San Marino. Consiglio Grande e Generale. Mercoledì 11 giugno, pomeriggio. Resoconto Askanews ”Si parla del Comitato Esecutivo ISS E DG Finanza Pubblica”

Il Consiglio Grande e Generale, nell’ambito del Comma 10 della seduta pomeridiana di mercoledì 11 giugno, approva con 29 voti favorevoli e 7 contrari la ratifica del Decreto Delegato 19 maggio 2025 n.72, che ridefinisce gli obiettivi e le responsabilità dei membri del Comitato Esecutivo dell’Istituto per la Sicurezza Sociale (ISS). A tenere banco sono gli emendamenti interamente soppressivi proposti dalle opposizioni, in particolare quello riguardante l’articolo 3.

“Questo – dice Matteo Casali (RF) – è l’articolo che consentirà al governo di fare il cherry picking sui membri del Comitato Esecutivo. Che cosa cambia rispetto alla norma precedente? Cambia che gli esiti del lavoro e della valutazione sul direttore generale e sull’intero Comitato Esecutivo erano comuni. Cosa succede con questa modifica? Succede che ogni membro del Comitato Esecutivo, oltre ad avere degli obiettivi comuni, ha degli obiettivi specifici. E se la valutazione del Congresso di Stato è positiva per uno ma negativa per un altro, le sorti dei membri del Comitato Esecutivo non sono più comuni, ma diventano separate”. “Non c’è nessuna volontà di mettere in difficoltà chiunque dei membri del Comitato Esecutivo – spiega Massimo Andrea Ugolini (PDCS) -. C’è solo la volontà di cercare di fare in modo che, in base agli obiettivi che vengono assegnati, ci possa essere una rendicontazione — non solo dal punto di vista economico, ma anche di misurazione dei risultati”. Sul punto arrivano anche i chiarimenti del Segretario di Stato Stefano Canti: “La novità di questo articolo è che, rispetto al precedente Comitato Esecutivo dove tutti ne rispondevano in solido, qui viene concessa la possibilità di rispondere ognuno per i propri obiettivi. E questo credo sia una novità, perchè se uno non raggiunge i propri obiettivi, mentre gli altri due li raggiungono, è normale che non possano rimetterci tutti, quando è solo uno dei tre membri che non risponde dei propri obiettivi”. “Chi determina gli obiettivi del Comitato Esecutivo – rimarca  – determina obiettivi di peso. E soprattutto: come si valuta se un obiettivo di peso è stato raggiunto al 27%, al 36% o al 45%? Sono modalità di attribuzione di punteggi estremamente discrezionali, e dove c’è discrezionalità, l’interferenza politica è molto pericolosa”. “Bisogna trovare modalità differenti dove la politica esce fuori, dove ci sia una modalità oggettiva per misurare il raggiungimento degli obiettivi e la capacità dei dirigenti – è l’appello di Iro Belluzzi (Libera) -. Oggi abbiamo fatto il primo passo: perchè ognuno sia responsabile della propria attività, della propria capacità nel raggiungere gli obiettivi”. Spazio poi alle parole del Segretario di Stato Federico Pedini Amati, che bacchetta Rf: “Io ho capito una cosa: in tutto questo non si fa mai il nome, ma sembra che l’opposizione, o sicuramente parte di essa, e in particolare Repubblica Futura, non voglia Manuel Canti direttore. Perchè il nome non si è mai fatto. Ne prendiamo atto, ci dispiace, non ce ne faremo una ragione, ma dormiremo comunque”. “La cosa più brutta di questa situazione è che si codifica la spartizione politica del Comitato Esecutivo – conclude Matteo Casali (RF) -. Si codifica la spartizione politica del Comitato Esecutivo, perchè anche se nominalmente il direttore sociosanitario e il direttore amministrativo sono nominati a cascata rispetto al direttore generale, questa divisione di giudizio e di attribuzione di obiettivi codifica il fatto che ognuno prende la sua parte”.

Dibattito infuocato anche sul Decreto-Delegato 2 giugno 2025 n.83 – Modifica della struttura e delle funzioni della Direzione Generale della Funzione Pubblica. “Questo intervento – spiega il Segretario di Stato Andrea Belluzziè frutto di un confronto e di una condivisione all’interno della maggioranza. E’ frutto di un’esperienza nella conduzione dell’amministrazione, della pubblica amministrazione in senso allargato, che ha visto in questi anni forti incoerenze. Dobbiamo avere l’onestà intellettuale di riconoscere che si sono verificati episodi in cui la pubblica amministrazione in senso stretto prendeva una direzione, mentre vi erano — diciamo — delle regioni a statuto speciale dove si procedeva in modo diverso. Lo scopo del Comitato Direttivo è, a mio avviso, proprio quello di supportare la Direzione Generale della Funzione Pubblica in un percorso di coerenza e di unità nelle regole e nelle procedure”. Si intende così dare avvio ad un iter “verso una maggiore efficienza, verso una chiarezza di regole e condizioni per chi lavora nella pubblica amministrazione e una chiarezza di regole anche per tutti i cittadini che fruiscono della PA”.“Le minacce noi non le accettiamo. Comprese le possibili minacce di ritorsioni sulle tematiche lavorative” è la premessa di Nicola Renzi (RF) che parla di “patto spartitorio” interno alla maggioranza. Poi aggiunge: “Noi stiamo criticando il fatto che state creando una struttura nella quale uno che era prima il direttore della funzione pubblica esce dalla porta, va a dirigere l’ISS con poteri molto superiori a quelli che prima aveva il direttore amministrativo, e rientra dalla finestra nella funzione pubblica, essendo nel Comitato Direttivo della Funzione Pubblica Voi siete disposti, per le vostre spartizioni e per le vostre piccole beghe di bottega, a cambiare le leggi del Paese”. “Io – aggiunge Renzi – conosco tanti giovani che abbiamo formato nelle nostre scuole, che sarebbero in grado di cimentarsi anche in questi ruoli. Ma voi non li volete. Voi non li volete perchè voi volete l’usato sicuro. E i nostri giovani, i più bravi, i più preparati, fanno le valigie, e vanno via”. “Non è che la politica non li vuole: sono i giovani che con la politica non vogliono averci niente a che fare – commenta Gaetano Troina (D-ML) -. Ed è triste, perchè c’è la percezione diffusa che a determinati ruoli si possa accedere soltanto se si è in possesso di una determinata tessera politica o conoscenze politiche”. Secondo Troina “per l’ennesima volta stiamo cambiando le regole del gioco, e quindi le leggi del nostro Paese, per sistemare una questione e un equilibrio interno alla maggioranza. Le norme devono avere due requisiti essenziali, che sono la generalità e l’astrattezza. E troppi provvedimenti che passano in quest’Aula negli ultimi mesi non hanno questa caratteristica”. Da parte di Matteo Rossi (PSD) un forte richiamo al concetto di “collegialità”. “Come tante volte accade, avviene che un principio come la collegialità venga quasi a decadere, generando un qualcosa magari di contrario a questo principio. Generando una centralizzazione”. Dunque si va ad istituire un comitato direttivo “composto da persone che lavorano nell’amministrazione, che conoscono l’amministrazione e che la dirigono. Al netto dei nomi, dei cognomi, dei soprannomi o delle predilezioni politiche”. “Siamo intervenuti principalmente – aggiunge Rossi – per garantire coerenza nelle politiche del personale. Perchè è giusto che un dipendente della PA sia valutato, trattato, considerato indipendentemente dal fatto che lavori nell’Azienda dei Servizi, che lavori all’università o che lavori nell’Istituto per la Sicurezza Sociale. Questa coerenza la riteniamo fondamentale: fondamentale nella mobilità, nelle funzioni, nei progetti interdipartimentali”. Massimo Andrea Ugolini (PDCS) chiarisce quella che è la “ratio” del provvedimento: “Perseguire un più elevato grado di coordinamento e omogeneità nel settore pubblico allargato, negli ambiti relativi al rapporto di pubblico impiego, correlata e coerente nella gestione delle risorse umane, nonchè alla normativa generale sull’attività amministrativa”. Ugolini parla di“approccio corretto”da parte del Segretario di Stato per gli Interni. Dure critiche arrivano da Emanuele Santi (Rete). “Il Direttore della Pubblica Amministrazione Manuel Canti, ha finito il suo incarico dopo nove anni, doveva essere sostituito. E il PSD reclamava questa nomina e ha messo la persona Milena Gasperoni. Siccome la Democrazia Cristiana non può perdere il controllo della Funzione Pubblica Ci sarà un cordone di quattro o cinque direttori che verrà usato per depotenziare il ruolo del Direttore Generale. Lo scopo politico è questo: di fatto commissariare il direttore Gasperoni”. “Che cosa manca ancora alla nostra pubblica amministrazione? Innanzitutto, norme chiare. Oggi è estremamente difficile anche solo consultare e comprendere quali siano le regole, gli ambiti di applicazione e i meccanismi di funzionamento” è l’analisi di Maria Luisa Berti (AR). Che poi aggiunge: “serve una pubblica amministrazione che premi e favorisca il merito. Penso a molti bandi, non solo nella pubblica amministrazione, ma anche all’interno dell’ISS. Per questi motivi, vi dico con franchezza che non voterò questo decreto. Ho moltissime riserve, sia sulla modalità con cui si è arrivati a questo provvedimento, sia perchè non mi riconosco in questa visione di pubblica amministrazione”. Nel finale l’intervento di Gian Carlo Venturini (PDCS): “Questo decreto, a mio avviso, interviene per correggere alcune distorsioni. Lo fa ispirandosi anche a principi già indicati nella legge sulla dirigenza del 2009, dove si affermava la necessità che la gestione del personale e delle risorse umane fosse in capo alla DGFP, in un contesto collegiale. Questo non significa – come è stato affermato poco fa dal collega Zeppa – commissariare il direttore della funzione pubblica”. Venturini ricorda poi “che nel governo Adesso.sm ci sono state circa 60 assunzioni extra fabbisogno. Assunzioni che non erano previste, ma che ci siamo ritrovati nel 2022, come accadde anche nel 2016, quando ci trovammo a gestire la stabilizzazione. Alla luce di tutto ciò, credo che un Consiglio Direttivo che supporti le funzioni trasversali – quelle non attribuite in modo esclusivo al direttore – possa essere uno strumento utile”. In conclusione, “oggi non dovremmo parlare delle persone, ma concentrarci su ciò che può davvero servire allo Stato e alla pubblica amministrazione. Dobbiamo farlo indipendentemente da chi ricoprirà le posizioni, riconoscendo il lavoro svolto finora”.