Ecco il resoconto Dire, sulla votazione dell’art.16:
”Articolo 16 (“Tetto delle retribuzioni e dei compensi”)
Luigi Mazza (Pdcs Ns): Il primo comma dell’articolo 16 che riguarda il d.g. di Banca Centrale resta invariato. Sul seconda comma che invece toglie il limite del tetto di retribuzione per tutti i soggetti privati, che hanno ricevuto un sostegno di Stato, abbiamo ritenuto accoglibile l’emendamento in subordine presentato da Rete e Cittadinanza Attiva che limita l’abrogazione al comma 2 dell’articolo 16 relativamente al tetto degli stipendi per i soggetti vigilati di cui l’eccellentissima camera è azionista.
Roberto Ciavatta (Rete): Noi ritiriamo l’emendamento in subordine. Il termine subordine ha un suo senso. Noi abbiamo presentato tre emendamenti: uno per comma più quello in subordine che serviva a limitare i danni qualora la maggioranza avesse proceduto in maniera unita nella direzione unita dall’articolato della Legge. Così non è stato. Da un’ampia rappresentanza della maggioranza è avvenuta un’apertura per quanto riguarda la richiesta di rimandare questo articolo a una prossima discussione. Chiediamo che restino in votazione solo gli emendamenti sui due commi. O, in alternativa, chiediamo al segretario Capicchioni di ritirare questo articolo. Poi si avvii un confronto per tenere in considerazione tutte queste problematiche e per arrivare a soluzione condivisa. Ribadisco: ritiriamo l’emendamento in subordine. Se il comma 2 dell’articolo proposto dal Governo non passa la legge attuale resta così com’è al momento e dunque gli istituti di credito che hanno ricevuto, sotto qualsiasi forma, i finanziamenti dello Stato continueranno a mantenere un tetto di 150 mila euro per gli stipendi dei dirigenti.
Gerardo Giovagnoli (Psd): Il ragionamento sulla seconda parte dell’articolo rimane. Crediamo che possa essere approfondita. Il buon senso ci porta a ragionare sul fatto che la prima parte, relativa a Banca Centrale, debba essere confermata mentre sulla seconda, che andrebbe a modificare un dispositivo approvato pochi mesi fa, è necessario un approfondimento.
Marco Podeschi (Upr): Fino a questo momento siamo stati dialoganti su questo argomento. Mi dispiace che si focalizzi attenzione sullo stipendio dei manager delle banche private. Su un tema del genere non si devono fare barricate o sfoggi muscolari. Può capitare di prendere delle cantonate. Ci sembra assolutamente non confacente a quello che sta accadendo il fatto che, mentre il 30 ottobre scadrà il bando internazionale per il presidente di Banca Centrale senza ancora avere indicato lo stipendio e chi dovrà selezionarlo, si vada ora a definire uno stipendio per il direttore. Non erano questi gli accordi. Se volete continuare così sarà un “vietnam”. Sia per quanto riguarda la nomina del presidente sia per quella del d.g. di Banca Centrale. Chiediamo buon senso. Non si cambino le carte in tavola. Al momento che si arriva in Aula non può sparire il presidente e comparire il direttore.
Andrea Zafferani (Civico 10): Il bando non è ancora concluso per il presidente di Banca Centrale. E noi, a bando ancora non concluso, nell’assestamento di bilancio togliamo il tetto retributivo del direttore per il quale ancora non sono partite le procedure di selezione. Il tema dello stipendio del presidente viene superato dal Governo. Senza contare che state cambiando lo Statuto di Banca Centrale perché richiedete per il direttore una “esperienza internazionale”. E questo non è previsto nell’attuale Statuto. Invito il Governo a ritirare questo articolo perché c’è un confronto in corso su questi temi per il presidente. E voi fate un balzo in avanti riferendovi al direttore.
Federico Pedini Amati (Indipendente): Mi candido a d.g. di Banca Centrale a 50 mila euro per risparmiare 50 mila euro: perdonatemi la battuta. Mi sembrava che ci potesse essere un confronto ma per una serie di motivi questo confronto non c’è stato. In questo momento suggerisco di ritirare l’articolo perché modificare un pastrocchio comporterebbe un pastrocchio ancora più grande.
Giancarlo Capicchioni (Segretario di Stato alle Finanze): Il Governo ha fatto bene a proporre questo emendamento. E’ una necessità che il Governo ritiene di portare avanti. Su questo articolo io penso che non si possa fare alcun ritiro. Sono disponibile a ragionare invece sull’emendamento presentato in subordine da Cittadinanza Attiva.
Gli emendamenti totalmente soppressivi dell’articolo 16 di Rete, Upr e Cittadinanza Attiva vengono messi in votazione insieme (Favorevoli 23 Contrari 30): l’emendamento è respinto. L’emendamento di Cittadinanza Attiva soppressivo del solo comma 2 è messo in votazione: (Favorevoli 51 Contrari 2 Astenuti 1): l’emendamento è approvato.”