San Marino. Consiglio Grande e Generale, Istanze d’Arengo. Lunedì 22 settembre, mattina. Report by AskaNews

I lavori, nella mattinata del 22 settembre, ripartono dall’esame delle Istanze d’Arengo, e in particolar modo dall’Istanza n.37 “al fine di introdurre nell’ordinamento penale sammarinese il misfatto di surrogazione di maternità”. L’Istanza d’Arengo è approvata con 25 voti a favore, 10 contrari, 2 astenuti. 

Segue un confronto particolarmente accesso sull’ultima Istanza all’ordine del giorno, la n.17, “per sospendere l’iter del progetto di legge volto ad eliminare l’obbligo per il naturalizzato di rinunciare alla cittadinanza d’origine”, con il Congresso di Stato che esprime parere contrario all’accoglimento.

Il Segretario di Stato Andrea Belluzzi prende la parola per chiarire la posizione del governo. Ringrazia innanzitutto gli istanti per aver stimolato una riflessione e conferma la linea del rigetto. Belluzzi insiste sul fatto che il percorso di analisi è già in atto e che la sede naturale è la Commissione Consiliare I: «Perché fermare il percorso, anziché ritrovarci in Commissione e confrontarci lì su quei temi?». Non nasconde, però, di essere favorevole a un confronto ampio e senza accelerazioni: «Sarei per fermare tutte le bocce e chiedere all’Aula di aprire una discussione, vista la complessità del tema». Il Segretario sottolinea che la cittadinanza non è più solo un fatto istituzionale ma anche sociale e culturale: «Rinunciare a una cittadinanza non è solo un tema legato all’elettorato, significa dire a una persona: “rinuncia alla tua storia in favore di un’altra”. Ma perché le storie non possono sommarsi?». Da qui l’invito a non accelerare l’iter legislativo ma a costruire un percorso condiviso: «Non aprire un percorso accelerato sull’approvazione del progetto di legge, ma al contrario – se vi è la condivisione dell’Aula – avviare una riflessione profonda e un confronto a tutto tondo, che possa anche tradursi in emendamenti a integrazione del progetto di legge». 

Il consigliere di Rete Matteo Zeppa ribadisce il no del suo gruppo e attacca la gestione politica: «Io credo che sia ora di tagliare i ponti con questa politica che non sa prendere decisioni per non rendersi impopolari. […] Il nostro è un no assolutamente convinto a questa istanza. È un no convinto alle ideologie che stanno dietro al comitato».

La Democrazia Cristiana, con gli interventi di Manuel Ciavatta e Marino Albani, conferma il voto contrario all’istanza. «Il nostro partito – sottolinea Ciavatta – voterà contro l’istanza, proprio perché evidentemente il percorso che stiamo facendo per togliere l’obbligo di rinuncia crediamo che non vada fermato. Quello che però potrebbe succedere è che in sede di commissione si potrebbero introdurre correttivi» come il giuramento e requisiti per l’elettorato passivo. Albani invece invita a riflettere sui possibili «conflitti di interesse» dei doppi cittadini che ricoprono ruoli politici.

Il Partito dei Socialisti e Democratici con Paolo Crescentini e Silvia Cecchetti rimarca la posizione a favore della doppia cittadinanza e contro l’istanza: «Oggi, però, ricordiamoci che l’obbligo di rinuncia sta diventando quasi un’ostinazione», dichiara Cecchetti, che parla di «un intervento di civiltà giuridica necessario da introdurre».

Nicola Renzi e Antonella Mularoni di Repubblica Futura invece difendono l’istanza e chiedono un metodo diverso: «Gli istanti ci stanno dicendo semplicemente che il tema della cittadinanza non può essere ridotto al semplice tema della rinuncia. Il tema della cittadinanza è un tema complesso che riguarda l’acquisizione, il mantenimento, la rinuncia, l’esplicitazione del diritto di voto, dell’elettorato attivo e passivo», afferma Renzi. Mularoni aggiunge: «Dobbiamo “fermare le bocce”, non perché sono già ferme per la vostra mancanza di quadra, ma perché la cittadinanza è un tema troppo importante, con effetti fondamentali per il futuro del Paese».

Per Fabio Righi (Domani Motus Liberi) il tema va trattato senza contrapposizioni: «Non trasformiamo questo argomento in una dinamica di tifoserie, ma affrontiamolo con l’approfondimento che merita. La cittadinanza di per sé è un bollino che non ha significato se non c’è dietro un percorso che porta il richiedente ad avere un attaccamento effettivo, reale e concreto».

Giuseppe Maria Morganti (Libera) invita a non vedere la doppia cittadinanza come una minaccia: «Abbiamo già 11, probabilmente 12.000 doppi o addirittura tripli cittadini». Chiede però garanzie come un giuramento “forte” e percorsi di formazione per chi si naturalizza, così da rendere la scelta pienamente consapevole. Gian Nicola Berti (AR) ribadisce la centralità dell’identità storica: «Sammarinesi si nasce, non si diventa». Per lui il vero nodo è il rischio di conflitto di interessi dei doppi cittadini: «Il problema si pone quando questi due Stati e queste due cittadinanze entrano in conflitto».

L’Istanza è messa in votazione e respinta con 30 voti contrari e 7 favorevoli. 

Terminato il comma relativo alle Istanze d’Arengo, prosegue la ratifica dei Decreti Delegati. Via libera al Decreto Delegato 27/06/2025 n.89 Modifiche al Decreto Delegato 30 gennaio 2020 n.11 “Autorizzazione alla realizzazione e al funzionamento delle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-educative pubbliche e private”; al Decreto Delegato 27/06/2025 n.90 Disposizioni di modifica ed attuazione della Legge 13 dicembre 2024 n.194 – Diritto all’oblio oncologico – Disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone guarite da malattie oncologiche. 

Alle 13.00 i lavori vengono interrotti. Riprenderanno alle 15.00. 

Di seguito una sintesi dei lavori 

20250922 – Consiglio Grande e Generale – Report lunedi 22 settembre 2025 mattina