Durante la seduta pomeridiana del 15 luglio, i lavori ripartono dal comma 7, relativo al Progetto di legge “Recepimento e attuazione del Regolamento (UE) 2023/1115 (EUDR), relativo alla messa a disposizione sul mercato e all’esportazione di determinate materie prime e determinati prodotti associati alla deforestazione e al degrado forestale”. Su questo Pdl è stata richiesta la procedura d’urgenza, approvata all’unanimità dall’aula.
Il tema offre lo spunto per una riflessione più ampia sul rapporto tra San Marino e l’Unione Europea. La maggioranza ha condiviso la linea del Governo, sostenendo che episodi come questo dimostrano quanto sia urgente portare a termine il percorso di associazione con l’Unione Europea. L’attuale assetto normativo costringe San Marino ad affrontare rincorse legislative ogni volta che l’UE introduce nuove direttive o regolamenti, mentre l’accordo garantirebbe un coinvolgimento anticipato nei processi decisionali europei e un allineamento semplificato. Alcuni esponenti della maggioranza hanno anche evidenziato la necessità di predisporre da subito un piano di recepimento dell’acquis comunitario e rafforzare la capacità della Pubblica Amministrazione di monitorare per tempo le normative europee in arrivo. L’opposizione, pur esprimendo voto favorevole alla procedura d’urgenza e al progetto di legge, ha lamentato la mancanza di un’adeguata informazione preventiva sul provvedimento e ha sollevato dubbi di natura tecnica sullo status giuridico di San Marino, che, anche dopo l’accordo, rischierebbe di rimanere formalmente un “Paese terzo” al di fuori del territorio doganale UE. E’ stato chiesto se siano previste misure per superare tali criticità in modo strutturale. Inoltre, è stato sollecitato un cambio di passo nell’approccio generale alle politiche europee: non basta più rincorrere le emergenze, ma serve una visione strategica e una governance più efficace per affrontare le sfide legate all’integrazione normativa e alla competitività delle imprese. Il Pdl è quindi approvato all’unanimità.
Seguono, al comma 8, le dichiarazioni di pubblica utilità, permute ed assegnazioni varie. Al comma 9 viene affrontato il Progetto di legge “Abrogazione delle residenze fiscali non domiciliate” (presentato dai Gruppi Consiliari Repubblica Futura, Domani – Motus Liberi e Movimento Civico RETE).
Spiega Matteo Zeppa (Rete): “Sapete bene che intorno a questo tema si è generato un forte malumore, un disagio diffuso anche all’interno della stessa maggioranza, e devo essere onesto nel dirlo. Ci sono stati dei passi avanti, soprattutto su un aspetto specifico che riguardava proprio le residenze fiscali non domiciliate. Noi, nel dubbio, siccome non condividiamo e non abbiamo condiviso, già nella scorsa legislatura quando eravamo in maggioranza, il progetto delle residenze fiscali non domiciliate – chi più, chi meno – continuiamo a non condividerlo oggi che siamo in opposizione”.
Il Segretario di Stato Luca Beccari ha spiegato che le residenze fiscali non domiciliate erano nate con l’intento di attrarre investimenti strutturali, in particolare nel settore dell’accoglienza turistica, favorendo la nascita di infrastrutture di alto livello e ampliando le opzioni di residenza nel Paese. Tuttavia, ha riconosciuto che il meccanismo non ha prodotto i risultati sperati: l’unica istanza presentata è stata ritirata dall’investitore (BANUELOS ndr) e, da allora, non sono pervenute nuove richieste. Beccari ha quindi proposto di non contrapporre un semplice rifiuto all’abrogazione, ma di cogliere l’occasione per rivedere l’intero impianto normativo. Anche Libera, con Vladimiro Selva, ha confermato la posizione critica verso lo strumento, ma ha accolto positivamente l’apertura espressa dal Segretario di Stato a un confronto in Commissione per rivedere la normativa. Pur mantenendo la contrarietà,

Libera si è detta disponibile a valutare modifiche che possano rendere più efficace e coerente lo strumento rispetto agli obiettivi di rilancio del comparto ricettivo.
Dal Partito dei Socialisti e dei Democratici, Silvia Cecchetti ha difeso l’uso delle residenze come legittima leva di politica economica, soprattutto in uno Stato piccolo come San Marino. Ha sostenuto che l’istituto delle residenze fiscali non domiciliate aveva una logica legata all’attrazione di investimenti in un settore difficile come quello turistico.
Il Segretario di Stato Rossano Fabbri ha evidenziato la necessità di concentrarsi, in sede di Commissione, sui contenuti degli articoli 12 e 13 della normativa e soprattutto sull’uso delle circolari amministrative, che hanno creato confusione e incertezza nelle prime applicazioni del provvedimento.
William Casali (PDCS) ha ringraziato il Segretario Beccari per l’approccio aperto e costruttivo e ha rimarcato la necessità di una riflessione seria sul futuro del turismo sammarinese. Ha sottolineato che l’evoluzione della domanda turistica impone un adeguamento dell’offerta, con attenzione anche al segmento di fascia alta.
Antonella Mularoni (RF) ha richiamato l’insuccesso del progetto legato alla “San Marino Tower” e il caso del sito San Marino World. Mularoni ha sostenuto che, per attrarre investimenti veri, è necessario prima creare una domanda turistica stabile, e che soltanto allora si potrà ragionare su residenze qualificate che offrano reali vantaggi fiscali.
Luca Boschi (Libera) ha ricordato che Libera, insieme agli altri gruppi di opposizione della scorsa legislatura, fu tra i principali oppositori del DES. Ha concluso sottolineando che il problema vero è il declino dell’offerta ricettiva sammarinese, e che la normativa vigente non ha contribuito in alcun modo a invertire la tendenza.
Carlotta Andruccioli (D-ML) ha chiarito che non c’è contrarietà di principio verso le residenze come strumento di politica economica, ma verso la gestione poco trasparente e il conferimento di poteri decisionali a soggetti privati. Ha denunciato il rischio di concentrazione di potere economico e decisionale, e ha ribadito che la gestione di questi strumenti deve restare saldamente nelle mani dello Stato.
Emanuele Santi (RETE) ha motivato la presentazione del progetto di legge con la forte preoccupazione del suo gruppo rispetto alla reale sospensione del provvedimento sulle residenze fiscali non domiciliate. Secondo Santi, al di là delle dichiarazioni ufficiali, il progetto non sarebbe affatto fermo. Ha quindi sollecitato l’abrogazione totale della legge e delle circolari. “Lo sappiamo tutti, questo progetto di legge è sempre stato problematico. Serve coraggio. Non si tratta di far cadere un governo, ma di fare in modo che le norme relative all’attrattività imprenditoriale siano finalmente trasparenti e credibili” afferma in conclusione Zeppa (Rete).
A conclusione del dibattito, il progetto di legge viene assegnato alla II Commissione Consiliare Permanente.
Ecco gli interventi
20250715 – Consiglio Grande e Generale – Report martedi? 15 luglio 2025 pomeriggio