Al centro dei lavori pomeridiano del Consiglio Grande e Generale il dibattito sull’accordo di associazione con l’Unione Europea. Nonostante un generale consenso di principio sulla necessità di firmare l’accordo, la discussione è stata animata da forti tensioni e accuse reciproche, in particolare riguardo alla trasparenza e al coinvolgimento popolare.
La maggioranza dei consiglieri ha ribadito l’importanza dell’accordo per il futuro economico e geopolitico di San Marino. Lorenzo Bugli (Pdcs) ha sottolineato che “l’Europa resta l’unico spazio di democrazia, di progresso civile, di regole comuni, e noi siamo nel suo cuore”, definendo l’accordo una “scelta di futuro” e non una rinuncia alla sovranità. Marco Gatti, Segretario di Stato per le Finanze, ha avvertito che il mancato accordo porterebbe a “una recessione economica e finanziaria” e penalizzerebbe industrie e commercio sammarinese, rendendo le aziende non comunitarie svantaggiate. Francesca Civerchia (Pdcs) ha aggiunto che l’accordo è “un’opportunità concreta di crescita e modernizzazione”, che rafforza la sovranità senza intaccare l’identità.
Posizioni più polemiche si sono concentrate sulla percezione di una scarsa comunicazione e sui tentativi di ostacolare l’accordo. Fabio Righi (D-ML) ha criticato che, “dopo 15 anni, se la popolazione è quasi tutta contraria e non ha ancora capito niente, evidentemente qualche problema c’è stato”, chiedendo un “percorso di approfondimento” e un “pieno coinvolgimento della popolazione” tramite un referendum. Questa richiesta è stata respinta dalla maggioranza, che ha definito il referendum in questa fase “strumentale” e ha ricordato come precedenti consultazioni popolari su abbiano portato a “disastri per la Repubblica”. Gian Nicola Berti (Ar) ha evidenziato che le leggi costituzionali di San Marino non prevedono referendum su tali materie.
Diverse voci hanno denunciato l’esistenza di “sabotatori” e “interessi opachi” che temono la trasparenza portata dall’accordo. Enrico Carattoni (Rf) ha dichiarato: “Credo che ci sia qualcuno che stia remando contro l’obiettivo dell’accordo di associazione”, puntando il dito verso “i ‘soliti soloni’ che cercano di mantenere qualche privilegio, qualche prerogativa nel settore bancario o finanziario”. Emanuele Santi (Rete) ha invitato Beccari a cercare i sabotatori “soprattutto all’interno del suo partito”, poichè la spinta antieuropeista potrebbe nascere lì per mantenere “gli affari sporchi e gli intrallazzi”.
Al termine del dibattito l’Aula non ha trovato l’intesa su un ordine del giorno condiviso, con Domani Motus Liberi unica forza politica a non sottoscrivere il testo e a presentarne uno proprio. “La mia forza politica – ha detto Fabio Righi durante le dichiarazioni di voto – aveva chiesto di reinserire parti dell’ordine del giorno del 20 marzo 2025, votato all’unanimità da quest’aula. Queste parti sono stranamente sparite dall’ordine del giorno da voi presentato”. In particolare, Motus chiedeva di inserire “il pieno coinvolgimento della popolazione” e la “valutazione di impatto socioeconomico finanziaria dell’accordo sul sistema sammarinese”. “Il dibattito odierno – ha attaccato Righi – rende evidente un cambio di dinamiche politiche. Non è serio giocare sulla pelle del paese e dei cittadini per partite politiche”.
Gerardo Giovagnoli (Psd), a nome della maggioranza, ha respinto le accuse. “Le vostre aggiunte – ha detto – come rafforzare una comunicazione già prevista o introdurre un coinvolgimento popolare senza menzionare un referendum, appaiono strumentali. Inserire un tavolo di lavoro economico o una valutazione d’impatto socioeconomico non opportuno ora, poichè tali analisi precedono il negoziato”.
L’Ordine del Giorno di maggioranza, Rf e Rete, che impegna il governo a proseguire con determinazione verso la firma e a rafforzare la comunicazione pubblica, è stato approvato con 36 voti favorevoli e 3 contrari. L’Ordine del Giorno di Domani Motus Liberi è stato invece respinto.
Il Consiglio ha invece dimostrato unità sull’Ordine del Giorno proposto da Rete che esprime sostegno e solidarietà a Francesca Albanese, relatrice speciale dell’ONU sui territori palestinesi occupati, proponendone il conferimento di un’alta onorificenza e la candidatura al Premio Nobel per la Pace.
Askanews
Ecco gli interventi:
20250714 – Consiglio Grande e Generale – R eport lunedì 14 luglio 2025 pomeriggo