“Siamo a quota 1.800, un quinto dei sindacalizzati” .
Nel suo intervento Francesco Biordi non è riuscito a sottrarsi dallo scagliare qualche frecciatina agli altri due sindacati.
Inizialmente mescolate tra i diversi temi affrontati, quindi soft. Poi, nel finale, l’assalto al fortino della Csu.
Soft.
“Chiedo a Cdls e Csdl di incontrarci per formulare una proposta comune sul mettere in agenda del tavolo di confronto per arrivare al più presto all’approvazione di una Legge sulla partecipazione dei lavoratori nella gestione delle imprese con una cornice giuridica ad hoc”.
Sullo slancio: “Propongo di pervenire al più presto attraverso il confronto alla definizione di un vero e proprio Protocollo di Relazioni Sindacali. Nel nostro Paese siamo in presenza di un sistema di relazioni sindacali inefficiente ed episodico che ha il suo principale punto di debolezza proprio nella mancanza di una chiara regolamentazione”.
Quindi a spizzichi e bocconi l’avvio all’affondo: “L’Usl è nata e cresciuta perché molti lavoratori erano stanchi di organizzazioni sindacali troppo inclini all’autoreferenzialità, nelle quali l’opera dei lavoratori era poco più di una parola vuota”.
Infine l’affondo.
“Dal riconoscimento giuridico del 2008 siamo passati in meno di sei anni dai 500 iscritti iniziali ai circa 1.800 di oggi. Un trend di crescita del 250%. Rappresentiamo praticamente il 20% di tutti i lavoratori sindacalizzati”.
Ed ancora: “E’ curioso che qualcuno , anche tra i nostri colleghi degli altri sindacati continui a dire ironicamente che aspettano ancora di conoscere la nostra reale rappresentatività quando ogni 31 gennaio inviamo per obbligo all’Iss, ossia all’Ente pubblico che li certifica, l’elenco nominativo dei nostri iscritti. Su questa viene ripartito il contributo dello 0,40”.
Conclusione: “Siamo disponibili a collaborare. Vogliamo occuparci dei nostri iscritti e di tutte le persone che sono fuori dal mercato del lavoro”.
La Tribuna