San Marino. Consiglio Grande e Generale. Gli interventi di lunedi 2 maggio 2016

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 26 APRILE- 3 MAGGIO

LUNEDI’  2 MAGGIO-  MATTINA

In mattinata si conclude l’esame del progetto di legge sulla Rappresentatività sindacale che, dopo un lungo confronto, iniziato mercoledì scorso, viene infine approvato con  29 voti a favore e 17 contrari.

          L’esame dell’articolato è ripreso  dall’articolo 31, “Cessazione del contratto collettivo di settore” e fino alla fine, all’articolo 42  e agli allegati, nel corso dei lavori sono respinti tutti gli emendamenti presentati da Rete e C10. In particolare, all’allegato A, che introduce la regola di ripartizione della quota di servizio tra le diverse organizzazioni sindacali, si apre un dibattito sull’emendamento abrogativo di Rete- presentato dal consigliere Roberto Ciavatta– che viene comunque respinto.

Nelle dichiarazioni di voto, Gian Franco Terenzi per il Pdcs e Gerardo Giovagnoli per il Psd confermano il sostegno al provvedimento da parte dei primi partiti della maggioranza. Per Terenzi infatti, “aver regolamentato l’erga omnes, come pure la rappresentatività, porta chiarezza nel fissare regole e garantendo una democrazia reale”. Mentre Giovagnoli sottolinea che con la legge si compie un passo in avanti ed “è un fatto positivo per il Paese”. Pollice verso da parte di tutta l’opposizione, ad eccezione di Su-LabDem.

Paolo Crescentini annuncia il voto negativo del Partito socialista: “Non vorremmo che questa legge danneggi la democrazia all’interno del Paese, togliendo peso a chi già di peso ne ha di meno”. Per Federico Pedini Amati, Indipendente, la normativa non tutela le piccole imprese, al contrario, “pare suggerita da Anis e Csu perché si fonda su principi che vanno loro vantaggio”. Nicola Selva, Upr si dice in favore dell’erga omnes, ma la contrarietà del suo gruppo è nei confronti di una legge che “non contiene il concetto di equità”. Voce fuori dal coro della minoranza è quindi Ivan Foschi, Su-LabDem che conferma il voto a favore del provvedimentoda parte del suo gruppo, “ritenendo che su rappresentatività ed erga omnes siano state date soluzioni soddisfacenti”. Chiudono le dichiarazioni di voto Andrea Zafferani per C10 e Roberto Ciavatta di Rete. Il no è scontato per il capogruppo di Civico 10, secondo cui la nuova legge non garantisce affatto il contratto migliore per i lavoratori e con essa“i grossi potranno fare il loro comodo”.  Idem per Ciavatta che annuncia come il voto del suo gruppo sarà “assolutamente” contrario. “Ci felicitiamo- conclude- che l’unica modifica compiuta di qualche valore sia quella relativa ai distacchi dei dipendenti pubblici al sindacato,  ma ci spiace che tutte le altre proposte non siano state accettate”.
Licenziata la normativa sulla rappresentatività sindacale con 29 voti a favore e 17 contrari, l’Aula passa ad affrontare il
comma 21, ovvero il Progetto di legge in seconda lettura, “Norme di adeguamento dell’Ordinamento sammarinese alle disposizioni della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica- Convenzione di Istanbul”. Il dibattito sul provvedimento viene interrotto per la conclusione della seduta e riprenderà ne pomeriggio.

Di seguito un estratto degli interventi della mattinata.

Comma 20 . Progetto di Legge “Della libertà e attività sindacale nei luoghi di lavoro, della contrattazione collettiva e del diritto di sciopero” / approvato con 29 voti a favore e 17 contrari

Allegato A che introduce regole di ripartizione della quota di servizio tra le diverse organizzazioni sindacali. Rete presenta un emendamento totalmente abrogativo, poi respinto.
Ivan Foschi, Su-LabDem: “Questo allegato non ci convince. Se  la modalità transitoria è troppo vantaggiosa per una delle parti, questa si opporrà ad ogni tipo di accordo che possa toglierle alcune prerogative e il rischio è che non si arrivi volontariamente all’accordo. E’ il punto in cui si poteva fare di più”.
Manuel Ciavatta, Pdcs: “ Visto che abbiamo scelto la stessa base di ripartizione della quota che oggi ha la politica, il 25% uguale per tutte le sigle sindacali e il 75% secondo il numero di iscritti, è ovvio che si dia il giusto peso secondo la soglia minima che valuta la quota di iscrizione, è un criterio ragionevole”.
Andrea Zafferani, C10: “Nel sindacato l’iscritto è solo chi versa una certa quota, altrimenti fa un atto per passatempo e va considerato meno: questa è la logica della maggioranza e che mi lascia molti dubbi. Per noi sarebbe invece sufficiente valutare gli iscritti. E c’è di più. Paradossalmente sarebbe un atto consapevole se si chiede un’iscrizione e poi gliela si ridà indietro. Se invece il sindacato sceglie di non far pagare la quota di iscrizione ma i servizi, allora in quel caso non è un atto consapevole. Per noi invece non ha senso considerare la quota di iscrizione ma gli iscritti, perché un sindacato si può finanziare in molti modi diversi”.
Vladimiro Selva, Psd: “E’ chiaro che va trovato un equilibrio, anche alcuni servizi che i sindacati erogano possono incentivarsi con una quota di onerosità. Ma il finanziamento pubblico al sindacato ha questa logica, ovvero garantire una base economica solida per permettere di dare a tutti quel servizio, anche a chi diversamente non potrebbe permetterselo”.
Iro Belluzzi, segretario di Stato; “Anche noi avremmo preferito che si potessa trovare una conciliazione tra le parti. Ma con la consapevolezza che nel frattempo, senza, non ci fossero pari condizioni, la politica vuole porre le organizzazioni sindacali sullo stesso livello perché il dialogo inizi e si possano trovare soluzioni. Non mi trova d’accordo l’affermazione che l’iscritto che non paga non ha nessun valore, a noi interessa conteggiare chi veramente si rappresenta nel sindacato. Lo 0,15 sono 3 euro la mese, due caffè, con cui l’iscritto deve contribuire al sindacato. Cerchiamo quindi di riportare il dibattito sulla verità, non parliamo di 100 euro al mese necessari per poter conteggiare un iscritto. Questo è il solito metodo di certi partiti di minoranza che cercano di delegittimare, introducendo elementi nel Paese non suffragati. Per lei è illogico quello che fa il governo, per me invece consigliere Ciavatta è illogico il suo modo di fare politica”. 
Roberto Ciavatta, Rete: “I 3 euro o un ero non contano nulla, è il principio che conta. Se è sbagliato, anche se si parlasse di un centesimo all’anno, resta sbagliato. E’ vero che ci sono iscritti che contano meno degli altri. Stiamo facendo il discorso sulla situazione attuale. Si dice non è un obbligo pagare l’iscrizione, certo che lo diventa, perché diversamente non ho il finanziamento. Allora cosa succederà se io faccio pagare un 1% così prendo 10 euro al mese, ma poi li restituisco mettendoli nel fondo pensioni dei lavoratori? Si può fare? Questo modello proposto con l’allegato A è calato sull’attualità e sui rapporti di forza esistenti. Tiene conto di quanto fa pagare uno specifico sindacato, in modo che gli altri si devono adeguare, se no restano senza finanziamenti. Noi sosteniamo invece con forza il principio della proporzionalità”.

Dichiarazioni di voto

Gianfranco Terenzi, Pdcs: “A nome del Pdcs, esprimo soddisfazione per aver portato a termine questo Pdl che prevede regole certe per garantire una democrazia reale e di partecipazione nella società civile. E per aver quindi concluso il lungo confronto e dibattito sull’articolato che ha avuto un intenso approfondimento in Commissione consiliare e poi in Aula. Aver regolamentato l’erga omnes, come pure la rappresentatività, porta chiarezza nel fissare regole e garantendo una democrazia reale. Il Pdcs esprimerà un voto convinto e favorevole alle legge”.
Gerardo Giovagnoli, Psd: “Il Psd intende sottolineare la positività del provvedimento che mette ordine in un settore che è cambiato profondamente da quando la legge vigente è stata approvata, oltre 50 anni fa. Cerca di tenere assieme e contemplare diverse esigenze. Tra l’altro, dalla prima lettura ad oggi, il testo ha subito diverse modifiche che vanno nella direzione di non compromettere la possibilità per nessuno di partecipare, è stato messo un vincolo del 25% sulla distribuzione proporzionale che prima non c’era La questione dell’economia della retribuzione non ci pareva fosse quella fondamentale, ma abbiamo voluto inserire un minimo per quanto scritto anche dall’Ilo, coinvolto da un’associazione sindacale. L’Ilo dice infatti che un minimo di contributo per essere conteggiati quale iscritti deve essere contemplato. Se ci saranno abusi o storture ci faremmo carico di risolverle. Quello che mi preme, nel dibattito generale, è sottolineare che inizia un nuovo corso nel quale deve esserci uno sforzo che ci sentiamo di promuovere rispetto le parti in campo, datoriali e sindacali, che hanno avuto parecchie fratture, nel cercare di ricomporle. Crediamo che questo sia possibile e facilitato dal fatto che ora le regole siano più chiare e che il principio erga omnes sia confermato. Il passo in avanti è un fatto positivo per il Paese”.
Paolo Crescentini, Ps: “Il Partito socialista, coerentemente con quanto fatto in  Commissione consiliare darà il proprio voto negativo al Pdl, non previsto nemmeno nel Programma di governo e che, ribadiamo, non rappresenta una priorità nel Paese. Ve n’erano ben altre. Non vorremmo che questa legge, una volta adottata, creasse poi ulteriori spaccature nel Paese, sarebbe stato più opportuno prendersi altro tempo a disposizione, una richiesta arrivata anche dai consiglieri di maggioranza durante i lavori della Commissione consiliare. Il Ps darà il proprio voto negativo a questo provvedimento. Non vorremmo infatti che questa legge danneggi la democrazia all’interno del Paese, togliendo peso a chi già di peso ne ha di meno, rispetto ad altre componenti sindacali che da oggi si sentiranno ancora di più tutelate”.
Federico Pedini Amati, Indipendente: “Ho gradito le argomentazioni di C10 e Rete che hanno spiegato molto bene i dubbi fondati sui vari articoli, anche attraverso gli emendamenti presentati. Il momento non era quello più appropriato per portare questa legge in Aula, il segretario di Stato a riguardo ha fatto spallucce, insieme alla maggioranza. Si potrebbe innescare un meccanismo pericoloso, questa legge non coglie la vera rappresentatività, includendo anche le minoranze che sono qui lasciate al loro destino o a seguire dinamiche sindacali che rappresentano solo la maggioranza. Pare una legge suggerita da Anis e Csu, lo dico al microfono, perché si fonda su principi che vanno loro vantaggio. Era più importante fare una legge sul lavoro basata sulle esigenze nuove delle imprese, anche quelle delle piccole imprese, che su 5.200 attività sono l’80%. Invece questa legge va a favore delle grandi imprese. Il mio voto sarà contrario”.

Nicola Selva, Upr:  “Anche l’Upr non voterà positivamente questa legge, prima di tutto per la sua non urgenza e per le conseguenze che avrà nel nostro tessuto sociale che porterà ulteriori spaccature a un sistema già molto provato dalla crisi che dura da parecchi anni tra tutte le parti sociali del Paese, non solo sindacali. Non la sosteniamo soprattutto per come sono stati esposti i concetti. Sosteniamo sì l’erga omnes, ma in questo modo la legge non contiene invece il concetto di equità. Avrebbe dovuto permettere un’equa rappresentatività anche per le organizzazioni minori, non solo sindacali ma anche datoriali che rappresentano a San Marino la maggior parte delle aziende del territorio. Per questi motivi non voteremo questa legge”.
Ivan Foschi, Su-LabDem: “Si sono confrontate due diverse filosofie su questa legge, entrambe legittime, però la politica deve fare delle scelte. Il primo punto era la necessità di questa legge, probabilmente non era un’urgenza, ma era una necessità. Tutti ci siamo infatti detti a difesa dell’erga omnes contrari  alla creazione di contrapposizioni per contratti differenti, per non mandare in tilt le aziende. Abbiamo appurato che la suddivisione dello 0,40 non sia un obbligo ma una possibilità. Si è discusso se invertire o meno i silenzio- assenso. Abbiamo condiviso che tutti i lavoratori sono consapevoli, per noi ha fatto la differenza il riconoscimento del ruolo sociale e istituzionale delle organizzazioni sindacali. Così il fatto di inserire il principio del silenzio-assenso per noi rappresenta una forma di tutela per queste associazioni. Si può discutere invece sulla suddivisione di queste quote, anche noi avremmo preferito maggiore chiarezza sull’iscrizione, la legge poteva chiarire tra adesione e iscrizione. E’ stata fatta una scelta che non ci ha condiviso del tutto. Mettendo in fila tutte le considerazioni, ritenendo che su rappresentatività ed erga omnes siano state date soluzioni soddisfacenti, augurandoci ci sia poi possibilità di verificare questa norma, per tutte queste ragioni, confermiamo il voto della Commissione, ovvero favorevole, alla norma”.
Andrea Zafferani, C10: “La condivisione sulla necessità di questo intervento si è limitata da parte nostra a quella di superare la legge del ’61 e alla questione erga omnes, per quanto non avremmo visto peregrino ragionare su modelli industriali diversi. Il meccanismo definito infatti non fa in modo che si scelga il contratto economico migliore, ma solo quello scelto dai ‘più grossi’. Noi abbiamo suggerito invece un meccanismo che con un referendum tra lavoratori e datori di lavoro permettesse di scegliere effettivamente il contratto migliore. Non necessariamente è scontato che il contratto migliore sia quello fatto dalle organizzazioni più grosse. Una legge moderna per lo sviluppo economico avrebbe dovuto creare le condizioni per valutare i contenuti dei contratti e non chi li fa. Invece la legge è concentrata a far sì che i più grossi ‘facciano da soli’, con l’effetto collaterale che le piccole aziende rischino di non far sentire le proprie esigenze e sarebbe un grande problema visto che il nostro tessuto economico è fatto soprattutto da piccole e medie imprese.I grossi potranno fare il loro comodo e non penso sia positivo. Il nostro voto sarà contrario”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Crediamo che questa legge richiederà a breve interventi dell’Aula consiliare. Le complicazioni introdotte con l’unico obiettivo di privilegiare le parti più grosse in causa porteranno infatti ad aggiramenti della norma, che sono i benvenuti se ci sono gli spazi per poterli fare. La legge del segretario Belluzzi è stata imposta con forza e con tempistiche sospette. Le priorità sicuramente erano altre, invece si è voluto costringere l’Aula consiliare a un dibattito così lungo e poco produttivo in larga parte, perché concentrato su articoli contraddittori tra di loro. Non c’è dubbio che la legge andasse aggiornata per tutelare l’erga omnes, ma questo non è sufficiente a spiegare l’intervento normativo fatto. Larga parte della partita l’hanno giocata le modalità di suddivisione dei finanziamenti per le associazioni sindacali e il peso rappresentantivo per le associazioni datoriali. Maggior rappresentatività per firmare contratti erga omnes: così c’è chi vince e chi perde. Crediamo che questa forzatura aumenterà lo scontro tra le associazioni. Il nostro voto sarà assolutamente contrario, ci felicitiamo che l’unica modifica compiuta di qualche valore è quella relativa ai distacchi dei dipendenti pubblici al sindacato, ma ci spiace che tutte le altre proposte non siano state accettate”.

Comma 21. Progetto di legge “Norme di adeguamento dell’Ordinamento sammarinese alle disposizioni della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul)”/

Mariella Mularoni, Pdcs, relatore unico:  “Il Progetto di legge rappresenta il completamento di un percorso che il nostro Paese ha intrapreso già dal 2008 con la Legge 20 giugno n. 97, che ha costituito per la Repubblica di San Marino una tappa importante nel dibattito riguardante le misure da adottare per attuare un più efficace contrasto ai reati su vittime vulnerabili ed in particolare di quelli caratterizzati da violenza contro le donne. Un punto di svolta per il nostro Paese in materia di prevenzione e contrasto della violenza di genere e della violenza domestica. La firma della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, ( Convenzione di Istanbul ), avvenuta il 30 aprile 2014, testimonia l’impegno della Repubblica di San Marino di proseguire questo percorso e rappresenta il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante volto a creare un quadro normativo completo a tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza. La Convenzione è stato un segnale importantissimo perché è il primo trattato che ha riconosciuto la violenza sulle donne come violazione dei diritti umani fondamentali, e per la prima volta i maltrattamenti contro le donne sono stati inseriti in quest’ambito. Inoltre la Convenzione è stato un punto di partenza per la stesura di questo progetto di legge che recepisce alcune preziose raccomandazioni contenute nella stessa, in grado di prevenire ogni forma di violenza, indagare, punire e risarcire le vittime di violenza, ma anche promuovere campagne di sensibilizzazione e di programmi educativi che tengano conto di questi temi, del rispetto reciproco, della soluzione non violenta dei conflitti interpersonali. Rispetto a temi come questo in esame, la politica ha la responsabilità di intervenire sia sotto l’aspetto legislativo, adeguando il nostro ordinamento per colmare le lacune che esso ancora manifesta, sia nel tessuto culturale e sociale. Il progetto di legge rappresenta così un ulteriore passo in avanti per il nostro Paese, un adeguamento normativo alle disposizioni della Convezione di Istanbul sul piano degli strumenti preventivi e protettivi in favore delle vittime, suggerito dallo studio di conformità del nostro ordinamento interno elaborato dall’Avvocatura dello Stato, per colmare le lacune e perché la Repubblica di San Marino sia effettivamente la terra dove tutte le forme di violenza contro le donne, compresa la violenza domestica, siano prevenute e represse. San Marino conferma il proprio impegno nella progettazione e attuazione di politiche tese ad una uguaglianza sostanziale tra uomo e donna, e ad adottare una prospettiva di genere nella progettazione delle misure attuative della Convenzione e nella valutazione del loro impatto, che comprenda tutte le forme di violenza contro le donne, fisica, psicologica, economica, sessuale, oltre alle sue espressioni più degradanti e crudeli come i matrimoni forzati, le mutilazioni genitali, la sterilizzazione forzata, gli stupri. Un impegno che San Marino si assume a tutti i livelli, dalla prevenzione all’assistenza alle vittime, per eliminare ogni forma di discriminazione e promuovere la parità tra i sessi. Un lavoro da compiere tutti insieme, pur nella diversità dei ruoli, per aiutare le donne in difficoltà, per promuovere campagne di sensibilizzazione, per maturare nella società civile una maggiore consapevolezza sulla gravità del fenomeno. Ci auguriamo in tal senso che il confronto sul tema possa trovare ulteriori momenti di riflessione politica suffragati dai dati forniti dagli organismi preposti al monitoraggio.
Siamo tuttavia consapevoli che gli adeguamenti normativi non saranno sufficienti per far fare un passo in avanti al nostro Paese nella prevenzione del fenomeno della violenza contro le donne, se non ci sarà una consapevolezza collettiva di realizzare un vero cambiamento culturale per dare un segnale forte ai nostri giovani affinchè possa nascere una cultura del rispetto della dignità dell’altro. Un mutamento sociale e culturale che deve portare al rifiuto della violenza e di ogni forma di discriminazione di genere. Un reale cambiamento può scaturire solo da una rivoluzione culturale che la legge può e deve contribuire a determinare: le leggi sono necessarie, ma siamo noi, anche con l’educazione che impartiamo ai nostri figli, a dover creare i presupposti per realizzare una reale parità. concludo auspicando che il progetto di legge, così come emendato dalla Commissione Consiliare Permanente I, possa essere definitivamente approvato a larga maggioranza dall’aula consiliare”.
Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: £Questo intervento legislativo ha il compito di predisporre gli adeguamenti normativi per la piena attuazione della Convenzione di Istanbul, da noi ratificata prima della fine del 2015. Questi adeguamenti hanno avuto bisogno di qualche mese in più per essere predisposti, ma oggi siamo alla fase conclusiva del percorso e non posso che ringraziare chi ha contribuito al suo compimento, iniziato a San Marino già nel 2008. Indubbio è sottolineare il ruolo dell’Authority per le Pari opportunità grazie cui il percorso è stato tenuto nella dovuta attenzione e la Direzioni Affari giuridici del Dipartimento esteri per il lavoro svolto sotto l’aspetto normativo.
La legge di per sé non risolve tutti i problemi ma è importantissima, ha aspetti innovativi, ma voglio rimarcare l’elemento importante della prevenzione e del cambiamento culturale necessario da mettere in atto. Perché oltre alla repressione che si deve fare, il lavoro principale è quello di prevenire certi fenomeni, garantire pari dignità tra uomo e donna e pari opportunità. Obiettivo è quindi un’adeguata funzione educativa degli ambiti preposti. Restano due interventi attuativi da sottolineare: quello contenuto nell’articolo 20, un decreto delegato da adottare per dare piena autonomia operativa dell’Authority delle Pari opportunità. L’organismo cha bisogno di un adeguamento alla luce delle nuove funzioni che la legge gli attribuisce. Quindi l’istituzione di un Fondo di assistenza finanziaria delle vittime. Non si può che cogliere con soddisfazione il completamento del percorso”. Enrico Carattoni, Psd: “Serve una sola parola per definire l’entusiasmo con cui il nostro gruppo ha accolto questa legge, ovvero ‘finalmente’. E’ infatti l’ultimo passaggio per dare attuazione alla convenzione di Instanbul. In Commissione questa legge è passata all’unanimità con il contributo di tutte le forze politiche. E’ necessario far passare un messaggio politico: da 8 anni è entrata in vigore la legge contro la violenza di genere, il fatto che si tenga alta la guardia significa che la repressione di questo fenomeno  non è scontato”.
Lorella Stefanelli, Pdcs:  “Oggi siamo a completare il quadro normativo che rende efficace il contrasto alla violenza su donne e minori, oggi ci si chiede di adeguare normative già esistenti a nuovi principi e ne introduciamo altre innovative. Mi unisco al coro dei doverosi ringraziamenti a tutti gli uffici e organismi che si sono interessati a questa materia . Il Consiglio d’Europa attribuisce grande importanza a 3 convenzioni che rappresentano il quadro contro le violenze su donne e minori. La prima è la convenzione Lanzarote. San Marino è stato tra i primi 5 Paesi a sottoscriverla nel 2010 ed è lo strumento internazionale per eccellenza di prevenzione, protezione e contrasto ai casi di abuso sessuale sui minori. Poi c’è la convenzione di Varsavia contro la tratta degli esseri umani, ratificata da noi nel 2010. E la terza convenzione è quella di Instanbul.  Gli Stati che recepiscono questi ordinamenti sono considerati virtuosi per la considerazione delle donne e dei bambini sotto l’aspetto del contrasto alla violenza. E oggi con questo Pdl e l’iter appena concluso, con orgoglio possiamo annoverarci tra questi Stati viryuosi. E abbiamo toccato con mano con il deposito della convenzione di Instanbul al Consiglio d’Europa il grande rispetto e la considerazione che abbiamo su questo tema. Predisponendo questa legge, la Repubblica dimostra ai nostri cittadini e all’Europa serietà nel rendere effettiva, e non solo dichiarata, la lotta alla violenza su donne e minori”.
Franco Santi, C10: “E’ impossibile dividersi su queste tematiche. Mi unisco ai ringraziamenti fatti. Prevenzione la si fa con la cultura del rispetto, tolleranza e umanità, principi che devono essere quotidianamente riaffermati. Sottolineo l’importanza quindi del lavoro degli organismi tecnici preposti a fare questo, in primis la scuola, ma anche l’Authority, il tribunale, gli uffici della Pa e le famiglie, per monitorare l’efficacia di questo intervento attraverso statistiche di riferimento. I report dell’Authority ci dicono che ci sono ancora e mantengono numeri importanti questi episodi contro donne e minori, e tutto ciò deve farci riflettere. Molte di queste violenze non vengono denunciate e dobbiamo rimanere tutti con la massima attenzione, per fare in modo che questo intervento sia il più efficace possibile. Confermiamo il voto favorevole”.
San Marino, 2 MAGGIO 2016/01

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 26 APRILE- 3 MAGGIO

LUNEDI’  2 MAGGIO-  Pomeriggio

Nel pomeriggio l’Aula prosegue il dibattito del comma 21, ovvero il Progetto di legge in seconda lettura, “Norme di adeguamento dell’Ordinamento sammarinese alle disposizioni della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica- Convenzione di Istanbul”.Concluso l’esame dell’articolato, il provvedimento viene

Di seguito un estratto degli interventi del pomeriggio.

Comma 21. Progetto di legge “Norme di adeguamento dell’Ordinamento sammarinese alle disposizioni della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul)”/approvato all’unanimità.

Milena Gasperoni, Psd: Ringrazio tutti gli organismi competenti che hanno reso possibile portare oggi questa legge, ma sottolneo ch e ‘ percorso non concluso, non p finita qui, sul fronte della formazione degli operatori, della cultura nelle scuole, ma soprattuto su quanto c’è da fare.

viene demandadato a decreto delegato un’operatitivò amministraiva authority, è da 208 che deve avere sede che non ha. Mi auguro che rafforanzao cocnetto di dare sostegno economci oe amministrativo a questo importante istituto, le cose possano proseguire nell’intento che questo Consiglio porta avanti paporvando questa convenzione.

Mariella Mularoni, Pdcs: sottolneo i passi in avanti compiuti da questo Paese nei confronti lotta prevenzione lotta contro le donne e di genere. Dall elegge del 2008 a ratifica accodo Istanbul portata al Consigi d’europa dalla Reggenza Stefanelli-Renzi. Non c’è igliore educazione nell’investimento nuive generazione per rispetto reciproco, auspicio che anche el nostro Paese metta le radici questa cultura del rispetto verso gli altri. Non solo nei centri di sitrzuione ma anche luoghi ricreativi, di sport e svago. Investiamo nelle politiche educative partendo dalla scuola e lavoriamo sulle nuove generazioni che potranno dare vita a società migliore.

Denise Bronzetti, Indipendenti: Finalmente questo Pdl, questo è stato percorso lungo fatto di molte tappe. Ci sono voluti anni e fracaente ci dispiace per arrivare da ratifica convenzione a modifiche ordinamento. Registro il fatto che ogni qualcolvta si parli di violenza sulle donne e domestica, siano sempre quasi esclusivamente le donne ad intervenire. E’ un grande peccato. Come mi dispiace che nel richiamare il grande lavoro fatto da Authority noi oggi siamo qua tutti quanti a considerare un grande lavoro portato avanti nel silenzio e nell’indifferenza di quest’Aula. Oggi ci riempiamo la bocca del lavoro fatto ma ce ne ricordiamo molto poco. Ricordo Che più volte da parte loro è stato chiesto aiuto di fronte le loro difficoltà el far contromancanz di risorse economiche e sede operativa, problemi che oggi stiamo finalmente affrontando. Mi auguro questo sia punto di partenza e non di arrivo che permetta authority lavorare bene in difesa di chi vive sulla propri pelle la violenza che purtroppo esiste anche qua nei nsotri 61 kmq e ce lo dimentichiamo,”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Legge che completa iter normativo avviato da tempo. E’ legg eche riguard anon solo violenza donne ma altri ambiti, dfinito iter normativa adeguamento nostro ordinamento input dati da comunitò internazionale ancora molto dobbiamo fare sul fronte della cultura del rispetto, in senso lato, dell’altro, non solo per donne o minori o categorie deboli come anziani. Nessuno ha rivendicato forma di tutela verso particolare presenza in percentuale sempre più alta che fa parte della nsotra comunità. C’è molto ancora da fare per rispetto della persona. Non solo su fronte normativo e con riforme ci possiamo ritenersi soddisfatti di questa nuova impostazione , l’ipegno deve essere di tutti e di tutti isettori perché quello che andiamo oggi a concludere possa avere piena efficacia.

Mimma Zavoli, C10: Per attestare mia soddisfazione nel raggiungimento di questo traguardo che ha richiesto un tempo molto lungo per potersi dire terminato. E’ una condizione cmq positiva che va a concludere un iter legislativo che mancava e che arriva con un po’ di ritardo Ciò non di meno è importante che questo percorso non scontato abbia avuto risoluzione positiva e di questo dobbiamo essere contenti. Anche a me fa strano che quando si tratta di argomenti di questo tipo ad intervenire siano quasi esclusivamente donne. Voglio pensare che questo percorso legislativo consenta anche orgnaismi coinvolti di avere maggiori certezze di tipo orgaizzativo. Nelgi incontri avuti con authority ci hanno sottoposto alcune difficoltà operative. Purtroppo nostro territorio non è immune da questi fenomeni e mi auguro prciò ch eil nostro Stato, anche attraverso quest anormativa, in qualche possano trovare accoglimento queste istanze, tra cui la richiesta di una sede idonea per consentire attività autority.

Francesca Michelotti, Su-LabDem: “Parliamo noi perché è una cosa che noi viviamo sulla nostra pelle. Sono certa che anche all’interno di questo Consiglio serpeggi quel preconcetto che sta alla base di una certa cultura maschilista-sessista, per la semplice ragione che il fenomeno della violenza delle donne esista ancora acuita persino dalla crisi. Da noi il fenomeno non è certamente in remissione, siamo in una fase di transizione in cui osserviamo che la lotta e il contrasto funziona grazie anche ai report dell’Authority e ci fa pensare che il problema no sia politico ma culturale. Con questa legge si sta dando le gambe a progetto Temp ce i ritdi giuridici sulle pri opportunità come il divieto all’aborto, siano dovuti anche a ritarod politico che culturale. Finalmente arriva convenzione di Instanbul che ci chiede di fare una serie di cose e noi ben lieti di partecipare ad approvazione di questo Pdl in Commissione, sarebbe stato autolesionistico non farlo, abbiamo collaborato perché questo è tema su cui non si può fare melina, lo abbiamo approvato anche se non eravano d’accordo su tutto, come termine identità di genere all’articolo 2. Identifica uono e donna e bast asecondo la legge, mentre noi pensiamo che tra le due polarità esista un sistema più ampio di orientamento sessuale, si poteva essere più moderni. Cosa possiamo far eognuno di noi perché la vioenza cotnro le donne possa finire? Le istituzioni parlanod di politica della sicurezza, ma queston on è sufficiente. Deve cambiare maschile dominante, di cui abbiamo prova in questo Consiglio se no non saremmo così poche, cheporta a violenza. E’ nostro dovere nell’educazione imprimere svolta culturale a schematismi fuori tempo, chi lo ha detto ha detto cosa giusta. Serve cultura dell’antiviolenza , dobbiamo insegnare attivismo contro la violenza perché chi fa paura non è il violento ma chi tace. Alla bambina di Caivano tutti possiamo dedicare questo dibattito, chi tace è complice e fa male come chi fa violenza.No asiscuriamo no sol osì a legg ema impegno persnale e politico perché su questa strada si possa andare avanti”.

Gerardo Giovagnoli, Psd: “Si parla di diritti umani e la qualità dei riferimenti e l’attenzione che si deve porre su questi argomenti deve essere massima coem mi sembra di percepire che sia da questo dibattito e da approvazione di norme che ci allineano ai migliori standard. E’ segno di civiltà avere nell’ordinamento tutta uan serie di disposizioni contro episodi che non vogliamo, alla’rticolo 9 per es. si parma di matrimoni forzati, nel resto del mondo purtroppo non si misurano con i nostri metri di giudizio. Un plauso a chi da quando è stato annunciato il Pdl celermente l’ha portato a termine, il Psd che ha seguito dall’inizio il provvedimento del 2008 che ha dato il via a stagione di produzione normativa, non abbassiamo la guardia rispetto a fenomeni che possono accadere che vorremmo repressi sul nascere.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “E’ un grande risultato per intere Repuvvlica id San Mairno, Covnenzione di istnabul nasce con obiettivo importante di tutelare le donne e vittime dalla violenza domestica. Il provvidimento è tecnico di recepimento tecnico di adeguamento ala convenzione, mette mano e modifica legge ottima del 2008, legge ad hoc che prevedeva diversi istituti, lo stalking, mobbing etc. La modifica di oggi è importante pechè dà strumenti in più. Doveroso ringraziare segretaio Valentini ch eha portato avanti questo provvedimento insieme tutti gli altri attori.  Sono tanti gli altri Stati ch ehanno firmato trattato senza averlo ratificato, San Marino fa quindi passo avanti seguendo indicazioni Consiglio d’Europa, il fatto che in Commissione si sia trovata piena condivisione, mi fa epsimere mi o favore per questo Pdl.

Pasquale Valentini, segretario di Stato, replica: per ringraiare uttti coloro che si sono misurati con quesot Pdl e sostengono la bontaà di questopassaggio. Quando setiamo parlar di mutilazioni genitali, sterliaazione forzat amatrimoni forzati nel provvedimento sappiamo che non corrispondono con nostra cultura, convenzione riguarda fenomini mondiali, ciò non sminuisce questo passaggio, è necessario che non esistano Paesi che sotto profilo normativo prestino il fianco a incertezze su questi reati. E’ intervento integrato ,ha ruolo importnate Authority che deve però coordinat serie di realtà, Iss, Ordine avvocati, uffici Pa, strutture accoglienza, c’è necessità di percorso integrato. E’ problema che riguarda tutti e nell’applicazione di questa legge sarà interessante andare a guardare a fondo. Il nostro è uno dei Paesi in cui quando abbiamo goduto di grande slancio eonomico con il tasso più alto di occupazione sia maschile che femminile, anche questo è elemento che caratterizza nostra società, sono poche quelle con grado di occpazione così elevato per entrambi isessi. Alla base c’è valore che va riconosciuto, ciò non significa nascondere viplenze che possono annidarsi in questa società”.

Dichiarazioni di voto

Lorella Stefanelli, Pdcs: “Pieno sostegno e voto favorevole a questo Pdl. Auspichiamo voto unanime dell’aula come è stato in Commissione consiliare”

Milena Gasperoni, Ps: Voto favorevole il laovor non fisnie qui, dichiariamo già nostra disposnibilità a  decreto delegato. Rammarico ch etuti questiaritcoli votati  amaggioranza  enon unaimità e dispiace molto. Ribadisco voto favorevole paritto.
Mimma Zavoli, C10 “Dichiamo voto favorevoel a quesot Pdl da parte di C10 e Su, benvenga in Aula conivisione su temi così importante”

GrazieZafferni, !0: Anche nostro movimento voterà favorevoleme te a questo Pdl, è un altro traguardo che Repubblica di San Marino sta facendo, il percorso è ancora kolto lungo ma con impegno dell’educazione dei cittadin sammarinesi continuerà”.

Alessandro Mancini, Ps: “Per esprimere voto favorevole del Ps a questo Pdl”.

Comma 22. Progetto di legge “Norme e tutela dei soggetti affetti da malattia celiaca”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità, dà lettura della relazione: “Il progetto di legge sulla celiachia è stato predisposto dalla Commissione di Studio nominata dal Congresso di Stato con delibera n. 45 del 17 novembre 2015, e nasce a seguito dell’Istanza d’Arengo n.3 presentata in data 5 ottobre 2014, approvata dal Consiglio Grande e Generale nella seduta del 17 marzo 2015 con delibera n.2.
La malattia celiaca, definita anche sprue celiaca o enteropatia da glutine, è una malattia immunomediata scatenata dall’ingestione di glutine che, in soggetti geneticamente predisposti, determina un processo infiammatorio nell’intestino tenue e conseguente malassorbimento e manifestazioni extraintestinali. L’ingestione di glutine e proteine affini scatena nei soggetti intolleranti una forte reazione immunitaria principalmente a livello dell’intestino tenue. È questa incontrollata risposta infiammatoria a condurre all’atrofia dei villi intestinali, minuscole sporgenze digitiformi che ricoprono la parete del piccolo intestino e principale via di assorbimento delle sostanze nutritive contenute negli alimenti. L’intestino così danneggiato perde per buona parte la sua capacità di assimilare i nutrienti e l’individuo celiaco manifesta una sindrome da malassorbimento, caratterizzata da ritardo di crescita e deficit nutrizionale. Sebbene il termine glutine indichi propriamente solo il complesso proteico alcool solubile estratto dal grano, questo termine viene comunemente esteso alle corrispondenti proteine della segale e dell’orzo, in considerazione della loro omologia di sequenze aminoacidiche e dell’effetto tossico che scatena ne! celiaci. Gli studi recenti che hanno affrontato la distribuzione e la frequenza della celiachia nella popolazione dimostrano che l’epidemiologia in questi ultimi anni è cambiata, passando da una predominanza di forme cliniche, caratterizzate da sintomi e segni gastro-intestinali (diarrea, vomito, addome globoso e scarso accrescimento) alle cosiddette forme “atipiche”, contraddistinte da anemia, epatopatie e/o malattie autoimmuni. La maggiore consapevolezza e conoscenza della celiachia da parte dei medici hanno aumentato il numero di diagnosi anche in soggetti celiaci asintomatici. Sono diversi i motivi che si ipotizzano per spiegare l’aumentato numero dei casi di celiachia. Tra i più accreditati troviamo il maggiore consumo di prodotti alimentaria base di cereali, il più elevato contenuto di glutine nei cereali utilizzati attualmente per produrre pane e pasta, l’industrializzazione dei processi di panificazione e pastificazione.
A San Marino sono attualmente censiti circa 176 pazienti/assistiti ISS affetti da malattia celiaca, ma il trend è in aumento. È ormai riconosciuto che si tratta di una malattia multisistemica, a patogenesi autoimmune le cui manifestazioni cliniche sono estremamente variabili. La celiachia può presentarsi a qualsiasi età e può talora essere clinicamente silente. L’entità delle patologie correlate alla malattia celiaca è senza dubbio superiore a quanto si potesse pensare e da questo nasce il crescente interesse alla dimensione sociale di questa condizione. Le problematiche che coinvolgono la celiachia sono diverse e la sua diffusione dilagante impongono di annoverarla fra le c.d. “malattie sociali”. L’utilità di questo concetto serve per correggere situazioni di disagio e di difficoltà che hanno conseguenze sociali molto rilevanti, pur tenendo conto che la definizione di malattia sociale è materia in continua evoluzione, essendo una nozione essenzialmente orientata a segnalare l’importanza di particolari malattie dal punto di vista sociale. In primo luogo è fondamentale la conoscenza della malattia stessa da parte del celiaco: saper affrontare la propria condizione rappresenta un ottimo punto di partenza per una condizione che deve essere gestita in modo consapevole. Proprio la consapevolezza evita l’insorgenza di complicanze cliniche, aiuta a gestire le difficoltà quotidiane e le limitazioni della vita sociale. In questo senso, l’informazione e l’educazione, possono rappresentare il sostegno adeguato non solo per il celiaco ma per tutta la famiglia che è chiamata a condividerne le necessità. La garanzia di poter disporre di alimenti sicuri non è limitata al consumo casalingo, ma coinvolge anche la ristorazione nelle scuole, negli ospedali, nei posti di lavori, negli esercizi pubblici. Nell’ambito della ristorazione collettiva ai fini della sicurezza igienico sanitaria è necessario che siano chiaramente definiti dalle aziende i processi produttivi e distributivi, mentre ai fini della sicurezza nutrizionale è necessario rendere disponibili le informazioni sulla composizione e sulle caratteristiche nutrizionali degli alimenti in modo da orientare i consumatori verso scelte consapevoli, adeguate e sicure al proprio profilo. Altro punto molto importante nel settore della ristorazione è la formazione rivolta a ristoratori e ad albergatori. Analogamente è necessario sensibilizzare e formare anche la classe medica sulle più recenti procedure diagnostiche e terapeutiche. La maggiore consapevolezza e conoscenza della celiachia da parte dei medici, l’aumento della sensibilità della collettività e l’introduzione, nellaclinica routinaria di nuove tecniche diagnostiche, hanno aumentato il numero di diagnosi anche in soggetti celiaci asintomatici. A tale riguardo, occorre continuamente aggiornare le procedure per la diagnosi e il monitoraggio della celiachia e relative patologie associate, armonizzandole con le nuove linee guida a livello europeo e le recenti acquisizioni della letteratura scientifica. La terapia, attualmente rappresentata esclusivamente da una dieta priva di glutine, è garantita ai soggetti celiaci dall’erogazione gratuita dei prodotti sostitutivi degli alimenti a base di cereali contenti glutine da parte del servizio farmaceutico nazionale. Tuttavia tale sistema non risulta essere più adeguato. Tutelare il celiaco significa assistenza e prevenzione, miglioramento della qualità di vita. L’accoglimento dell’istanza d’Arengo presentata ha garantito l’introduzione di una legge a protezione dei soggetti malati di celiachia, già adottata in Italia dal 2005, che consente l’inserimento di una serie di interventi per favorire il normale inserimento nella vita sociale dei soggetti celiaci, posto che ad oggi, l’unica terapia disponibile è una dieta rigorosamente priva di glutine, che, inevitabilmente ne limita la vita sociale. In tal senso l’alimentazione è un elemento che sempre condiziona la vita quotidiana delle persone, e tale condizionamento è ancora più forte ed essenziale per i soggetti celiaci per i quali alimentazione e terapia costituiscono un’unica realtà, sia in ambito domestico sia nei più comuni momenti di socializzazione, nella vita scolastica, nel lavoro e nel tempo libero.
La ristorazione fuori casa presenta elementi di criticità per la non conoscenza delle problematiche relative alla celiachia che condizionano negativamente l’integrazione dei celiaci e possono compromettere l’osservanza della dieta per la persona affetta dal morbo celiaco. La promozione e la tutela della salute dei celiaci è un obiettivo sanitario e sociale importante e dichiarare la celiachia malattia sociale dimostra enorme sensibilità verso questa categoria di pazienti. La proposta di legge in esame è scaturito dall’analisi della vigente normativa italiana, costituita dalla Legge 4 luglio 2005 n.123 “Norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia”, dal disegno di legge 1925 comunicato alla Presidenza il 9 settembre 2013 “Modifiche alla legge 4 luglio 2005, n. 123, recante norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia”, dal Decreto Ministeriale 8 giugno 2001 “Assistenza sanitaria integrativa relativa ai prodotti destinati ad una alimentazione particolare” e dal Decreto Min:isteriale 4 maggio 2006 “Limiti massimi di spesa per l’erogazione dei prodotti senza glutine”, di cui all’articolo 4, commi 1 e 2, della Legge 4 luglio 200Q n.123, recante Norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia. Il testo, che recepisce gli obiettivi dell’Istanza d’Arengo e sviluppa le relative proposte di strumenti applicativi per dare attuazione ai principi che contiene. In particolare, i temi recepiti dal testo normativo garantiscono il raggiungimento dei seguenti obiettivi: effettuare la diagnosi precoce della celiachia e della dermatite erpiforme (art. 3); effettuare la diagnosi precoce e la prevenzione delle complicanze della malattia celiaca (art. 3); migliorare le modalità di cura dei cittadini celiaci; migliorare l’educazione sanitaria della popolazione sulla malattia celiaca (art. 5); favorire l’educazione sanitaria del cittadino celiaco e della sua famiglia; agevolare l’inserimento dei celiaci nelle attività scolastiche, sportive e lavorative, attraverso un accesso equo e sicuro ai servizi di ristorazione collettiva; provvedere alla preparazione e all’aggiornamento professionale del personale sanitario; predisporre gli opportuni strumenti di ricerca; promuovere con adeguate iniziative la conoscenza dei ristoratori privati disponibili a introdurre nei loro locali anche la ristorazione senza glutine; prevedere l’inserimento di pasti senza glutine nelle mense pubbliche in territorio sammarinese (art. 1); prevedere l’erogazione dei prodotti senza glutine non solo presso le Farmacie di Stato, ma anche presso esercizi commerciali privati mediante buono di acquisto (art. 4). Con riferimento all’approvvigionamento dei prodotti dietoterapici, a fronte delle criticità che il sistema attuale presenta, basato su un quantitativo massimo di peso di prodotti riferiti all’età dei soggetti richiedenti, regolamentata dalla delibera del Consiglio di Amministrazione dell’ISS del 12/10/1994 n. 3, si è valutata l’ipotesi di corresponsione di una somma di denaro volta a compensare l’alto differenziale economico che i prodotti gluten free presentano. Ai soggetti affetti da celiachia sarà erogato un “credito” d’acquisto sulla Smac Card o altro documento di credito, da poter spendere presso esercizi commerciali privati sammarinesi: il credito stabilito nella Tabella allegata sub “Ali al Progetto di Legge potrebbe in tal caso essere utilizzato presso eserci convenzionati o tutti i supermercati del territorio e co del territorio e coprire le spese di tutti i prodotti senza glutine, oppure solo di alcuni (si farebbe riferimento al,Registro nazionale italiano), oppure di tutti gli alimenti anche naturalmente privi ai glutine. In Commissione avremo possiiblità di introdurre migliorie, certamente si ritiene questa possa essere risposta adeguata ai cittadini che hanno la cliachia e nell’idndividuaizone di questa quale malattia sociale.

Lorella Stefanelli, Pdcs: “In un momento di crisi  per la famiglie la gestione della celiachia rischia di divenire u’emrgenza sociale. Con questa iniziativa si dà seguiot a istanza ‘d’arengo paprovata dal Consiglio. Celiachia non è moda ma malattia autoimmune che trova in dieta priva di glutine unica terapia. Importante ricooscerl acome malattia sociale a iutare i soggetti malati con serie di interventi volti a favorire normale inserimento attività sociale, perché rishcia di essere malattia che condiziona socialità, soprattutto per i bmbini. Istanza hciedeva procedur epiù snella per rifornirsi di alimenti e più possiiblità di scelta, credo ch eil provvedimento proposto dal segretaria vada in qesta direzione. Positivo venga superata erogazione di quntità di pordotti glnet free alla farmacia di Stato e sia possibile riformirsi in esercizi commerciali e anche limite prodotti basati su peso prodotto, molto più agevole sarà riconoscere un credito di acquisto su Smac o altri supporti, un diritto a compensazione di denaro, da poter spendere in esercizi commerciali sammarinesi.  Alcuni spunti: il tetto massimo indicato nel testo in modo differente secondo l’età e il sesso. Dai 10 anni su si tratta di 99 euro al mese per le donne, 149 euro per gli uomini, le chiedo di valutare se ha un senso questa differenziazione. E’ vero che in Italia si seue questo criterio sulla base fabbisogni energetici giornalieri. Essendo un contributo, chiedo se ci sia questa necessità di differenziasione. Se l’intervento dello Stato fosse una copertura totale, la copertura avrebbe senso ma dato cehe è concorso parziale, chiedo se possa essere riconosciuto a tutti diritto ad avere importato della stessa entità. Altro suggerimento: tabella dei prodotti è da aggiornare, per avere certa autonomia. Il mio giudizio non è che positivo su questa legge”.

Ivan Foschi, Su: “Occorre essere consapevoli di tutte le implicazioni di quest amalattia e valutare come chi ne è affetto possa svolgere vita sociale come gli altri. Scuola, ristorandi, occorre disciplinare di sommiistraizone molto rigido.

Andrea Belluzzi, Psd: “Per ottimizzare serviizo ch elo Stato oggi fa fatica a dare perché è cambiata offerta che il cleiaco può trovare, si lasci aal consumatore possibilità di scegliere dove trovare i prodotti, evolizione legge è passaggio importante.Tenere conto struemnto che permetta non dover tornare con percorso tecnico di una legge ma adeguare attraverso strumento decreto. Credo sia opportuno dove si riconosce come registro solo quello italiano per identificazione prodotti, credo sia opportuno in sede di commissioen valutare possiiblità di riconoscere altri enti in ambito comunitario che possano identificare prodotti e iter da seguire.

Andrea Zafferani, C10: propost di legge preveder interventi per formazione e screening, ma sono due aspetti chepossono avere un certo impatto economico, assolutamente necessario che avvenga ma mi chiedo visto che si parla di capitolo apposito di bilancio quale sia la stima di impatto economico della legge.

Elena tonnini, Rete: “In normativa europea è stata classificata o mflio declassificata celiachia come intolleranza alientare, noi condividiamo invece la valutazione d questa norma a patologia sociale. Chiediamo di evitare di concentrare l’attenzione sulla prevenzione e discorso sanitaria a monte evitando di creare un mercato di prodotti alimentari per celiaci. Occorre evitare che si possano evitare distorsioni su questi rimborsi, approviamo si consenta rangepiù ampio di propdotti ma approccio sembra poco concentrato su prevenzione”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato, replica: “Preferei attenermi al tono generare per non superare confornto in Commisisone. Il passaggio che fa questo Pdl è fondamentale nella definizione di malattia sociale, non so il perch lìUe l’abbia declassata, credo per ragioni di tipo economico. Per la prevenzione, il test genetico sarebbe la soluzione ma questo è altro dibattito. Deve essere punto di partenza questo Pdl, credo ci sia occasione per predisporre emendamenti in modo collaborativo prima della commissione. Mi riservo di lavorare nell’ambito commissione, la tabella allegata segue parametri provvedimento italiano del 2005, nulla ci impone di non essere precisi e originali.

Comma 23. Progetto di legge “Norme per l’accertamento e la certificazione di morte

Mussoni: Il presente Pdl nasce da esigenza aggiornare nromativa per accertmnto e cetificaizone di morte, tre obiettivi agiornar definizione di morte utlizzando stanrda neurologico giuridcamente riconosciuto maggioran apesi dlem odno che si basa su criteri definiti dalla Commissione Harvard del 1968, 2) identificare moderne procedure, nodalità e obblighi per accertare e certificare la morte da parte dei sanitari, istituendo altresì un collegio medico per k’accertamento, introducento la figura del medico necroscopo e prevedendo sanzioni in caso di inadempimento 3) porre le basi per la donazione di organi umani nel nsotro Paese, tutt’oggi non consentita proprio per i limiti imposti dalla denizione di morte contenuta nel regolamento del 1910.Probetto tecnico ma iportante, introduce procedure divers edi acertamento morte ma anche criteri di controllo di hci accerta la norte e responsabilizzazione dei medici.  Vulnus da colmare, da 1910, nel nostro Paese donare organi e quesot Pdl apre la possiiblità della donazione, importante per le famiglie e per coscienza indivuduale di persone che hanno in animo di fare questo gesto.

Roberto Venturini, Pdcs: “Dal 1910 evoluzione medica ha fatto enormi passi in avanti e si è imposto aggiornamento definizione morto secondo standard neurologico universalmente riconosciuto. Con questo Pdl viene istituto il collegio medico per l’accertmaneot morte e figura medico necroscopo, altra novità è possibilità da parte dei medici coinvolti di richiedere riscontor autoptico quando non c’è certezza su causa morte o per motivi di sanità pubblica. Tutti questi elementi son opropedeutici al raggiungimento di un obiettivo importante quello della donazione di organi e tessuti. Il Pdcs nella recente cofnerenza programmatica ha sottolienato importanza di questo Pdl per aspetti sociali, sanitari e soprattuto etici.

Ivan Foschi, Su: Inviterei a interventi più decisi, non sappiamo quanti sono i smesi hce hnano manifestato volontà donazioni organi, tutto quello che v anella direzione di agevolare cultura donazione e trapianti va fatto, ma non fermiamoci alle dichiarazioni, mettiamo incampo iniziative di sensibilizzazione. Massima disponibilità da parte di Su”.

Mussoni: “stiamo lavorando da mesi su Pdl donazione organi, in commissione possiamo emendare questa norma e prevedere decreto. Colgo invito di Foschi e in sede di Commissione penso potremmo dare contributo serio a questo avvia nel Paese”.

Comma 24. Progetto di legge “Regolamentazione del servizio diplomatico e consolare della Repubblica di San Marino”

Valentini: il congresso id Stato ha ritirato l’esigenza di una regolamentazione del servizio diplomatico è emersa sempre più chiaramente negli ! I

l

ultimi anni, che hanno visto mutare le esigenze della politica estera sammarinese ed evidenziare il
ruolo strategico che il settore diplomatico ha sempre svolto per la Repubblica.
l La struttura diplomatica necessita di una migliore definizione in termini organizzativi e di funzione ! per affrontare le nuove sfide che l’attendono, sia a livello qualitativo sia quantitativo.

Prima di descrivere il provvedimento legislativo che oggi viene posto allattenzione del Consiglio Grande e Generale, è opportuno richiamare in premessa alcune riflessioni che costituiscono il presupposto fondamentale per la comprensione del progetto di legge ed inquadrano le nuove esigenze cui il nostro Paese deve fare fronte nel mutato scenario internazionale, sia per quanto concerne i rapporti multilaterali sia bilaterali.

Come è noto, ma giova ricordarlo, nella storia della nostra Repubblica la politica estera ha sempre esercitato un ruolo fondamentale, sia in tempi lontani, ove vi era necessità di difendere l’integrità del nostro piccolo territorio, sia nei tempi più recenti quando, prima attraverso il rapporto con l’Italia e poi attraverso l’entrata a far parte dei principali Organismi internazionali, sono state siglate le intese la cui ricaduta economica ha giovato per decenni al benessere ed alla crescita del nostro Paese. L’importanza di questo vitale settore si è accresciuta ancora maggiormente negli ultimi anni, nei t

quali la necessità di addivenire ad una radicale trasformazione dell’intero sistema economico sammarinese ha imposto tutta una serie di nuove e stringenti priorità alla politica estera, che possono essere cosi sintetizzate:

maggiore rappresentatività ed incisività negli Organismi internazionali al fine di diffondere I

sempre più e meglio l’immagine statuale e le peculiarità storiche, culturali ed economiche del nostro Paese;
intensificazione del rapporto con l’Unione Europea e definizione del futuro assetto delle relazioni politiche ed economiche

potenziamento delle relazioni bilaterali soprattutto con quei Paesi che possono essere definiti strategici per il nostro rilancio economico, oltre che, naturalmente, l’ intensificazione delle relazioni con l’Italia per l’implementazione di un rinnovato rapporto di cooperazione; maggiore qualificazione e specializzazione degli agenti diplomatici di carriera;

.intensificazione del livello di comunicazione della politica estera, di cooperazione internazionale e di interscambio culturale, volto ad assicurare un ruolo internazionale di San Marino quale propugnatore e difensore dei diritti umani fondamentali e del dialogo interculturae e interreligioso; creazione di un vero e proprio staff diplomatico che sia in grado di valutare preventivamente le opportunità di sottoscrizione di nuovi accordi e intese e l’attuazione delel decisioni politiche scaturite dagli incontri bilaterali e multilaterali.  Il Pdl pone le basi per un consolidamente una qualificazione della strutura diplomatica della Repubblia in un contrto in cui la dimesione internazionale assume semprepiù rilievo ed importanza. Vi invito pertando ad approvare quest aLegge che oggi viene posta all’attenzione del Consiglio grande e generale”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: 2E’ passo in avanti rispetto Pdl depositato due anni fa e rimasto in sordina. Ci sono test cerficiati che valutano quanto una persona è a conoscenza lingua inglese e in un Pdl su carriera diplomatica qualche riferimento a questi test credo vadano maggiormente definiti, non ci siposs limitare a ‘ottima conoscenza’.  Vogliamo mettere che non si possa ppartenere a logge massoniche?

Andrea Belluzzi, Psd: Ambito spending review energie e risor ein sede esteri vanno organizzate nel miglior modo, questa legge va in questa direione.

Roberto Ciavatta, Rete: “qualche chiariento al testo La limitazione 40 anni, oltre non si può dare la propria disponibilità, chiederei se c’è un motivo specifico. A me are che con la retribuzione di sede si vada a prevedere nuovamente indennità.

Pasquale Valentini, segretario di Stato: “Ci tengo a spiegar perché abbiamo rifato il testo, perhcp abbiamo voluto rego,anentar euttot il corpo diplonatio e cosolare sia quello di carriera che non.


San Marino, 2 MAGGIO 2016/02