La recente e interminabile sessione settembrina dei lavori del Consiglio Grande e Generale rappresenta una sorta di cartina tornasole del caotico momento politico sammarinese, caratterizzato da una campagna elettorale che per le opposizioni -Rete e Libera su tutti- sembra già iniziata. Ma di questo, del caotico momento politico nel suo complesso, che crea tensioni anche internamente ai partiti di maggioranza,parleremo in un altro momento…
Vi siete resi conto di quanti giorni sono stati necessari per concludere la sessione di settembre dei lavori del Consiglio Grande e Generale? Se vi fosse sfuggito, ve lo ricordo io: sei sessioni mattutine; altrettante, ovvero sei, sessioni pomeridiane; e quattro sessioni serali… Visto l’odg è facile dedurre che senza l’ostruzionismo delle opposizioni, in appena tre giorni di lavori, magari senza alcuna sessione serale, tutti i punti in programma sarebbero stati esauriti.
Ma Libera e Rete hanno deciso di combattere i provvedimenti portati in Aula dalla maggioranza optando per l’ostruzionismo. Così, abbiamo ascoltato una marea di interventi fotocopia uno con l’altro, abbiamo visto discutere e votare decine di emendamenti inutili e, talvolta, addirittura assurdi nel merito… Abbiamo visto i “Sessanta” perdere un sacco di tempo. E, di per sé, ciò non sarebbe un problema. Non lo sarebbe, però, se non fosse che ogni mezza giornata trascorsa in Consiglio Grande e Generale da un suo membro costa alle casse pubbliche 51,50 euro (molto meno in caso di dipendente pubblico, che però aggiunge al gettone il normale compenso orario del suo lavoro, senza prestare servizio in “ufficio”), ulteriori 103,00 euro in caso di prolungamento dei lavori dopo le ore 21:00 e altrettanti se la seduta va altre la mezzanotte.
Inoltre, stesso ragionamento -con cifre più basse, ma non troppo diverse- vale sia per la Guardia Nobile in servizio a Palazzo durante le sessioni consiliari che per il personale, gli addetti della Segreteria Istituzionale… Ma limitiamoci a ciò che è facilmente e con precisione quantificabile, iniziando da quanto sarebbe potuta costare in soli gettoni di presenza dei consiglieri la sessione di settembre.
Senza l’ostruzionismo dell’opposizione in tre giorni di lavori mattutini e pomeridiani -ipotizzando la presenza del 90% dei consiglieri (quindi 54)- i compensi pagati dalle casse pubbliche ai “Sessanta” si sarebbero attestati ad un totale di 16.686 euro, ovvero 54 consiglieri x 103€ x 3 giorni. Ma a caratterizzare la sessione è stato l’ostruzionismo…
Così, di soli gettoni ai consiglieri (ipotizzando sempre una presenza del 90%) il costo per le casse pubbliche è stato di:
– 11 settembre: 103€ più 103 della seduta serale per ogni consigliere presente;
– 12 settembre: 103€ più 103 della seduta serale per ogni consigliere presente;
– 13 settembre: 103€ più 103 della seduta serale per ogni consigliere presente;
– 14 settembre: 103€ più 103 della seduta serale per ogni consigliere presente;
– 15 settembre: 103€ per ogni consigliere presente;
– 25 settembre: 103€ per ogni consigliere presente;
Per un totale calcolato a “spanna” di ben 55.620€, la bellezza di circa 40mila euro in più di quanto sarebbe costato senza l’ostruzionismo delle minoranze, Libera e Rete in testa… E non è contemplato, in questo calcolo approssimativo, l’aggravio di costi determinato dalle ore in più che hanno dovuto fare sia i militi della Guardia Nobile che gli addetti della Segreteria Istituzionale.
Numeri… Semplici numeri che rendono superfluo ogni ulteriore commento.
Enrico Lazzari
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