In apertura dei lavori, si svolge il dibattito sul Progetto di legge “Recepimento e attuazione del Regolamento (CE) n.1082/2006, come modificato dal Regolamento (UE) n.1302/2013, relativo a un Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT), poi messo in votazione e approvato all’unanimità con 40 voti a favore.
Si torna quindi al Comma 13, con l’Aula consiliare che riprende il dibattito sulla ratifica del Decreto Delegato 26 del 20 febbraio 2025, che modifica la “Legge sull’ingresso e la permanenza degli stranieri in Repubblica”. Il confronto si è polarizzato sul percorso legislativo adottato: da una parte la maggioranza ha difeso l’intervento normativo come coerente e rispondente a un’urgenza abitativa; dall’altra, le opposizioni hanno denunciato confusione normativa e finalità propagandistiche.
Massimo Andrea Ugolini (PDCS) ha spiegato: “E’ un tema che riguarda le residenze atipiche per i pensionati. Tema affrontato varie volte, perché questa tipologia di residenza aveva una incidenza sugli affitti in territorio. […] Si arriva ad una normativa che va a raccogliere l’indirizzo politico espresso da tutta l’Aula sui criteri più alti per le residenze atipiche”. Molto critico Enrico Carattoni (RF), che ha parlato di incoerenza politica: “Vorrei rendere plastica l’incoerenza di questo pastrocchio fatto dalla maggioranza e dal Governo. […] Qui si tratta di fare gli influencer, questa è politica di plastica, degli slogan. […] Vi rendete conto della follia di questo percorso normativo e dell’immagine che viene data fuori?” Sul fronte di Libera, Guerrino Zanotti ha difeso il provvedimento: “Mi sembra un percorso abbastanza lineare e senza problemi”, mentre Dalibor Riccardi ha replicato alle accuse di confusione: “Non si può parlare di incoerenza. Quando il Governo porta a casa un provvedimento, un pochino rode. Poi mi dispiace anche perché mi risulta che il lavoro in Commissione preposta sia stato un lavoro a più mani. Perché si emette un Decreto che alzava leggermente gli indici? Perché andava posto un freno immediatamente, prima di trovare una soluzione costruita in un Pdl condiviso”.
Matteo Casali (RF) ha puntato il dito sulla gestione: “Il Decreto di febbraio era all’ordine del giorno di marzo e non è stato discusso. Se l’urgenza era tale, non si poteva ratificare il Decreto in quella sede a marzo? No, perché bisognava piantare la bandierina politica”. Toni duri anche da Emanuele Santi (Rete): “Questa è una figuraccia abissale. Io lo vedo che siete in difficoltà. Ma non potete andare in difficoltà quando l’opposizione vi da l’indicazione per non sbagliare”.
Il Segretario di Stato Matteo Ciacci ha difeso il metodo seguito: “Siamo passati dalla pagina di ieri con l’Odg sulla Palestina ad una pagina veramente pietosa. Abbiamo sempre detto e sostenuto tutti che c’era la necessità di intervenire sulle politiche abitative e che uno dei motivi per cui i canoni sono schizzati in alto è quello legato alle residenze atipiche pensionati. Ho sempre sostenuto una cosa semplice. Che in termini di merito e metodo, nella Legge sull’emergenza casa bisognava intervenire sulle residenze atipiche. Questa è una questione politica di merito. Sul timing: non c’è nessuna confusione normativa. Fino al 3 di maggio vigono i parametri dei precedenti Decreti, dal 3 di maggio vige la Legge sull’emergenza Casa. Cosa c’è di così tanto complicato? Qual è il pastrocchio? L’unico elemento è che, su richiesta dell’opposizione, vi è stata la concessione da parte della maggioranza di discutere oggi un Decreto che nella sostanza è già superato. L’iter più lineare era quello di prevedere un ritiro del Decreto e far salvi gli effetti. Discutiamo di qualcosa che è già stato superato”.
Ma per Sara Conti (RF) la confusione è concreta: “Si è creato un cortocircuito. A tutti i costi bisognava fare la pubblicità, il selfie e il post su Facebook con cui dire che era stata fatta una meravigliosa legge sull’emergenza casa”. Fabio Righi (D-ML) ha criticato l’incoerenza politica: “Il problema è che la stessa maggioranza va contro se stessa. […] State intervenendo su una quisquilia che nulla dice su un tema più ampio che è quello del programma di residenze”. Anche Maria Katia Savoretti (RF) ha attaccato duramente: “Ad oggi ci troviamo un Decreto delegato e una legge. Abbiamo tanta confusione e due norme. […] Se volete gestire il paese non è questo il modo migliore. C’è da mettersi le mani nei capelli”. “Mi sembra di poter dire che il topolino ha partorito la montagna. Ha partorito questo Comma propaganda. Propaganda dell’opposizione che cerca di mettere una macchiolina di fango sull’ottimo risultato conseguito dal Governo” ha detto Luca Boschi (Libera).
Toni diversi da Marco Mularoni (PDCS): “Non c’è confusione normativa. C’è una questione di sovrapproduzione normativa. […] Gli istanti hanno presentato la pratica con i requisiti in vigore in quel determinato momento”. Luca Lazzari (PSD) ha sottolineato: “C’è una assoluta linearità. Non ci sono vulnus. […] Si è seguita una logica per non appesantire troppo il mercato degli affitti”. Il dibattito ha coinvolto anche altri esponenti, da Giulia Muratori (Libera) che ha detto “Continuare a tediare chi ci ascolta da casa con tecnicismi legislativi mi sembra inutile”, a Giovanni Zonzini (Rete) secondo cui “questi problemi derivano semplicemente dal fatto che il Governo, lungi dall’agire in maniera ragionevole, agisce in funzione dei tempi e delle necessità delle sue pagine Facebook, a fini puramente propagandistici.”. Infine, spazio alle parole di Gian Nicola Berti (AR): “Questo Decreto non andava assolutamente portato qui. Noi riteniamo sia più garantista per i cittadini il contenuto della legge. Siamo qui a discutere solo per un capriccio delle opposizioni”.
Dopo le repliche, si passa all’esame degli emendamenti presentati da Governo, Rete ed RF. Sono accolti due emendamenti modificativi di RF e uno di Rete. Infine il Decreto Delegato 26 del 20 febbraio 2025 è ratificato all’unanimità con 27 voti favorevoli.
Di seguito una sintesi dei lavori
12 Progetto di legge “Recepimento e attuazione del Regolamento (CE) n.1082/2006, come modificato dal Regolamento (UE) n.1302/2013, relativo a un Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT)” (presentato dalla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri) (II lettura).
Relazione del Segretario di Stato Luca Beccari: La proposta legislativa che è posta all’attenzione del Consiglio Grande e Generale nella seduta odierna risponde all’obiettivo di recepire la normativa dell’Unione europea relativa a un Gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT) contenuta nel Regolamento (CE) n. 1082/2006. Tale strumento rispecchia una precisa volontà del Governo tesa a rendere più funzionali i rapporti tra San Marino e la Provincia di Rimini considerati i loro stretti legami sociali, economici, culturali e storici, nonché la necessità di elaborare strategie e azioni per la gestione congiunta del territorio in settori di comune interesse. Tale volontà è già stata espressa con la formalizzazione di un’intesa tra il Comune di Rimini e la Repubblica di San Marino per l’elaborazione di un piano strategico condiviso, col preciso compito di costruire un percorso di pianificazione integrata, interterritoriale e intersettoriale tra i territori di Rimini e San Marino. L’esperienza sinora svolta nell’ambito del Programma transnazionale IPA ADRION di cui San Marino fa parte in conseguenza della sua inclusione nella Strategia dell’Unione europea per la Regione Adriatico Ionica (EUSAIR), ha consentito di raggiungere un più approfondito grado di conoscenza dei meccanismi della cooperazione territoriale e di consapevolezza dei benefici derivanti da essa. In tale contesto il GECT assume una rilevanza politica di rilievo perché in grado di sviluppare progetti di cooperazione territoriale a livello locale, nel quadro delle politiche dell’Unione europea, coinvolgendo anche Paesi terzi; San Marino, in accordo con la Provincia di Rimini, sta già perseguendo l’obiettivo di realizzare il primo caso di GECT in cui figura anche un Paese terzo. Il Progetto di Legge illustrato in questa relazione si inserisce in questo solco poiché il recepimento della normativa dell’Ue che disciplina il GECT rappresenta un elemento essenziale per la successiva costituzione del GECT stesso.
Matteo Casali (RF): Il Pdl in discussione è estremamente importante. Penso possa essere una prima occasione per lo schiudersi di quelle occasioni che affacciarsi all’Ue possono rappresentare per San Marino. Il Pdl prevede il recepimento del regolamento CE n.1082 relativo ai gruppi europei di cooperazione territoriale. Di questi programmi ne esistono già molti. Si occupano dei più svariati temi. Sotto determinate condizioni il gruppo può anche attingere a finanziamenti europei. Per quanto riguarda San Marino, penso a problemi storici, atavici che possiamo affrontare tramite il nuovo strumento. Penso alle opportunità per l’Azienda Autonoma di Stato per i servizi, ad esempio per la gestione dei rifiuti. Un Gect sul problema della gestione dei rifiuti potrebbe essere un’occasione. Fino ad arrivare ad aspetti di più ampia pianificazione territoriale. Ma ci sono delle opportunità che non si schiudono del tutto. Se non ho capito male, un paese terzo può aderire al Gect, ma il Gect potrà avere sede solo su un Paese membro, del quale il Gect stesso è una entità. Continueranno ad esistere delle limitazioni. San Marino potrà essere stimolatore della nascita di Gruppi, ma ci sarà sempre questo aspetto limitante. Permangono dubbi metodologici che riguardano le modalità di acquisizione della normativa europea. Noi abbiamo detto che sarebbe opportuno incominciare a stilare un canovaccio con cui abbiamo intenzione di affrontare l’acquis. Le opportunità vanno prese con i tempi giusti e questi forse non sono i tempi giusti.
Sara Conti (RF): Questi gruppi di cooperazione sono uno strumento fondamentale nella cooperazione transfrontaliera. L’importanza va oltre la semplice formalizzazione di collaborazioni, è un pilastro dell’integrazione, della coesione territoriale. I Gect sono essenziali perché contribuiscono a creare una identità europea a livello di base. E’ un modo per calare sul territorio questa maggiore integrazione europea. Sono veri e propri laboratori di cooperazione calati nelle realtà territoriali. E’ possibile affrontare sfide condivise tra regioni vicine, come la gestione delle risorse naturali, la valorizzazione del patrimonio culturale e territoriale. Molto bene che si vada in questa direzione, accogliamo con favore il progetto, auspichiamo che vada velocemente e di pari passo con l’accordo di associazione con l’Ue. Penso alla sinergia che si potrebbe creare con la Regione Emilia-Romagna. Riteniamo importantissimo che i nostri funzionari abbiano la possibilità di affiancare le amministrazioni italiane che sono già avanti in questo tipo di approcci europei.
Antonella Mularoni (RF): Constato che questo Pdl interessa solo a Rf. Facciamo alcune raccomandazioni. Questo Pdl è molto importante, sappiamo quanto i gruppi possano diventare una palestra fondamentale per capire come utilizzare al meglio l’expertise e tutto quello che l’Ue e i Paesi membri hanno prodotto in questi anni. Nonostante la nostra richiesta avanzata ad inizio legislatura, il Segretario di Stato non ha chiarito con quale modalità ci si vuole avvicinare all’acquis comunitario. Si tratta di migliaia e migliaia di atti, una riflessione preliminare è assolutamente necessaria. Questo è un progetto di legge che sosteniamo fortemente, lo riteniamo di grandissima utilità, non solo sul piano dei contenuti, ma anche sul piano delle modalità di lavoro che la nostra Pa potrà cominciare a sperimentare. Nostro pieno sostegno: ma vorremmo vedere da parte del Governo una proattività diversa in termini di proposte al Consiglio per quanto riguarda l’acquis comunitario: che cominciamo a ragionare su come vogliamo farlo.
Iro Belluzzi (Libera): Nella relazione si parla della provincia di Rimini: si parla di rapporti transfrontalieri legati a progetti che dovranno essere realizzati. Immagino che ci siano già delle interlocuzioni. Penso al progetto della viabilità, all’aeroporto internazionale: percorsi che possono essere concretizzati non cercando sempre e comunque l’investitore proveniente da chissà quali mondi esotici, ma con la possibilità di accedere al finanziamento delle politiche europee. Cominciamo a dare sostanza a quelle che sono le aspirazioni che la Repubblica ha in funzione del percorso di associazione con l’Ue. Non interessa soltanto a Rf, ma tutta l’Aula, tutto il Paese, a quelle parti della sinistra che si sono spese per la realizzazione del percorso di associazione con l’Ue. Raggiungeremo un obiettivo importante, questo è il primo atto, con una norma snella e veloce.
Aida Maria Adele Selva (PDCS): Questo Pdl ha un valore doppio. Prima di tutto, per questa maggiore integrazione all’Ue, ma anche per la possibilità di sviluppare programmi di cooperazione con le realtà limitrofe. I Gruppi ribadiscono ancora una volta il grande valore della cooperazione in tutti i settori. Questi Gruppi testimoniano che in tutti gli ambiti la cooperazione e decisiva e contribuisce ad unire in obiettivi comuni. Ed è più facile arrivare a decisioni utile per le realtà coinvolte. Nella relazione unica è stata sottolineata la possibilità di partecipare a molteplici meccanismi di finanziamento, tra cui Horizon. E’ il programma quadro dell’Ue per la ricerca e l’innovazione ed è il più vasto programma di ricerca ed innovazione transnazionale.
Guerrino Zanotti (Libera): Anche Libera è contenta sia arrivato in Aula questo Pdl. Lo riteniamo un Pdl che può offrire una serie di opportunità in vari ambiti della vita sociale ed economica del nostro territorio. Ritengo non ci si dovrebbe soffermare solo alla provincia di Rimini, ma allargare il raggio di interesse anche ad altre zone territoriali. Per dare la possibilità a San Marino di accedere anche a quelli che sono i finanziamenti dell’Ue a sostegno di progetti di sviluppo innovativi. Si è parlato della gestione dei rifiuti e credo che quello possa essere un ambito interessante. Ma ci sono anche altri ambiti, dal turismo alla viabilità allo sviluppo sostenibile alla formazione. San Marino ha la possibilità di sviluppare in modo sinergico dei progetti interessanti per il Paese e fare in modo che la collaborazione possa far crescere anche la nostra amministrazione. Sarà necessario di volta in volta stabilire qual è lo strumento normativo più idoneo per il recepimento dell’acquis, ma è corretto che già oggi, essendoci la Commissione per le riforme istituzionali, interrogarsi su quelli che possono essere gli strumenti. Ribadisco il nostro appoggio convinto a questo Pdl che riteniamo un passaggio significativo.
Lorenzo Bugli (PDCS): Oggi discutiamo un Pdl che non è solo un recepimento tecnico ma un’affermazione politica di visione. Il disegno di legge riguarda l’introduzione del Gect. E’ uno strumento giuridico dell’Unione europea che consente a soggetti pubblici di paesi diversi, anche terzi, di cooperare stabilmente su progetti condivisi superando le barriere amministrative. Grazie al GECT potremo partecipare non solo simbolicamente ma operativamente alla costruzione di politiche territoriali europee, accedendo a meccanismi di finanziamento per infrastrutture, ambiente, mobilità, sviluppo economico, innovazione, sanità, formazione. Concretamente, potremo: coinvolgere enti pubblici e imprese a partecipazione statale in progetti transfrontalieri, attuare politiche comuni con altri Stati membri, accedere a fondi europei strutturali e d’investimento, anche in modo diretto, rafforzare la nostra posizione nel quadro delle politiche di coesione e sviluppo dell’UE. San Marino ha già compiuto passi importanti in questa direzione: dal 14 febbraio 2022 è parte della Strategia dell’Unione Europea per la Regione Adriatico-Ionica (EUSAIR) e partecipa al programma IPA ADRION 2021-2027, che prevede fondi diretti per la cooperazione transnazionale. Questo significa che siamo già dentro una logica europea di sviluppo congiunto. Ora serve un’architettura giuridica nazionale che renda possibile la nostra piena partecipazione. E il GECT è la chiave. Eccellenze, questa legge è uno spartiacque. È un modo per dire che San Marino vuole essere protagonista, non spettatore. Che vuole essere alleato e non solo vicino, integrato e non solo compatibile. Non si tratta di rinunciare alla sovranità, ma di esercitarla in forma moderna, condivisa, lungimirante. Come avrebbe detto un grande statista del Novecento: chi ha paura di cambiare, non ha capito il tempo in cui vive. Con questa legge noi stiamo dando forma istituzionale al nostro futuro europeo. Un futuro fatto di collaborazione, progettualità, visione territoriale. Un futuro dove San Marino – piccolo, sì, ma capace – saprà stare accanto ai grandi con la forza della qualità, della serietà e della cooperazione.
Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: Per ringraziare, a nome del collega Affari esteri, tutti coloro che sono intervenuti e per aver compreso la finalità di questo Pdl. E’ davvero uno dei primissimi assaggi di un percorso di maggiore condivisione ed integrazione in virtù dell’accordo di associazione ed in virtù di un rapporto sinergico con i territori vicini.
La legge è approvata all’unanimità con 40 voti a favore.
13 Ratifica Decreti Delegati
Ratifica Decreto Delegato 20 febbraio 2025 n.26 -Modifiche alla Legge 28 giugno 2010 n.118 e successive modifiche “Legge sull’ingresso e la permanenza degli stranieri in Repubblica”
Massimo Andrea Ugolini (PDCS): E’ un tema che riguarda le residenze atipiche per i pensionati. Tema affrontato varie volte, perché questa tipologia di residenza aveva una incidenza sugli affitti in territorio. Ed è stato trattato nel Pdl sull’emergenza casa. Tutta la Commissione Esteri aveva affrontato il tema dando mandato al Segretario di Stato di innalzare i criteri per l’accesso a queste residenze. Dal punto di vista politico c’è stato un innalzamento dei criteri perché si voleva fare una selezione più ampia per questo tipo di residenze. Criteri che con la legge sull’emergenza casa sono stati notevolmente innalzati, arrivando a 120mila euro di reddito e 300mila euro di patrimonio disponibile. Crediamo che sia un intervento che va in quella direzione. Con la ratifica vengo fatti salvi gli effetti dei Decreti tempo per tempo in vigore e dei vari criteri. La Commissione potrà prendere in esame queste pratiche in base ai criteri della normativa vigente in quel periodo. La norma che rimane in vigore come indirizzo politico è quella presente nel Pdl Casa. Si arriva ad una normativa che va a raccogliere l’indirizzo politico espresso da tutta l’Aula sui criteri più alti per le residenze atipiche. Rimarchiamo la volontà di arrivare a ratifica come chiesto dall’opposizione in Udp.
Guerrino Zanotti (Libera): Dispiace che non sia in Aula il collega Nicola Renzi. Se la sua fosse stata una sceneggiatura, potremmo dire che era una sceneggiatura molto romanzata. Questo atteggiamento tenuto su questo Decreto e sulla Legge Casa, mi sembra faccia trasparire un po’ di fastidio quando si fanno le cose. Ci sono opinioni diverse, però il fatto che si porti a termine un intervento legislativo, magari per l’opposizione può essere fastidioso che si possa dire che il Governo fa cose utili. C’era già un lavoro da parte della Segreteria al Territorio sul Pdl Casa. E’ stato uno dei primi lavori su cui la Segreteria si è impegnata. Questo già a settembre/ottobre 2024. Nell’ambito dei lavori, nell’analisi riguardante le criticità e i problemi, si è individuato il tema delle residenze atipiche. Da subito nell’elaborazione si è ritenuto che quello dovesse essere un elemento su cui intervenire. Siccome si stava lavorando su quel progetto, e si era già cominciato a parlare pubblicamente del problema, si è pensato di fare un intervento normativo che non distorcesse il periodo che intercorreva dal periodo del deposito della legge alla sua approvazione. Di modo che non ci fosse una corsa oltremodo numerosa di persone che volevano la residenza atipica. L’idea che abbiamo speso all’interno della Commissione era quella che sarebbe stato sufficiente che il Decreto fosse lasciato decadere facendone salvi gli effetti. Sarebbe stata la cosa più normale del mondo. Questo non avrebbe provocato nessun dibattito. Io credo che se si affronta un tema nel complesso, ci sia la possibilità di intervenire anche su quell’ambito lì, ritenuto una delle cause della situazione attuale del mercato immobiliare. Con un iter di questo tipo, non ci sarebbe stata nemmeno la necessità di montare un caso. Mi sembra un percorso abbastanza lineare e senza problemi.
Enrico Carattoni (RF): Vorrei rendere plastica l’incoerenza di questo pastrocchio fatto dalla maggioranza e dal Governo. Però qui veramente sembra di assistere ad un Truman Show. Più che dei Segretari di Stato sembrate degli influencer. Fate le norme pensando non all’applicazione concreta ma ai comunicati stampa da fare. Ci si trova davanti ad una situazione grottesca. Dire che questo è un percorso lineare è il contrario della percezione comune. A novembre è stato fatto un decreto per rivedere al rialzo i requisiti. Il Governo emette un provvedimento, in accordo con la Commissione esteri, il Decreto scade a febbraio e viene riemesso a febbraio. Cosa succede? Il Decreto è già immediatamente vigente. Durante la vigenza del Decreto viene approvata la legge Ciacci che va a modificare ancora lo stesso articolo cambiando una e con una o. C’era il Decreto: dal punto di vista politico, l’intelligenza non vi diceva di portare la ratifica del Decreto insieme alla Legge sulla Casa, anche nello stesso Odg? Qui si tratta di fare gli influencer, questa è politica di plastica, degli slogan. Si vuole mettere il timbro, la bandierina. Poi non si pensa ai pastrocchi che arrivano dopo. Non si capisce quale norma dobbiamo applicare, visto che le domande sono state presentate sulla base del Decreto. La proposta di una parte del Governo è stata di non portare in ratifica il Decreto. Se il Decreto è promulgato, o si ratifica oppure scade e decade, non si può ritirare. Un altro elemento che qui pare completamente disconosciuto. Se viene approvato questo Decreto, essendo successivo rispetto alla Legge, prevarrà questo. Vi rendete conto della follia di questo percorso normativo e dell’immagine che viene data fuori?
Dalibor Riccardi (Libera): Faccio fatica a rispondere. E’ stato tacciato questo Governo, con questo Decreto, di cercare di trovare soluzioni fantasiose. Apprezzo sempre con piacere gli interventi in Aula, quello di Renzi è stato particolarmente simpatico. Io però le unghie sugli specchi le ho sentite nell’intervento che mi ha preceduto. Non mi può parlare di incoerenza, consigliere, quando dall’inizio di questa legislatura si è sempre svolto il dibattito rispetto all’emergenza casa, e rispetto all’incidenza delle residenze pensionati. Non può essere incoerenza. Il cambiare la e alla o è modificare anche un principio. Capisco tutto e capisco che da un punto di vista tecnico il consigliere Zanotti è stato perfetto. Dal punto di vista politico, qual è il responso? Non è facile per chi fa opposizione. Quando il Governo porta a casa un provvedimento, un pochino rode. Poi mi dispiace anche perché mi risulta che il lavoro in Commissione preposta sia stato un lavoro a più mani. Una maggioranza compatta, con grande coerenza, ha cercato di lavorare per porre una misura più restrittiva. Perché si emette un Decreto che alzava leggermente gli indici? Perché andava posto un freno immediatamente, prima di trovare una soluzione costruita in un Pdl condiviso. Capisco: c’è una grande sofferenza rispetto ad un tema che questo Governo e questa maggioranza hanno provato a risolvere. L’atteggiamento costruttivo tenuto dalle opposizioni nelle Commissioni preposte oggi viene ribaltato da una dialettica diversa. Il fatto della foto social o di avere un microfono per dire qualcosa in più: avete fatto la sponsorizzata dell’intervento del consigliere Renzi. Libera ha sempre cercato di fare un’opposizione costruttiva basata non sulle foto. E si è costruito un progetto politico fatto di contenuti e non solo di illazioni.
Matteo Casali (RF): Dopo essere stati mercoledì sera rintanati in trincea, ora fate venire fuori la strategia di dire che siamo scocciati. Strategia abbastanza goffa. Ricordiamo di cosa stiamo parlando. Nella scorsa legislatura è stata introdotta la fattispecie delle residenze atipiche pensionati. Se la celerità era uno dei temi, questa era la via. La via del Decreto e della ratifica del Decreto. Voi fate una narrazione distorta. Il tema era di portare a ratifica il Decreto, così non è stato, perché il Decreto è stato reiterato. Il Decreto viene riemesso in febbraio del 2025, ancora una volta con 120mila euro di reddito o 500mila euro di patrimonio. Poi la legge Casa, depositata i primi di gennaio, ben dopo il novembre del 2024, cosa fa? Introduce una nuova soglia di 120mila euro di reddito e 300mila euro di patrimonio detenuto. Se era così urgente intervenire, non si poteva intervenire portando a ratifica i Decreti che già vigevano? Il Decreto di febbraio era all’ordine del giorno di marzo e non è stato discusso. Se l’urgenza era tale, non si poteva ratificare il Decreto in quella sede a marzo portando le modifiche? No, perché bisognava piantare la bandierina politica. Doveva essere il Segretario Ciacci a piantare quella bandierina. E per piantare la bandierina oggi provoca confusione. Quante leggi vigono oggi? Due. La legge Ciacci e continua a rimanere in vigore il Decreto di febbraio. Questa confusione poteva essere evitata? Noi diciamo di sì. Questa modalità di affrontare le cose non è accettabile. La celerità doveva essere intrapresa in altri modi, il processo non è stato lineare e per ragioni politiche di bottega siamo arrivati a questa confusione.
Iro Belluzzi (Libera): Stimo le persone che sono presenti nel gruppo consiliare di Rf. Però oggi è una caduta di stile pazzesca. Si sta creando un dibattito sul nulla. Sarebbe bastato all’interno della norma abrogare il Decreto. Decreto che comunque decadeva perché non veniva ratificato. Vige l’ultima norma approvata e vengono esaminate le pratiche nel momento in cui viene presentata la domanda. Così vale in tutto il mondo. I nostri cittadini sono più interessati alla risposta data in funzione di una norma o più interessati alle tecniche legislative? Stiamo generando costi: ogni ora che occupiamo con chiacchiere inutili sono costi a carico della collettività. Cerchiamo di mantenere il confronto su quel livello. Altrimenti cadono anche elementi di valutazione positiva e di ascolto reciproco.
Giulia Muratori (Libera): Mi unisco a questo dibattito surreale. Non eravamo tutti d’accordo che andare a modificare i requisiti per le residenze era un elemento per far fronte all’emergenza casa? Non eravate d’accordo anche voi? Non mi pare di andare a mettere una bandierina. Mi dissocio totalmente da questo atteggiamento. Aggiungo anche che il fatto di aver modificato quella e/o, è frutto di una sintesi fatta anche con i sindacati. Si è cercato di inserire un ulteriore requisito diverso da quello che era stato previsto nel Decreto precedente per far fronte alle residenze atipiche pensionati. E’ vero, a livello di tecnica legislativa si poteva concordare o cercare di capire la soluzione migliore. Però a mio avviso mi sembra ben chiara qual è la strada tracciata e come verranno trattate le pratiche prima della Legge e successivamente alla Legge. Continuare a tediare chi ci ascolta da casa con tecnicismi legislativi mi sembra inutile.
Fabio Righi (D-ML): Ci sentiamo di fare questa critica di produzione legislativa. Quando si esercita una funzione, ci si aspetta che siate in grado di farlo secondo una logica che avete smentito continuamente. La questione è politica. Perché il provvedimento di modifica delle residenze era un provvedimento richiesto nella Commissione Esteri fondamentalmente dalle opposizioni, poi emesso dal Segretario Beccari. Il problema è che la stessa maggioranza va contro se stessa. C’è un provvedimento che ha messo d’accordo tutta l’Aula in Commissione ma poi la maggioranza fa un nuovo provvedimento con cui lo modifica. Poi viene reiterato il provvedimento uno, va in vigore la legge, rimane in vigore anche il Decreto produttivo di effetti, oggi si porta in ratifica il Decreto iniziale. Può essere che la motivazione è che la cittadinanza non è preoccupata di questo? A me preoccupa un approccio di questo tipo. Se questo è il principio che viene sdoganato, sono preoccupato. E’ surreale scontrarsi sulla e/o. Io esco dalla polemica di questo dibattito surreale. Il problema è che state intervendo su una quisquilia che nulla dice su un tema più ampio che è quello del programma di residenze. Voi considerate degli obiettivi quelli che sono degli strumenti. Strumenti che devono essere calati in una visione di sviluppo economico che voi non avete. Fate le vostre sceneggiate da social, ma il tema è serio: qual è la visione di sviluppo economico? Questo mi sarei aspettato come intervento sulle residenze. Siamo qui a cincischiare sulle sfumature. Figuratevi se la nostra azione è dettata dall’invidia. Siamo felici che lo abbiate portato a casa, perché quando non funzionerà quel provvedimento saremo qui di nuovo ai microfoni a ribadirlo.
Emanuele Santi (Rete): Il titolo di questo dibattito potrebbe essere: un pastrocchio annunciato. Non è che vogliamo fare ostruzionismo. Noi già in Commissione, abbiamo detto al Segretario: non è più facile togliere l’articolo delle residenze sulla Casa e portare in ratifica il 14 marzo il Decreto sulle residenze con l’emendamento? Dal 14 marzo potevamo avere un provvedimento condiviso da tutta l’Aula. La genesi di quel Decreto era partita a novembre ed eravamo tutti d’accordo. Si è voluta portare avanti quella legge, perché la materia del diritto alla casa dev’essere territorio del Segretario Ciacci. Oggi abbiamo un Decreto che dice una cosa ed entrerà in vigore una legge con parametri diversi. Il presidente della Commissione II, capogruppo di Libera Muratori, convoca la Commissione Esteri, vengono portate 50 pratiche in commissione, la commissione si deve fermare perché non riesce a capire qual è la legge in vigore. Sono due mesi che ve lo diciamo. Questa è una figuraccia abissale. Io lo vedo che siete in difficoltà. Ma non potete andare in difficoltà quando l’opposizione vi da l’indicazione per non sbagliare. Ci pensate a quei 50 richiedenti a cui verrà risposto che la Commissione non ha potuto deliberare perché c’erano due leggi in vigore. State gestendo il Paese con i piedi. Come si fa ad andare avanti così? Questo problema ve lo siete andati a creare. La soluzione era molto semplice. Questa impuntatura del Segretario Ciacci la pagheremo a livello di reputazione.
Mirko Dolcini (D-ML): I cittadini rimarranno scandalizzati. Voglio ridurre questa diatriba a livello di principi generali. Il vero problema, lo abbiamo sempre detto, è la decretazione selvaggia. Siamo abituati a decreti che vengono riemessi continuamente facendo venire meno la qualità della provvisorietà. Siamo abituati a Decreti che decadono ma nel frattempo hanno prodotto effetti mettendo in imbarazzo soggetti che hanno gli stessi requisiti di quelli precedenti. Ora il nuovo step è avere creato una contorsione imbarazzante tra Legge e Decreto. La morale è sempre quella: basta decretazione selvaggia. Rispettiamo le forme e concentriamoci sui contenuti.
Maria Katia Savoretti (RF): Mi rivolgo a Libera: siete bravi a sviare l’attenzione anziché assumervi la responsabilità dei pastrocchi che avete fatto. Qua io penso che non siamo noi di RF a fare tanti selfie. Mi sembra che ci sia qualcun altro che ne faccia, di selfie. Anzi, si fa bello con le proposte di qualcun altro. E mi riferisco al co-housing intergenerazionale, che non è una proposta di Libera, ma di RF. La linearità non la vedo. Vedo tanta tanta confusione. Ad oggi ci troviamo un Decreto delegato e una legge. Abbiamo tanta confusione e due norme. Anziché risolvere i problemi ne avete creato degli altri. Il Governo in tutto questo dov’è? Il Governo deve fare la sua parte. Non si può arrivare in Aula e presentare un emendamento in cui abrogate tutto, creando ulteriore confusione. Si ritorna indietro, a quando i requisiti erano altri. Mi chiedo con quale testa ragionate. Cerchiamo di non rigirare la frittata. Voi lo sapevate bene, siete stati bravi a creare dei disagi ulteriori. Se volete gestire il paese non è questo il modo migliore. C’è da mettersi le mani nei capelli.
Marco Mularoni (PDCS): Non c’è confusione normativa. C’è una questione di sovrapproduzione normativa. Quando è entrata in vigore la legge sulla casa, sono cambiati i parametri relativi alla richiesta per la residenza atipica. Residenza disciplinata da un precedente decreto a novembre, poi reiterato. Non esiste un vulnus dal punto di vista normativo. Fino all’entrata in vigore della Legge sulla Casa, rimaneva in vigore il Decreto. A livello di diritto, la legge superiore supera la legge precedente. Non c’è una problematica. Anche io credo, a livello politico, che occorra un ragionamento più ampio sulle residenze. La questione rilevante è come verranno trattate le pratiche. Esiste sempre un principio di diritto: il tempo regola l’atto. La Commissione, che ha sospeso le pratiche, ovviamente può andare a decidere. Dovrà valutare l’istanza sulla base della data di presentazione dell’istanza. Gli istanti hanno presentato la pratica con i requisiti in vigore in quel determinato momento. Se un istante presenta una domanda in quel momento in base a dei criteri, quella domanda è valida. Se il legislatore cambia i parametri, andranno valutati i parametri in vigore in quel determinato momento.
Luca Lazzari (PSD): Rilevo la capacità dell’opposizione di ingigantire questioni di forma. Poi c’è una sostanza politica. Quando è stato aperto il cantiere sulla Legge Casa, una delle riflessioni fatte è stata mettere in relazione le residenze atipiche con il mercato degli affitti. Siccome c’era un certo numero di pratiche, il Governo ha emesso un primo decreto che aveva la valenza di una soluzione ponte, in attesa di una riflessione più compiuta. Si è seguita una logica per non appesantire troppo il mercato degli affitti. Questo è il ragionamento politico e c’è una assoluta linearità. Non ci sono vulnus. Stiamo ad ascoltare le strumentalizzazioni, ma è qualcosa che non svilisce il dibattito ma non la legge sull’emergenza casa che sta già producendo effetti positivi.
Michela Pelliccioni (D-ML): Questo è lo spettacolo rivolto ai cittadini rispetto al metodo utilizzato da maggioranza e Governo per modificare i parametri relativi alle residenze atipiche. Abbiamo solo una certezza: che l’emendamento che avete portato per cercare di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, complica ancora di più il quadro. Abbiamo sentito di tutto. Il problema all’origine non c’era, perché avevate la strada già spianata in Commissione Esteri. Qui parte l’elemento che caratterizza il Governo: il pressappochismo. Volete dire ai cittadini che siete dilettanti allo sbaraglio? E’ un atteggiamento dilettantistico, poco rispettoso delle istituzioni di questo Paese. Si è cercato di portare a casa un risultato che risultato non è. Lo abbiamo inserito in un contesto normativo che nulla c’entrava. Noi dobbiamo proteggere il Paese da chi non riesce a dare regole certe. Come pretende di crescere questo Paese, come pretende di presentarsi all’esterno? Non riusciamo ad uscire dai confini per i continui pastrocchi che facciamo. A volte mi stupisco di come non si voglia avere lungimiranza e lucidità per capire come devono essere fatte le cose per dare a maggioranza e Governo la credibilità. Qui si lavora costantemente per distruggerla quella credibilità. E’ un autogol che deve far riflettere le persone a casa su chi hanno votato.
Sara Conti (RF): Non è una questione solo di forma, ma di sostanza. La prova è il fatto che arrivati in Commissione II, con tutte le domande di residenza che chiedevano di essere ammesse, si è generata confusione, non si è saputo più come procedere. A tutti i costi si è voluto inserire questo articolo all’interno della Legge Casa, quando c’era già un decreto in attesa di ratifica. Non veniamo qui a raccontare frottole. C’è stato un ingarbugliato percorso di sovrapposizione di una stessa norma non necessario. Ora, con la ratifica di questo Decreto 26, andranno a cessare gli effetti dell’articolo contenuto nella Legge Casa. Diteci voi se questo tipo di operatività può essere efficiente e lineare. Si è creato un cortocircuito. A tutti i costi bisognava fare la pubblicità, il selfie e il post su Facebook con cui dire che era stata fatta una meravigliosa legge sull’emergenza casa, cosa per altro non vera. E si è creata una ulteriore stratificazione della normativa. Questo è quello che noi denunciamo. Non è una strumentalizzazione politica, è una questione politica. La questione è evidente, non c’è bisogno che continuiate ad arrampicarvi sugli specchi. E’ nostro dovere venire qua e dirle queste cose.
Segretario di Stato Matteo Ciacci: Siamo passati dalla pagina di ieri con l’Odg sulla Palestina ad una pagina veramente pietosa. Doveroso fare chiarezza sul perché ci troviamo in questa situazione. Legge sull’emergenza Casa. Abbiamo sempre detto e sostenuto tutti che c’era la necessità di intervenire sulle politiche abitative e che uno dei motivi per cui i canoni sono schizzati in alto è quello legato alle residenze atipiche pensionati. Per questo nell’ambito della legge si è pensato di intervenire con azioni che introducono la revisione sul mutuo prima casa, bonus ristrutturazioni, etc., e anche con un articolo sulle residenze atipiche, a seguito anche di confronti proficui con le forze sociali ed economiche. Devo dire che parallelamente, è stato adottato un Decreto per dare immediatamente una risposta che aveva come obiettivo di innalzare subito il tetto a 120mila euro. Decreto che è stato reiterato a febbraio. Ho sempre sostenuto una cosa semplice. Che in termini di merito e metodo, nella Legge sull’emergenza casa bisognava intervenire sulle residenze atipiche. Questa è una questione politica di merito. Sul timing: non c’è nessuna confusione normativa. Fino al 3 di maggio vigono i parametri dei precedenti Decreti, dal 3 di maggio vige la Legge sull’emergenza Casa. Cosa c’è di così tanto complicato? Qual è il pastrocchio? L’unico elemento è che, su richiesta dell’opposizione, vi è stata la concessione da parte della maggioranza di discutere oggi un Decreto che nella sostanza è già superato. L’iter più lineare era quello di prevedere un ritiro del Decreto e far salvi gli effetti. Discutiamo di qualcosa che è già stato superato. Rivendico il fatto di aver inserito questo tema nella legge sull’emergenza casa. Sulla comunicazione: il Governo e la maggioranza fanno le cose e le comunicano. Capisco che ci sia qualche prurito. In questo caso ritengo però che il percorso è stato molto lineare e corretto, dal 3 di maggio non c’è stata più nemmeno una richiesta di residenza atipica, prima le richieste vanno in essere con le procedure apportate prima della Legge Casa.
Giovanni Zonzini (Rete): Ho visto il Segretario al Territorio agitato. E’ difficile sostenere che sia stato lineare questo metodo legislativo. Se voi dite che questo è lineare, benissimo. E’ talmente lineare che non ci sono più richieste. La invito a prendere in considerazione, Segretario Ciacci, il fatto che le richieste non sono arrivate perché la gente non sa a quale legge fare riferimento. Dovete mettere d’accordo l’emisfero destro con quello sinistro della maggioranza. E’ inutile dire che volete fare una legge e poi fate un Decreto delegato lasciando in vigore due disposizioni differenti. Sostenere che avete fatto un buon lavoro è una forzatura. Non c’è alcun motivo tecnico per una condotta del genere. Questi problemi derivano semplicemente dal fatto che il Governo, lungi dall’agire in maniera ragionevole, agisce in funzione dei tempi e delle necessità delle sue pagine Facebook, a fini puramente propagandistici. Dal nostro punto di vista è più importante la sostanza della propaganda.
Luca Boschi (Libera): Mi sembra di poter dire che il topolino ha partorito la montagna. Ha partorito questo Comma propaganda. Propaganda dell’opposizione che cerca di mettere una macchiolina di fango sull’ottimo risultato conseguito dal Governo. Stiamo parlando del nulla, ci avete fatto perdere cinque ore per sporcare un risultato della maggioranza con motivazioni superate. Chi se ne frega di chi ha copiato cosa, l’importante è avere avuto l’idea. La propaganda l’avete fatta voi per cinque ore, di concreto non c’è nulla.
Andrea Ugolini (PDCS): Anche io intervengo. In termini di efficacia ed efficienza, questa è la fotocopia del dibattito fatto in Commissione IV. Abbiamo spiegato le ragioni di questo articolo sulle residenze pensionati. La maggioranza la pensa in un modo, l’opposizione in un altro. Non vi è alcun vulnus. In base al deposito della domanda, vi è il riferimento alla particolare legge nei tempi dovuti. Io propongo di andare avanti con l’esame del Decreto.
Gaetano Troina (D-ML): Io penso che, al netto di quello che si vuole far passare, il dato è oggettivo. Non so come si faccia a dire che questo provvedimento sia un risultato. I risultati non sono portare un comma o un articolo, ma risultati oggettivi per la cittadinanza. Non si può dire a D-ML di non avere portato provvedimenti orientati alla chiarezza e ad una migliore comprensione dell’ordinamento del nostro Paese. Se questo è il modo di intervenire in maniera logica e coerente su una legge, ho delle perplessità. Ho l’impressione che su molti temi il Governo si stia muovendo in maniera scoordinata mettendo le pezze quando si accorge di aver fatto errori e disattenzioni. Ma non c’è mai la capacità di chiedere scusa in generale. Di dire: scusate ho sbagliato, dovevo fare così. La politica è incapace di ammettere i propri sbagli e deve sempre arrampicarsi sugli specchi e trovare giustificazioni. Quando l’arrampicarsi sugli specchi raggiunge livelli di ridicolaggine, la gente se ne accorge, lo vede. Non è questo il modo di dare di nuovo credibilità alla classe politica. Se i problemi non si risolvono, i cittadini lo vedono e io spero che se lo ricordino.
Segretario di Stato Rossano Fabbri: Si sta discutendo di un problema molto delicato per il Paese che ha implicato ragionamenti da parte del Governo. La problematica abitativa non nasce solo da quanto successo sulle residenze atipiche pensionati, ma coinvolge anche altre leggi, come quella sulle case vacanze, e che hanno implicato l’aumento esponenziale dei prezzi. Il ragionamento che dovremmo fare è dove il Paese deve andare rispetto alle problematiche di denatalità che abbiamo e di invecchiamento. Ecco perché il Governo è intervenuto con provvedimenti di legge. C’è stata semplicemente una successione di norme nel tempo. E’ normale che fin quando c’è stata in vigore la normativa dei Decreti delegati, quelli erano i parametri. Dal momento in cui è intervenuta la legge successiva, i parametri sono cambiati. Possiamo discutere delle peculiarità del nostro ordinamento che ci portano ad avere una numerazione diversa in sede di ratifica. Dovremmo elevare il livello di discussione su dove portare il Paese, tenendo conto delle sue peculiarità e dei suoi ridotti numeri. Quello che ha fatto il Governo, decidendo in un tempo anche relativamente limitato, è stato cambiare i parametri delle residenze atipiche pensionati per fermare la situazione per cui oggi a San Marino non si trova più un immobile ad un prezzo umano.
Gian Nicola Berti (AR): Sono state dette cose in modo molto insensato e gratuito. Il Congresso di Stato è intervenuto ponendo un limite alle residenze atipiche. Successivamente interviene un ulteriore provvedimento normativo sullo stesso tema ponendo ulteriori requisiti. E’ stato fatto qualcosa che potrebbe essere condiviso da tutti. E’ un principio universalmente riconosciuto che l’ultima legge ha l’effetto di modificare la precedente. In Udp, è stato richiesto perché questo Decreto non era nell’elenco di questa seduta. E’ stato spiegato che non era necessario. Si è scatenato il putiferio da parte dei capigruppo di opposizione, che volevano portare in discussione il Decreto. L’errore è stato portare in ratifica questo Decreto. Questo Decreto non andava assolutamente portato qui. Noi riteniamo sia più garantista per i cittadini il contenuto della legge. Siamo qui a discutere solo per un capriccio delle opposizioni. E’ qualcosa di inutile che potremmo tutti quanti evitare.
Segretario di Stato Stefano Canti: Gli ultimi interventi hanno fatto chiarezza rispetto al metodo adottato. Il dibattito non è finito qui. Passiamo all’esame degli emendamenti e cercheremo di dare ulteriori risposte.
Culminata la fase delle repliche, si passa all’esame degli emendamenti.
Emendamento abrogativo del Governo dell’articolo 2, comma 1, del Decreto Delegato 20 febbraio 2025, n.26
Approvato con 30 voti a favore e 3 contrari.
Emendamento modificativo di RF dell’articolo 2, comma 2.
Approvato con 43 voti a favore e 1 non votante.
Emendamento modificativo di Rete dell’articolo 2
Respinto con 29 voti contrari e 3 favorevoli.
Emendamento di Rete aggiuntivo articolo 2-bis.
Respinto con 28 voti contrari e 3 favorevoli.
Emendamento di Rf aggiuntivo articolo 2-bis.
Respinto con 26 voti contrari e 11 favorevoli.
Emendamento di Rf aggiuntivo articolo 2-ter.
Respinto con 24 voti contrari e 7 favorevoli.
Emendamento di Rete aggiuntivo articolo 2-ter.
Respinto con 28 voti contrari e 1 favorevoli.
Emendamento di Rf aggiuntivo articolo 2-quater.
Accolto con 30 favorevoli e 1 contrario.
Emendamento di Rete aggiuntivo articolo 2-quater.
Respinto con 28 voti contrari e 6 favorevoli.
Emendamento di Rete aggiuntivo articolo 2-quinquies.
Accolto all’unanimità con 37 voti favorevoli.
Emendamento di Rf aggiuntivo articolo 2-sexies.
Respinto con 26 voti contrari e 6 favorevoli.
Emendamento di Rf aggiuntivo articolo 2-septies – Ritirato
Emendamento di Rf aggiuntivo articolo 2-opties
Respinto con 26 voti contrari e 6 favorevoli.
Ratifica Decreto Delegato 20 febbraio 2025 n.26 -Modifiche alla Legge 28 giugno 2010 n.118 e successive modifiche “Legge sull’ingresso e la permanenza degli stranieri in Repubblica”. Ratificato all’unanimità con 27 voti favorevoli.