San Marino. Consiglio: la relazione della commissione banche, i conti di casa nostra, la riforma giudiziaria e i giochini della politica … di Alberto Forcellini

 

C’è così tanta carne al fuoco nella lunga sessione consiliare che comincia oggi, che… speriamo che non si bruci. O che non rimanga cruda… Potrebbe essere una delle poche volte in cui il comma comunicazioni potrebbe passare in subordine, visto il peso degli argomenti posti all’ordine del giorno. A meno che non si scaldi per i fuochi d’artificio del 28 novembre, in una Città, buia, vuota e gelata…

In ogni caso, alle 10,30 di stamattina si comincia tassativamente con il bilancio previsionale, i conti di casa nostra, che già si presentano in rosso. In effetti, in questa prima parte della legislatura si è visto un impegno per lo più indirizzato a far fronte alle necessità della spesa corrente, pesantemente aggravata dall’emergenza sanitaria e innegabilmente inasprita dall’eredità ricevuta dalla passata legislatura. Con le casse vuote è difficile pagare stipendi e pensioni, pagare medici e medicine, pagare i debiti che sono sul groppone. Soprattutto appare molto difficile investire nello sviluppo e fare le riforme, quantunque il percorso (sempre traballante per i giochini politici) in qualche maniera sia stato avviato. La vera chiave di svolta dovrà essere il 2022, ammesso che il Covid ci dia respiro e non decida di nuovo di stringere tutto nella sua morsa micidiale. Ma anche qui, di fronte all’evidenza, ci sono gruppi in debito di visibilità, che sembrano non avere ben chiaro il percorso che bisogna fare sia per la tutela della salute pubblico, sia per la tutela dell’economia. E in questo clima, va de sé, che sarà complicato procedere a riforme divisive, probabilmente impopolari, come quella sulla fiscalità e sulle pensioni, perfino sul pdl per l’IVG, in ottemperanza al risultato referendario.

La prima riforma che arriva già in questa seduta consiliare è sulla giustizia, suddivisa in due pdl. Il primo di rango costituzionale rivede la composizione del Consiglio Giudiziario escludendo la partecipazione dei componenti della Commissione giustizia (che è di natura squisitamente politica), garantendo comunque una perfetta pariteticità tra laici e togati all’interno dell’organo.

Il pdl di natura qualificata rivede la Commissione giustizia affidandole il delicato compito di filtro tra le attività del Consiglio Giudiziario e del Tribunale, nell’ottica del pieno rispetto di una dialogante separazione dei poteri.

Ecco, il cardine della riforma è proprio qui, nella separazione dei poteri tra politica e giustizia. Il che spiega l’accanimento a non volere proseguire in particolar modo da parte di Repubblica Futura, che sulla giustizia, il tribunale e contro il nuovo dirigente Canzio, ha speso il meglio delle sue energie per battaglie di retroguardia. Stando a voci di corridoio, pare che anche qualcuno della maggioranza si sia allineato a queste posizioni, o per lo meno abbia l’intenzione di far pesare il proprio voto. Ma anche stando ad un’analisi del tutto superficiale, sembra davvero risibile fermare una riforma di questa portata semplicemente con la motivazione che “non si capisce questa fretta…” specialmente dopo le Raccomandazioni del GRECO espresse nel corso del IV Ciclo di valutazione e il termine tassativo di elaborare nuove regole entro il 31 marzo 2022. Forse i problemi sono altri, ma li potremo analizzare quando diventeranno fatti.

L’altro appuntamento imperdibile sarà la presentazione della relazione conclusiva della Commissione Consiliare d’Inchiesta su presunte responsabilità politiche o amministrative che hanno coinvolto la Società Credito Industriale Sammarinese – Banca CIS e sulle crisi bancarie. Il comma verrà aperto non oltre le 14,30 di martedì 7 dicembre, quindi la settimana prossima.

Dopo lo shock della relazione su Banca CIS, dove è emerso evidente l’intreccio tra alcuni rappresentanti della magistratura, i vertici della banca, alcuni esponenti della politica e le responsabilità degli allora vertici di Banca Centrale; dopo anni e anni di cronache sugli scandali finanziari, è francamente difficile immaginare un altro shock ed più realisticamente immaginabile una conferma di quanto già gli osservatori hanno più o meno già intravisto.

Di carne al fuoco anche qui ce ne sarà comunque parecchia, perché la Commissione ha lavorato per quasi un anno, quasi tutti i giorni, ascoltando decine e decine di testimoni, valutando probabilmente migliaia di documenti. La speranza è che questo lavoro immenso non passi come acqua fresca (l’altra relazione ebbe più o meno questa conseguenza) e porti all’individuazione di precise responsabilità politiche e amministrative.

Un assaggio di cosa succederà si avrà già con il dibattito che seguirà la lettura della relazione e che verrà avviato tassativamente non oltre le 14,30 di lunedì 13 dicembre.

a/f

  • Le proposte di Reggini Auto