello dei giovani, tra 40 giorni ci sarà il vostro congresso generale. Al momento l’unico candidato è Teodoro Lonfernini. Dopo gli scontri nell’ultimo consiglio centrale c’è da aspettarsi una nuova resa dei conti?
“Come già dichiarato all’interno dei nostri organismi, credo che oggi arrivare a scontri sia l’errore più grosso che possiamo commettere. Quello che serve oggi è far ripartire un partito con la massima unità e determinazione, oltre a una forte spinta di rinnovamento e di rottura con il passato. Credo che Teodoro Lonfernini, ad oggi l’unico candidato che ha pubblicamente manifestato la sua disponibilità, abbia le caratteristiche per ricoprire al meglio questo incarico. Ma oltre alla nomina del nuovo segretario del partito quello che mi aspetto dal prossimo Congresso è un forte rinnovamento nei membri della dirigenza, valorizzando in particolare donne e giovani”.
A proposito di Lonfernini: su queste pagine domenica ha ammonito tutti dicendo che o la Dc migliora o si avvierà alla sua fine. È d’accordo?
“Pienamente d’accordo. La Dc oggi è a un bivio, o il nostro partito si rinnova fortemente e ritorna ad essere punto di riferimento per la società sammarinese oppure sarà destinato all’insuccesso politico. Io sono ottimista, per riuscirci però servono scelte importanti, in controtendenza anche con le gestioni passate. Faccio un esempio su tutti, visto che il tema è di profonda attualità. A breve in Consiglio Grande e Generale si discuterà dell’abolizione del raddoppio del contributo elettorale in campagna elettorale. Su questa proposta c’è un forte dibattito all’interno del nostro partito, io personalmente credo che in un momento storico come questo sia importante dare un forte segnale alla nostra cittadinanza”.
Uno degli argomenti che ha tenuto banco nell’ultimo comma comunicazioni è stata la questione sondaggi Doxa, commissionati dal figlio del Ministro Italiano Poletti. Come valuta questa vicenda?
“Dobbiamo partire da un presupposto, dai contenuti che questi sondaggi avevano. Chiunque abbia risposto a quei sondaggi si poteva rendere conto di come questi fossero palesemente faziosi in favore della Coalizione Adesso.sm, tanto che addirittura chiedevano prima ancora del primo turno di elezioni come veniva valutata una eventuale alleanza tra la Dc e Rete. Per noi è gravissimo che un imprenditore italiano abbia deciso di investire 30.000 €. Quello che ci chiediamo è, per quale motivo? Che interessi ha Poletti a San Marino? Che rapporti ha Poletti con la coalizione oggi al governo? È paradossale come la coalizione che per mesi ha sbandierato di essere il cambiamento si scopra a pochi mesi dalle elezioni essere stata indirettamente avvantaggiata da oscure figure, con palesi interessi economici. A tutti questi nostri interrogativi non abbiamo avuto risposta. Ma non ci fermeremo qui”.
Si parla della possibilità di pubblicare i nomi dei grandi debitori delle banche sammarinesi. Qual è la posizione della Dc in merito?
“Siamo totalmente d’accordo e sosterremo questa proposta, è giusto che i sammarinesi conoscano queste informazioni, soprattutto alla luce delle risorse che lo stato ha investito direttamente o tramite incentivi in alcune banche. Lunedì abbiamo incontrato i vertici dell’Associazione Bancaria Sammarinese, è stato un incontro estremamente positivo. Le priorità che abbiamo loro confermato sono quelle di sostenere a pieno il nostro sistema bancario, quindi arrivare il prima possibile all’attivazione della centrale rischi, siamo favorevoli all’Aqr, ma riteniamo che le soluzioni a questa vadano gestite a livello sistemico, favorendo una gestione interna sammarinese degli Npl. Ci sono poi tutti i progetti utili per garantire nuova operatività e risorse al sistema bancario, quindi il memorandum con Banca d’Italia, nuovi accordi con la Bce per garantire un minor costo del denaro all’interno del nostro territorio, la possibilità di iniziare a operare e aprire conti correnti online, la possibilità di aprire il nostro mercato immobiliare al mercato esterno”.
All’ordine del giorno dell’ultima seduta consiliare non sono stati portati progetti di legge che riguardano sviluppo e economia, quali sono le proposte della Dc?
“San Marino oggi ha una sola priorità, la ripresa economica. Aspettiamo di vedere quali sono le idee e le soluzioni che porterà in campo il governo nei prossimi mesi e eventualmente sulle proposte che condivideremo non avremo problemi a sostenerle e a dare il nostro contributo. Noi come Dc presenteremo nei prossimi mesi diversi progetti che abbiamo sostenuto nell’ultima campagna elettorale. Tra le priorità la revisione del sistema di certificazione e miglioramento della Smac, revisione delle politiche di incentivo al fine di favorire nuovi investimenti, interventi sulle infrastrutture e sul territorio, semplificazione burocratica, Telecomunicazioni”.
Adesso.sm ha indicato come proprio candidato alla Presidenza della Fondazione Sums l’Avv. Marco Rossini. Voi non lo avete sostenuto, come mai?
“Noi fin dai primi incontri abbiamo sempre dato massima disponibilità al nuovo governo a trovare un nome che potesse essere condiviso da tutte le forze politiche. Cosi non è stato, Adesso.sm si è presentata con un unico nome senza alcun margine di trattativa. La nostra proposta era quella di nominare una persona super partes, che conoscesse già la fondazione, senza alcuna appartenenza politica. Su questo abbiamo trovato un muro da parte del governo. Per questi motivi non abbiamo votato il nome che è stato proposto dalla maggioranza.
Sono tante le incoerenze della coalizione Adesso.sm che abbiamo notato in queste settimane, non solo su questa nomina, ma anche nelle tante nomine all’interno degli staff di governo. In primis nonostante le Segreterie di Stato siano sette, gli staff sono stati nominati come se ci fossero dieci segreterie, a questo si aggiunge un vizio tipico di una forza della coalizione, la parentopoli nella scelta degli staff, dove vengono favoriti parenti diretti e amici di persone che hanno ruoli politici”. La Tribuna Sammarinese