”Cercare tracce di moralità politica nell’urina dei consiglieri è un esercizio di ipocrisia, un intermezzo commerciale fra la disonestà profonda e il vuoto di idee. L’imbroglio latente del test antidroga punta a confondere l’interiorità con l’esteriorità, la sincerità con la spudoratezza: “non ho nulla da nascondere, nulla di cui vergognarmi”. Il mercato della vita privata non è di alcun aiuto alla politica. Trasformare la parte intima di ciascuno di noi in una esposizione pubblicitaria è solo un modo per sopperire alla carenza di merce elettorale. L’unico test cui andrebbero sottoposti i consiglieri è quello sulle partecipazioni societarie, sulle esposizioni debitorie, sui conflitti d’interesse, sui connubi affaristici. Ancora però non è stato inventato. Ci sarebbero le leggi. Ma ci si è sempre ben guardati dall’approvarle.
Luca Lazzari