San Marino. Consiglio Grande e Generale, la sintesi del lungo dibattito sull’arresto di Fiorenzo Stolfi

consiglioIn apertura dei lavori l’avvio di un lungo dibattito sul ciclone giudiziario abbattutosi sulla politica, con il recente arresto di Fiorenzo Stolfi, ex segretario di Stato. 

Il primo ad intervenire è il segretario di Stato per gli Affari Interni, Gian Carlo Venturini,  che conferma le ultime ispezioni da parte degli inquirenti in Banca centrale e ribadisce il sostegno e la fiducia nelle forze dell’ordine e nella magistratura. Quindi prende la parola il capogruppo del Psd, Stefano Macina, per ribadire le iniziative prese dal suo partito nei confronti di Stolfi e confermare che tra le forze di maggioranza c’è l’intesa ad avviare a breve una commissione d’inchiesta consiliare sulla vicenda ‘conto Mazzini’,  “a riprova che non c’è alcun tentativo di sottrarsi al dovere di fare chiarezza”. 

Da Simone Celli, Ps, un mea culpa: “Anche io mi sento politicamente responsabile di non aver fatto tutto quanto era nelle mie possibilità per dare un nuovo metodo di fare politica- ammette- potevo e dovevo fare molto di più per mettere in piedi processo di auto-riforma”. Ma lo stesso segretario del Ps ammonisce dal rischio di sconfessare l’intera classe politica:“Non dobbiamo buttare via il bambino con l’acqua sporca- manda a dire- la politica e i partiti hanno ancora un senso”. Matteo Fiorini, Ap solleva la questione del finanziamento del voto di scambio: “Per un ventennio abbiamo sospeso la democrazia di San Marino- denuncia- si è quindi inquinata la lotta tra i partiti, c’era chi si misurava sulle idee e chi faceva un altro gioco, con altre regole”. 

Denise Bronzetti, Indipendente, punta il dito contro il suo ex partito: “Quando ho abbandonato il Psd- ricorda- non ho potuto fare diversamente perché mi ero accorta del deficit di democrazia al suo interno”. E lamenta che nei partiti tradizionali “certi passaggi al proprio interno li dovevano fare prima e per tempo”. Attacca il Psd e il Pdcs anche Luca Santolini, C10: “Mi vergogno di stare seduto in Aula consiliare accanto a persone legate a protagonisti di certe vicende giudiziarie”. Mentre il consigliere di Rete Matteo Zeppa chiede di azzerare tutto e tornare alle elezoni: “Non siete più nella condizione di continuare questa eutanasia al governo, l’unica soluzione è quella di tornare alle elezioni che darebbero modo ai partiti, Dc e Psd, di fare davvero pulizia”.Quindi Antonella Mularoni, segretario di Stato per il Territorio, rivendica il merito di una parte della politica che ha cambiato le cose: “Forse la politica, grazie alla commissione Antimafia, è arrivata prima della magistratura- manda a dire- non è vero che solo i movimenti arrivati ora in Aula sono legittimati a parlare”, perché “la buona politica non nasce oggi”.

  

Di seguito una sintesi della prima parte degli interventi odierni.

Comunicazioni:

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari Interni: “Relativamente all’arresto di Stolfi e Faetanini credo sia doveroso fare alcune precisazioni. L’inchiesta si riferisce a vicende più o meno recenti da cui si segnalano anche ispezioni avvenute presso la sede di Banca Centrale per ottenere alcune documentazioni. Credo sia giusto evidenziare che nella stessa ordinanza viene elogiato il lavoro di attività ispettiva degli organi di Banca Centrale. Piena fiducia al lavoro della magistratura e delle Forze dell’ordine che devono continuare a lavorare con serenità nel rispetto del diritto alla difesa degli indagati. Questi avvenimenti ci consentiranno di fare ulteriori riflessioni nell’ambito del percorso volto alla legalità e alla trasparenza intrapreso dal nostro Paese in questi anni”.

Stefano Macina, Psd: “Ritengo doveroso in quanto capogruppo del Psd, comunicare ufficialmente al Consiglio Grande e Generale che a meno di 24 ore dalla notizia dell’arresto di Fiorenzo Stolfi, il collegio dei garanti, sulla base dello Statuto ed del codice etico in vigore nel nostro partito, ha disposto la sospensione con effetto immediato di Stolfi da membro della direzione del Partito. Stolfi non detiene altri incarichi, dopo che alle ultime elezioni del 11 novembre 2012 non si era ricandidato. Il senso di questo atto è chiaro: se da una parte, ad indagine ancora in corso, non si intende venire meno al principio della presunzione di innocenza sancita dalla nostra Carta dei diritti, dall’altra la misura cautelare adottata si è resa indispensabile, vista i pesantissimi addebiti ipotizzati dalla Magistratura. Si tratta, qualora confermati, di comportamenti e atti di una gravità tale da trovare immediatamente la nostra più ferma condanna etica e politica, prima ancora che giudiziaria.

Dunque, consapevoli del danno di immagine e politico che già l’arresto di Stolfi ha prodotto al nostro Partito, ci auguriamo per lui che possa dimostrare la propria estraneità alle accuse che gli vengono mosse, ma la nostra linea rimane quella dell’intransigenza, della legalità e della necessità di far i conti con fatti e situazioni che, per quanto dolorosi per la nostra comunità e anche per il nostro Partito, devono essere messi a nudo con completezza ed oggettività, senza guardare in faccia a nessuno. Apprezziamo e incoraggiamo, dunque, il lavoro della magistratura che, attraverso le indagini avviate e l’acquisizione progressiva di riscontri ed evidenze probatorie, ha il compito di individuare le responsabilità e di delineare una rappresentazione oggettiva di fatti e comportamenti che, se confermati in tutto o in parte, “raccontano” di rappresentanti delle nostre istituzioni indegni della fiducia dei cittadini.

Un “racconto” su cui la classe politica, e non solo, di questo Paese, ha il dovere di interrogarsi. Desideriamo ricordare che se oggi è cresciuta nel Paese una sensibilità più esigente in tema di legalità e di trasparenza è anche grazie al contributo del Psd nell’approvazione e proposizione di provvedimenti importanti. Ma non è finita. Se si vuole davvero estirpare il rischio alla radice va messa in piedi un’azione complessiva di riforma tesa ad eliminare il potere discrezionale fuori controllo, di cui il congresso di Stato ancora gode.

Il Psd mette a disposizione la propria azione politica e la propria capacità progettuale per fare del completamento del percorso di trasparenza e di riforma avviato una priorità assoluta su cui concentrare lo sforzo in primis del Consiglio Grande e Generale, con il concorso di volontà e di condivisione auspicabilmente il più ampio possibile. Il Psd ha riscontrato su questa impostazione una forte convergenza di valutazioni con gli alleati di governo e le notizie di cronaca di queste ultime settimane rappresentano una sollecitazione ad intensificare gli sforzi in questa direzione. Già c’è l’intesa ad avviare, una commissione d’inchiesta consiliare sulla questione “conto Mazzini”, a riprova che non c’è alcun tentativo di sottrarsi al dovere di fare chiarezza”.

Simone Celli, Ps: “Il nostro Paese, oltre alla crisi economica, ora deve affrontare la questione morale. Il rischio che San Marino diventi una polveriera è sempre più concreto. La politica deve riappropriarsi del proprio ruolo se vogliamo dare messaggio di speranza al popolo sammarinese. Massimo rispetto, apprezzamento e sostegno all’attività della magistratura. Credo però che a volte sia semplice gettare discredito sull’intera classe politica, dimenticando invece il ruolo che la politica ha avuto negli ultimi anni nel fornire all’attività giudiziaria gli strumenti normativi e investigativi per condurre tali indagini. Le normative sulle intercettazioni, sull’anti-riciclaggio solo per fare alcuni esempi. Bene ha fatto il consigliere Macina a dire che sulla vicenda Cassa di Risparmio-Sopaf c’è una commissione d’inchiesta al lavoro e che c’è un ordine del giorno per istituirne una sulla vicenda conto Mazzini. Segnali che denotano volontà di raggiungere la verità. Io credo che sia importante fare emergere un messaggio: la politica ed i politici non sono tutti uguali. Vogliamo affrontare questa fase politica con molta consapevolezza e responsabilità. Noi riteniamo che a livello politico sia necessario attivare una riflessione profonda. Non possiamo limitarci a dire che abbiamo adottato un codice etico e istituito due commissioni d’inchiesta. Serve molto di più. Mettiamo in campo una robusta auto-critica rispetto al ruolo che i partiti e la politica hanno avuto negli ultimi 15/20 anni. E sia ben chiaro parlo anche dei giorni “nostri”. Serve consapevolezza del fatto che i partiti hanno commesso molti errori e hanno perso propria funzione: cinghia di trasmissione tra cittadinanza e istituzioni. Il rinnovamento magari c’è stato, ma ha premiato i fedelissimi e non le capacità ed i partiti a tratti si sono trasformati in comitati elettorali o ancora peggio comitati affaristici. Anche io mi sento politicamente responsabile di non aver fatto tutto quanto era nelle mie possibilità per dare nuovo metodo di fare politica. Potevo e dovevo fare molto di più per mettere in piedi processo di auto-riforma. Attenzione però. Non dobbiamo buttare via il bambino con l’acqua sporca. La politica e i partiti hanno ancora un senso. Ma la politica ha ancora un senso nella misura in cui si appropria del proprio ruolo e da il via a un nuovo metodo di gestione della cosa pubblica basato su legalità e trasparenza. Noi diciamo “no” a questa tendenza di voler distruggere il sistema politico e democratico sammarinese. Ciò che mi preoccupa di più è che logge massoniche e gruppi di potere non ben specificati possano andare a riempire il vuoto di potere creato dalla politica: ecco perché ribadiamo la necessità che riemerga la politica e chiediamo di aprire una riflessione profonda rispetto a quello che è stato il modo di gestione della cosa pubblica negli ultimi 20 anni. In Banca Centrale non sono avvenute solo ispezioni, ma anche sequestri. In un’istituzione che, è bene sottolineare, dovrebbe dare la governance del sistema bancario e finanziario sammarinese. Il vertice di Banca Centrale è citato in maniera chiara e netta in un’ordinanza che prevede azioni di custodia cautelare. Noi riteniamo che il vertice di Banca Centrale sia delegittimato e non possa più rappresentare la governance del sistema bancario e finanziario del nostro paese. Va bene il garantismo ma quando si occupano posizioni chiave occorre avere credibilità nei confronti del Paese ma anche nel confronto con gli esterni. Una riflessione politica occorre aprirla se vogliamo dimostrare serietà. Cosa dice la maggioranza rispetto a questa situazione? Cosa dice il Governo? Il segretario Venturini ha fatto un breve cenno però io credo che qui ci sia un problema. La politica esamini politicamente certe situazioni altrimenti parliamo di fuffa. Oggi si deve avere il coraggio di aprire una nuova fase. Se non si è in grado di farlo, se non si è in grado di reagire chiedo al Governo di levare le tende”.

Luca Santolini, C10: “Quando sui giornali leggo del riciclaggio di 330 milioni di euro provenienti da mafia cinese e ‘ndrangheta mi stupisco. L’arresto di Stolfi sta facendo uscire dal calderone tanta melma. Fatico molto a rimanere sereno davanti alle dichiarazioni di alcuni consiglieri di maggioranza. Mi vergogno di stare seduto in Aula consiliare accanto a persone legate a protagonisti di certe vicende giudiziarie. Non è un segreto per nessuno che dentro il Psd ci sia chi avesse come punto di riferimento Stolfi. Idem per Podeschi e la Dc. Ma nessuno ha avuto il coraggio di dire qualcosa. Si è taciuto dinanzi al clientelismo scientifico che portava a inserire nella Pa propri protetti. Quasi tutti all’interno dei partiti tradizionali accettavano passivamente che questi politici faccendieri svolgessero loro attività. E ora non basta scrivere “guardiamo avanti”. I fatti contestati dalla magistratura sono troppo gravi e sono collegati tra loro da una serie di inchieste interminabili. E anche chi non ha goduto direttamente di questa rete clientelare ma anzi ha provato a combatterla dai partiti tradizionali non può accontentarsi. Non basta più. Certi passi andavano fatti prima dell’intervento della Magistratura. Sospendere oggi non salva la credibilità di nessuno. Siamo tutti garantisti ma le responsabilità politiche di qualcuno nella creazione di un sistema che ha portato a San Marino una pioggia di milioni di euro di provenienza mafiosa, ci sono. E non accetto il discorso “avranno fatto quello che hanno fatto ma almeno prima stavamo bene tutti”: avrei preferito mangiare pane e cipolla piuttosto che pensare che lo stato di benessere garantito a San Marino sia stato ottenuto con soldi mafiosi. Non posso dimenticare che all’interno di questo governo ci sono persone che non possono essere considerati credibili. Perché legati a quel sistema clientelare. C’è ancora chi da due decenni occupa posizioni di vertice nei partiti storici. Non poteva non sapere. E allora come si può parlare di cesura e di taglio col passato? Il passato è ancora qui dentro”.

Matteo Fiorini, Ap: “L’arresto di Stolfi ha varie sfaccettature. La prima è che si riconferma l’esistenza- il mio discorso vale se le accuse dovessero essere confermate- di un forte grado di inquinamento politico e affaristico che ha impoverito il Paese. Gli ha fatto perdere credibilità e ha creato le condizioni perché ci fossero anni bui sul piano relazionale e sul piano economico e morale. La seconda considerazione è che oggi vediamo esistere un potere giudiziario che non mostra sudditanza nei confronti del potere politico. La stragrande maggioranza dei sammarinesi sono con le Forze dell’Ordine e Magistratura. La legge sull’editoria appena approvata credo che dovrà contribuire a fare passo in avanti verso la trasparenza: non sarà più possibile per alcune testate, che oggi danno la notizia dell’arresto di Stolfi a denti stretti, non dichiarare più per conto di chi lavorano e a chi rispondono. Un’altra considerazione è che se è vero che le enormi somme derivanti dal riciclaggio erano finalizzate a finanziare il voto di scambio questo significa che per un ventennio abbiamo sospeso la democrazia di San Marino. Si è quindi inquinata la lotta tra i partiti: c’era chi si misurava sulle idee e chi faceva un altro gioco, con altre regole.  All’interno dell’Aula, ed escludo i neonati movimenti, ci sono partiti interi (come quello a cui appartengo) e singole persone all’interno dei partiti coinvolti dalle inchieste giudiziarie, che sono state danneggiate fortemente e ridotti all’osso da queste vicende . Auspico che queste persone, rinunciando forse a una parte della propria identità politica, inizino un nuovo percorso che come minimo comune denominatore dell’aggregazione abbia i valori che determinano la qualità delle persone. Infine dico che tutto questo ha delle cause e delle responsabilità diffuse. Se è vero che c’era un sistema di appropriazione illecita dei voti significa che c’era anche chi li vendeva. La cittadinanza ha responsabilità enormi. La democrazia richiede responsabilità sia dell’elettorato passivo che di quello attivo. La presunzione di innocenza sui singoli reati è un cardine del sistema democratico. Auspico che assisteremo a processi giusti”.

Denise Bronzetti, Psd: “Il quadro che emerge dice, anche a noi politici, che nel tempo ci sono state delle responsabilità politiche ben individuabili e che fanno riferimento a persone, politici, professionisti e dirigenti del Paese a vari livelli. A fronte di tutto ciò, c’è una parte della politica e della dirigenza che nonostante tutto ha cercato di cambiare il volto di questo Paese e lo sta facendo ancora in mezzo a mille resistenze, attraverso a provvedimenti che hanno reso possibile alla magistratura di arrivare fino a questo punto, di lavorare in autonomia e di poter perseguire reati che fino a qualche anno fa non erano presenti nel nostro ordinamento.

Ora preoccupa sapere come proseguire su questo percorso e come far ripartire il Paese. Un certo modo di fare politica non è stato infatti debellato. Deve aprirsi un confronto democratico e istituzionale per dare risposta al Paese. Il ruolo dei partiti: quelli tradizionali sono in forte difficoltà e certi passaggi al proprio interno li dovevano fare prima e per tempo. Per tutta conseguenza, i cittadini si sono allontanati dai partiti e dalla politica. Sono estremamente convinta del ruolo che i partiti devono avere ancora per la democrazia del Paese. Quando ho abbandonato il Psd non ho potuto fare diversamente perché mi ero accorta del deficit di democrazia all’interno del quel partito, le logiche erano altre e viene evidente oggi in modo virulento. Oggi per me non è facile gioire, anzi aumenta la mia rabbia rispetto a passaggi doverosi che i partiti non sono stati in grado di fare. C’è estremo bisogno di chiarire i rapporti di forza che determinano le scelte di questo Paese, rapporti che spesso hanno nomi e cognomi ben identificabili. Bisogna che il Consiglio, i partiti e la classe dirigente si riapproprino del proprio ruolo e tutto il resto deve essere combattuto”.

Gian Matteo Zeppa, Rete:  “Questo mettere i puntini sulle ‘i’, sul fatto che certi fatti non si dovranno ripetere, sa dell’ipocrisia della politica degli ultimi 20 anni. In questo Paese c’è una sorta di falso storico, e così in quest’Aula. Con i capi di imputazione in capo a Podeschi e Stolfi, credo che la magistratura abbia emesso due ordini di cattura perché ha in mano elementi che li possano confermare. Politicamente scorretto lo sono sempre stato e non posso non dire che non ho esultato per gli arresti. Perché? Il buonismo ipocrita vi fa dimenticare che su 14 governi incluso l’attuale, in 12 legislature i signori Stolfi e Podeschi sono stati segretari di Stato. Questo buonismo non ha modo di esistere. Non hanno ricoperto la segreteria per lo zucchero filato, ma Finanze, Sanità, Esteri e oggi sono imputati di riciclaggio, associazione a delinquere, capite bene che queste due persone hanno un passato da non cancellare. A chi tesse le lodi alla magistratura: le normative che gli hanno consentito di fare quello che ha fatto vengono dalle imposizioni di organismi internazionali. Dire che la magistratura è libera, è un’altra ipocrisia, perché ci è stato imposto.  Chi si fa bello per dire che ha votato certe leggi lo fa per pararsi. Fiorenzo Stolfi ha gestito per 20 anni il potere. Faccio un mea culpa da cittadino: quando ascoltai la relazione della commissione inchiesta su Fincapital non mi convinceva. Ho mosso delle critiche allora e oggi posso dire che sbagliavo. Devo ammettere che la politica ha avuto tanto coraggio, ho capito le pressioni, i pericoli nel fare quella relazione che forse non ha portato a sanzioni, ma è quello uno dei solchi tracciati dalla politica. Forse molti se la sono dimenticati, a pag. 23, si parlava di atti censurabili  per Stolfi e Podeschi, ma allora non mi risulta sia stata presa alcuna censura dai loro partiti. Credo che l’espulsione non la sospensione fosse un atto dovuto già allora. Abbiamo fatto i conti, sui voti che hanno mosso i due signori. Se è vero che hanno utilizzato i propri ruoli politici da segretari di Stato per movimentare dei voti, se si parla di cordate, bisogna portisi il problema: nell’Aula siamo sicuri che oggi i loro voti non siano ricaduti sui consiglieri qui presenti? Qui è la morte delle istituzioni questi politici andavano a cercare soldi dai mafiosi e hanno portato dentro di tutto.

E oggi, dopo tutto quello che è successo siete ancora lì a chiedere sacrifici alla cittadinanza per tappare un buco che la classe politica, nominata dalla commissione antimafia, ha causato in questi anni, con quale morale lo fate?.

Non siete più nella condizione di continuare questa eutanasia al governo, la valutazione che avete fatto non ha modo di esistere, non so con quale legittimità parli chi è stato compagno di partito e di merende delle due persone (augurandomi che si aggiunga anche la terza, già nominata in Commissione antimafia). L’unica soluzione, la più morale e normale in un Paese, è quello di tornare alle elezioni che darebbero modo ai partiti, Dc e Psd, di fare davvero pulizia. Andiamo alle elezioni, non si può condurre il Paese in questo modo con una delegittimazione continuare, facciamo reset. Se siete convinti che il cambiamento è in atto dei vostri partiti non dovete avere paura. I dubbi sui rappresentanti effettivi dentro quest’Aula non me li toglie nessuno. Il Paese muore e ai nostri occhi siete depauperati dall’essere al governo e da chiedere sacrifici alla cittadinanza”.

Antonella Mularoni, segretario di Stato per il Territorio: “Rivendico l’appartenenza a un movimento che non è stato e non sarà, ne sono certa, implicato nei fatti del dibattito politico. Allo stesso tempo, ritengo che la demagogia sia fuori luogo e l’esperienza lunga in quest’Aula mi permette di svolgere alcune considerazioni. Il mio partito nasce nel ’93 e immediatamente facemmo esposti sul voto di scambio, e anche nel ’98 ci siamo trovati di fronte a decreti di archiviazioni ridicoli. Quello era il clima allora, forse la magistratura non si sentiva abbastanza forte, perché oggi mi pare strano sentire che solo oggi si sia accorta che nel ’93 si era sbagliata.

Nel 2008 ci trovavamo in un Paese con una normativa anti-riciclaggio, dopo che il Paese era posto in procedura rafforzata dal Moneyval. Quel governo che si è trovato nella burrasca ha messo in sicurezza il Paese e ha pagato anche certe scelte. Il governo nella scorsa legislatura ha rischiato di cadere sulle vicende che hanno dato origine alle indagini di cui stiamo discutendo.

Ricordo quante critiche hanno avuto i membri della commissione Fincapital e quanto i loro partiti stessi hanno pagato per i nuovi moralizzatori, che erano i vecchi della politica, che hanno goduto dell’appoggio dei mass media. L’opera di moralizzazione non l’ha fatta solo Ap, anche la Dc, ci dimentichiamo che un segretario alle Finanze è cambiato ed è entrato al suo posto Valentini.

Mi sembra ci sia amnesia in certi ragionamenti. Rivendico con orgoglio che certe iniziative sono arrivate grazie a governo e maggioranza, anche se i progetti sono stati votati all’unanimità. E non è vero che qualcuno non si è presentato spontaneamente, noi abbiamo pagato elettoralmente la nostra posizione, Ap è nata per cambiare il Paese, poi la gente ci apprezza meno di prima? Pazienza, ma noi questa battaglia la continueremo a fare, ma non accetto che si dica che certe cose avvengono per caso, sia la non candidatura di certe persone che l’azione della magistratura. Forse la politica, grazie alla commissione Antimafia, è arrivata prima della magistratura, non è vero che solo i movimenti arrivati ora in Aula sono legittimati a parlare. Gli errori si fanno ed è giusto che i partiti facciano pulizia al loro interno, ma la buona politica non nasce oggi.

L’azione fatta nella scorsa legislatura ci ha permesso di mettere in sicurezza le istituzioni, certi arresti non toccano infatti governo, se poi emergeranno responsabilità per membri governo e consiglio la riflessione si dovrà fare. Passo ad altri argomenti: sulla centrale del latte, in risposta a consiglieri Upr, posso confermare che c’è l’interesse di un imprenditore straniero, perché non ci sono sammarinesi interessati. E’ estremamente serio e ha intenzione di valorizzare i prodotti locali, cercheremo assolutamente che questa persona possa continuare l’opera della centrale, la preoccupazione che noi abbiamo è quella per l’occupazione. Confermo quindi che una manifestazione di interesse c’è.

Sul luxury department Store, la messa in opera di questa attività, vede due soggetti distinti, chi fa l’investimento e chi gestirà i negozi. I negozianti pagheranno le tasse come tutti gli altri negozianti sammarinesi. Questa operazione, se si concretizzerà, come governo ci interessa perché porterebbe a San Marino le grandi firme internazionali, ma si tratta di un’iniziativa che porterebbe comunque introiti che al momento non ci sono, perché l’alta moda a San Marino non c’è . E non c’è volontà del governo di combinare questa operazione con operazioni del passato. Tutto sarà fatto nella massima trasparenza, il governo non vuole essere fermato su ogni iniziativa anche ad alto livello, per poi far dire all’opposizione che non ha fatto niente. Siamo ancora in fase di trattativa che andrà a buon fine solo se le condizioni del governo saranno soddisfatte”.

San Marino, 11 Settembre /01

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 11-19 SETTEMBRE

GIOVEDI’ 11 SETTEMBRE – SECONDA PARTE

Nella seconda parte del pomeriggio, prosegue il dibattito in comma Comunicazioni relativo al recente arresto di Fiorenzo Stolfi, ex segretario di Stato, e agli sviluppi delle indagini partite dalla vicenda del “conto Mazzini”. 

Di seguito una sintesi della seconda parte degli interventi odierni.

Comunicazioni:

Elena Tonnini, Rete:”Siamo davanti alla cosiddetta Tangentopoli sammarinese. San Marino sta subendo scossoni storici: arresti, Conto Mazzini, gli inquietanti risvolti che emergono ogni ora sulla creazione di un’impressionante mole di denaro proveniente dalle mafie di Italia, Cina e Libia. “Fin Project” serviva per movimentare centinaia di milioni di euro. E’ stato chiamato polmone finanziario criminale. Un sistema che non si crea in due anni. Fanno tristezza le superficiali dichiarazioni di alcuni consiglieri. Fa tutto parte del passato. Le affermazioni del governo e del Psd ci hanno lasciati sbalorditi. Mussoni dice che “ci siamo adeguati agli standard”, Morganti “abbiamo attuato politiche di trasparenza”, Lonfernini “quanto sta accadendo rappresenta il passato”, Mularoni “la politica aveva già fatto un’incisiva riflessione: fondamentale che gli arresti non abbiano toccato le istituzioni”. Nessuno che abbia analizzato politicamente i fatti e le accuse. Lo slogan ufficiale è che tutto avviene nella massima trasparenza. Relegare al passato questi fatti solo perché è stata fatta qualche norma è sbagliato. Ci si sta limitando a relegare tutto al passato con un semplice colpo di spugna. Gli arresti e le indagini in corso vengono recepiti dalla cittadinanza con esultanza. Perché i sammarinesi si sono accorti che il vero cambiamento passa attraverso l’allontanamento di alcuni personaggi politici. E non basta farli stare in seconda fila. L’ottimismo in questo Paese può avvenire solo attraverso l’allontanamento da quest’Aula dei rappresentanti della maggioranza. La pubblica amministrazione è diventata un centro smistamento dei fondi derivanti dal riciclaggio del denaro sporco. Impressionante le ricostruzioni del quotidiano l’Informazione in merito alle vicende legate agli arresti di Stolfi e Podeschi. Non accettiamo l’arroganza del Congresso di Stato. Tutto ciò non appartiene al passato. Per l’accusa non c’è un minimo settore esente dal controllo dell’associazione a delinquere. I settori in cui Podeschi e Stolfi hanno operato dal 1983 ad oggi toccano tutto il sistema economico-sociale sammarinese. Prima avete creato nel Paese l’emergenza e il terrore delle ripercussioni per chi denunciava ed ora provate a fare i salvatori della Patria con interventi che espongono il paese a grossi rischi speculativi. Pretendiamo dagli attuali Segretari di Stato spiegazioni. In quest’Aula fino a poco tempo fa non si voleva neppure che si parlasse di voto di scambio e di clientelismo. Oggi ci troviamo di fronte a problemi ben più gravi: affrontiamo associazione a delinquere, influenza sull’attività bancaria e il riciclaggio di denaro illecito. Il Psd si è limitato a sospendere Stolfi. Il Psd che è il partito del presidente della commissione Antimafia che sarà anche prossimo Capitano Reggente. E allora dov’è il cambio di passo col passato? La criminalità organizzata ha i soldi ma non ha la capacità di inserirli in un tessuto socio-economico. Ecco a cosa servono gli uomini cerniera. In questo passaggio occorre capire il ruolo di Stolfi e Podeschi e su quali banche esercitavano la propria influenza. Chiediamo le dimissioni di questo Governo”.

Ivan Foschi, Su: “Si pensava a una sorta di mafia locale ma una portata così rilevante non avremmo mai pensato. Le accuse penali devono essere confermate ma quelle politiche trovano già un riscontro. Comportamenti condannabili da un punto di vista dell’etica politica. E mi chiedo: può un uomo politico portare avanti certe cose da solo? Senza contare sull’appoggio di nessuno all’interno del suo partito? Ricordo che quando nel 1998 partecipavo alle prime serate pubbliche di Rifondazione Comunista c’era poca gente. Nessuno si faceva vedere perché aveva paura. Questo è anche colpa della cittadinanza: non credo che dentro quest’Aula siedano i peggiori della comunità sammarinese ma penso che quest’Aula sia speculare alla comunità sammarinese. Ci sono gli onesti, i disonesti e gli indifferenti. Ci sono persone che hanno approfittato della loro amicizia politica per convenienze personali. Io non do alcuna credibilità a personaggi come Amati e Roberti, ma mi si deve dire chi ha portato certi personaggi a San Marino? Più volte noi abbiamo denunciato gli scandali legati al voto estero. Al di là dell’esito giudiziario c’erano denunce “nero su bianco”. Troppo poco è stato fatto in seguito alla relazione di Fin Capital. La Dc ha avuto persino il coraggio di dire che con il congresso del proprio partito aveva già attuato il cambiamento e il rinnovamento. E’mancato il coraggio di prendere le distanze. Oggi serve un atto di cesura netto rispetto a quel mondo. Ho ascoltato le parole del Segretario Mularoni ma oggi non è più tempo delle guerre di religione per difendere in blocco l’operato di questo o quel Governo. La realtà politica è sempre complessa”.

Gian Nicola Berti, Ns: “Il voto di scambio è stato un cancro della politica sammarinese, essere riusciti a combatterlo è stato il lavoro di tanti che siedono oggi in Aula. Di quelli di Ap, poi le denunce di altri partiti, poi le prese di distanza degli stessi partiti di maggioranza dove molti consiglieri subivano il voto di scambio, perché era un voto di preferenza che andava ad essere indirizzato agli yes man, penalizzando le menti indipendenti.

Si è andati anche a penalizzare i cittadini esteri, togliendo loro il voto di preferenza, è stato modificato il codice penale sul voto di scambio. Come Ns abbiamo portato denunce ma anche qui non ci sono stati riscontri. La giustizia però è lenta, ma inesorabile. Una degli strumenti in mano alla mafia da sempre è la calunnia, i magistrati prima di essere uccisi sono derisi e accusati di corruzione e qui si sta vivendo la stessa cosa. Poc’anzi l’intervento di Matteo Zeppa ha detto che il Paese è morto, ma io sono sammarinese e finché vivo, e finché vivono le famiglie sammarinesi, il paese è vivo. E’ un Paese che ha sbagliato ma che sa cambiare. Nella scorsa legislatura il consigliere Pedini Amati mi chiedeva se il tribunale c’era, e oggi sta dimostrando che sì, c’è. E Zeppa dice che è contento ma dimentica che tutto non avviene per caso. Riconosco in lui l’onestà intellettuale perché a volte torna indietro sulle sue valutazioni. Abbiamo deciso di essere trasparenti e di mostrare le nostre dichiarazioni dei redditi in questa ultima campagna elettorale, e molto prima del vostro arrivo qui dentro, avevamo deciso di rendere pubbliche le partecipazioni. La relazione della commissione antimafia è la relazione della politica prima che ci fosse Rete. E’ stato uno degli elementi di rottura tra un certo modo di fare politica e l’attuale, quello che dovrebbe essere.

Nel 2006 è iniziata una lotta interna la politica che ha portato il Paese in procedura rafforzata. Ci sono state scissioni nei partiti, e nella passata legislatura, attraverso un lavoro intenso, sono cambiati aspetti dell’ordinamento giuridico e statuale per far sì che i sammarinesi si riappropriassero dell’etica della legalità.

Ritengo che la verità sia dovere di qualunque politico e consigliere. In certi interventi, mi chiedo Tonnini se siamo nella incompetenza o nella disonestà intellettuale. Lei è bugiarda. Nè questa maggioranza, né quella precedente, ha avvallato i fatti di Finproject e Banca commerciale, Noi sammarinesi ha subìto con l’uscita degli Eps per questo motivo dalla precedente maggioranza.

Lei evidentemente di politica non si è mai occupata fino all’altro ieri. Il segretario Arzilli ha subìto tutta una serie di minacce perché ha chiesto la revoca del passaporto diplomatico di Bruscoli. E la stessa cosa è successa a me. Noi siamo qua perché amiamo questo Paese e non accetto il qualunquismo, io non ho avuto mai niente a che fare con Stolfi e Podeschi. Se c’è un rinnovamento nella Dc e lo vuole portare avanti con convinzione noi siamo con loro e Ap. La questione morale deve essere ogni giorno sul tavolo di qualunque governo, non è emergenza, ma ordinarietà. Non gradisco che quando si rivolge a noi Tonnini e chiede le dimissioni  e dice che noi facciamo clientelismo. Se lei riceve una segnalazione non deve denunciarla qui, ma accompagnare queste persone in tribunale a denunciarle, portando prove e prendendosi la responsabilità di queste accuse. Mi sento a disagio quando lei dice che siamo tutti responsabili.  Da me è venuta una persona a denunciare l’esistenza di un conto corrente intestato  a una persona inesistente, Giuseppe Mazzini”.

Federico Pedini Amati, Ps:  “E’ vero che la battaglia è stata iniziata da Ap, ma da allora si sono unite molte persone, nostre altre forze politiche e non è un caso che il tribunale oggi ha gli strumenti per indagare fatti che vanno chiariti.  Qua si parla di riciclaggio se è vero il 50%, ma anche l’1% delle accuse indirizzate, oggi sarebbe l’11 settembre per la Repubblica di San Marino. E possiamo fare valutazioni politiche su ex segretari di Stato che armeggiavano milioni di euro, le dobbiamo fare, dobbiamo esprimere un giudizio politico. I tribunali perseguono reati e se sono perpetrati da persone che dovevano difendere le istituzioni di cui fanno parte, allora il reato è doppiamente grave.

Sono figlio di una persona incarcerata ingiustamente e ci tengo a dire che sulle famiglie ci deve essere rispetto assoluto, perché il dolore che provano in questo momento non lo potete lontanamente percepire.

Oggi mi tolgo il cappello di fronte alla magistratura per il lavoro enorme fatto insieme agli agenti delle forze di polizia e il coraggio, per la prima volta si è andati fino in fondo su accuse pesantissime nei confronti di chi ha diretto negli ultimi 20 anni la politica di questo Paese. La maggioranza dei sammarinesi non si meritano tutto questo, in tutti i partiti ci sono persone serie. Dal Psd all’Upr, dal Pdcs a Ns, i nuovi partiti che ovviamente hanno meno colpe, ma a chiunque ci sarà domani, anche io chiedo che si parta dai valori. E da chi lì ha dobbiamo ripartire. A me fa specie però che prima dell’arresto, erano molti gli amici di Podeschi e Stolfi e ora li disconoscono. E’ mai possibile che nessuno avesse immaginato nei partiti? Non ci credo che nessuno abbia visto niente”.

Marco Arzilli, segretario di Stato all’Industria: “Mi sarei aspettato da alcuni interventi un maggior sostegno a quello che sta succedendo. Noi facciamo congetture, accusiamo senza prove, diciamo che siamo “tutti uguali” ma fuori di qui ci sono professionisti che stanno lavorando per far emergere la verità. Nessuno in quest’Aula può dire “non lo sapevo” o “non lo immaginavo”. Tutti hanno vissuto in questa comunità e tutti sanno come andavano le cose e forse alcuni potevano fare di più. Io non riesco a mettere tutti sullo stesso piano: conosco molte persone che hanno avuto responsabilità politiche e che meritano rispetto ed anche molte persone che siedono in quest’Aula che meritano rispetto. Ma all’epoca era difficilissimo parlare. Pensate che fosse facile avere spazio sulla stampa? Molti cittadini erano e sono ancora attaccati al sistema di chiedere a chi governa il posto di lavoro e le opportunità. Non si tratta di politici ma di persone normali. Era dunque il “sistema-Paese” che navigava in queste condizioni. Ed andare contro quel sistema era difficilissimo. Chi ha provato a cambiare la politica in questi anni da dentro ai partiti a cui apparteneva, merita rispetto. Rete forse non ha idea di cosa significa lottare quando tutto è contro soprattutto se “tutto” è all’interno del tuo stesso partito. Noi siamo usciti quando abbiamo capito che non c’era più possibilità di ottenere alcun risultato. E Rete ora ha più possibilità anche grazie ai nostri sacrifici. La politica giustizialista non porta niente. Mettersi al petto la coccarda della persona “più onesta al mondo” è molto rischioso. La verità è che si possono cambiare le cose: impegnandosi e cercando di fare le cose nel modo migliore. Io mi rifiuto di disegnare questa Repubblica come la Repubblica dei disonesti. Forse non torneremo ad essere ricchi come prima, ma il benessere è dettato anche dalla qualità morale di uno Stato. E i politici ci hanno insegnato che la sobrietà è lo strumento migliore per mantenere la sovranità. Basta col gioco al massacro che produce l’odio della gente. Le leggi fatte in questa legislatura hanno permesso al Tribunale di essere più celere, deciso e meno ostacolato nello svolgimento della sua azione. Io chiedo di riportare il dibattito su quello che sarà e che dovremo fare da oggi in poi. Non credo che su questi argomenti si possa dire alla maggioranza e al governo di non aver lavorato nella giusta direzione. Questo Paese è stato in passato crocevia di personaggi molto ambigui che godevano dell’amicizia di tanti. Da soli non si cambia il Paese. Solo se siamo tutti insieme ce la faremo”.

Andrea Zafferani, C10: “La discussione ha preso pieghe un po’ troppo personali. Quello che è successo negli ultimi 3 giorni con l’emergere di un impianto accusatorio estremamente solido e circostanziato non può essere liquidato con posizione di attesa ed un generico ‘sostegno alla magistratura’. Quello che è successo non può essere derubricato come una cosa del passato che riguarda un paio di figure politiche e niente di più. Significherebbe fare finta di non capire. Non è intellettualmente possibile cascare dal pero dinanzi alle accuse mosse dalla magistratura. Se Stolfi e Podeschi fossero stati isolati e resi innocui, tutto ciò non sarebbe stato possibile. E se all’interno della Dc e del Psd non vi fosse stato un clima di omertà tutto ciò non sarebbe stato possibile. Clientelismo e corruzione non sarebbero mai potuti avvenire se chi ha governato con Stolfi e Podeschi non avesse portato su un piedistallo e idolatrato queste persone. La venuta di soldi sporchi, il riciclaggio e l’innesto delle mafie in territorio sarebbe stato possibile se non si fosse volutamente evitato di introdurre nel sistema sammarinese gli organi di controllo adeguati a prevenire tali infiltrazioni? Tutte queste cose le hanno fatto Stolfi e Podeschi senza che nessuno in Consiglio o nel Governo sapesse niente? E’inutile dire come ha fatto il consigliere Berti che, riferendosi alla candidatura di Podeschi, all’epoca disse “le condizioni sono chiare ovvero o noi o lui”. Lui non c’è più, ma c’è chi ha governato con lui. Guardate chi detiene il potere vero nei grandi partiti e guardate dove erano negli anni in cui venivano commessi questi misfatti evidenziati dalla magistratura. Quando il tariffario delle licenze andava sempre più su perché le tangenti a chi governava non bastavano mai. Quando si chiudevano gli occhi davanti alla proliferazione di banche e finanziarie per il riciclaggio di denaro sporco. Quando si adottava il clientelismo per inserire nei posti di lavoro pubblici i propri “protetti”. Quando si faceva finta di niente davanti al voto di scambio. Quelle persone erano al governo con Stolfi e Podeschi. Governavano con loro e li assecondavano in tutto per tutto come grandi e fini statisti. La derubricazione a “cose passate” fa ridere perché nulla di quello che viene contestato loro sarebbe stato possibile senza una rete di complicità dei colleghi di partito e di governo. Ci sono ancora forze sane nella maggioranza ma senza prendere mai una decisione non possono definirsi “forze sane”. La miglior politica di sviluppo per il Paese che il Governo può fare è quella di andare a casa al più presto sperando che si concretizzi quanto detto dal consigliere Fiorini: mettere insieme le forze sane sulla base dei valori e sulla base di un serio progetto di riforma di San Marino. Progetto che chi ci ha condotti fino a questa situazione non può portare avanti”.

Alessandro Mancini, Ps: “Confermo il rispetto e il sostegno al lavoro del Tribunale. Ma se oggi magistratura e forze di polizia riescono ad essere incisivi non è solo merito loro, ma anche della politica, che oggi viene continuamente attaccata dall’opinione pubblica ma anche da nuovi esponenti della politica che cercano di fare passare il messaggio che sia tutto da buttare. Sono 5 anni che sono all’opposizione e potrei unirmi a questo coro, ma non lo faccio. Se non erano approvate le leggi dell’antiriciclaggio, gli indirizzi del Moneyval e la legge sull’autoriciclaggio, oggi molti fatti non potevano essere accertati. Quindi un merito la politica ce l’ha. La commissione di inchiesta su Fincapital: certi metodi non li ho condivisi, ma ha innescato una serie di fatti. Ecco perché non ci sto a buttare via quello che è stato fatto. Altro tema: il ruolo dei partiti. Sono 20 anni che milito nel partito socialista e ne sono orgoglioso. Il tema del rinnovamento è indispensabile ma quello che si deve assolutamente rinnovare è il metodo, come si affrontano i colleghi e le scelte, sia dalla maggioranza che dall’opposizione. Credo che certe scelte debbano essere il più collegiali possibili nel momento drammatico che stiamo vivendo. Ci sono forze politiche che vogliono mettere al centro di tutto il bene del Paese e c’è un senso di responsabilità che vogliamo dimostrare. E la condivisione a certe scelte possa essere un valore aggiunto”.

Luigi Mazza, Pdcs:  “Non ci si può ergere qui a giudici. La domanda del consigliere Celli la faccio anche io mia, ovvero,  perché tutti noi non abbiamo fatto qualcosa in più prima nei rispettivi partiti.  Perché è vero, non scopriamo oggi tutti i problemi del Paese. Nella seduta di luglio ho fatto la cronistoria di tanti momenti, a partire dalla legge sul giusto processo del 2006, su quanto fosse difficile intervenire in quest’Aula, Banca commerciale e Finproject trovavano sostenitori in Consiglio e fino al congresso di Stato, quando è arrivata la notizia del commissariamento abbiamo dovuto sospendere la seduta perché qualcuno in Aula ammoniva sulla minaccia incombente sul sistema finanziario. Ora, se le responsabilità verranno accertate dal tribunale, credo che nessuno qui dentro e fuori pensasse potessero esserci questioni e rapporti di quella entità, che ci fossero in gioco decine di milioni di euro, cifre da bilancio dello Stato. Sono questioni di estrema gravità. Poi ci sono le responsabilità politiche: dove erano i margini di attività? Molto è stato fatto per eliminarle, ricordate quanto è stato difficile fare diventare legge il limite dei dieci anni in congresso? Quando certe battaglie sono state fatte, l’attacco a Banca centrale è stato molto forte con il commissariamento di Banca commerciale per atti di lesa maestà. Ci vuole coraggio per fare riforme, siamo riusciti con difficoltà a portare anche il rinnovamento nei partiti tradizionali, parlo della Dc, ma siamo intransigenti e si va fino in fondo. Il rinnovamento tocca più aspetti, fino al sostegno alla magistratura. Tanto ancora si può fare . Da questo dibattito emerge un elemento chiave: ognuno di noi deve guardare avanti e prendersi le sue responsabilità. Quando Arzilli ha deciso di uscire dal partito gli avevo detto di non farlo perché la battaglia della Dc poteva essere fatta dall’interno. E così noi l’abbiamo portata avanti quella battaglia e lo rivendico. A chi dice che i partiti sono delegittimati perché i voti dei vecchi leader hanno eletto i consiglieri, lo smentisco, se si fanno i conti non ci sono, la realtà è diversa e molto più complessa nel rapporto tra il partito e i suoi elettori. Non dobbiamo disperdere quanto fatto in questi anni per ridare credibilità alla politica e al paese. Possiamo fare un cammino insieme o dire che è tutto è marcio. Il rinnovamento è difficile, ma il percorso prosegue e si può fare insieme perché il Paese ha bisogno di risposte non di elezioni.

Non condivido l’intervento di Celli nella parte su Banca centrale. L’intervento di ieri nella forma di ispezione mi lascia dei dubbi che vanno chiariti dalla magistratura, se ci sono criticità vanno chiarite perché questo Paese ha bisogno di Bcsm”.

Teodoro Lonfernini, Pdcs: “Quello che era tabù nelle nostre istituzioni e nei partiti e nelle nostre famiglie non lo è più. Qualcuno si è chiesto se Stolfi e Podeschi abbiano fatto tutto da soli. E’ una domanda onesta che tutti ci facciamo nel Paese. Era un sistema creato nel tempo, una rete, e da soli non potevano agire, una rete in cui sono coinvolte istituzioni, associazioni, tutte le realtà del Paese in nome di un benessere che veniva elargito a tutti e su tutto.

Più che citare le leggi fatte, citerei il senso dello Stato che a qualcuno è mancato. Non voglio fare la persona che si pone esente da ogni responsabilità, chiunque ricopra un luogo pubblico deve prendersi responsabilità anche se generate da chi c’era prima, ma desidero non abbinarci tutti a una situazione che riguarda certi soggetti. Non mi sento come quelli che hanno assunto una certa condotta, e non si sentono così anche coloro che hanno fatto politica al loro fianco.

Certi soggetti si sono sentiti impuniti di fronte tutti e tutto.

Dal 2008 abbiamo iniziato un cambiamento notevole nel Paese che ha consentito di vivere oggi in maniera di riconoscibilità da parte della cittadinanza e del mondo che ci circonda. Oggi siamo credibili. E’ stato un processo voluto, indotto, che ci ha fatto raggiungere traguardi che diversamente non avremmo mai raggiunto. Vorrei chiedere che l’attenzione non sia limitata ad oggi, ma per il tempo che il Paese ha davanti a sé, questo governo e anche quelli dopo. Vorrei che si facesse un patto tra gentiluomini e gentildonne in cui ci impegniamo a proteggere questo Paese”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “Questo dibattito è serio e approfondito sui fatti in corso di accertamento, ma che sono di una gravità che fa riflettere. C’è una valutazione legata alla giustizia e alla politica. Accettiamo quello che la magistratura accerterà. E c’è un’analisi politica, sinceramente mi preoccupa questo dibattito, su molti interventi si esce dalla ragionevolezza per fare proiezione di illegittimità della politica e delle forze politiche. Vi è una responsabilità individuale della condotta delle persone, è pericoloso giudicare noi o il vicino di banco, sulla base di un collegamento ingiusto. E’ chiaro che il dibattito apre una giusta valutazione sulla politica e su certe condotte di politici verificate negli anni. E’ necessario e normale, a patto che non ci spingiamo alla delegittimazione delle forze politiche e dei politici. La politica va valutata dai risultati. Credo sia irriconoscente stendere un velo di illegittimità politica in quest’Aula. Siamo un paese che deve essere cambiato e la politica deve accompagnare questo cambiamento. Dobbiamo avere chiari gli obiettivi e continuare il percorso con chi è credibili e ha la capacità per farlo, credo sia necessario evitare i linciaggi”.

Mimma Zavoli, C10: “Le responsabilità quando si appartiene a un gruppo non sono personali ma sono anche di chi frequenta quel gruppo. I movimenti sono nati per una specie di reazione a certa politica che ha cresciuto questa mala pianta contraddistinta da clientelismo, voto di scambio e parzialità. Siamo una risposta a questo modo di fare politica. Se la buona politica fosse riuscita a radicare meglio le sue radici forse Civico 10 non sarebbe sorto. Ora con sgomento prendo coscienza di cosa un manipolo di “traditori dello Stato” sono stati in grado di fare, incuranti della legge. Apprendiamo di una cupola dedita al riciclaggio attraverso finanziarie compiacenti che nascondevano fiumi di soldi. Imprenditori collusi incuranti del senso onesto del lavoro. Vorrei sapere quanti consiglieri riescono a stare seduti senza provare vergogna per quello che questi personaggi hanno combinato? E’un attaccamento all’ideologia politica? O alla storia del partito da cui si proviene? Questo cambiamento non riesce a radicarsi in maniera compiuta e a dire una volta per tutte che i ladri devono stare fuori dai gruppi che si occupano della cosa pubblica. Se verrà dimostrato che c’è stata compravendita dei voti un’ombra coprirà tutti coloro che appartengono a quei partiti”.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “Non serve fare una difesa né di Stolfi, né di Podeschi, non sono io l’avvocato e ci penserà la Magistratura a fare il suo corso. Vorrei puntare il mio intervento su un paio di cose. Perché il cambiamento è iniziato tardi? Non lo so. Da più di un consigliere d’opposizione è stato fatto un attacco generalizzato a tutto il sistema quando, dentro lo stesso sistema, svolgono la propria attività politica consiglieri che cercano di fare al meglio il proprio lavoro nell’interesse della comunità e con l’obiettivo di cambiare le cose. Non mi piace atteggiamento di chi dice “io voglio gli atti di tutti perché voglio essere io a giudicare comportamento di queste persone”. San Francesco non godeva della benevolenza papale ma ha sempre accettato di pensare di riformare la struttura ecclesiale dall’interno: questo penso possa valere anche per noi. Gli ideali della Dc non finiscono con chi non li ha vissuti. Sono gli stessi di 65 anni fa. Ecco perché molti di noi si sono messi in gioco in questo partito. Lottiamo dall’interno in maniera corretta e non facendoci la guerra. Ribadisco: se qualcuno ha sbagliato deve pagare. I problemi ci sono, ci sono ancora. La differenza è come porsi dinanzi a questi problemi: cercare di distruggere quel sistema o cercare di fare un’opera di bonifica di quel sistema”.

San Marino, 11 Settembre /02