San Marino. Cons. Michele Muratori in Consiglio del 23.02.2022 sulla Libertà di stampa

 

Cons. Michele Muratori

Francamente, di fronte ad un attacco liberticida come quello messo in atto verso la Serenissima e tutti quei liberi cittadini che hanno avuto l’ardire di esprimere una libera opinione, non si può che rimanere esterefatti, disgustati o storditi.

Un attacco vile che rappresenta al meglio quello che San Marino sta attraversando in questo momento: una finta democrazia mascherata da dittatura perpetrata da un segretario, il Ciavatta, imitazione contraffata nostrana di un Don Chisciotte trasformatosi nella peggiore produzione di politico asservito al potere, e con la compiacenza di qualcun altro che pur di tirare a campare per qualche giorno in più, nasconde occhi, testa, coscienza sotto la sabbia, umiliandosi e umiliando le istituzioni che dovrebbe aver l’onore di rappresentare.

Sinceramente, ho ancora qualche dubbio sulla ratio che ha spinto Ciavatta anche solo a pensare all’idea di presentare un esposto contro una serie di cittadini che hanno osato esprimere una loro opinione.

Forse per distogliere l’attenzione dall’inettitudine di un governo e dalla sua azione inconcludente e sconclusionata?

Forse per celare, o meglio mal celare, una quanto mai patetica inadeguatezza a ricoprire un qualsivoglia incarico decisionale dopo legislature passate ad inveire e ad avvelenare i pozzi?

O forse per annientare, distruggere, epurare, chiunque osa o ha osato criticarlo per il poco e male fatto e il tanto non fatto?

Un attacco ad un organo di stampa, reiterato nel tempo, senza alcun precedente nella nostra millenaria storia.

Un attacco non al giornale stesso, ma a tutti quei preziosi cittadini che con interesse alla vita politica, sociale e culturale del Paese hanno desiderato esprimere un loro punto di vista su settori di loro competenza. Gratuitamente.

L’accusa, sostenuta a quanto pare da un mandato di comparizione per chiarire la posizione, sembrerebbe essere esercizio abusivo di professione. Accusa, tra l’altro che se venisse confermata, prevederebbe anche la prigionia. 

Cittadini che hanno scritto ad un giornale, spesso a tutti i giornali, per esprimere la loro opinione. 

E allora mi chiedo.

Perché sono stati denunciati solo quei cittadini che si sono visti pubblicare un loro articolo su Serenissima?

Perché su tutti i quotidiani del mondo civile osserviamo illustri relatori, che sono tutto fuorchè giornalisti, che condividono con tutto quel mondo civile un loro pensiero e a San Marino, l’antica terra della libertà, un Segretario di Stato decide di svegliarsi la mattina e presentare un esposto contro dei liberi cittadini? 

Allora forse dovremmo denunciare anche il dottore, il prete, il postino, il commerciante che scrivono sui giornali per esercizio abusivo di professione? Oppure tutti noi qui dentro che abbiamo inviato un nostro articolo a qualche giornale!

Forse perché la Serenissima ha una linea editoriale che ha avuto il coraggio di denunciare alcune delle nefandezze che il governo stava portando avanti?

O forse perché è uno di quei giornali che ha osato pubblicare le foto del famigerato festino del primo aprile?

Signori, siamo di fronte ad una schifosa dittatura. 

E le dittature si combattono solo in un modo. 

Lottando.

Ma obiettivamente sapere che abbiamo un Segretario che dall’inizio della legislatura si fa difendere (legittimamente per carità) o addirittura intervistare da un profilo Fake che pubblica su un giornale online e poi si reca in tribunale a esporre una denuncia contro chi invece ha il coraggio di esprimere una sua posizione firmandosi, francamente, fa inorridire.

Un tribunale che lo ha già visto coinvolto più di una volta negli ultimi anni, o mi sbaglio? 

Un tribunale che ha addirittura sdoganato le retate nelle sedi delle banche, che ha sdoganato le offese su social network con epiteti irripetibili ovviamente in quest’aula.

Evidentemente il segretario Ciavatta comprende bene che la migliori difesa è l’attacco, ma è anche evidente che non io personalmente non dovendo difendermi da alcunchè posso serenamente evidenziargli il perché lui è costretto ad attaccare non potendosi più difendere.

Forse il Segretario Ciavatta si dimentica di rappresentare un ospedale che sotto la sua scellerata gestione ha toccato certamente il punto più basso della sua storia.

  • Come non ricordare una spartizione del comitato esecutivo con il più schifoso metodo del manuale Cencelli, scegliendo un Direttore Generale che ha fallito miseramente la sua mission. Andando in deroga per primo a quel tetto massimo degli stipendi da lui stesso promosso e voluto con uno strumentale referendum.
  • Come non ricordare i disservizi, da lui mai mai risolti, che abbiamo assistito negli ultimi anni sulla medicina di base. 
  • Come non ricordare la fantomatica esigenza di crearsi il suo nuovo ospedale con consulenze di centinaia di euro agli amici, mentre quello che ha sta diventando una scatola vuota, con una fuga mai vista di professionisti verso altre realtà.
  • Per non parlare delle dimissioni non irrevocabili

Mi fermo perché non è questo il tema di cui voglio parlare. 

Io credo che questa denuncia rappresenti splendidamente la totale inadeguatezza, pericolosità e pateticità di un Segretario che non ha più nulla da dare a questo paese, se non qualche sprazzo di un deleterio panem et circenses che distoglie l’attenzione su problemi ben più gravi. 

E credo che rappresenti anche la pericolosità sociale, il delirio narcisistico di un segretario di stato che dovrebbe avere la decenza di dimettersi e chiedere scusa a tutta la comunità che penosamente rappresenta per il pericoloso precedente che ha creato con la sua vile e fascista voglia di limitare una libertà sacrosanta dei suoi cittadini. Quella di pensiero e di opinione.

Probabilmente Ciavatta, piuttosto che gozzovigliare con la sua corte di nani e ballerine per le strade emiratine a spese degli stessi cittadini che denuncia, dovrebbe rileggersi qualche passaggio sulla dichiarazione universale dei diritti umani.

Probabilmente Ciavatta, piuttosto che celare una pretestuosa necessità di far rispettare delle regole autoincensate ma mai legiferate, dovrebbe sapere che esiste anche nella nostra Repubblica una dichiarazione che si chiama dichiarazione dei diritti del cittadino datata 1974 che garantisce tra le cose, la libertà della persona e di manifestazione del pensiero.

Pena provo per Ciavatta.

Pena provo per chi accanto a lui assiste in silenzio.

Ma provo anche pena per un sistema dove chi ha veramente rubato si nasconde dietro prescrizioni, archiviazioni, con la buona pace di chi ha vissuto una vita nella legalità.

Provo pena per chi, piuttosto di farsi quanto mai necessari esami di coscienza si ritrova a denunciare:

  • Una signora che ha scritto un articolo sull’agricoltura biodinamica
  • Una signora che condivide i suoi articoli con tutti gli organi di stampa
  • Un ragazzo che parla di cultura
  • Un ragazzo che parla di geopolitica

E tanti altri ancora purtroppo.

Questo vile attacco è la diretta conseguenza ai fatti del primo aprile. 

Lo sa lui e lo sanno ormai tutti i cittadini.

Emettere un decreto che prevedeva severe restrizioni a tutti i cittadini, e andare lui stesso bellamente a gozzovigliare per le strade della nostra Repubblica.

Questo è il nostro segretario di Stato il primo a trasgredire, il primo ad usare quelle denunce in tribunale come grimaldello per portare avanti le sue schifose azioni. Un utilizzo strumentale della magistratura con lo scopo di intimidire un organo di Stampa non allineato non è solo un atto gravissimo ma rischia di minare tutte quelle norme democratiche che sono alla base del nostro vivere nella comunità.

In un paese normale un ministro di fronte a certi fatti, chiede scusa ai suoi cittadini e si dimette.

Nel nostro paese questo Segretario non vergognandosi di niente, ostenta il suo vero essere.

Quello di un arrogante e inetto disprezzante delle libertà basilari.

Con questi presupposti, ci attendono tempi bui.

A noi, ahimè, non ci resta che civilmente lottare con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione per contrastare questa deriva fascista, perché la Repubblica di San Marino agli occhi della comunità internazionale, che certamente è già corrente di quanto accaduto, non passi dall’essere l’antica terra della libertà al diventare un paese liberticida.

Da questo punto di vista, esprimo la mia vicinanza a tutti quei cittadini che si sono visti notificare quel pericoloso mandato di comparizione.

Oggi mi aspetto una presa di distanza netta e decisa da questo modo di intendere la politica e la cosa pubblica ripugnante e vomitevole.