
C’è l’esigenza che gli operatori economici non subiscano discriminazioni ma siano pienamente integrati nel mercato europeo. Non parteciperemo alla fase finale delle decisioni ma tramite il comitato misto saremo coinvolti nella fase preparatoria. Valentini parla anche del ruolo primario riservato alla Corte di giustizia, che risolverà eventuali controversie e giudicherà l’interpretazione e la validità dei suoi atti. Le sentenze della Corte saranno vincolanti. Si discute inoltre della clausola ghigliottina, che prevede la risoluzione dell’Accordo in caso di mancata conformità. I tre Stati chiedono invece una clausola di salvaguardia con un tempo congruo di adeguamento. La clausola così com’è – rimarca Luca Santolini – vanificherebbe tutti i nostri sforzi nella trattativa.
Europa come grande opportunità ma solo se San Marino sarà in grado di difendere le proprie peculiarità. Milena Gasperoni lo esorta a partecipare da attore, non da chi subisce le scelte. Ma non mancano dubbi e perplessità. Il governo non ha l’autorevolezza per portare avanti una trattativa così importante – tuona Augusto Casali, che domanda: cosa sta difendendo San Marino, cosa vuole ottenere? Oppure accetta tutto purché ci sia l’accordo? E se per Upr è fondamentale inserire nel negoziato anche il tema dell’energia per liberarsi dai legacci come l’accordo con l’Italia sui carburanti, Alessandro Cardelli spinge perché venga superato il documento di transito doganale T2, che uccide la competitività di chi esporta al”estero. C’è anche il delicato tema della gestione doganale, che qualcuno vorrebbe autonoma. Noi siamo in Europa da anni – rimarca Franco Santi – abbiamo il dovere di sentirci europei e di essere attivi in questo percorso.
SMTV