San Marino. Consiglio del 14 maggio 2024. Modifiche “Legge sull’ingresso e la permanenza degli stranieri in Repubblica”. Ratifica Decreto Delegato 20 febbraio 2025 n.26 -Modifiche alla Legge 28 giugno 2010 n.118

Ratifica Decreto Delegato 20 febbraio 2025 n. 26 – Modifiche alla Legge 28 giugno 2010 n. 118 e successive modifiche “Legge sull’ingresso e la permanenza degli stranieri in Repubblica”

Nicola Renzi (RF): È doveroso dire grazie a quella parte del Governo e della maggioranza che ha portato in ratifica il Decreto. Siamo arrivati all’incredibile. In Ufficio di Presidenza, il Segretario di Stato è arrivato con la proposta di non iscrivere all’ordine del giorno un Decreto che sarebbe scaduto il 20 maggio. Grazie a Dio, alcuni della sua maggioranza lo hanno fatto rinsavire. Il Decreto nasce a novembre. Il Segretario Ciacci non è bravo per niente, in realtà. Vogliamo dire la verità? Le modifiche alla Legge 118 per inserire la fattispecie della residenza per pensionati erano state apportate nel novembre 2024. Ringraziamo il Segretario Beccari perché, da galantuomo, ci ha detto: “Anche noi sentiamo l’esigenza di aumentare questi parametri.” Noi abbiamo detto: certo. Il Decreto è stato emanato nel novembre 2024. Voi fate i paginoni sui giornali, ma diciamo la verità: la Commissione Esteri e il Segretario Beccari hanno deciso, nel novembre 2024, di cambiare i parametri. Ciacci è arrivato e ha detto: “Io me ne frego del vostro Decreto, quella cosa lì deve andare nella mia legge sull’emergenza casa.” Perché una norma che cambia la Legge 118 deve essere inserita in un’altra norma che regola l’emergenza casa? Il Decreto è scaduto a febbraio, è stato riemesso, ora sta per scadere a maggio, ma nel frattempo lo abbiamo messo nella legge sull’emergenza casa. Questo è il percorso legislativo che solo un folle potrebbe immaginare. Siamo arrivati a un momento grottesco e forse anche ridicolo, non fosse che qui c’è di mezzo il Paese. In Commissione Esteri mi ero arrabbiato molto. Ho detto: “Buttiamola sul ridere, è l’unico strumento per esorcizzare questa valanga di nequizie.” Oggi lo stato dell’arte è che dobbiamo andare a ratificare un Decreto. Ci sarà il trionfo finale del Segretario Ciacci che farà altre pagine sui giornali. Insomma, perché questo intervento? Fino a quando qui ragioneremo sulle pagine di giornale, sui titoli e i selfie, non riusciremo a fare un buon servizio al Paese. La cosa più bella è che si dice: “Non troviamo mai l’accordo.” Su questi parametri eravamo tutti d’accordo all’unanimità e avevamo fatto i complimenti a Beccari.”

Matteo Zeppa (Rete): Partiamo da un presupposto. Si arriva in Commissione: abbiamo un po’ di problemi con i residenti pensionati. Sono molte pratiche. A un certo punto nasce la difficoltà. Tutti cominciamo a pensare che potrebbe esserci un problema con l’Italia, molti dei richiedenti arrivano da nazioni come il Portogallo — io li chiamo transfughi fiscali. Il Segretario Beccari propone alla Commissione Esteri: “Se mi date la possibilità, io emetterei un Decreto. Poi ne possiamo parlare in sede di ratifica.” Noi, maggioranza e opposizione, abbiamo detto: lo faccia. Arriviamo alla fine di dicembre. La Commissione Esteri evade tutti i pregressi previsti dalla legge iniziale con la soglia dei 50 mila. Qui inizia quella che io ho definito la legge “mazzo d’aglio” di Ciacci. Nel primo articolo, si va a modificare il Decreto di Beccari. La ratifica non è mai arrivata. Ciacci cosa si inventa? La mette lì, nell’Emergenza Casa. I colleghi glielo fanno presente. Lui fa lo splendido, toglie una o e mette una e. Il problema è che il Decreto di Beccari aveva degli effetti. Il percorso della ratifica in Aula non è mai stato portato. Ci si trova a dover dibattere in Commissione Esteri su cosa sia attinente: se il Decreto di Beccari o la legge di Ciacci. Ci siamo trovati in imbarazzo. Io ipotizzo il caso di qualcuno che faccia ricorso perché ha fatto la domanda a gennaio e ancora oggi non è stata valutata, perché la legge di Ciacci ha fatto i casini. Con l’emendamento che propone oggi il Governo, andate ad abrogare il comma 1 dell’articolo 2 dove c’erano i parametri. Cosa vale adesso? Come facciamo con quelle pratiche che abbiamo sospeso, andando incontro alle richieste del Segretario? Vale la legge di Ciacci o vale la legge iniziale? Qui c’è un affastellamento evidente. Vi è stato detto: perché vi ostinate a fare questi obbrobri normativi, solo per piantare una bandierina e andare sui giornali a dire “l’ho fatto io”? Il problema, Segretario Gatti, è che andate ad abrogare un parametro su cui l’opposizione vi aveva detto di sì. Non lo avete mai portato in ratifica. L’ego di Ciacci lo fa inserire in una legge rispetto alla quale non c’entrava nulla. Si affastellano le norme. Nel frattempo, il pensionato cosa dice? “Faccio domanda rispetto al Decreto o alla legge?” Non si lavora così.

Michele Muratori (Libera): Qui sicuramente c’è da riconoscere il merito anche all’opposizione, perché nella Commissione di novembre si era dibattuto sulla questione delle residenze atipiche ed era emersa la difficoltà del reperimento degli appartamenti per le famiglie e i giovani. Credo sia stato di buon senso l’inserimento di questa normativa nella legge sull’emergenza casa. Ci sono stati attacchi coloriti, che mi sento di disconoscere. Seguiva un iter e una ratio che secondo noi erano condivisibili. Con la legge sull’emergenza casa siamo andati a migliorare qualcosa che era già stato migliorato. Abbiamo avuto tre tipi di scaglioni con tipologie diverse. A dicembre abbiamo esaurito le pratiche nei vecchi parametri, non siamo riusciti — anche per questioni di tempo — ad andare ad esaminare tutte le altre con l’innalzamento dei parametri. Sicuramente, consigliere Zeppa, se sforiamo i quattro mesi, li sforiamo di una o due settimane. Andando a ratificare questo Decreto, facendo salvi gli effetti dall’emissione a quando è entrata in vigore la legge, usciamo dal ginepraio paventato. La situazione è stata leggermente ingarbugliata ma è anche facilmente districabile con l’emendamento che oggi portiamo in ratifica. Ho letto con interesse gli emendamenti dell’opposizione: io colgo favorevolmente le proposte che avete avanzato. Ma non facciamola più grossa di quello che è. Andiamo a risolvere questo eventuale vuoto normativo tra l’emissione del Decreto e la legge di Ciacci. Mi sento di difendere la bontà di inserire questo aspetto nella legge sull’emergenza casa, andando anche a migliorare l’aspetto. Da una e a una o, c’è tantissima differenza. Andiamo a stringere questa concessione. Con la legge dell’emergenza casa, si è portato un ulteriore miglioramento.

Antonella Mularoni (RF): Sono assolutamente contraria a questo istituto. Potete considerare la fatica che facciamo a migliorare i pastrocchi che vengono fuori. Con l’emendamento che voi proponete oggi, andate a sopprimere il requisito dei 120 mila euro. Il Segretario Beccari ha detto che è assolutamente necessario che rimanga per esaminare le pratiche prodotte dal 1° dicembre a fine aprile. Cosa fate oggi? Togliete i 120 mila euro. Che vuol dire che per le pratiche presentate dal 1° dicembre al 4 maggio 2025, valgono i 50 mila euro. Quindi le persone che avrebbero voluto presentare le pratiche, e il Dipartimento gli ha detto che non avevano i requisiti, adesso sì che possono fare delle storie. Tornano in vigore, fino al 4 maggio 2025, i 50 mila euro. Qui c’è o da prenderla a ridere oppure da piangere. Vedremo cosa succederà nella prossima Commissione Affari Esteri. Abbiamo falsato il mercato immobiliare, i nostri giovani la casa fanno fatica a trovarla, fanno fatica a costruire un nucleo familiare, e noi non paghi facciamo una confusione incredibile sul piano normativo, per cui non si capisce più quali erano i requisiti.

Manuel Ciavatta (PDCS): Vorrei condividere quello che è stato detto da chi mi ha preceduto. Credo che l’emendamento del Governo possa creare dei problemi. Lo dico perché effettivamente abrogare la lettera A significa abrogare i criteri dei 120 mila o dei 500 mila euro, che sono tipicamente del Decreto in vigore prima dell’applicazione della legge. Per quello che ci siamo detti in Commissione Esteri, credo non siano accoglibili nemmeno gli emendamenti proposti da Rete sul cambio delle cifre, perché andrebbero a sconvolgere le modalità di accesso di coloro che hanno presentato la domanda in quel periodo. È vero, probabilmente nella legge i requisiti sono stati resi ulteriormente restrittivi. Però è vero che la Commissione Esteri ha detto che le domande presentate in quel lasso temporale devono fare capo a quei requisiti e non alla legge entrata in vigore successivamente. Ringrazio i membri della Commissione e chi ha lavorato alla legge successiva. Resta il fatto che si è andati in questa direzione. Non penso che si possa dire che le residenze per pensionati possano essere quelle che creano un problema casa ai giovani. Sono state concesse 250 residenze: rispetto alla mole dei permessi di soggiorno, è un numero più limitato. Però l’aumento dei criteri è emerso dopo la Commissione che abbiamo fatto nella nuova legislatura. Abbiamo avuto modo di verificare più precisamente i range di pensionati che facevano domanda. Abbiamo visto che, innalzando a 120 mila, andavamo a tagliare metà delle domande. Non credo che per l’Italia sia un problema se i pensionati che vivono in Portogallo vengono a vivere a San Marino. C’è stata massima disponibilità anche nel valutare altre scelte in futuro. Qui propongo una soluzione: probabilmente la cosa migliore è fare un emendamento condiviso per chiarire che le domande presentate in vigenza di quei criteri di accesso rimangono tali fino all’entrata in vigore della nuova legge.


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