San Marino. Consigliere Marco Podeschi, Upr: ”Una grande coalizione di partiti per salvare il Paese dal disastro. Siamo a rischio default”

Podeschi MarcoGrande coalizione sia e Consiglio grande e generale subito. Unione per la Repubblica detta le sue linee da seguire in questa calda estate della politica sammarinese. Crisi di governo in atto e quei quesiti referendari da trasformare in legge il prima possibile e in maniera imprescindibile. Senza dimenticare la grande coalizione. «Quando ci sono problemi seri da risolvere – dice subito Marco Podeschi in coro con il collega di partito Nicola Selva – bisogna unirsi per risolverli». I problemi seri sono sotto gli occhi di tutti ormai da mesi. «Non occorre essere dei maghi della finanza per capire come lo status del bilancio pubblico sia in forte sofferenza: incertezze nelle scelte, recessione economica, revisione della spesa gestita all’acqua di rose, situazione finanziaria Iss e aumento del debito pubblico, stanno provocando notevoli criticità nel bilancio dello Stato».
Podeschi tira dritto. «Mentre si fanno tatticismi – dice – qui perde solo il Paese che rischia il default». Anche sul valzer delle poltrone Unione per la Repubblica ha le idee più che chiare. «Bisogna guardare le persone. Non è cambiando segreteria di Stato che uno diventa più bravo». Il partito di minoranza chiede così che il Consiglio grande e generale venga già fissato la prossima settimana, quella di Ferragosto. «Mi sembra normale – tuona Podeschi – perché è bene chiarire immediatamente cosa sta accadendo e portare in sede istituzionale questa crisi politica».
Accellerare i tempi è necessario. «Ho letto che ci sono dei gruppi consiliari che hanno già richiesto le dimissioni dei consilieri – spiega – Io voglio che la crisi vada in Consiglio secondo i canoni previsti dalla legge. La prossima settimana, anche se è quella di Ferragosto, la politica deve discutere e riflettere. Poi se è il caso finirà la legislatura e sarà indetta la data delle elezioni». Ma Podeschi e i suoi non dimenticano i quesiti referendari: tetto per gli stipendi, preferenza unica, quorum per il referendum.. «Tutto questo deve avvenire, ma non prima però – dice – e per noi questo è un fattore importante, di aver tradotto in legge i tre quesiti referendari. Questo è un impegno che la politica deve rispettare per i cittadini che hanno votato lo scorso 15 maggio». L’occasione è buona anche per tracciare un bilancio di quanto fatto dal partito negli ultimi quattro anni.
Selva snocciola i numeri: dai quindici progetti di legge ai venti ordini del giorno con un occhio sempre attento alle questioni di primopiano che interessano il Paese. Mano tesa alla grande coalizione proposta qualche giorno fa dal Partito dei socialisti e dei democratici attendendo di conoscere il parere delle altre forze politiche in gioco. Il Resto del Carlino

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