Marco Gatti, Pdcs
Dall’ultimo Consiglio Grande e Generale ad oggi è successo di tutto. Dalla serata verità ai successivi temi aperti dallo scorso Consiglio, sulle Tlc. Noi torniamo al monopolio Telecom e viene sradicato quanto fatto negli ultimi anni, avremo antenne alte anche 40-45 metri. Poi è arrivata la legge che modifica la ‘legge sviluppo’, i sindacati ne hanno chiesto il ritiro, noi facciamo fatica ad esprimerci perché, come partito di opposizione, non l’abbiamo avuto il testo. Sappiamo che aumenteranno i costi del lavoro e porteremo le nostre aziende tutte fuori mercato. Tra l’altro, è grave che l’onorevole Arlotti ha detto che vede questo provvedimento come un atto ostile nei confronti dell’Italia. Fermarci a confrontarci su quello che deve essere lo sviluppo del Paese sarebbe di aiuto a tutti. Noi abbiamo lavorato 5 anni con queste persone per recuperare il rapporto, vederlo naufragare nel giro di pochi mesi è delittuoso.
Ultimo punto, il sistema bancario. Il segretario di Stato è intervenuto in sede di comunicazione, sarebbe stato più serio inserire un comma all’ordine del giorno. Anche oggi abbiamo assistito a un intervento che va in difensiva. Visto lo stato delle cose, tanto vale iniziarle a dire che il dibattito su questo tema non ci sarà mai. Rete, nel proprio dibattito pubblico, ha fatto un parallelo tra Grais e Grandoni. La problematica non è da individuare in Grandoni, forse solo una parte. Ma tra le nomine dei Commissari ho visto quella del figlio di Pedrizzi, che è socio in Lussemburgo con i fratelli Confuorti. Passiamo dai fratelli Magnoni ai fratelli Confuorti. Visto che si parla di trasparenza, voglio parlare degli uomini che lavorano in Bcsm a partire dal presidente, nominato dopo una serie di situazioni particolari, cui non avevamo dato troppo peso. E’ stato nominato anche se non aveva i titoli per il bando. La passata maggioranza l’aveva escluso, ma guarda caso è rimasto lì in attesa che altri si dileguassero, per poi venire alla sua nomina. Non rispetta norme sammarinesi, lo stipendio è sopra tetto previsto, poi all’indomani della nomina aveva minacciato di andarsene se lo stipendio non superava i cento mila euro, stessa cosa successa anche per il direttore. Sono le pressioni della politica o il contrario?
Qui dentro ci raccontano le balle, basta guardare i risultati di un sistema che ha retto a scudi fiscali e voluntary e ora registra deflussi continui di denaro perché noi mandiamo messaggi ‘positivi’ e questi sono deflussi dei soldi dei sammarinesi. E cosa sta facendo il presidente con il suo staff? Proposte per lo sviluppo, ne avete sentite? Zero. Proposte di soluzioni di problemi? Nessuna. E’ un anno che ci ripetiamo che ci vuole l’Aqr, bisogna muoversi per tempo è passato un anno. Commissariamento di Asset, i risparmiatori spostano i soldi. Avevamo chiesto un dibattito perché ci sono altri strumenti che non sono stati presi in considerazione.
