ANDREOLI: IO SACRIFICATO INGIUSTAMENTE; L”EX: NESSUN COMPLOTTO (DIRE) San Marino, 16 mar. – “Preparati: Simone Celli ti ha venduto”: questo l”incipit della lettera anonima che il consigliere Paride Andreoli legge in Aula oggi, in apertura della sessione consiliare, per motivare la scelta di dimettersi dal parlamento sammarinese. Cosi” al centro della seduta odierna e” la “resa dei conti” interna al Partito socialista. Andreoli e” il primo a prendere la parola e inizia il suo riferimento denunciando “l”ennesimo attacco” da parte della stampa, in particolare da parte della testata on line “Giornalesm”. “Si legge- riferisce Andreoli all”Aula- che sarei stato raggiunto da una comunicazione di reato, fino a poche ore fa non ho ricevuto nulla. Questa mattina, mia moglie ha ricevuto la visita della polizia giudiziaria. Cercavano il sottoscritto. Non ho nulla in mano, nulla da temere. Quando arriva la polizia giudiziaria alla porta possiamo intuire cosa ci puo” consegnare. Cio” poche ore prima della seduta consiliare”. Alla luce dell”episodio, per il consigliere e” chiaro che “nel Paese c”e” qualcosa che non va”.
Quindi si difende: “La politica e” definita da tutti marcia. Ma i politici non possono essere tutti marci- prosegue-. All”epoca della vendita dei Tavolucci ero da poche settimane in Consiglio Grande e Generale”. Quindi passa a leggere la mail anonima, ricevuta lo scorso settembre, che lo ha portato alla decisione di abbandonare il ruolo di consigliere: “Preparati. Simone Celli ti ha venduto (…). In autunno Paride Andreoli sara” sacrificato sull”altare della giustizia. non occorre ti dica per che cosa”. Il consigliere spiega di non avere oggi la serenita” per continuare a restare in Aula: “Se dovro” essere sacrificato- conclude- non so per quale motivo, come mi e” stato annunciato, cio” avverrebbe ingiustamente, non come politico ma come cittadino”. Prende poi la parola Rossano Fabbri, anche lui consigliere dimissionario del Ps, per spronare l”intervento di Simone Celli. La risposta non si fa attendere: “Sono stato tirato in ballo- manda a dire, negando ogni coinvolgimento con la missiva anonima- non posso accettare che sul mio percorso politico vengano gettati fango e fumo in modo spregiudicato”. Non solo, Celli punta il dito contro “la tesi del complotto”, a suo dire, messa in piedi dai consiglieri che poco prima lo hanno preceduto in Aula. “La verita” e” che si vuole dire che c”e” una macchinazione contro il Partito Socialista- prosegue- parte del complotto sarebbe Celli”. Al contrario, “mi pare evidente- prosegue- che le previsioni del mago Otelma siano fallaci. Non c”e” niente, di quanto ha previsto, di vero, di accaduto”.
Segue Alessandro Mancini, capogruppo del Ps: “Io e te Simone- gli ricorda- siamo entrati in Consiglio grande e generale il 4 giugno del 2006, abbiamo condiviso tutto, cose belle e meno belle, molte volte bastava uno sguardo per capirci e intenderci. Poi qualcosa e” cambiato”. Mancini lo incolpa di aver lasciato il partito a se” stesso e va anche oltre: “Se la barca stava affondando- prosegue- tu come capitano avevi il dovere di affrontare il problema, non di abbandonarla e, forse, fare tu in modo che affondasse”. Nel battibecco socialista, interviene infine anche l”ex Federico Pedini Amati, ora consigliere indipendente, richiamando Celli alla sue responsabilita” politiche: “Non si puo” dire- sostiene- che uno e” immune quando ha ricoperto determinati ruoli”. (Cri/ Dire)