
Si va verso una profonda modifica dei canoni, dei requisiti per la nomina all’interno del Consiglio di Previdenza, quell’organismo, cioè, che -fa le altre cose- ha il delicatissimo e non semplice compito di gestire i circa 400 milioni di euro della cassa pensionistica, già “alleggerita” da crack del Credito Industriale Sammarinese in cui lo stesso fondo ha visto “bruciare” un centinaio di milioni di euro.
In attesa che la denuncia di un conflitto di interessi sollevata dai sindaci revisori, Alberto Rino Chezzi, Ruggero Stacchini e Irish De Biagi, relativamente al conflitto di interessi che interesserebbe almeno quattro dodicesimi del Consiglio di Previdenza, ovvero alcuni dei membri nominati dalle associazioni di categoria e dai sindacati, sortisca i suoi effetti con la revoca del mandato da parte degli interessati, qualcosa sembra muoversi anche in materia di competenze specifiche che sarebbero auspicabili in un ruolo così tecnico e delicato come è la gestione del capitale del fondo previdenziale.
Immediatamente dopo che GiornaleSm ha attirato l’attenzione sulla tematica, sollevando fra l’altro dubbi sul sospetto di una sorta di “consociativismo” (clicca qui per leggere il relativo articolo dei giorni scorsi sulle incompatibilità e conflitto di interessi), Repubblica Futura ha deciso di smentire con i fatti questo stesso sospetto. Infatti, alla prima occasione utile, la riunione della Commissione competente -quella alla Sanità e Territorio, presieduta dal democristiano Oscar Mina- Andrea Zafferani e Miriam Farinelli, di Repubblica Futura, hanno presentato un emendamento di modifica, anzi di integrazione, del comma 1 dell’art.31ter, denominato “Aggiuntivo Consiglio di Presidenza”, al fine di introdurre un vincolo di precise competenze nella scelta e indicazione dei membri che dovranno comporre il Consiglio di Previdenza. Membri, quindi, da scegliere “fra persone con comprovata esperienza e competenza almeno triennale in materia di gestione di portafogli e patrimoni e di investimenti finanziari”.
Un emendamento, però, bocciato… Una bocciatura, però, più politica che tecnica perchè -da quanto trapelato- il Segretario di Stato alla Sanità, Roberto Ciavatta di Rete, avrebbe espresso la sua condivisione del principio alla base della proposta di modifica, ma si sarebbe riservato di approfondire la questione in un summit con le altre forze di maggioranza.
Una posizione che, al di là della bocciatura, lascia intendere un prossima “rivoluzione” del Consiglio di Previdenza, sia nei suoi membri attuali che nelle loro competenze. Del resto, dopo la denuncia di incompatibilità e conflitti di interessi sollevata dai sindaci revisori e dopo la “costosa disavventura” degli anni scorsi, appare evidente a tutti, anche ai profani, che non è da tutti la gestione di un portafogli di oltre 400 milioni di euro. Un capitale enorme dalle cui sorti, dai cui rendimenti dipendono le pensioni dei sammarinesi.
Ben difficilmente, così, questa “riforma” del Consiglio di Previdenza -affrontando anche lo spinoso tema del conflitto di interessi sull’analisi e definizione dei ricorsi- potrà venire rinviata ulteriormente dal governo e dalla maggioranza, una volta tanto dopo un confronto costruttivo con la minoranza visto che il primo passo in tal senso è stato fatto dall’opposizione di Rf con l’odg in Commissione, sì respinto ma capace di sfondare una porta aperta, almeno secondo quanto avrebbe dichiarato il Segretario di Stato competente agli stessi promotori.
Così, dopo la “sospensione” degli aumenti, conseguente anche alla pressante campagna mediatica condotta da GiornaleSm, delle bollette relative alle utenze, l’aver attirato l’attenzione dell’opinione pubblica e della politica su una -chiamiamola- “pesante anomalia”, ha contribuito ad avviare nelle sedi competenti il confronto mirato a superarla. Bene, perchè il ruolo dell’informazione in un sistema democratico, in una comunità, deve essere anche -e soprattutto- questo…
Enrico Lazzari