Il Segretario di Stato alla Giustizia, Stefano Canti, ha presentato una lunga relazione tecnico-giuridica ricostruendo nel dettaglio le procedure seguite in merito alla mancata estradizione e alle tempistiche con cui San Marino è venuta a conoscenza della condanna. “Non stiamo parlando di errori burocratici – ha sottolineato – ma di una grave lacuna di scambio di informazioni e di controlli, una ferita che non possiamo minimizzare. Nessun margine d’errore può essere tollerato quando si parla della sicurezza dei bambini”. Canti ha spiegato che San Marino, avendo riservato per legge la non estradizione dei propri cittadini, non poteva arrestare Raul sul proprio territorio, ribadendo però l’impegno del governo a colmare le falle emerse: “Le famiglie hanno diritto ad avere risposte concrete, ed è mia priorità assoluta assicurarle”. Di qui la proposta di istituire un gruppo tecnico amministrativo che verifichi “la possibilità di introdurre misure amministrative di prevenzione per esigenze indifferibili di tutela della collettività, in particolare delle more nella procedura di estradizione”, che rafforzi le sanzioni penali e amministrative per chi fa false dichiarazioni ai fini dei concorsi per la Pa, che verifichi con l’Italia la possibilità di accordi per “un più inciso e veloce scambio di informazioni” sulle condanne e sui carichi pendenti, che introduca il divieto di assumere incarichi nella Pa per i condannati per pedofilia o per abusi sessuali.
Il dibattito che ne è seguito si è subito acceso. Enrico Carattoni (Rf) ha messo in fila quelle che ha definito “quattro macro-anomalie” della gestione del caso: “Dal 18 al 30 giugno non succede niente, stasi totale. Il Segretario aveva in mano una richiesta di arresto per un cittadino condannato per abusi su minori e che lavorava nelle scuole, e non ha fatto nulla. Com’è possibile? Qui non si tratta di privacy, ma di tutela dei bambini”.
Durissimo anche l’intervento di Antonella Mularoni (Rf): “Non ci potete dire che è stato fatto tutto quello che si poteva fare, perché non è vero. Voi sapevate che questa persona era condannata in via definitiva e non vi è venuto in mente di chiedere dove lavorasse? Come fate a dire che non ha avuto contatti con i bambini? La tutela dei minori è molto più importante della privacy”.
Per Miriam Farinelli (Rf), “i genitori si sentono presi in giro: con una condanna definitiva, Raul ha potuto continuare a lavorare come cuoco negli asili e come allenatore sportivo. Questo è inaccettabile”.
Anche Mirko Dolcini (D-ML) ha sottolineato la superficialità della gestione: “Il Congresso di Stato riceve la comunicazione il 2 luglio e dalla relazione nulla trapela sia stato fatto fino all’arresto del 23 agosto. Non si poteva procedere a un allontanamento immediato dalle scuole, vista l’autocertificazione mendace? È evidente che si è sottovalutata la portata della vicenda”.
Sul fronte opposto, i membri del governo hanno difeso la correttezza formale delle procedure, ma hanno ammesso responsabilità politiche e morali. Matteo Ciacci, Segretario di Stato al Territorio, ha parlato di “falla evidente” e di necessità di un cambio di passo: “Gli uffici devono parlarsi, basta giochi di telefono e tempi morti. Non basta dire ‘mai più’: dobbiamo costruire le condizioni perché fatti simili non accadano più”.
Per Andrea Belluzzi, Segretario di Stato per gli Affari Interni, ha riconosciuto che “una fetta di responsabilità può esserci anche da parte del governo” e ha rilanciato: “Non possiamo limitarci a scusarci, dobbiamo creare un gruppo di lavoro trasversale per rafforzare controlli e protezioni in tutti i settori sensibili, non solo scuole e sport, ma anche assistenza a disabili e anziani”.
Il Segretario agli Esteri, Luca Beccari, ha definito il caso una “tempesta perfetta”: “Una concatenazione di eventi incredibile: condanna in Italia, autocertificazione falsa a San Marino, assunzione nelle scuole. È evidente che le procedure formali non sono bastate. Dobbiamo differenziare i controlli in base alla sensibilità dei lavori: chi opera con bambini, disabili e anziani non può essere soggetto solo a un’autocertificazione”.
Un tema ricorrente del dibattito è stato quello delle scuse alla cittadinanza. Ilaria Bacciocchi (Psd) ha denunciato un atteggiamento difensivo delle istituzioni: “Troppo spesso ci preoccupiamo più di salvare la faccia che di tutelare le vittime. Chiedere scusa non è debolezza, è maturità”.
Un concetto ripreso da diversi consiglieri. Dalibor Riccardi (Libera) ha parlato di “trauma collettivo” e di necessità di reagire: “È inaccettabile che un individuo condannato per reati così gravi abbia potuto continuare a operare indisturbato. Se ci sono state omissioni o silenzi, è giusto che chi ha sbagliato ne risponda”.
Come ha detto Marco Mularoni (Pdcs): “Non possiamo legittimare che questa cosa possa risuccedere in futuro. Dobbiamo lavorare con sobrietà e serietà perché la prossima volta si possa dire: lo abbiamo saputo in tempo e abbiamo agito”.
I lavori vengono sospesi alle 17:30 per l’elezione dei Capitani Reggenti. Riprenderanno questa mattina alle 9:00.
20250916 – Consiglio Grande e Generale – R eport martedi 16 settembre pomeriggio
Askanews