Federico Pedini Amati, Indipendente di minoranza:
“Di fronte ai cittadini e le cose accadute bisogna che un Parlamento si inchini, ammetta che la politica ha fallito e allora ridiamo il mandato agli elettori, evitando certamente il caos. Sono sicuro che in Aula una parte sia gente sana e non corrotta, ma una buona parte è ancora corrotta, che farà parte di un ordinanza n. 3, n.4 etc. Si diceva ‘se avete delle prove denunciate e fate fare alla magistratura’, oggi la magistratura, seppur in largo ritardo, ci dice che c’è e sta facendo la sua parte. I fatti sono talmente circostanziati che si fa fatica a capire che non siano successi.
Negli anni Ap e altri hanno denunciato questi soprusi, e si faceva passare che erano matti e nemici dello Stato, io c’ero e con i capi di turno sono stato uno dei pochi a dire loro il mio pensiero in faccia. Sono arrabbiato con questo governo perché non sta portando fuori il Paese dalla situazione allarmante in cui si trova.
Dopo l’arresto di Gatti mi aspettavo che il Consiglio ne discutesse in un comma specifico, di fronte ai cittadini, non in comma comunicazione. Perché Gatti è stato ed è ancora personaggio rilevante della Dc. Anche Podeschi è stato un protagonista della Dc. Perciò faccio fatica ad accettare che il Pdcs si sia costituito parte civile del processo Mazzini. E’ parte stessa colpevole perché ha messo avanti queste figure. Si vuole fare credere ai cittadini che in larga parte non si conoscevano queste nefandezze. Quando denunciavo io ero nella minoranza. Mi auguro che il Consiglio si metta mano sulla coscienza e ammetta che la politica è delegittimata. Io non avrei nessun motivo per dimettermi ma lo dobbiamo fare di fronte ai cittadini perché non basta ammettere colpe e dire che si è al fianco della magistratura. Il momento è adesso”.