
Conosco bene Alfio Tomassoni tanto che la medaglia d’oro che vinse a Cipro 2009 la custodisco io.
Oggi parallelamente all’impresa sportiva di Gian Marco Berti c’è la sua storia di riscatto e determinazione. Di classe e coraggio. Perchè il talento non si discute ma rimettersi a testa bassa a 63 anni per partecipare ad un evento internazionale non è cosa banale. Alfio ha affrontato i Giochi di Malta con spensieratezza, da outsider, chiedendo ripetutamente al suo CT quali fossero le regole passo dopo passo, perchè rispetto a quando sparava lui i meccanismi sono cambiati. Ha accettato la sfida e conquistato la finale poi, raggiunto l’ultimissimo atto e vedendo che davanti a lui c’era solo Gian Marco Berti ha sorriso al pubblico, “devo sparare ancora?” ha chiesto e poi ha sparato gli ultimi colpi prima della festa per l’argento. Ha ballato e poi ha giurato a tutti che “sono più felice che abbia vinto lui, è giusto così, lui e Alessandra sono i più grandi sportivi sammarinesi, io a 63 anni sono venuto per partecipare”.
A me la storia di Alfio a Malta ricorda quella di quel calabrone che non ha la struttura fisica per volare ma se ne fotte e vola lo stesso. Alfio vinceva ori 20 anni fa, sono cambiate le regole, le armi, i tempi, gli avversari e persino i piattelli. Ma lui se ne fotte, spara e vince lo stesso.
Alan Gasperoni