L’Aula conclude l’esame dei decreti delegati, procedendo alla ratifica a maggioranza del decreto delegato n.222 “Part-time imprenditoriale”, presentato dal segretario di Stato per l’Industria, il Commercio e l’Artigianato, Marco Arzilli, e dell’ultimo decreto scorporato, il n.224 “Violazioni amministrative”.
Si apre quindi un lungo dibattito che occupa larga parte dei lavori odierni sul progetto di legge “Spesa pluriennale per la realizzazione di infrastrutture ed opere pubbliche”, in attuazione della Finanziaria. Il segretario di Stato per il Territorio, Antonella Mularoni, vista la mancanza di disponibilità dei gruppi di minoranza alla procedura d’urgenza, prevista all’ordine del giorno, propone di ripresentare il progetto di legge in seconda lettura nel Consiglio grande e generale di aprile di Aprile, per aprire invece, nel frattempo, un confronto sui contenuti sia con le forze di minoranza, sia con le categorie economiche. Il segretario Mularoni auspica quindi che “nella prossima sessione il progetto possa essere varato, altrimenti- prosegue- si perderebbero altri mesi per partire con i milioni di euro, 30 in tre anni”, investiti in infrastrutture.
In questo modo, non viene messa al voto la procedura d’urgenza e si procede con il dibattito consiliare come da prima lettura.
Terminato il dibattito, i lavori proseguono con la presentazione di altri progetti di legge in prima lettura.
Di seguito una sintesi degli interventi al Comma 11.
Comma 11.Progetto di legge “Spesa pluriennale per la realizzazione di infrastrutture ed opere pubbliche di cui all’art. 62 della legge 23 dicembre 2014 n.219”
Antonella Mularoni, segretario di Stato per il Territorio: “Il governo aveva chiesto al Consiglio grande e generale la possibilità di sottoporre alla procedura d’urgenza la legge di spesa, in attuazione della Finanziaria, in quanto il mondo dell’edilizia sta vivendo un momento di sofferenza e vogliamo dare segnali positivi con l’avvio del finanziamento dei 30 mln di euro prima possibile. Qualora invece i gruppi ritenessero opportuno avviare un confronto e discutere delle opere in Aprile, il governo è disponibile. L’auspicio che noi facciamo è che nella prossima sessione il progetto possa essere varato, altrimenti si perderebbero altri mesi per partire con i milioni di euro, 30 in tre anni, c’è chi dice siano pochi, ma riteniamo siano meglio di niente.
Se c’è necessità di approfondimento con i gruppi sul pdl, ribadisco, il governo è disponibile a riparlarne in Aprile”.
Andrea Zafferani, C10: “Non ho capito perfettamente la proposta, in ufficio presidenza c’era stata richiesta procedura d’urgenza, non capisco se è stata ritirata. In ufficio di Presidenza queste riflessioni e questa proposta non erano state fatte. Rispondo quindi dicendo che non ci sono le condizioni per la procedura d’urgenza, non c’è stata possibilità di confrontarsi sulle opere e sui progetti e di esprimersi prima. Ritengo sia il caso di riportare in Aula il progetto di legge in Aprile per fare quanto espresso dal segretario di Stato”.
Tony Margiotta, Su: “La spesa pluriennale ha l’obiettivo di fare investimenti per dare una riorganizzazione, una pianificazione e, perché no, sviluppo al nostro territorio attraverso progetti mirati. In discussione in Finanziaria vi erano discordanze con il parere dell’opposizione, in particolare della nostra coalizione. Vista la richiesta di procedura d’urgenza, e che poi il segretario ha espresso comunque la volontà di portare avanti il progetto, a meno che i vari gruppi richiedano la seconda lettura in Aprile per intraprendere confronto, il gruppo di Su preferirebbe richiedere questa seconda opzione”.
Gian Matteo Zeppa, Rete: “Cominciamo male questo comma. All’ufficio di Presidenza era stata chiesta la procedura d’urgenza, non capisco perché, dopo 5 giorni, siano cambiate le carte in tavola. Il segretario di Stato ha detto che questa legge deve passare solo per una categoria, non l’unica in crisi. Non ci sono assolutamente i requisiti minimi per richiedere la procedura d’urgenza, è evidente che non vi tornano i conti in maggioranza e che vi sono venuti meno dei voti. Anche noi chiediamo la discussione in seconda lettura in Consiglio”.
Paride Andreoli, Ps: “Non so se il comma è iniziato bene o male,credo sia normale che maggioranza e governo chiedano la procedura d’urgenza, e che sia normale che il mio gruppo possa o meno acconsentire. Credo che per ottenere questa procedura servano 39 voti e la maggioranza ne ha 33. Detto questo: la procedura d’urgenza non significa approvare o condividere il progetto del segretario, ma prendersi delle responsabilità di fronte al Paese che ha necessità superiori alle diatribe di questo organismo. Apprezzo la proposta avanzata dal segretario che rientra nella prassi normale, chiedo ci sia l’opportunità di confrontarsi su un provvedimento di tale portata, ha 4 articoli, è vero, ma dietro questi ci sono scelte, definite e puntuali, per centrare un obiettivo importante e che auspico si possa condividere e che su questo si possa contribuire con delle proposte, Questo è lo spirito del Ps”.
Fabio Berardi, Pdcs: “Mi compiaccio che il segretario di Stato abbia portato in Aula questo progetto che dà le gambe a un Odg approvato poco tempo fa dal Consiglio. Spesso questi Odg e piani non hanno mai trovato la concretezza per essere portati avanti. Il segretario ha fatto una scelta importante e merita disponibilità. Non è che la maggioranza non abbia i voti necessari, ma per approvare la procedura urgenza servono i voti di tutti. Vista la mancata disponibilità mostrata in ufficio di Presidenza, si è detto che lo si riporterà in Aprile. Rispetto quanto ascoltato, replico che i vantaggi non solo sul comparto edile, ci saranno riflessi negli altri, in primis commercio e turismo. Dopo piani Z e piani di sviluppo arriva in Aula la voglia di fare e tutti noi dobbiamo fare analisi, dare suggerimenti, ma non bloccare questa fase”.
Date le perplessità avanzate non si procede alla votazione per la procedura d’urgenza. Il progetto, relativo alla materia di bilancio, non passerà l’esame della Commissione consiliare, ma arriverà direttamente in seconda lettura.
Antonella Mularoni, segretario di Stato per il Territorio, relaziona sul Pdl: “L’obiettivo del presente progetto di legge, in linea con quanto previsto dall’articolo 62 della Legge 23 dicembre 2014 n.219, e in aderenza al programma di Governo, consiste nella individuazione e nel finanziamento della completa progettazione e della realizzazione di opere infrastrutturali ritenute strategiche e prioritarie per lo sviluppo e l’ammodernamento del Paese. Tra le infrastrutture ed opere pubbliche già indicate nel piano pluriennale degli investimenti, approvato del Consiglio Grande e Generale con proprio ordine del Giorno in data 22 dicembre 2014, il progetto di legge individua la creazione del Campus Scolastico a Fonte dell’Ovo, del Nuovo Polo Servizi di Valdragone, del Polo della Sicurezza e dei Parcheggi di Piazzale Giangi e di Borgo Maggiore. I detti interventi sono da ritenersi strategici al fine di dare attuazione ad un piano di ammodernamento infrastrutturale, la cui elaborazione è frutto di un’attenta programmazione che tiene conto dell’impatto in termini di sostenibilità economica, ambientale e social e, designando un vasto e coerente riassetto progettuale del Paese. Il progetto di legge prevede altresì la comunicazione al Consiglio Grande e Generale per la presa d’atto delle modalità finanziarie e gestionali delle operazione d’accesso al mercato dei capitali. Come stabilito dalla Legge 23 dicembre 2014 n.219, l’attivazione dei finanziamenti non potrà superare il tetto massimo di 30 milioni di euro, mentre gli oneri finanziari troveranno copertura attraverso il ricorso al capitolo ‘Interessi passivi su finanziamento per la realizzazione di opere infrastrutturali strategiche per lo sviluppo economico’.
Aggiungo alcune considerazioni: vorrei tranquillizzare il consigliere Zeppa, non ci sono dietrologie, non ho fatto patti con nessuno dietro le quinte, ma per procedura d’urgenza servono 39 voti, i gruppi hanno piacere di approfondire il testo ed è una richiesta legittima, quindi non c’è nessuna tragedia, facciamo la seconda lettura in Aprile. La preoccupazione dell’esecutivo è solo quello di dare risposte in tempi brevi a un settore dell’economia che traina tutto il resto. Siamo solo preoccupati di far ripartire l’economia in un momento in cui il Paese sta soffrendo. Incontreremo anche le categorie che hanno richiesto un incontro e c’è la massima disponibilità a discutere su quelle che possono essere opere strategiche prioritarie”.
Tony Margiotta, Su: “Prendiamo atto della disponibilità del segretario e ribadiamo a nostra volta la nostra disponibilità al confronto. Riteniamo giusto intervenire negli ambiti delineati dalla relazione, parcheggi, edifici scolastici. Ma nell’Odg citato si sono individuate anche scelte che, per quel che ci riguarda, invece sono molto discutibili. L’esempio lampante è lo spostamento della centrale elettrica di Cailungo, per noi inaccettabile. L’atteggiamento di coinvolgere le associazioni di categoria e tutte le parti politiche ci fa capire che c’è possibilità di esprimere il proprio parere e di poter contribuire a questa operazione di riqualificazione e sviluppo del Paese. Questo progetto deve infatti essere condiviso e il percorso che parte oggi ci porterà ad avere una legge e degli obiettivi condivisi”.
Andrea Zafferani, C10: “In questo Pdl non c’è una corrispondenza con una serie di adempimenti che la Finanziaria aveva richiesto. In primis, la tipologia di investimenti, la legge prevedeva l’accessione a finanziamenti per riqualificare edifici dell’Eccellentissima Camera, opere per la riqualificazione turistica e dei siti archeologici, la messa in sicurezza della superstrada Rimini-San Marino, interventi per la sicurezza idrica, la riqualificazione in ambito dell’edilizia sociale: su questi punti invece non c’è niente. Questo era il mandato dato dalla Finanziaria e vi rientra solo il Polo servizi Valdragone. Già, secondo me, in questo Pdl ci si muove contro la legge Finanziaria.
Sempre l’articolo 61 della Finanziaria prevedeva che ogni opera doveva essere accompagnata da una relazione con l’impatto sulla crescita per il Paese nel medio-lungo periodo. Non c’è nessuna stima. Eppure queste infrastrutture si pagano con debiti e interessi che dovrebbero essere superati dai rendimenti che devono essere superiori ai costi. Senza la relazione parliamo di aria fritta, non sappiamo il ritorno.
Terzo problema, relativo alla non compatibilità tra questa legge di spesa e la Finanziaria, è che l’articolo 62 prevedeva che nelle leggi di spesa sarebbero state definite le modalità tecniche di attivazione dei finanziamenti, ovvero sapere chi finanza, a che tasso e per quanto tempo. Qui non c’è nulla. Se ci sarà disponibilità al confronto noi queste cose le pretendiamo per valutare un approccio costruttivo a una legge che avrà impatto sul Paese. Ma se mancano queste cose manca la base del confronto. E noi stiamo finanziando, ripeto, queste infrastrutture, facendo debiti che si sommano ai 32 mln di euro finanziati per la liquidità dello Stato, per la sua spesa corrente, a questi si sommano altri 30 mln per finanziare infrastrutture”.
Andrea Beccari, Pdcs: “E’ una legge che ci proietta in una fase più operativa, rispetto la sfida per le infrastrutture a supporto dello sviluppo del Paese. Lo sviluppo in senso generale significa creare condizioni qualitativamente migliori per i cittadini, non solo quindi opere funzionali ad attività turistiche e commerciali del centro storico. Quindi sviluppo sono i progetti di riconversione dei parcheggi 6 e 7, ma anche opere che hanno meno attinenza allo sviluppo economico, ma hanno ricadute sulla collettività con il miglioramento dei servizi.
Dobbiamo ripensare, sotto il profilo logistico, il posizionamento di alcuni servizi dello Stato. In passato uffici e servizi sono stati collocati in centro storico, oggi bisogna fare scelte che ci portano a smontare quanto fatto decine di anni fa. Ci sono immobili, come le scuole e parte del Kursaal, che possono essere riconvertiti a beneficio di settori commerciali o per lo sviluppo di attività istituzionali. Questo finanziamento non è esaustivo, ma è un primo passo verso un progetto molto più ampio di revisione delle opere strategiche. E in questo doppio passaggio ci si può confrontare sulla prioprietà di queste opere. Condivido in parte le esigenze di Zafferani di dare maggiore corpo alle scelte individuate. Posto che con il doppio passaggio in Aula si apre una finestra di tempo al confronto di maggioranza e opposizione, la mia proposta è quella di valutare in seconda lettura un emendamento, terminato il confronto, che rimandi a un documento tecnico allegato alla legge, per indicare vantaggi, rapporti costi-benefici delle opere individuate.
Credo sia un’opportunità per tutte le forze politiche di confrontarsi e condividere i progetti di riqualificazione paese”.
Gian Matteo Zeppa, Rete: “Si è giunti al comma che sancisce il grande bluff di questo Esecutivo cieco di fronte alle contingenze e urgenze del Paese.
In una scala di valori, il lavoro e salvaguardia di chi non ha più ammortizzatori sono i soggetti primari destinatari di un piano di sviluppo. Qualche gru dislocata sul territorio non corrisponde allo sviluppo.
Invece si parla di sviluppo legandolo alle infrastrutture e lo si fa con un indebitamente pubblico di non oltre 30 mln di euro, erogati da istituti di credito. In un quadro di immensa povertà di San Marino, gli oligarchi non trovano niente di meglio di fare che indebitare lo Stato. E non portano uno stralcio di progetto, sono citate solo le volontà, dai costi immensi. Nessun progetto visibile e nessuna condivisione in Aula per la scelta del debito pubblico. Men che meno viene fatto il confronto con la cittadinanza, come scritto dall’ordine del giorno. E’ una democrazia di facciata e un’oligarchia di fatto. E non si dice cosa pensa l’Unesco su questi progetti, né tanto meno la Simpar.
Mimma Zavoli, C10: “La risposta su Simpar la sappiamo già, quei parcheggi se li prenderà lei, come da convenzione. La proposta del governo è assolutamente anacronistica, oltre alle ragioni esposte da Zafferani, anche per un altro aspetto che passa in sottofondo. Non ci scordiamo infatti che questa Repubblica non ha una legge che regolamenta gli appalti di opere pubbliche. E colmare questa lacuna doveva essere la prima cosa. Se pensate poi che questi progetti servano allo sviluppo vi sbagliate. Abbiamo un sistema di Tlc che fa piangere. Vogliamo chiamare le imprese? Non possiamo se non hanno le condizioni per lavorare”.
Stefano Canti, Pdcs: “Dagli ultimi interventi ho sentito molta demagogia. Va detto che con questo progetto di legge governo e maggioranza si danno l’obiettivo di fare sviluppo. E non capisco perché di punto in bianco l’opposizione lo ha boicottato. Rilanciando il mondo dell’edilizia, che è in difficoltà, c’è la possibilità di rilanciare altri settori e questo va riconosciuto. Possiamo più o meno condividere le opere elencate nel progetto, ma il segretario di Stato ha dato ampia disponibilità proprio per aprire il confronto con tutti ed è un passaggio che le va riconosciuto. E’ indispensabile portare avanti questo progetto per avviare lo sviluppo del comparto turistico”.
Francesca Michelotti, Su: “Ritengo che questo intervento del governo sia intempestivo. Era il 22 dicembre quando abbiamo parlato l’ultima volta di questo tema, con l’ordine del giorno approvato. E credevo si avesse la determinazione di ricercare, come scritto, ‘la condivisione politica e sociale sulle decisioni della San Marino del futuro’, volontà proclamata ma non attuata. Si è mostrata invece la volontà di andare diritto per la propria strada.
Altro problema: siamo in piena bufera per la questione morale e il clima di sospetto del Paese inquinerà ogni iniziativa, anche le più nobili e le più sicure. Perché non siamo convinti, e neppure voi, che i poteri forti si siano messi a riposo, quelli continuano a lavorare e la questione morale non è riuscita ad annichilire la potenza pervasiva e gli egoismi dei poteri forti. Noi ci battiamo contro un’oligarchia sotterranea che si contende il Paese. Mi appello ai galantuomini qua dentro, noi andremo a spendere 30 mln di euro in iniziative utili, ma dobbiamo cercare modalità nuove, inedite, di trasparenza assoluta sull’assegnazione degli appalti. Su questo dobbiamo lavorare e per questo serve la condivisione. Il mio non è un attacco, ma un invito che vi faccio, attenetevi a quell’ordine del giorno”.
Marino Riccardi, Psd: “Ringrazio il segretario di Stato per aver portato in prima lettura una proposta di spesa per dare un avvio alle attività del Paese. Sono rammaricato perché 30 mln di euro non sono una cifra esagerata, per far ripartire il Paese forse occorreva qualcosa si più. Ma è un passo importante. Ascoltando l’opposizione mi sembra che viviamo in mondi diversi. Mi sembra ci sia forte interesse affinché il Paese resti in difficoltà e non riparta. Se non è lo Stato a crederci per primo, ad essere il primo investitore, con opere importanti in infrastrutture e scuole, come possono crederci gli investitori privati? Lo Stato deve fare da traino. E’ chiaro che i progetti non sono definiti, questa è una proposta. E’ una legge di spesa. Se l’indebitamento e gli investimenti non si vogliono, vorrei che si dicesse come reperire risorse per ripartire. La maggioranza ha la responsabilità di far ripartire il Paese, va bene il confronto, ma chi governa deve assumersi la responsabilità di andare avanti”.
Manuel Ciavatta, Pdcs: “Che questa legge sia intempestiva, penso possa essere condivisibile. Sicuramente, se era possibile, l’intervento andava fatto prima. Ma c’era un elemento molto delicato, quale la questione del debito e del bilancio. E’ un problema fare debito, nel momento in cui il bilancio è in rosso. Ma il governo sta lavorando sempre di più per il pareggio di bilancio e l’idea di fare debito per investimenti è tutt’altro che balzana, con la consapevolezza che si possa far fronte al debito. D’altra parte, non si può negare che ci sia un’esigenza di infrastrutture per il nostro Paese che è impellente, in particolare per il comparto turistico. A Zeppa: sostengo anche io che l’ex Simbol debba essere buttato giù, però nessuna delle strutture del piano lo riguarda. L’esigenza di carceri nuove invece credo sia invece una problema che dovremo risolvere velocemente. Non si può dire infine che la questione morale inficerà tutte le opere, possiamo invece lavorare per dimostrare serietà nel realizzare le infrastrutture che cittadinanza, operatori e Paese aspettano”.
Augusto Michelotti, Su: “E’ sempre il solito discorso, mai preso in considerazione. Stanno emergendo le prime confusioni. Tutti pongono domande, c’è chi dice questa cosa serve, l’altra meno. Ma non c’è un Prg che sostiene queste scelte, non c’è un progetto di programmazione territoriale, qualsiasi scelta che si faccia risulta così parziale. Se non facciamo questo ragionamento, non caveremo un ragno dal buco e tutte le scelte che non sono generali saranno sbagliate. Sono d’accordo che ci sono interventi indispensabili e vanno fatti. Per esempio, le due rotonde di Domagnano risolvono un problema ma non il problema della messa in sicurezza della superstrada, sono solo una soluzione parziale”.
Matteo Fiorini, Ap: “Ho sentito commenti propositivi, altri mossi dalla malafede. Da Zeppa ho sentito l’inversione dell’onere della prova, si parte sempre dal presupposto che ci si muova a sostegno di disegni criminali. Rivendico la necessità di partire dall’idea che la malafede vada provata e non che bisogna provare la buona fede. Torno invece agli interventi stimolanti dell’opposizione. Michelotti chiede, in questa fase storica, modalità inedite nel gestire i processi decisionali, questo è un punto su cui misurarci. Ma vorrei riportare il discorso nelle reali dimensioni, fino a qualche anno fa 30 mln di euro erano normalmente inseriti nella voce di bilancio per le infrastrutture pubbliche ogni anno. Questo è un elemento delle nuove modalità di intervento.
Queste opere non sono poi affatto calate ‘in modo oligarchico’, c’è già stato dibattito in Consiglio, ci si apre al confronto, c’è disponibilità e si fa una legge di spesa diversamente dal passato. Inoltre si individuano tutte opere previste dal programma di governo votato democraticamente dagli elettori, non si impongono opere inventate. Poi i sospetti sulla gestione degli appalti: non si deve far passare il messaggio che siamo nel far west delle leggi e che non c’è trasparenza a prescindere, non facciamo passare che il governo dà 30 mln a chi gli pare”.
Nicola Selva, Upr: “Visto i grandi problemi attuali del Paese, le scelte vanno fatte, ma oculate. Non biasimo la segreteria di Stato che tenta di portare un progetto di infrastrutture per lo sviluppo, negli ultimi decenni ne sono state fatte davvero poche. Forse giusto la funivia e il parcheggione. Sarebbe importante adottare un metodo di programmazione delle infrastrutture, accompagnato dal confronto con l’Aula e l’opinione pubblica. Nessuno credo sia contrario alle infrastrutture pubbliche per lo sviluppo, ma è opportuno che la scelta di avvio di un confronto sia valutata in questo contesto.
Sui progetti come questi servono dati di investimento, di ritorno economico, ma anche sociali. E dovrebbero essere integrati a scelte economiche con progetti- di marketing, promozionali etc- altrimenti rischiamo di creare cattedrali nel deserto. Serve poi garantire trasparenza ed efficacia nella gestione degli appalti”.
Luca Santolini, C10: “L’intervento più giusto è stato quello di Augusto Michelotti. Oggi tutti riconosciamo che al Paese servono investimenti, però è vero che, se si vogliono evitare dietrologie e dubbi senza fondamento, cosa su cui concordo, è anche vero che bisogna creare le condizioni giuste, considerato il contesto di malagestione del Paese, e fare di tutto per creare un contesto favorevole a un confronto sereno. Gli interventi infrastrutturali devono essere inseriti in una progettazione del Paese più ampia. Se non si ha un’idea dove si vuole indirizzare sviluppo Paese, gli interventi potrebbero infatti risultare inefficienti.
Seconda riflessione, Beccari ha detto che sono previsti sia interventi con ritorno economico, sia interventi che migliorano la qualità dei servizi. C’è da chiedersi se nel momento in cui il bilancio è all’osso, in cui la spesa corrente mantiene gangli estremamente rigidi, se gli interventi che prevedono miglioramenti nei servizi, ma non ritorni economici, se è il caso di inserirli tra le priorità”.
Elena Tonnini, Rete: “Chi ha deciso che siano queste le priorità del Paese? L’Odg del governo è una pura presa in giro. Si parla di ricerca di una condivisione sulla San Marino del futuro, ma poi si dice di dare con tempestività seguito al piano investimenti. Le due cose non combaciano, la parola partecipazione è solo scenica.
Si parla di accesso a finanziamenti con debito anche con l’estero, ma il governo non ha autorevolezza per richiederli. Si dice che l’edilizia è il settore trainante, ma non era la finanza? L’obiettivo è il singolo settore che magari fa pressione, il resto viene come pura conseguenza. In questo sistema vengono divorate le risorse per le piccole medie imprese. Queste opere hanno tutte in comune grandiosità e apparenza, avranno benefici solo tra decenni, invece servono ricadute immediate nel sociale. Si dice che l’opposizione non vuole fare niente, ma per noi è meglio fare e fare bene. Questo modo di fare è frutto dell’oligarchia dei segretari di Stato che passano in Consiglio solo per presa d’atto delle loro decisione. E si ripropone oggi in Aula”.
Alessandro Cardelli, Pdcs: “Da Zeppa ho sentito che il piano pluriennale dovrebbe essere fatto per i disoccupati e le risorse andrebbero destinate lì, ma gli ricordo che la voce più alta di chi è senza lavoro arriva dal settore edile. Intervenire su opere infrastrutturale significa dare risposta a quelle persone rimaste a casa a causa dalla crisi. Sono d’accordo che la normativa appalti vada rivista, c’è un gruppo tecnico che ci metterà mano, ma non significa che le opere pubbliche non si devono fare. In Finanziaria a dicembre avevo posto una riflessione. Ieri sono iniziati i negoziati con l’Ue che si trova davanti a politiche espansive. Penso sia importante, da parte del governo, avere una direzione univoca e arrivare con progetti chiari alle trattative per chiedere sostegno perché di risorse ce ne sono tante. Ho sentito anche interventi responsabili dall’opposizione che hanno confermato l’importanza di interventi e del confronto, che il segretario ha assicurato. Sono sicuro che ci saranno consiglieri responsabili che vorranno dare il loro contributo non solo su questo Pdl, ma anche su altri progetti per il Paese perchè oggi è importante il sostegno anche da parte di chi non è in maggioranza. Sono sicuro che in Aprile si riuscirà a portare a compimento questo Pdl”.
Franco Santi, C10: “Per quanto riguarda le dietrologie l’accusa la riceviamo ma la respingiamo al mittente perché crediamo che ci siano dati oggettivi per dare adito alle nostre dietrologie. Il sospetto viene. Ad esempio: abbiamo fatto l’appalto su beni e servizi ma non sulle opere pubbliche. Perché? Ma entriamo nel merito. Per il centro storico va benissimo progettare il parcheggio ma serve un riqualificazione del centro per valorizzarlo. Queste sono iniziative che possono aumentare l’offerta turistica. Ci stiamo portando dietro le idee faraoniche degli allegati Z: disquisizioni e progettazione di qualche tempo fa che non rispondono più alla realtà dei fatti e alle concrete possibilità di questo Paese. Torniamo a ragionare su ciò che è davvero utile a questo Paese”.
Marco Gatti, Pdcs: “Ho ascoltato il dibattito che si è alimentato in questa prima lettura. Rete ha fatto interventi completamente devastanti. Stando a quello che dice Rete non si capisce cosa si deve fare per questo Paese. Altri interventi dell’opposizione magari non li condivido pienamente, ma quando si chiede il confronto e si prende atto che questo Paese ha necessità di costruire infrastrutture e investimenti, allora iniziamo a entrare nel merito e a ragionare su come questo paese possa rilanciare la propria economia. L’errore più grande che potremmo fare sarebbe quello di non prendere decisioni. La realizzazione di un progetto ha sicuramente più aspetti positivi rispetto agli errori che possiamo fare. Ripensiamo le iniziative ma dobbiamo anche realizzare le infrastrutture e mi riferisco ai parcheggi. Penso al parcheggio 6/7: c’è un grande progetto su quel parcheggio ma se noi non mettiamo in campo altri posti disponibili al parcheggio 6/7 non possiamo neppure partire. Sfruttiamo al massimo la possibilità della funivia. Ragioniamo fino in fondo sul trenino. Cerchiamo di lasciare le vie del centro più libere possibili. Si è parlato della necessità di liberare il Kursaal. Facciamolo. Liberiamolo da quelle strutture, come Rtv e Gendarmeria, che non c’entrano con il Kursaal. Condivido con chi dice che 30 milioni sono pochi. Ma è anche vero che 30 milioni ci consentono di fare partire più iniziative. La richiesta di un ‘esame d’urgenza su questa legge di spesa ci stava per dare una risposta anche al mercato edile”.
Paride Andreoli, Ps: “Vorrei solo ricordare alcuni aspetti: 1) Mi auguro che l’articolo uno e le sue finalità possano essere oggetto di confronto tra maggioranza e opposizione in quanto credo che anche noi come gruppo possiamo avanzare proposte 2) Se si parla di progetti si realizzino. Perché io che sono “borghigiano” sono anni che sento parlare di progetti di riqualificazione di Borgo senza però vedere nulla di concreto. Quando si fanno delle proposte poi si abbia la forza di realizzarle”.
La replica del Segretario di Stato al Territorio Antonella Mularoni: “Posso assicurare nuovamente la mia volontà di volersi confrontare. Invito i consiglieri in Aula a mantenere un tono di rispetto reciproco. La consigliera Tonnini ha detto che i membri di governo sono membri di un’associazione a delinquere: se lo pensa davvero faccia le denunce opportune, altrimenti sta portando avanti un modo incivile di fare politica. Da un lato mi piacerebbe vedere Rete governare perché, al di là di pastorizia e agricoltura, sarei curiosa di conoscere il progetto economico che avete per questo Paese. Io sono convinta che il Prg del ’92 sia stato un disastro per questo Paese. Il nuovo polo servizi a Valdragone ci permette di razionalizzare la spesa pubblica sui canoni d’affitto. Invece di pagare tanti canoni ai privati, valorizziamo le nostre strutture. Il Polo della sicurezza serve per togliere la Gendarmeria dove è ora e per realizzare un nuovo carcere. Per le lunghe detenzioni l’attuale struttura non è più adeguata. Per i detenuti di altre nazionalità possiamo pensare anche ad accordi con altri Paesi, ma i nostri dobbiamo gestirli noi. Riqualifichiamo Borgo e gestiamo meglio la funivia. E’ chiaro che si può dire che il parcheggio di Borgo non serve a niente. Ognuno può dire quello che vuole. Ma dire che lo facciamo perché siamo in malafede non è giusto. Anzi è in malafede chi fa certe affermazioni. Sugli appalti la legge c’è: non siamo al far west. Presenteremo il progetto di legge moderno e migliore possibile. Non è vero dire che in Paese non c’è nessuna legge ora. E’ offensivo nei confronti di chi lavora a questa legge. Facciamo i dibattiti sulle cose di sostanza. Il rispetto reciproco non deve mai mancare”.
GIOVEDI’ 19 MARZO- seconda parte
In Aula sono presentati e discussi tre progetti di legge in prima lettura: “Legge a sostegno dei Giovani Imprenditori e delle nuove attività nei Centri Storici”, presentato dal consigliere del Pdcs, Alessandro Cardelli; quindi due progetti di legge del gruppo consiliare Civico 10, “Riforma della Legge sul Diritto allo Studio” e “Trasparenza della Politica e dell’Amministrazione Pubblica”. I lavori si interrompono con la conclusione del dibattito sull’ultimo progetto di legge in prima lettura. Domani mattina riprenderanno con il progetto di legge, in seconda lettura, “Disposizioni in materia di edilizia sovvenzionata”.
Di seguito una sintesi degli interventi.
Comma 12. Progetto di legge “Legge a sostegno dei Giovani Imprenditori e delle nuove attività nei Centri Storici” (I lettura)
Relatore Alessandro Cardelli, Pdcs: “Il seguente progetto di legge si pone come obiettivo quello di favorire la promozione e il sostegno di nuove attività da parte di giovani imprenditori e lo sviluppo di attività nei centri storici. La legge nasce con l’obiettivo di sostituire la precedente legge in materia, la n. 134 del 1997, in modo di rendere le procedure di rilascio ai giovani imprenditori più veloci e al passo con i tempi. Passiamo ora ad analizzare la proposta di legge. Distinguiamo due tipologie di soggetti richiedenti, in base alle due forme di interventi previsti rispettivamente al capo II, relativo ai giovani imprenditori e al capo III, relativo alle attività economiche nei centri storici, ricomprendendo quindi tutti i centri storici dislocati nella Repubblica. Il primo capo, relativo ai giovani imprenditori, è rivolto ai residenti o ai cittadini sammarinesi fino all’età di 40 anni che vogliono intraprendere una nuova attività imprenditoriale. Rispetto alla legge precedente, vengono mantenuti alcuni strumenti ma ne vengono introdotti anche di nuovi. La novità più importante riguarda il prestito d’onore, che va da una cifra di 15.000 fino a 45.000 euro, per le attività innovative. Il prestito verrà rilasciato senza alcun tipo di garanza, ma esclusivamente sull’onore del soggetto richiedente. Un’altra novità è la possibilità di posticipare il versamento del capitale sociale nei tre anni successivi alla nascita dell’attività. Viene poi data la possibilità di scaricare eventuali perdite fiscali relative ai primi tre anni di imposta, viene inoltre prevista l’esenzione della tassa di primo rilascio della licenza per i primi tre anni di attività. Per quel che riguarda invece gli incentivi fiscali, contributivi e credito agevolato vengono mantenuti in linea con la legge n.134 del 1997. Il secondo capo invece, riguarda le attività nei centri storici, in questo caso rivolto a tutti i residenti e cittadini sammarinesi, senza limiti d’età, con la possibilità di cumulare i benefici con il capo II, qualora il richiedente sia un residente o cittadino sammarinese con 40 anni o meno. Vengono anche in questo caso previsti forti incentivi fiscali, contributivi e una novità, l’incentivo alla stabilizzazione, che riguarda una percentuale pagata dallo stato sull’affitto per i primi due anni di attività. Rispetto alla legge precedente è stata fatta un’altra modifica sostanziale, sostituendo la commissione con un comitato valutatore composto da Camera di Commercio, Ufficio Industria, Artigianato e Commercio, e un delegato della Segreteria di Stato all’Industria. Il comitato avrà poi l’obbligo entro venti giorni (prima la commissione si riuniva ogni sei mesi), di deliberare e comunicare al presentatore la decisione sulla richiesta. Vengono poi previsti strumenti di verifica e ispezione volti all’accertamento della regolare attività. L’obiettivo che ci poniamo con questa legge è quello di rendere più facile e soprattutto più veloce ed immediato per un giovane o per chi vuole intraprendere un’attività nei centri storici di poter avviare un impresa con maggior elasticità, minori costi e rendendo l’offerta sammarinese varia, concorrenziale e al passo con i tempi. Il sogno di questo progetto di legge è di credere nei giovani sammarinesi. Un progetto di legge che può dare nell’immediato risposte importanti”.
Segretario di Stato all’Industria Marco Arzilli: “Mi complimento con i giovani che hanno lavorato a questa legge. Quando abbiamo però visto l’interesse dei giovani, ci è sembrato più logico dare a loro la possibilità di proseguire il percorso iniziato. Un progetto di legge che viene dal Consiglio e che introduce principi importanti come il ‘prestito d’onore’ che è un’agevolazione per l’accesso al credito. Un prestito basato sul proprio onore. Ma non un fondo perduto. C’è stata un’importante richiesta della vecchia legge relativa allo strumento a fondo perduto, sono state 210 le domande accolte, di cui molte per le donne. Il fondo perduto concesso alle imprese per l’avvio dell’attività aveva in sé la norma che l’azienda doveva restare aperta per almeno 7 anni. In caso contrario doveva essere restituito il fondo perduto con gli interessi. Questo ha creato un grosso problema per l’azienda che poi non sono riuscite a stare aperte 7 anni. Facciamo presto e facciamo bene. Perché questa è una legge che serve, capace di far nascere nuove imprese con strumenti innovativi”.
Comma 13. Progetto di legge “Riforma della Legge sul Diritto allo Studio (presentato dal Gruppo Consiliare Civico10) I lettura.
Luca Santolini, C10: “Con il provvedimento che sottoponiamo al Consiglio Grande e Generale intendiamo andare a modificare la Legge sul Diritto allo Studio in alcune sue parti aggiornandola anche rispetto alle riforme avvenute negli ultimi anni all’ordinamento scolastico, universitario, master e dottorati soprattutto in Italia, visto che comunque il provvedimento attualmente in vigore ha più di dieci anni e quindi ha bisogno di essere rinnovato in alcune sue parti. Proprio per questo all’art. 2 tra i destinatari degli interventi della presente legge al comma lettera d) non inseriamo nessun limite temporale ai corsi successivi alla laurea, dottorati e master, come invece prevedeva la precedente legge, in quanto oramai i corsi disciplinati al suddetto punto sono oramai anche di durata annuale. All’art. 3 per far sì che gli interventi economici siano equi e che vadano a sostenere coloro che, soprattutto in questo periodo di crisi, non riescono a sostenere ingenti spese economiche per i propri figli, abbiamo per questo pensato che gli interventi previsti dall’articolo l della presente legge siano legati all’Indice della Situazione Economica del richiedente secondo la logica che, per esempio, l’assegno di studio potrà essere ridotto al crescere dell’Indice della Situazione Economica del richiedente, vista quindi la situazione di benessere del richiedente. L’Indice della Situazione Economica, come previsto anche dall’articolo 49, comma 3, della legge 150/2012, dovrà riassumere in un unico numero tutta una serie di situazioni di tipo economico, patrimoniale, familiare in capo al richiedente il sussidio, e sarà essenziale per aiutare in misura maggiore chi abbia situazioni economiche, a livello personale e familiare, di maggiore difficoltà: per fare un esempio pratico, uno studente con un padre (o madre) di famiglia, single che abbia un mutuo o un affitto a cui far fronte per la propria abitazione e magari con altri fratelli /sorelle dovrà godere di un sussidio di importo evidentemente maggiore di un soggetto, figlio unico con genitori che godono di un buon reddito. La predisposizione di questo Indice sarà essenziale per una giusta equità degli interventi e anche per cercare di semplificare e rendere più immediata la determinazione dell’ammontare evitando l’utilizzo degli scaglione di reddito previsti nella precedente normativa. Infatti all’art 5. abbiamo infatti previsto che l’assegno di studio debba essere attribuito anche a chi svolge master, dottorati e soprattutto debba essere calcolato dividendo il valore economico base, che abbiamo previsto in 2500 euro, valutando questa una cifra congrua in linea anche con altri standard esteri, per il coefficiente ISEE che abbiamo spiegato precedentemente. Inoltre l’assegno di studio così come l’assegno di merito verrà erogato ogni anno indipendentemente dalla sede di svolgimento degli studi o dei corsi superando così la decisione adottata dalla Consulta Pubblica Istruzione che prevedeva l’erogazione, per le sedi extraeuropee, dei contributi solo dopo aver conseguito il titolo e dietro presentazione della dichiarazione di valore dell’Ambasciata per il relativo riconoscimento del titolo in Italia. Noi crediamo che soprattutto coloro che avviano un percorso formativo all’estero debbano essere sostenuti e supportati dal nostro Stato che deve poter puntare su giovani sempre più formati e quindi competitivi ed eccellenti in specifici campi con l’onere evidente da parte dello studente di consegnare all’amministrazione preposta tutta la documentazione necessaria per comparare, per esempio, le votazioni avute nella sede extra europee e i tutti i riconoscimenti diplomatici del caso. Per quanto concerne invece l’art.6, quello previsto per l’assegno di merito, anche in questo caso estendiamo l’intervento a tutti i soggetti previsti all’art. 2 della presente legge e prevediamo che, per il raggiungimento della media richiesta, possano essere considerate anche talune votazioni che in paesi diversi dalla Repubblica di San Marino non siano valutate con il valore numerico. Tutto questo ovviamente previa presentazione della tabella comparativa sottoscritta dal Preside e/o Dirigente dell’Istituto Scolastico presentato. Nel caso dei corsi di laurea, lettera a) art.2, e i corsi successivi al conseguimento della laurea o della laurea specialistica finalizzati al conseguimento del diploma di specializzazione, del dottorato di ricerca o del master universitario, lettera d) art.2, l’ammontare dell’assegno di merito viene calcolato tenendo in considerazione anche il coefficiente ranking stabilito dalla Consulta Pubblica Istruzione ogni anno ovvero un valore numerico che viene conferito all’Università in base alle classifiche, le statistiche e le pubblicazioni riconosciute a livello internazionale. Ulteriori importanti modifiche vengono effettuate al prestito sulla fiducia all ‘art. 8. Mentre nella precedente versione della legge il prestito previsto é un piccolo contributo che possono richiedere tutti e che deve essere restituito a tasso agevolato allo Stato, nella nostra impostazione il prestito lo vediamo come un investimento sul giovane studente. Infatti aumentiamo fino a 12.000 euro all’anno il prestito per gli studenti iscritti ai corsi di laurea, i corsi di laurea specialistica e i corsi di alta formazione artistica, musicale e coreutica e ai corsi successivi al conseguimento della laurea o della laurea specialistica finalizzati al conseguimento del diploma di specializzazione, del dottorato di ricerca o del master universitario presso sedi fuori dall’Italia o presso sedi italiane particolarmente prestigiose. Evidentemente questa scelta comporta per il nostro Stato maggiori costi, anche se per la cultura la formazione crediamo che di “costi” non si possa mai parlare. Proprio per questo abbiamo inteso proporre, sempre all’art. 8, un contributo alle banche, che hanno usufruito di interventi di sostegno patrimoniale, oppure che usufruiscano di sgravi fiscali o contributivi pluriennali a seguito di interventi di sostegno ad altri istituti di credito, affinché si impegnino a fornire finanziamenti, ad un tasso inferiore al tasso di mercato per pari scadenza da destinare proprio al finanziamento dei prestiti sulla fiducia di cui al presente articolo. Per il rimborso lo studente può effettuarlo mediante rate trimestrali nell’arco di tanti anni quanti sono gli anni per i quali ha usufruito del prestito pagando il 50% degli interessi dovuti sul finanziamento; se però lo studente ha beneficiato di un prestito totale complessivo di euro 15000 egli può effettuare il rimborso. L’art. 9 disciplina le borse di studio che anche in questo caso verranno attribuite anche ai i corsi successivi al conseguimento della laurea o della laurea specialistica finalizzati al conseguimento del diploma di specializzazione, del dottorato di ricerca o del master universitario, cosa non prevista nella precedente legge. Le borse di studio vengono istituite dalla Consulta Pubblica Istruzione che ha la facoltà di determinarne l’ammontare, di stabilire i requisiti di ammissione e di indicare le sedi presso cui dovranno essere usufruite. Lo studente che avrà i requisiti potrà richiederla ed entro 15 giorni secondo il principio del “silenzio assenso” la Consulta dovrà rispondere in merito. Qualora la borsa di studio venga rilasciata allo studente richiedente, il beneficiario non potrà usufruire di altri contributi concessi dallo Stato. Lasciamo quindi, con questa modifica, discrezionalità alla Consulta Pubblica Istruzione che al successivo articolo Il e 12 della presente legge andiamo a modificare sia nella sua composizione sia nei suoi compiti e funzioni, apportando importanti cambiamenti all’ art 18 e 30 della legge 12 Febbraio 1998 n.21 (Norme Generali sull’Istruzione). Queste sono le novità più importanti contenute nel presente progetto di legge che il nostro Movimento intende presentare al Consiglio Grande e Generale affinché anche dentro quest’aula si inizi a parlare sempre più di frequente di scuola e di formazione. La crescita economica del paese passa per forza da una crescita culturale della nostra cittadinanza in particolar modo della cittadinanza più giovane che deve essere sempre più formata affinché possa guidare in futuro, in tutti i campi dell’economia, il nostro piccolo Stato verso un modello economico sostenibile, virtuoso, competitivo ed eccellente”.
Marco Podeschi, Upr: “E’ un progetto di legge molto interessante. Grazie a Civico 10. La legge sul diritto allo studio viene calata in una realtà completamente diversa rispetto al contesto della precedente legge. Piena disponibilità a portare un contributo fattivo a questa legge. Speriamo che su questo tema, fondamentale per il futuro e per lo sviluppo di San Marino, si possano portare elementi di innovazione”.
Andrea Zafferani, C10: “La disponibilità al confronto è massima. Quando c’è un proposta non penso possa essere accolta integralmente. Se c’è interesse siamo disponibili a fare un ragionamento. La riforma della legge del diritto allo studio crediamo sia una priorità. E’ importante, a mio avviso, la previsione del legame tra l’importo dell’assegno di studio e l’indice della situazione economica del richiedente. L’indice della situazione economica delle famiglie purtroppo sta tardando. Facciamo un rimando ad un decreto per introdurlo. Un altro aspetto importante è quello di concedere subito l’assegno di studio e l’assegno di merito agli studenti che studiano fuori: oggi non è così. E’ una mancanza della legge. Voglio segnalare poi la riforma della consulta della pubblica istruzione che modifichiamo con l’ingresso dei rappresentanti degli studenti”.
Comma 14. Progetto di legge “Trasparenza della Politica e dell’Amministrazione Pubblica” (presentato dal gruppo consiliare Civico10) I lettura.
Franco Santi, C10: “Con il presente testo di legge il movimento Civico 10 intende chiedere che siano resi disponibili e pubblicati online i curricula vitae dei candidati alle elezioni del Consiglio Grande e Generale e delle giunte di Castello, nonché dei dirigenti e direttori di dipartimento della pubblica amministrazione e del settore pubblico allargato. Riteniamo infatti che chiunque occupi ruoli di responsabilità ali ‘interno delle istituzioni, o della macchina statale, debba garantire la propria totale trasparenza nei confronti del proprio datore di lavoro, quindi la cittadinanza. Questa, tramite la pubblicazione dei Curricula, avrebbe quindi la possibilità di valutare non solo l’operato, ma anche le competenze di chi occupa determinate posizioni. Al primo articolo intendiamo introdurre fra la documentazione richiesta al momento della candidatura per il rinnovo del Consiglio Grande e Generale e per il rinnovo delle Giunte di Castello il curriculum personale del cittadino che intende candidarsi. Tale curriculum dovrà essere redatto nella forma prevista appositamente dalla Segreteria Istituzionale e sarà pubblicato online in modo da renderlo consultabile dai cittadini. Qualora sussistano dei cambiamenti al curriculum del soggetto, poi successivamente eletto, sarà cura dello stesso soggetto provvedere all’aggiornamento del proprio profilo professionale. Oltre al curriculum, con la norma in oggetto, richiediamo la presentazione al candidato della propria ricognizione di debito, se gravante sul soggetto così come un’autocertificazione in merito a eventuali partecipazioni o possedimenti immobiliari. Con l’art. 2 rendiamo trasparente agli occhi del cittadino le Segreterie di Stato infatti istituiamo l’obbligo di pubblicare nel sito internet delle Segreterie le retribuzioni annuali, i curricula vitae , certificato penale, certificato carichi pendenti, gli indirizzi di posta elettronica e i numeri telefonici ad uso professionale del segretario di Stato , dello staff della Segreteria e di ogni persona in qualunque modo assunta discrezionalmente, consulenti in primis, presso la Segreteria stessa. Stessa documentazione e stessi dati vengono richiesti alla pubblica amministrazione e al settore pubblico allargato infatti all’art. 3 prevediamo che il direttore del dipartimento e i dirigenti delle unità organizzative dei dipartimenti o loro facenti funzioni presentino e pubblichino online i dati previsti sopra.
Crediamo sia arrivato il momento di puntare decisi sulla trasparenza e questa scelta va portata avanti anche mediante semplici decisioni, piccoli accorgimenti che però darebbero la possibilità, in primis ai cittadini, che concretamente si voglia propendere, appunto, per la strada della chiarezza totale. Con questo progetto verrebbero infatti eliminate alcune aree di opacità nell’ambito della politica e dell’amministrazione. Fiduciosi in una costruttiva analisi del progetto”.
Elena Tonnini, Rete: “Il tema della trasparenza della politica e dell’amministrazione è attuale e necessario. Il nostro movimento dà piena disponibilità ad approfondire questo argomento. Il progetto contiene piccoli accorgimenti che permetterebbero modifiche sostanziali. La pubblicazione dei dati richiesti permetterebbe non solo controllo, ma anche la possibilità di raccolte statistiche. Piena disponibilità e ci auguriamo il Pdl sia accolto con l’importanza che merita”.
Ivan Foschi, Su: “E’ un progetto che va contro il sistema di opacità delle risorse e interessi non dichiarati, come risulta dalle recenti inchieste, con cui si andava a inquinare la vita politica e le decisioni che si andavano a prendere. Si danno maggiori strumenti conoscitivi delle segreterie di Stato e dei collaboratori. Non sono articoli rivoluzionari, ma introducono buone pratiche e un modo di approcciarsi tra cittadini e istituzioni che non può non giovare alla trasparenza. Per chi non dovesse adempiere alle indicazione prevederei anche una forma di sanzione. Diamo pieno sostegno al progetto di legge”.
Mimma Zavoli, C10: “Quanto si propone non è un aspetto marginale. E’ una proposta, passibile a qualsiasi modifica, anzi lo riteniamo una valorizzazione quando arrivano suggerimenti. L’importanza da parte della politica di attestare queste condizioni tira fuori la politica stessa da ombre e aloni non positivi, che invece la politica da sola si sta portando dietro. Potrebbe essere un piccolo stimolo e un modo per far sì che la politica tutta si prenda carico e si appropri del senso di responsabilità per rendersi conoscibile ai suoi cittadini. E’ un passaggio non più rinviabile”.
Nicola Selva, Upr: “Anche noi come Upr abbiamo sollevato il tema della trasparenza e fatto proposte perché deve essere un aspetto istituzionale. Per questo motivo accogliamo con favore questo progetto di legge, ancor più perché il nostro Paese ha grande esigenza di trasparenza e non vedo slanci della maggioranza e del governo”.
Marco Podeschi, Upr: “Abbiamo come Upr una proposta sullo stesso tema, auspico si possa arrivare ad un progetto unico con C10, perché tra la cittadinanza c’è esigenza di trasparenza. Noi, nel nostro progetto, parliamo di emolumenti, ovvero di mettere in trasparenza tutti gli emolumenti percepiti dai membri del Consiglio e da chi prende incarichi di nomina consiliare, proponiamo di metterli on line. Upr spera che celermente questo progetto di legge possa essere portato in prima lettura e che da parte dei gruppi ci sia un dibattito per avere un progetto di legge che possa far fare passo in avanti sul fronte della trasparenza istituzionale”.
Valeria Ciavatta, Ap: “Da parte mia c’è parere positivo, ben venga, dove si può, applicare il più possibile trasparenza a chi ricopre incarichi istituzionali. Zafferani era presente in due legislature passate e il mio pensiero va alle difficoltà di allora nel trovare accordo tra consiglieri, per indicare quali informazioni dovevano essere rese pubbliche nella legge elettorale. Per chi viene eletto si potrebbe prevedere livello di trasparenza più approfondito. Posso essere d’accordo sullo spirito della proposta, ma mancano un sacco di cose importanti per il Greco. E ancora, perché non si prevede di dichiarare se ci sono debiti verso l’erario per tasse non pagate? Questo è importante ai fini della scelta elettorale. D’accordo invece sui compensi di chi collabora con le segreterie. Non capisco però perché si chiede il numero di telefono professionale dei dirigenti, quello dell’ufficio è pubblico, nell’elenco telefonico, mi sembra eccessivo. E ancora, si prevedono tempistiche eccessive, esagerate, come ‘entro cinque giorni’”.
Francesca Michelotti, Su: “Lavorare sulla trasparenza è un dovere, in questo momento è un dovere terribile. La trasparenza concorre al protagonismo civico che permette l’esercizio di una democrazia compiuta e non formale. I redditi dei politici sono tra i parametri più evidenti con cui misurare onestà dei politici. Bene hanno fatto i colleghi di C10 a portare in Aula un tema determinate per la democrazia”.
Maria Luisa Berti, Ns: “Il movimento cui appartengo ha sempre portato avanti la battaglia sulla trasparenza di chi ricopre incarichi istituzionali. Nel 2006, senza che le leggi lo prevedessero, tutti i candidati avevano pubblicati i propri redditi. E’ la dimostrazione quanto Ns tenga alla trasparenza personale verso collettività. Condivido quindi la ratio e le finalità del progetto, però penso che per certi versi si sia superato un certo limite. C’è necessità dei chiarimenti sulle espressioni adottate, il certificato di rendita catastale non esiste, e la ricognizione di debito, così come indicata, è imprecisa. Non si possono palesare soggetti terzi cui si ha posizione debitoria, che hanno diritto a non essere menzionati pubblicamente come creditori. Ma queste sono cose che si possono correggere. Non c’è invece equo trattamento tra politici e chi invece ricopre ruoli di rilievo nella Pa. Da una parte c’è ricerca spasmodica e dall’altra parziale. Non è equo.
Poi non c’è un regime sanzionatorio. Non sarebbe meglio limitare l’individuazione delle capacità di reddito, ma prevedere una sorta di sistema sanzionatorio per chi dichiara il falso?
Stiamo poi attenti ad evitare che le capacità di reddito e patrimoniali vadano a condizionare il voto dell’elettorato passivo. Potrebbe essere un rischio da evitare. Può essere inoltre un deterrente, persone con redditi bassissimi o altissimi potrebbero non volere candidarsi per non mostrare la propria capacità reddituale. Spero in commissione ci sia disponibilità al confronto e spero che la trasparenza, di cui tutti abbiamo sete, non diventi eccesso e ci faccia diventare uno Stato di polizia, limitativo per un sistema democratico”.
Andrea Belluzzi, Psd: “Questa proposta di legge ha sicuramente un merito, di aprire una riflessione non tanto della trasparenza nei confronti della politica, su cui la legge elettorale fa già molto. Al Psd interessa un altro ragionamento. Quello di diminuire il potere concessorio in capo alla politica e trasferire decisioni in capo ai dirigenti della Pa. Non condivido di pubblicare numeri di telefono o altri aspetti, ma credo nella trasparenza del pubblico. Però ritengo che bisogna concentrarsi di più sugli aspetti relativi ai conflitti di interessi, sia sui dirigenti Pa, che nei consulenti. Su questo credo bisogna accendere le riflessioni. In futuro infatti l’esercizio dei poteri sarà sempre più spostato altrove rispetto quest’Aula”.
Luca Beccari, Pdcs: “Io credo che ci troviamo di fronte ad un’ennesima distanza. Distanza che sta nella differenza di concepire il concetto di trasparenza. Sono disponibile al ragionamento sul potenziamento delle attuali forme previste dalla legge. Ma credo che si entri in una sfera che non è più quella della trasparenza. Piuttosto, e lo dico in termini provocatori, si cade nel voyeurismo. E’ chiaro che alcuni elementi che oggi già la legge prevede, come reddito e partecipazione della società, siano elementi su cui ragionare. Andare a inserire dettagli sulla situazione debitoria o sulle disponibilità liquide o sul patrimonio è sbagliato. Si arriva a creare una barriera all’accesso dei consiglieri alla carica politica. Il politico che non vuole esternare la propria situazione debitoria, perché magari ha legittimamente contratto un mutuo, potrebbe arrivare a non candidarsi. Sul compenso diamo una informativa di trasparenza sull’emolumento percepito da una persona e dunque mi sta bene. Così come mi sta bene la partecipazione nelle società che producono reddito. Questi provvedimenti secondo me stravolgono il senso delle cose. E’ un tema su cui sono disponibile al confronto. Siamo tutti d’accordo su favorire la trasparenza”.
Andrea Zafferani, C10: “Ringrazio i colleghi di maggioranza che sono vivi su questo tema. Mi fa piacere che il tema della trasparenza sia molto sentito. Posso comprendere alcune delle critiche che mi sono state rivolte. Ma spetta agli elettori il compito di decidere se quelle informazioni sono più o meno importanti. Non è un’invasione della privacy, ma è solo un indice di trasparenza per rendere più consapevoli i nostri elettori. Si può però prevedere un regime diverso tra chi si candida e chi viene eletto. Il confronto resta apertissimo”.
San Marino, 19 Marzo 2015/02