Alla riapertura dei lavori consiliari, nella seduta odierna, si conclude la ratifica dei decreti legge al Comma 17 e sono approvate una serie di permute ed assegnazioni. Inizia quindi l’esame dei progetti di legge in prima lettura. I primi su cui si apre un ampio dibattito sono i provvedimenti normativi che recepiscono due quesiti referendari: il Progetto di Legge Qualificata “Modifiche alla Legge 31 gennaio 1996 n.6 e successive modifiche – Disposizioni relative al voto di preferenza” e il Progetto di legge Qualificata “Modifiche alla Legge Qualificata 29 maggio 2013 n.1 e successive modifiche – Disposizioni relative al superamento del quorum ed alle condizioni di ricevibilità del referendum di iniziativa popolare”. Entrambi sono presentati dal segretario di Stato per gli Affari interni, Gian Carlo Venturini.
Il terzo progetto di legge all’ordine del giorno è la Modifica della Legge in materia di sviluppo economico per cui viene richiesta e approvata la procedura d’urgenza con 39 voti a favore e 13 contrari. L’esame del provvedimento viene però rinviato in seduta notturna poiché, come annuncia il segretario di Stato per il Territorio, Antonella Mularoni, diversi gruppi consiliari sono al lavoro sulla modifica del primo articolo del provvedimento.
L’Aula affronta quindi i comma successivi con la presentazione, in prima lettura, dei seguenti progetti di legge: Riforma dell’ordinamento penitenziario; Disciplina dell’attività di mediazione immobiliare; Modifiche alla Legge 30 luglio 2007 n.91 “Legge Quadro per l’attivazione di politiche a favore dei giovani”; Sistema normativo a sostegno delle imprese del Parco Scientifico e Tecnologico.
I lavori riprenderanno in seduta notturna.
Di seguito un estratto degli interventi della seduta pomeridiana.
Comma 17
Decreto legge n.82 – Proroga del termine di cui all’articolo 5 della Legge 7 agosto 2015 n. 137 – Modifiche alla Legge 29 gennaio 1992 n. 7 Piano Regolatore Generale (P.R.G.) per l’attuazione di interventi di sviluppo economico – e successive modifiche/Approvato con 31 favorevoli e 14 contrari
Antonella Mularoni, segretario di Stato al Territorio
Per riuscire a realizzare i lavori come indicato nel precedente decreto significava che le pratiche andavano presentate durante la campagna referendaria. Si sarebbe gridato allo scandalo, perché gli investitori in barba al referendum andavano avanti con la richiesta delle pratiche. Finito il referendum le pratiche sono state presentate e sono andate nel collegio tecnico – scientifico, che ha apprezzato il lavoro fatto con una valutazione di impatto ambientale di valore. Agosto non è il mese propizio per pensare che tutti siano in servizio. Settembre è più ragionevole per pensare che le pratiche vengano vagliate. Il termine stabilito ci sembra ragionevole.
Andrea Zafferani, Civico 10
Dal punto di vista politico, come hanno notato altri colleghi viste le dichiarazioni del gruppo Borletti, penso che il problema sia relativo alla legge sugli investimenti. Avete il dovere di dirci qual è il problema vero dietro al ritardo. Un conto è una questione tecnica legata alle procedure, un altro conto è se quella legge è fondamentale.
Decreto Legge n.83 “Interventi urgenti in materia di ammortizzatori sociali e sostenibilità all’occupazione, e di trattamento previdenziale anticipato”/approvato a maggioranza
Andrea Zafferani, Civico 10
Vorrei capire il motivo per cui quest’anno il governo, che ripropone questo decreto da tre anni, ha ridotto la portata dei soggetti che possono beneficiare di questo ammortizzatore sociale straordinario. Quest’anno l’età è aumentata a 56 anni e 9 mesi, per poter accedere allo scivolo del pensionamento anticipato.
Matteo Zeppa, Rete
E’ l’ennesimo decreto di emergenza del lavoro. Si creano discriminazioni per fasce di età. Non si riesce a dare un lavoro ai giovani. Quindi si dà uno scivolo a chi non è più, secondo la convenzione sammarinese del lavoro, appetibile per il mercato del lavoro. Si era preso l’impegno con un ordine del giorno per fare un dibattito sul mondo del lavoro. E’ stato posticipato alla riforma del mercato del lavoro. Ma su questa riforma non ci siamo. Quando ne parliamo del mercato del lavoro? In settembre? In ottobre?
Iro Belluzzi, segretario di Stato al Lavoro
E’ vero, come dice Zeppa, che mi ero preso un impegno. Da marzo avevo chiesto di inserirlo in aprile perché pensavo di presentarlo insieme alla riforma del mercato del lavoro. Zeppa dovrebbe conoscerla. Erano stati fatti incontri per avere dei suggerimenti, o per mettere in evidenza elementi non condivisi nel Paese. A oggi purtroppo non è pervenuto nulla. Ripartirò in agosto con i confronti sulla norma. Ciò per presentare il progetto in settembre. L’intervento è stato fatto per garantire, nel caso in cui si verificassero situazioni in cui chi è prossimo alla pensione perde il lavoro, la possibilità di fare rimanere nell’azienda la parte più giovane e produttiva. E’ stato valutato in funzione di quello che è il settore produttivo dei servizi e del numero di aziende presenti in territorio. Dall’inizio dell’anno abbiamo 90 aziende in più, la disoccupazione sta diminuendo.
Comma 18. Permute e assegnazioni varie/ Blocco A: approvato con 42 voti; Blocco B: approvato con 41 voti; Blocco C: approvato con 41 voti
Antonella Mularoni, segretario di Stato al Territorio
Si è completata l’istruttoria delle pratiche da parte della Commissione. Sono state fatte le perizie, sono stati promossi incontri con tutti i gruppi consiliari. Il congresso ha adottato la decisione concordata fra i gruppi consiliari presenti all’incontro, ma non tutti erano presenti. Si prevede che il Consiglio proceda con votazioni per blocchi di pratiche omogenee. Leggo le conclusioni. I blocchi sono individuati secondo la linea della commissione tecnica. Sono tre blocchi: 2 zone agricole, 15 zone verdi, 51 aree destinate alla viabilità. Le pratiche sospese, che saranno oggetto di un esame successivo ed eventualmente torneranno in Aula, sono 21. Avevano parere favorevole della Commissione ma hanno problemi come un piano particolareggiato ancora aperto oppure un parere negativo della giunta.
Marino Riccardi, Psd
Queste particelle finalmente arrivano in Consiglio. Se ne parla da tre governi. E’ giusto che ai cittadini che hanno fatto una richiesta venga data una risposta. Il voto del Psd sarà favorevole.
Vladimiro Selva, Psd
Il metodo di lavoro utilizzato è stato opportuno. Se guardiamo il rapporto fra metri quadri e valori, le stime sono state fatte secondo il valore corrente di mercato. Non escludo che qualcuno rinunci perché le stime sono importanti. Con i soldi si potranno fare investimenti o comprare terreni dove allo Stato serve.
Augusto Michelotti, Sinistra Unita
I frustoli sono stati presentati in maniera trasparente. Tutte le pratiche erano leggibili. Le pratiche sono state analizzate nel confronto che c’è stato attraverso la segreteria. Devo rallegrarmi per il livello di trasparenza, che la volta precedente non c’era stato.
Stefano Canti, Pdcs
La Commissione ha fatto il suo lavoro. Votiamo 79 pratiche. Queste aree non hanno utilità pubblica. Ci sono le condizioni per poter approvare definitivamente questa prima sessione di pratiche. Chiedo a tutte le forze politiche, visto che serve la maggioranza qualificata, di esprimersi favorevolmente. Restano 21 pratiche sulle quali si dovrà fare un approfondimento successivo.
Antonella Mularoni, segretario di Stato al Territorio
Per arrivare allo stadio a cui siamo oggi c’è stato il lavoro di tante persone. Mi fa piacere ascoltare il consenso unanime di chi è intervenuto. Mi auguro ci sia una maggioranza ampia per l’approvazione. La stima tiene conto dei prezzi di mercato, non ci sono rischi o paure di favori.
Comma 19. Progetto di Legge Qualificata “Modifiche alla Legge 31 gennaio 1996 n.6 e successive modifiche – Disposizioni relative al voto di preferenza” (I lettura)
Giancarlo Venturini, segretario di Stato agli Affari Interni
Il progetto fa seguito alla consultazione referendaria del 15 maggio. Sul progetto c’è stato l’assenso del Collegio garante della costituzionalità delle norme. Gli effetti dell’accoglimento del quesito sono due: il primo riguarda la reintroduzione del voto di preferenza per l’elettorato residente all’estero, il secondo la diminuzione delle preferenze da 3 a 1 per l’elettorato residente.
Elena Tonnini, Rete
Il progetto di legge sul tetto stipendi è stato rimandato al mittente dal Collegio garante. Sarebbe importante accedere al parere del Collegio in merito a questo referendum. Forse si sono lasciati non esposti settori come Banca Centrale? Questo progetto di legge sulla preferenza unica ci pare rispondente a quanto richiesto nel referendum. Tuttavia sappiamo che c’è stata una volontà di introdurre dei correttivi. Si dice che donne e giovani non potranno entrare in politica. Mi auguro che in questo progetto non si introducano correttivi. La procedura d’urgenza per Rete sarebbe buona. Per l’estero noi proporremmo i seggi.
Mimma Zavoli, Civico 10
Il progetto ci obbligherà ad aprire approfondimenti sulle dinamiche del voto per eliminare le sacche di abuso tristemente note e storicamente provate. Esprimo forti perplessità sulle implicazioni critiche che tale modifica potrebbe inaugurare. C’è una sconfitta culturale in questa scelta. Ora occorre individuare con urgenza meccanismi per evitare le differenze fra i sessi. Ho apprezzato la nota dell’Authority. Si mostrano con lucidità i limiti di questa introduzione. Le donne sono sottorappresentate. Le quote rosa stanno purtroppo assumendo il profilo della riserva indiana. Culturalmente c’è ancora tanto da fare. Voterò in modo contrario a questo progetto di legge.
Milena Gasperoni, Psd
Rivolgo un ringraziamento alla Commissione per le pari autorità e all’Authority. Hanno esposto con pacatezza e rispetto una serie di problemi che oggi si aprono nel Paese. Leggo alcuni passi significativi, importanti per chi ci ascolta da casa. Non vengono proposte soluzioni, non sono stati chiesti correttivi. La Commissione ha focalizzato l’attenzione sui possibili problemi che possono derivare dall’accoglimento del quesito referendario. Secondo voi gli organismi internazionali si sarebbero presi il disturbo di fare direttive se il problema non esistesse? La nota parla della risoluzione del Consiglio d’Europa che punta sull’uguaglianza di genere, la possibilità che donne e uomini partecipino alla vita politica e sociale in modo bilanciato. E’ necessario raggiungere una rappresentazione politica proporzionata. Se il bilanciamento non c’è possiamo dubitare di parlare di piena e compiuta democrazia rappresentativa. A giudizio della Commissione questa legge probabilmente non darà le risposte in senso di progresso e miglioramento, ci farà fare un passo indietro.
Marco Podeschi, Upr
La proposta di legge andrebbe approvata così com’è. Non saremmo a discutere questo progetto se non ci fossero stati dei cittadini che con un comitato promotore hanno sottoposto un quesito propositivo. Capisco il ruolo pro attivo della Commissione pari opportunità e dell’Authority. Cosa vuole fare la politica? Accogliere il quesito referendario? Noi saremmo stati per la procedura d’urgenza. Se il Consiglio ritiene di fare discorsi ad ampio raggio, anche sul collegio estero, bisogna capire a livello politico quali intenzioni ci sono. Sulla parità di genere bisogna fare passi avanti. Quando si fanno le nomine i gruppi consiliari potrebbero scegliere le donne, invece si prosegue nel proporre uomini.
Francesca Michelotti, Su
Questo referendum, oltre a sconfiggere politicamente il genere femminile nella battaglia politica, ha fatto un’altra cosa grave, al di là delle intenzioni di molti di coloro che hanno votato. Il quesito sottoposto agli elettori conteneva un quesito implicito e uno esplicito. Quello esplicito era sulla preferenza unica, ovvero ‘Volete voi che il cittadino possa manifestare un’unica preferenza?”. Quello implicito era ‘Volete voi che ogni elettore, residente o non…’, questo è implicito. Molte persone quello implicito non l’hanno capito. Esprimo la mia amarezza sul fatto che qui si sia ripristinato il voto di preferenza agli elettori esteri ed è l’effetto di una Restaurazione dopo la prima Repubblica che noi credevamo di esserci lasciati alle spalle. E’ un atto di quella restaurazione perché significa ricreare le condizioni per ripristinare il voto di scambio e la corruzione dei politici che sostengono interessi affaristici dentro il Consiglio grande e generale. E’ vero che non ci possiamo opporre alla volontà degli elettori, ma qui non sono solo un eletto, sono una persona con una coscienza e la mia coscienza mi dice di dire di no. Sono in un conflitto terribile. Sulla preferenza unica le colleghe hanno espresso parole illuminanti- ad eccezione di Tonnini che l’ha derubricata a mera questione formale. Lei è giovane non ha fatto le battaglie per le conquiste delle donne. Il fatto che siamo qua dentro in 10 invece che 30, non le dice nulla? Il problema culturale è più grave di quello politico non si risolve con una legge.
Augusto Casali, Ps
Non avevo intenzione di intervenire perché sulla proposta di legge presentata c’è poco da dire, recepisce in pieno requisiti referendari e volontà dei cittadini. Però ho sentito questi toni da campagna elettorale che credevo si fosse conclusa a maggio. La formula del quesito è stata richiesta dai Garanti e noi ci siamo attenuti all’ordinanza. Però dico anche che era scritta in italiano, non credo che i sammarinesi possano essere tacciati di essere considerati incapaci di leggere un quesito di 5 righe. Ho letto attentamente la lettera della Commissione pari opportunità che ha messo in campo un attivismo fuori dalla norma. A me sembra un atteggiamento un po’ forzato e un po’ sospetto. Lo trovo fuori luogo e un errore sul piano della tempistica che non aiuta la causa di coloro che portano avanti la battaglia delle pari opportunità. Pare di intravvedere una mancanza di rassegnazione all’esito referendario, una volontà di fermare il tempo, ma il tempo delle cordate è finito sia quelle grandi che sottintendevano affari, sia quelle piccole dei gruppi di candidati. C’è stata un’espressione popolare e la democrazia ora vuole che quel giudizio sia rispettato il prima possibile perché le prossime elezioni siano celebrate con le regole scelte dalla maggioranza dei sammarinesi.
Tony Margiotta, Su
Sottolineo una frase ribadita da Michelotti, sono un consigliere votato ed eletto da una parte della cittadinanza sammarinese, ho giurato sul mio onore di portare avanti gli interessi del Paese e per me la volontà referendaria è sovrana, ma ho la responsabilità di manifestare cosa dice la mia coscienza. Su questo quesito come partito avevamo dato indicazione per il ‘No’ e abbiamo perso, ma ricordiamo il pericolo che porta questa nuova fase. Sono convinto anche io che dobbiamo mettere mano alla legge elettorale. E’ stato un errore non fare un comitato promotore per il ‘no’, ci siamo concentrati solo sul polo del lusso. Ribadisco la mia contrarietà verso questo tipo di provvedimento anche se la maggioranza della popolazione sammarinese ha votato per preferenza unica. In politica ci vuole coerenza ed etica. Voglio essere un disobbediente e non voterò questa legge.
Marino Riccari, Psd
Ho sentito in Aula discorsi fuori luogo. A me interesse poco che un consigliere sia stato a favore o contrario alla preferenza unica, a me interessa che un popolo sovrano si è espresso e ha dato un orientamento di un certo tipo e nostro compito è recepire il quesito, non ci possono essere scappatoie di nessun tipo. Tutte le altre discussioni sono fuori luogo e mi sembra pretestuoso portare argomenti anche lesivi di chi è andato a votare. Anche io ho votato contro la preferenza unica ma sono rispettoso di un popolo che ha votato in un certo modo.
Andrea Zafferani, C10
Sono tra chi pensa che il referendum abbia richiesto di normare un ambito preciso, le preferenze elettorali e su questo c’è poco da discutere. C’è molto invece da discutere come regolamentare il voto estero, fermo restando il diritto di esprimere una preferenza per il residente all’estero. Sono tra quelli che pensano che non sia giusto o possibile ritornare a una situazione di mercato di voto estero che nel 2008 ci aveva portato alla soluzione di eliminare la preferenza agli elettori esteri. Oggi ci si chiede di tornare indietro, bene, ma la questione va normata in altra maniera. Non è accettabile semplicemente tornare alla situazione precedente. Personalmente penso che gli elettori esteri abbiano diritto di esprimere una rappresentanza in Consiglio limitata rispetto quelli residenti. Mi preoccuperebbe molto una tornata elettorale che prevedesse a pieno titolo il ritorno dei viaggi all’estero per ottenere voti di preferenza personali. Quindi preferenza unica sì, ma con un’altra modalità. Spero poi si possa trovare soluzione per la presenza femminile in Aula così limitata, come per quella giovanile, fermo restando però la preferenza unica. Idea mia è quella che dobbiamo rispettare letteralmente le questioni su cui i cittadini si sono espressi, ma non significa che il Consiglio non possa andare a normare ambiti legati alla questione su cui i cittadini non si sono espressi.
Federico Pedini Amati, Lbsm
Rassicuro il consigliere Margiotta, io, i colleghi di Rete, Lazzari non siamo delle canaglie come ci ha dipinto, abbiamo espresso delle posizioni ma uno poi la può pensare come vuole. Il quesito è stato sottoposto ai cittadini e una volta che hanno risposto, il segretario ha portato in Aula una legge che accoglie in tutto il volere referendario. Noi qui valutiamo solo la volontà dei cittadini, non mi lancerei nel ragionamento che chi sostiene la preferenza unica sostiene i poteri forti. Condivido di ridurre le preferenze da tre a uno, perché più di una volta si sono sollevate le questioni delle cordate. Con una preferenza non succede nulla, si gioca alla pari.
Denise Bronzetti, Indipendente
Rispetto l’esito del referendum perché la cittadinanza ha scelto ma non ho problemi a ribadire la mia contrarietà alla preferenza unica. Non perché si vuole cancellare le inchieste del tribunale. Il quesito è stato posto in maniera abbastanza malandrina. Aver affiancato la questione delle preferenza unica all’elettorato estero è stata una bella trovata. Poteva trarre in inganno il libero cittadino che ha fatto una scelta il più possibile consapevole, ma non troppo approfondita delle dinamiche politiche. Chi conosce bene le dinamiche elettorali infatti sa anche che è possibile ‘fare la conta’ delle preferenze di ogni candidato che può poi dirottarle per persone più vicine politicamente. Non siamo messi a riparo dal meccanismo delle cordate quindi solo dalla preferenza unica. Nè possiamo non considerare che la preferenza unica può danneggiare chi si presenta per la prima volta come candidato e muove i primi passi nell’agone politico.
Maria Luisa Berti, Ns
La cittadinanza ha espresso un voto in modo netto e oggi il legislatore non può che recepire la volontà popolare, noi perciò sosterremo il progetto di legge alla luce anche della pronuncia del Collegio dei Garanti che ha attestato la conformità del progetto di legge al quesito. Qualcuno ha proposto l’introduzione di un voto di genere per risolvere il problema della presenza delle donne in aula. Personalmente continuo a ritenere che il voto di genere sia una forma di discriminazione delle donna. Non penso ci sia bisogno di disposizione normative che in un certo senso umiliano le capacità delle donne. Non mi troverò mai a sostenere una riforma di questo tipo. Penso invece ci sia molto da fare sul profilo culturale per valorizzare il ruolo delle donne nel mondo civile e nella politica. E’ su quel fronte che bisogna fare tanto.
Alessandro Mancini, Ps
Il nostro partito in campagna referendaria aveva espresso il ‘no’ per la preferenza unica per le possibili distorsioni, tra cui la non soluzione delle cordate elettorali. Infatti chi ha la possibilità di indirizzare centinaia di voti lo farà anche meglio con un’unica preferenza. Chi, tra i giovani e le donne, voglia entrare in politica avrà poi più difficolt . Ma dobbiamo essere onesti e sinceri Tutti quanti abbiamo detto di credere nello strumento referendario e dobbiamo rispettare quello che i nostri cittadini ci hanno detto in modo chiaro e forte. Tra prima e seconda lettura ci potranno essere dei correttivi, ma non possiamo neanche pensare di stravolgere il mandato della nostra cittadinanza. Sono aperto al confronto per modificare la legge elettorale ma non è il modo giusto affrontarlo in un quesito referendario.
Ivan Foschi, Su
Qui si tratta di come recepire la richiesta dei cittadini in un provvedimento funzionante. Il recepimento dei quesiti va calato in uno specifico provvedimento. Le questioni non possono essere ridotte ad un artificio di tecnica legislativa, si tratta di valutare l’applicazione dei quesiti e modificare ciò che occorre per recepire il quesito, ma anche di mantenere un certo equilibrio nella legge elettorale. Si è parlato di voto estero, in passato quesiti referendari con proposta multipla sono stati respinti dal collegio, in questo caso si tratta di due modifiche necessarie, la riduzione delle preferenze e la reintroduzione preferenza per voto estero. Sappiamo quale può essere l’impatto del voto estero ed è dovere dell’Aula di cercare soluzioni: discutiamo dei collegi esteri. E’ dovere del Consiglio riprendere in mano la questione nel suo insieme. Se oggi andassimo a introdurre il voto estero sic et simpliciter, senza porre dei correttivi, andremmo a riaffrontare un argomento accantonato nel 2008. Siamo disponibili a ragionare sul meccanismo del doppio collegio. Diversamente si possono riaprire certe pagine dolenti di cui parla oggi il tribunale. Se si vuole fare un servizio al Paese occorre rimboccarsi le maniche e affrontare il problema nella sua complessità.
Roberto Ciavatta, Rete
Il nostro ruolo oggi non è quello di ripetere le posizioni della campagna referendaria. Se sono così allarmanti le novità introdotte, perché non se ne è discusso prima e non si è fatto un comitato referendario? Piuttosto che tenere posizioni catastrofiche oggi, è più onorevole ammettere di aver perso e accettare la volontà dei cittadini. Nella grande fetta di cittadini che ha votato, c’erano anche donne che hanno deciso che la parità uomo e donna non si gioca sulla preferenza di genere. Sulla questione del voto dei residenti all’estero come movimento abbiamo sempre sostenuto di reintrodurre la preferenza ma con un collegio estero. Ma non è una soluzione di cui si può discutere ora, in una discussione per recepire un quesito referendario e a fine legislatura.
Gian Carlo Venturini, segretario di Stato replica
La Reggenza il 18 maggio 2016 ha emesso il decreto che dava mandato al congresso di redigere la legge che recepisse la volontà popolare. Per il Pdl i termini previsti per la sua presentazione 6 mesi ma il governo ha subito iniziato il confronto. Non è stato possibile portarlo nel Consiglio di giugno, è stato sottoposto al Collegio garante che ha espresso parere di conformità sia su questo provvedimento che sul prossimo. Sul terzo quesito se ne sta occupando il collega Capicchioni. Il Collegio ha espresso parere di non conformità e ora si è al lavoro per recepire la volontà popolare. I due pareri già espressi sui due Pdl sono a disposizione da giovedì scorso per i consiglieri. Già questa mattina nel congresso sono state vagliate proposte per il terzo Pdl. Sarà possibile svolgere riflessioni sul voto di genere e altre nel prossimo Consiglio, oggi il compito del governo era di dare attuazione alla volontà popolare avviando l’iter normativo.
Comma 20 Progetto di legge Qualificata “Modifiche alla Legge Qualificata 29 maggio 2013 n.1 e successive modifiche – Disposizioni relative al superamento del quorum ed alle condizioni di ricevibilità del referendum di iniziativa popolare”
Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni
Anche questo Pdl fa seguito al parere del Collegio Garante di conformità al quesito referendario del 15 maggio scorso. E’ diretto ad apportare modifiche normative alla legge qualificata per dare accoglimento al quesito referendario propositivo con il quale è stato richiesto di eliminare il quorum referendario e di estendere la facoltà di autenticare le firme dei sottoscrittori della proposta referendaria ai promotori del referendum. Con l’accoglimento della proposta referendaria e il suo recepimento, ogni tipo di referendum -sia abrogativo, propositivo e confermativo, sarà approvato con la maggioranza semplice dei voti validamente espressi, senza che sia più previsto il previgente quorum minimo relativo ai voti validi favorevoli alla proposta e contestualmente viene innalzato al 3% il numero di firme necessario per dare seguito all’iter referendario dopo la pronuncia di ammissibilità da parte del collegio Garante.
Ivan Foschi, Su
La proposta del governo mi pare corretta da un punto di vista istituzionale. Recepisce in modo secco il quesito referendario. Supera il discorso del quorum come richiesto dalla maggioranza dei cittadini. Non ho obiezioni dal punto di vista formale. Dal punto di vista politico vale il discorso fatto sulla legge precedente. Anche questo quesito prevedeva una duplice richiesta, annullamento quorum e la soglia delle firme. Non si tratta anche qui di applicare la richiesta senza la possibilità di mettere mano al contesto più generale. Lo stesso Comitato promotore si è detto disponibile a trattare la modifica della legge sul referendum. L’innalzamento del numero di firme al 3% può essere un elemento di discussione. E’ giusto premiare chi si reca alle urne ma vanno presi dei contrappesi. In Europa il quorum è limitato solo ad alcuni Paesi, nella maggior parte dei Paesi dove non c’è il quorum, il referendum non può essere richiesto dai cittadini ma dai parlamenti, dove sono ammessi solo per modifiche costituzionali. Sono tutti paesi non democratici? Non dobbiamo avere paura del popolo ma del populismo.
Elena Tonnini, Rete
E’ un Pdl che recepisce le richieste dei cittadini per l’eliminazione del quorum e la facilitazione del percorso referendario. Non abbiamo capito perché si è inserito un elemento che con il referendum mette qualcosa in più e che non c’entra nulla: l’aumento del numero delle firme per avviare l’iter referendario. Il quesito è recepito con un compromesso: il problema si sposta a valle si passa dall’1,5% al 3% delle firme necessarie. Da una parte si toglie un ostacolo, dall’atra se ne aggiunge un altro. I cittadini non hanno votato l’innalzamento del numero delle firme.
Federico Pedini Amati, Lbsm
Non sono d’accordo con l’introduzione di un aspetto non previsto. Il Collegio dei Garanti non può valutare se in quella legge è stata introdotta un’ulteriore modifica non prevista come in questo caso. Recepire il quesito significa recepire strettamente quanto richiesto non inserire qualcosa in più. Se poi Governo o Consiglio vogliono aggiungere qualcosa lo possono fare prima o dopo, non durante il recepimento del quesito. Non c’era nel quesito aumentare il numero delle firme. Era una cosa che sosteneva con favore il comitato promotore ma è un’altra cosa. Così non va bene. Stiamo facendo un abuso, al di là dell’accettazione del Collegio dei Garanti.
Gian Matteo Zeppa, Rete
Con un gesto di imperio del segretario di Stato Venturini si sono andati a mettere vincoli non previsti con l’aumento delle firme del 3%, quasi mille e cento persone. La relazione sulla legge del Collegio dei garanti dice che questo punto non attiene al merito del quesito approvato, ‘non spetta al Collegio garanti esprimere parere nella medesima rientrando nella discrezionalità del legislatore’. La legge prevede che i quesiti siano presi così come sono, il Collegio ‘se ne lava le mani’ e lascia la palla al segretario. Devo capire a che gioco sta giocando, se no devo dedurre, come ha fatto Pedini, che qualcuno è andato a contrattare. La contrattazione è legittima, ma si può fare un progetto di legge nuovo, così con un atto di imperio segretario non ha recepito la volontà popolare. Le firme passano da 600 a 1.100 perché un quesito possa essere presentabile. Su quell’altro quesito tutti a sottolineare che il recepimento deve essere tale e quale qui invece avviene il contrario.
Franco Santi, C10
In effetti il cambio di ratio c’è stato rispetto all’altro quesito. Noi abbiamo portato avanti da tempo la battaglia per abbattere il quorum nell’ambito di una proposta complessiva che andava a regolare anche la raccolta delle firme e il loro numero, consapevoli che la semplice modifica di abolizione del quorum andasse a disequilibrare il quadro e che servisse una normativa più giusta. Seguendo la logica del semplice recepimento dei quesiti, noi crediamo questa normativa contenga un vulnus. L’innalzamento del numero delle firme non era previsto e non andava messo. Detto questo, spero che la politica torni a fare la politica e sia in grado di sedersi ad un tavolo per ragionare in modo approfondito per poter arrivare alla riforma di queste normative che vanno fatte con criterio.
Alessandro Cardelli, Pdcs
Il Pdl recepisce quanto ci ha detto la cittadinanza. Lo strumento del referendum è importante ma deve rappresentare una parte della cittadinanza. Qua abbiamo solo aumentato il numero di firme necessarie per presentare i quesiti e questo è a tutela dei cittadini che devono esprimersi su temi di interesse della gente. Tante volte in Aula abbiamo discusso e votato istanze presentate da una sola persona. Il referendum contro il polo della moda è stato chiesto da 600 persone. E’ un modo per non strumentalizzare il referendum. Non possiamo dare la discrezionalità a pochi di mettere in discussione progetti importanti per lo Stato. Non si limita il diritto al cittadini, ma lo si tutela. Il 3% credo anzi che possa essere una cifra da rivedere anche al rialzo.
Augusto Michelotti, Su
Cardelli ha fatto una difesa a spada tratta. Io chiedo perché è stato posto il 3%? Me lo volete spiegare perché è stato posto in una legge che deve solo eliminare il quorum? Infatti il Collegio garanti dice che su quella norma non c’entra niente E’ ridicola, è stata messa a vanvera. Poi una legge sul referendum va discussa non va fatta a colpi di maggioranza.
Augusto Casali, Ps
Intervengo per schierarmi con l’avamposto di Rete. Se vogliamo stare alla legge, è molto chiara. L’articolo 23 dice chiaramente che va fatta una legge che recepisce in pieno i quesiti referendari, punto e basta. Cosa si fanno a fare se poi ci si attaccano dietro mille orpelli? La stessa sentenza dei Garanti lo dice chiaramente che si esprime solo sugli altri due punti, il resto rimane nelle facoltà del legislatore, ma quello è un corpo estraneo. E’ il momento credo di aprire un dibattito generale sulla legge elettorale, non possiamo andare avanti con una norma che aveva l’obiettivo di avere il valore aggiunto della governabilità, ma all’atto pratico abbiamo visto che il Paese deve subire governi che sono arrivati alla frutta e che non danno risposte, vogliamo mantenere una regola di questo tipo?
Gian Carlo Venturini, segretario di Stato, replica
Sono state poste delle critiche, ma il progetto di legge presentato è una proposta del governo, presentata dal Consiglio tramite il segretario competente. L’aspetto principale è quello che si ha l’obbligo di presentare una proposta che recepisca il quesito e il Collegio garante ha espresso la piena conformità al quesito perché la volontà popolare va rispettata. Sul numero di firme si passa dall’1,5 al 3%: in questo modo il governo presenta una proposta e nella prossima seduta il Consiglio sarà chiamato a valutare se il 3% sarà congruo o meno. Il provvedimento ha recepito la volontà popolare e ha proposto un innalzamento delle firme che è oggetto del confronto del Consiglio che voterà quello che deciderà di approvare.
Comma 21. “Progetto di legge “Modifiche e integrazioni alla Legge in materia di sostegno allo sviluppo economico”. Procedura d’urgenza approvata con 39 voti a favore, 13 contrari, un non votante, Comma sospeso, verrà riaperto alle 21.
Antonella Mularoni, segretario di Stato per il Territorio
Il progetto è partito con una serie di premesse e ora mi si dice che i gruppi consiliari stanno lavorando sulla modifica dell’articolo 1. Ritengo non abbia molto senso della lettura della relazione, mi si dice che il testo dell’articolo 1 è modificato, c’è un lavoro di forze di maggioranza e minoranza che mi auguro vada a buon fine. Il progetto era partito per avere una norma di valenza generale per tutti gli investimenti configurati come di grandi dimensioni, si era prevista in sostanza una modalità e l’obbligo di passare in Consiglio grande e generale che ad oggi non sono previste. Ricordo che per il Polo della moda il governo ha sottoposto volontariamente al Consiglio la Convenzione. Si era ritenuto di stabilire un percorso molto preciso per la stipula della Convenzione e allo stesso tempo si stabiliva che l’investitore potesse avere un termine non superiore ai 20 anni per l’applicazione della normativa vigente. Era la ratio inizialmente proposta. Mi si dice che per accordi intervenuti non so fra quanti gruppi consiliari verrà presentato un emendamento significativo dell’articolo 1, siccome andrebbe in direzione diversa, non con una norma applicata a tutti grandi investimenti ma all’investimento specifico polo della Moda, mi piacerebbe ascoltare gli interventi dei rappresentanti dei gruppi per capire la direzione che si sta prendendo.
Comma 22. Progetto di legge di riforma dell’ordinamento penitenziario (1 lettura)
Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per la Giustizia
Il Pdl è frutto del lavoro svolto dal gruppo di lavoro di nomina congressuale, è una proposta di revisione delle norme di materia carceraria. La proposta riprende il testo della legge 29 aprile 1997 n. 44 “Ordinamento penitenziario” che , in ossequio alle direttive indicate dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani e degradanti (CPT) prestava attenzione a diritti e garanzie del detenuto al fine di adeguare la pena detentiva ai principi di umanità, legalità e certezza, contemperando le esigenze e le peculiarità della realtà carceraria nell’ottica di un trattamento sempre più rispettoso della dignità umana. Il gruppo di lavoro ha ritenuto fondamentale arricchire il previgente testo normativo in alcune parti con le previsioni contenute nelle regole penitenziarie europee approvate dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, nelle quali confluiscono tradizioni giuridiche, criminologiche che costituiscono l’architrave normativo per la giurisprudenza della Corte europea sui diritti umani per il lavoro del Cpt, alla quale la Repubblica di San Marino si ispira costantemente, sebbene alcune norme potranno trovare compiuta applicazione solo a partire dall’attivazione della nuova struttura penitenziaria. I progetto è composto da 56 articoli.
Tony Margiotta, Sinistra Unita
E’ importante dare una normativa aggiornata ai detenuti. Le persone sono state condannate, ciò non significa che non servono procedure rieducative, anche per il reinserimento della persona nella società. Abbiamo visitato il carcere, proprio per verificare se esistono condizioni a norma per garantire il diritto della persona. Purtroppo non lo abbiamo riscontrato. Sarà la gendarmeria a sorvegliare e garantire le condizioni educative, igieniche e sanitarie legate al diritto della persona? Oppure verrà formata una nuova figura con un nuovo corpo? Condividiamo la filosofia del progetto di legge.
Matteo Zeppa, Rete
Mi auguro che si vedano delle condanne e non delle prescrizioni. Ci troveremo ad affrontare delle difficoltà di recepimento delle persone costrette al regime carcerario. Siamo andati a visitare il carcere e incontrare alcuni dei detenuti. Onestamente è stata una brutta esperienza. E’ brutto perché non è adeguato per l’espiazione della pena. Temo non si trovi attuazione a questa norma. Bisognerebbe capire se questa legge è attuabile nell’attuale struttura dei Cappuccini o in quella nuova.
Filippo Tamagnini, Pdcs
Queste persone trascorrono un periodo della loro vita senza la libertà. E’ necessario tenerlo alla base dei giudizi che faremo. Il progetto di legge a mio parere è stato svolto in maniera autorevole.
Vladimiro Selva, Psd
La pena ha come finalità quella di limitare la libertà personale del condannato. E’ l’unico fine. Si devono evitare sofferenze fisiche o psichiche. La civiltà del nostro ordinamento deve confermare che la persona condannata deve godere dei diritti umani. La pena deve avere una finalità rieducativa, non deve provocare sofferenza. Ci sono misure alternative alla detenzione che permettono un graduale reinserimento nella società. La dignità non deve essere minima ma al pari di tutti gli altri. Il progetto di legge è opportuno nella sostanza e anche nella tempistica con cui è stato presentato.
Giancarlo Venturini, segretario di Stato agli Affari Interni replica
E’ stata introdotta la figura dell’agente penitenziario, una figura civile e non militare. In certe situazioni, in cui serve personale, potrebbe essere utilizzato quello militare. Sono state introdotte tutele per la famiglia, come sui colloqui e l’assistenza familiare e post penitenziaria.
Comma 23. Progetto di legge “Disciplina dell’attività di mediazione immobiliare” (I lettura)
Giancarlo Venturini, segretario di Stato agli Affari Interni
Con il presente progetto di legge si intende disciplinare in maniera organica l’esercizio dell’attività di mediazione immobiliare al fine di definire in modo puntuale gli obblighi e i diritti dei mediatori e delle parti e di evitare che nel settore operino soggetti che possano provocare danni ai clienti o turbative di mercato a causa di impreparazione e improvvisazione. Di seguito gli aspetti più significativi del progetto di legge. Il capo I “Disposizioni generali” definisce, all’articolo 2, agente immobiliare la persona fisica che, regolarmente iscritta al registro degli agenti, in qualità di imprenditore, lavoratore autonomo o lavoratore subordinato, senza essere legata ad alcuna delle parti da rapporti di collaborazione, di dipendenza o di rappresentanza, svolge professionalmente l’attività di mediazione immobiliare intesa come attività con la quale si mettono in relazione due o più parti per la conclusione di un affare, avente ad oggetto l’alienazione, la permuta, la locazione finanziaria, la locazione e l’affitto di beni e diritti immobiliari e di aziende.
Requisito indispensabile per l’esercizio dell’attività sarà il superamento di una prova di idoneità tecnica vertente in materie che hanno relazione con gli scambi di beni immobiliari o aziendali. Il superamento della prova di idoneità è titolo per l’iscrizione al registro degli agenti immobiliari e consente l’esercizio dell’attività di mediazione immobiliare all’interno del territorio della Repubblica di San Marino. E’ istituito anche il registro delle agenzie immobiliari nel quale devono essere iscritte le imprese svolte in forma individuale o societaria, che esercitano tale attività con l’indicazione del titolare o legale rappresentate, in apposita sezione di tali registri sono iscritti i lavoratori autonomi e le imprese estere che intendono esercitare l’attività in Repubblica, a condizione che sussistano condizioni di reciprocità. La tenuta e l’aggiornamento dei registri sono a carico deIla Camera di Commercio.
L’articolo 14 stabilisce che il diritto del mediatore a una provvigione sorge solo quando le parti abbiano concluso l’affare grazie al suo intervento. Nel medesimo articolo sono fissati i limiti percentuali minimi all’ammontare delle provvigioni con riferimento al tipo di affare concluso nella specie compravendita, locazione finanziaria, permuta, locazione o cessione di azienda, che potranno essere modificati con decreto delegato.
In conclusione il progetto di legge definisce in modo puntuale la figura dell’agente immobiliare, gli obblighi e i diritti a esso connessi e rende evidente il contenuto dei servizi offerti in cambio della provvigione con lo scopo sia di chiarire la funzione dell’agente nell’ambito delle transazioni immobiliari sia di aumentare la fiducia dei clienti nei servizi offerti.
Roberto Ciavatta, Pdcs
In questa legge c’è confusione fra il settore pubblico e quello privato. Non capisco perché nel settore privato una persona che ha subito una condanna a più di due anni non può decidere di fare il mediatore immobiliare. Non è mica un dipendente pubblico. I principi sono condivisibili. C’è necessità di professionalizzare un servizio, però il segretario fa confusione fra la PA e il settore privato. Chiedo di darmi alcune spiegazioni sulla necessità dell’esame di idoneità tecnica. Cosa significa? Come si svolge? Lo stesso per la formazione professionale annuale.
Giancarlo Venturini, segretario di Stato agli Affari Interni replica
Non c’è confusione fra privato e PA. Questa è una necessità avanzata dagli organismi internazionali. Sulla formazione, è stata indicata questa proposta dagli stessi mediatori, che sono stati incontrati. E’ necessario regolamentare questa professione. Come è stata prevista una percentuale minima delle provvigioni, se ne può stabilire una massima.
Comma 24. Progetto di legge Modifiche alla Legge 30 luglio 2007 n.91 “Legge Quadro per l’attivazione di politiche a favore dei giovani” (I lettura)
Teodoro Lonfernini, segretario di Stato al Turismo
Dobbiamo con rammarico constatare e prendere atto che la finalità di coinvolgere maggiormente i giovani nei processi democratici e decisionali della nostra repubblica non si è realizzata. Soprattutto per quanto concerne la rappresentanza democratica, costituita dal Forum dei Giovani, dopo l’iniziale avvio e una fase di interesse, si è purtroppo dovuta registrare una disaffezione allo strumento. In questa legislatura, la Commissione per le politiche giovanili non si è potuta insediare per l’incompletezza dei suoi membri, conseguente alla mancata composizione del Forum dei Giovani. Scopo del presente progetto di legge è quindi quello di apportare alcuni correttivi superando l’esperienza del Forum dei Giovani ma potenziando la presenza dei giovani, sia nella Commissione per le politiche giovanili che nel Coordinamento.
Franco Santi, Civico 10
Prendo atto della sconfitta di una normativa che era stata ragionata per promuovere la partecipazione dei giovani alla vita politica e istituzionale del Paese. Superare il Forum non è condivisibile, perché era la parte più importante di quel provvedimento. I nostri giovani sono in grandissima parte estranei alla vita democratica di questo Paese. E’ un grande vuoto su cui la politica deve intervenire in qualche maniera. Molto può fare la scuola. E’ in corso un ragionamento che dovrebbe portare a una riforma complessiva del nostro sistema scolastico. Mi auguro che questo aspetto venga preso in considerazione. Anche i partiti possono fare qualcosa, così come i movimenti.
Teodoro Lonfernini, segretario di Stato al Turismo replica
Non utilizzerei il termine sconfitta. Non cambiamo tutta la legge, modifichiamo la parte sul Forum e i due membri indicati dal Forum. Così la Commissione può operare in maniera più concreta.
Comma 25. Progetto di legge “Sistema normativo a sostegno delle imprese del Parco Scientifico e Tecnologico” (I lettura)
Marco Arzilli, segretario di Stato all’Industria
Il progetto di legge che mi accingo a presentare ha l’obiettivo di stimolare la nascita e la crescita di nuova impresa ad alto contenuto tecnologico e innovativa e favorire i rapporti di collaborazione tra piccole e medie imprese hi-tech e tra queste e gli organismi di ricerca. Un dato importante per capire che prospettive apre un progetto come questo: ovvero vi sono studi puntuali che mostrano come imprese tecnologicamente avanzate che svolgevano la medesima tipologia di attività negli anni della crisi 2008-2012, insediate in contesti senza un network che le nutrisse di idee competenze, crescevano comunque del 5% di fatturato ma le imprese insediate in Parchi Scientifici e Tecnologici del 20-25%.
La visione espressa dal testo normativo va a toccare quelli che sono i punti salienti di un ambiente ideale per supportare la nascita e sviluppo di impresa innovativa, azioni di trasferimento tecnologico verso le imprese esistenti per l’incremento di competitività delle stesse e attrazione di nuovi investimenti nazionali e internazionali.
Di non secondaria importanza sono le politiche del lavoro ovvero la possibilità di assumere personale altamente qualificato e di potere operare all’interno della propria azienda da parte degli ideatori del progetto di impresa risiedendo nei luoghi ove si sviluppa l’attività dell ‘impresa medesima. come previsto nel progetto di legge con la regolamentazione di particolari forme di contratto di lavoro.
Anche le politiche fiscali giocano un ruolo fondamentale in questo ambito favorendo chi investe nelle imprese; sostenendo la possibilità da parte dei dipendenti di potere essere remunerati anche in base ai risultati raggiunti dall’impresa stessa, favorendo l’ingresso del management della proprietà dell’azienda, incentivando chi investe seriamente in ricerca e sviluppo.
L’opportunità data dalla creazione di un testo unico per le imprese che fanno e faranno parte del Parco Scientifico e Tecnologico ci ha permesso di riconfermare l’attuale normativa dedicata alle Start Up ad alta Tecnologia aggiornandola in base alle esigenze emerse a seguito di due anni di applicazione della stessa e di introdurre anche nuovi strumenti. Uno di questi è ad esempio volto a sostenere le imprese nella ricerca di investitori anche non professionali e per questo si è intervenuti sulle modalità di emissione delle obbligazioni come previsto dall’articolo 20 della normativa.
Completamente nuova è invece la parte del disposto del progetto di legge che va a definire la regolamentazione relativa a imprese che hanno già superato la fase di start up e per questo sono capaci di penetrare il mercato.
Si pongono le basi per la creazione di nuovi strumenti per le aziende che vogliono collaborare su progetti imprenditoriali comuni e creare forti sinergie anche con le imprese del territorio limitrofo, prevedendo i contratti di rete d’impresa.
Mimma Zavoli, Civico 10
Ci apprestiamo a vedere i primi passi del mitico Parco Scientifico e Tecnologico. Nel testo ci sono proposte che mi lasciano perplessa. Le cose vengono confezionate in maniera disgiunta. Ogni segretario si confeziona le proprie norme senza pensare a un coordinamento. E’ necessario che su questo tipo di imprese esista una normativa ad hoc. Le norme sono complesse. Non serve sentire i vari annunci dei soliti segretari di Stato sull’arrivo di gruppi imprenditoriali stranieri. Le situazioni rischiano sempre di non concretizzarsi. E’ una sconfitta organizzativa e progettuale, sembra che non sappiate proporre un lavoro di gruppo.
Seduta Notturna
Il Polo della moda torna protagonista del dibattito consiliare in seduta notturna al comma 21, dedicato al Progetto di legge volto alla tutela degli investimenti. Nel pomeriggio era stata accolta dall’Aula la Procedura d’urgenza, approvata con 39 voti a favore, 13 contrari, un non votante, ma il Comma era stato sospeso, perché erano in corso approfondimenti tra i gruppi di maggioranza su un emendamento. In serata, all’avvio dei lavori, viene così presentato un emendamento che modifica fortemente il contenuto del provvedimento. L’emendamento è sottoscritto da Pdcs, Psd e Ap. In sintesi, l’intervento modifica non più la Legge in materia di sostegno allo sviluppo economico, ma il Decreto delegato n. 162 del 3 novembre 2015, relativo alla Convenzione siglata tra Ecc. ma Camera e Gruppo Borletti. Si apre quindi il dibattito cui sono previsti 44 interventi, anche se molti iscritti rinunciano a prendere la parola. Tra gli interventi, quelli dei consiglieri di Noi sammarinesi, Maria Luisa Berti e Massimo Cenci, che motivano la contrarietà alla procedura d’urgenza e il non aver sottoscritto l’emendamento modificativo del progetto di legge. “Non mi piace l’atteggiamento servile nei confronti di chi chiede continuamente integrazioni e modifiche- lamenta Berti- non possiamo procedere in questo modo, abbiamo una dignità istituzionale da legislatori e come esecutivo e va dimostrata nei fatti”. Per Luigi Mazza, Pdcs, questo provvedimento “non è altro che un’altra conseguenza dalla scellerata scelta di mettere a referendum l’iniziativa imprenditoriale” del polo della moda. Si spiegano così infatti le richieste per la stabilità normativa dell’imprenditore. Durissimi i consiglieri di Rete, C10 e Augusto Casali, Ps, per la modifica repentina del provvedimento passato in procedura d’urgenza. Elena Tonnini, Rete, sottolinea la gravità della situazione: “Quella che ci ritroviamo in Aula- punta il dito- è la legge di un investitore che ha piegato le istituzioni, così si crea un precedente”. Mimma Zavoli, C10, accusa governo e maggioranza di superficialità: “Avete conferito una procedura d’urgenza su qualcosa che non è la medesima cosa che ora andiamo a discutere”. Per Casali tutto sta a dimostrare che “il governo c’è di nome ma non più di fatto”. Per Federico Pedini Amati, Lbsm, i numeri dicono che la procedura d’urgenza è “passata con una nuova maggioranza”. Il dibattito si interrompe con l’intervento di Nicola Renzi, Ap, e proseguirà domani mattina.
Di seguito un estratto degli interventi in seduta notturna.
Comma 21. Progetto di legge “Modifiche al Decreto delegato n. 162 del 3 novembre 2015”
Antonella Mularoni, segretario di Stato per il Territorio: “A seguito dell’accordo con i gruppi, cambia la ratio del provvedimento originario che aveva un carattere generale di tutela dei grandi investimenti. Ora è più specifico e limitato ad intervenire sull’investimento del polo della moda. Chiederei a qualcuno della maggioranza spiegasse il testo visto che nel pomeriggio hanno lavorato in particolare i gruppi di maggioranza. L’art 2 resta invariato, mentre l’art. 1 viene modificato con l’aggiunta dell’articolo 10 bis ‘stabilità normativa’”.
Marino Riccardi, Psd: “San Marino in questa fase ha bisogno di grandi investimenti, personalmente preferivo un intervento più organico che avesse un riferimento di carattere più generale dove coloro che stipulavano convenzione con Ecc.ma Camera, una volta approvata dal Consiglio, investimenti sopra un certo importo fossero garantiti sotto ogni possibile prova di cambiamento. Si è scelta un’altra strada, è un passo positivo ma risolve un problema contingente. Ci aspettiamo che questo grosso investimento sia da traino ad altri investimenti con cui ci troveremo poi nella stessa problematica di questo che, grazie al referendum, tarda un anno per l’avvio ai lavori con ripercussioni negative su occupazione ed entrate per lo Stato”.
Paolo Crescentini, Ps: “Il Ps si è detto subito favorevole al Polo della moda, siamo consapevoli dell’importanza di portare investimenti in grado di garantire entrate allo Stato e soprattutto lavoro. Quello che ci lascia perplessi è il modus operandi del governo. Si era detto che l’obiettivo era attrarre investimenti fuori territorio, ma ci chiediamo perché non si sia fatto a suo tempo con una legge a protezione degli investimenti stessi, Oggi arriviamo in modo tardivo e con un intervento ad hoc, cucito su misura per gli investitori del polo della moda, altrimenti l’investimento rischiava di non andare a buon fine”.
Mimma Zavoli, C10: “Devo dichiarare il mio imbarazzo nell’affrontare questo testo. Ho approfondito un testo diverso da quello partorito oggi. Avete conferito una procedura d’urgenza su qualcosa che non è la medesima cosa che ora andiamo a discutere. C’è una condizione di massima superficialità nell’affrontare questa situazione. E’ un comportamento assolutamente stigmatizzabile, riconducibile ad una mancanza di programmazione e organizzazione. Fare le cose in corsa non è mai attività che si presta a fornire buone cose, vi è l’appesantimento su tutto delle difficoltà di questo governo eroso da veti incrociati e personalismi. In questo contesto fate una proposta inguardabile e vi credete giocatori furbi ma siete molto maldestri”.
Luigi Mazza, Pdcs: “Non credo che la decisione di virare da un provvedimento generico su uno specifico intervento relativo al polo della moda abbia creato la confusione denunciata da chi mi ha preceduto. Chi ha votato l’urgenza sapeva benissimo quale argomento si andava a trattare. Mi permetto di dire che io personalmente non avrei voluto vedere un altro intervento su questo tematica. Si è già andati ben oltre alle garanzie offerte: convenzione e variante sono state portate in Aula, votate e approvate. E c’è ancora la necessità di un intervento normativo per garantire stabilità degli investimenti? E’ evidente che lo Stato mantiene i suoi impegni, tendenzialmente, una volta che il provvedimento-convenzione è venuto in Aula. Per me è un impegno che lo Stato ha assunto e manterrà e non ha necessità di un rafforzativo normativo. Diversamente chiunque si avvicina alla nostra Repubblica potrà pensare che ogni impegno preso dallo Stato possa essere disatteso. Affermiamo in primo luogo che siamo uno Stato serio e che le condizioni vengono mantenute, se no da questa legge può emergere una situazione diversa. In questo caso però questo tipo di intervento è più che giustificato. Io rispetto le decisioni del Collegio Garante ma mantengo i dubbi sul fatto che sia stato possibile un referendum. E se veniva dopo che avevamo iniziato i lavori? I dubbi quindi per l’investitore sono legittimi quando su una iniziativa di investimento trattato con il governo, votata dal Consiglio a grande maggioranza, si deve andare incontro a un qualsiasi referendum. Questo provvedimento non è altro che un’altra conseguenza dalla scellerata scelta di mettere a referendum quella iniziativa imprenditoriale. Posso capire che l’imprenditore chieda una norma che stabilisca così la stabilità normativa. Oggi abbiamo fatto bene mettere questa legge in procedura d’urgenza”.
Augusto Casali, Ps: “Mi pare che gli investitori non si fidino di questo governo e allora chiedono altre prove d’amore. Non è sufficiente tutto quello che è scritto nella convenzione. E il nostro governo che è molto passivo accetta e fa i provvedimenti su richiesta. Questa è la verità. Fra un po’ vi chiederanno un’altra cosa. A me preoccupa l’aspetto politico: abbiamo votato una procedura d’urgenza e ora ci ritroviamo un provvedimento totalmente diverso. Il governo c’è di nome ma non più di fatto e mi chiedo quanto il Paese possa ancora resistere con un governo fantasma. Dietro questo atto c’è una situazione politica pericolosissima per il Paese”.
Marco Gatti, Pdcs: “Ho poco da aggiungere a quanto ha detto il capogruppo del Pdcs che ha delineato il quadro generale della necessità di questo intervento. Nel momento in cui si mettono in discussione certi principi, forse sul piano istituzionale dovremmo porre più attenzione sulle norme della proprietà privata. Noi siamo certi che il nostro Paese è sicuro, ma in questo momento chi fa grandi investimenti e viene da fuori è rimasto un po’ sconcertato dal referendum. Non stiamo parlando di un terreno di proprietà pubblica, ma di un terreno privato che ha avuto una Variante. In passato questi referendum non sono passati, questo sì. E’ tutto l’assetto normativo relativo ai diritti dei cittadini che andrebbe guardato. Rispetto alla modifica del testo: inizialmente nell’ambito di un confronto serrato tra le forze politiche il provvedimento sembrava condiviso, poi è sembrata una forzatura per far entrare chissà quali altri investimenti esterni, anche se la volontà era di far partire senza dubbi questo investimento del polo della moda. Allora si è deciso di farlo rientrare nell’ambito della convenzione approvata in Consiglio. Abbiamo emendato quel provvedimento con un unico articolo che dice nella sostanza che le norme oggetto della convenzione sono garantite nella stabilità normativa”.
Elena Tonnini, Rete: “Questa procedura d’urgenza è stata votata su un testo inesistente che è stato modificato completamente. La legge originaria modificava la legge sullo sviluppo qui il decreto delegato della Convenzione. Quella che ci ritroviamo in Aula è la legge di un investitore che ha piegato le istituzioni. Si crea un precedente. Questa legge è un’altra contromisura dettata al telefono dai Borletti. La tutela normativa non esiste nel momento in cui basta dettare alla politica condizioni particolari solo per sé e voi oggi state dimostrando che non esiste stabilità normativa. Ci parlate sempre di sviluppo ma qui si vuole spacciare sviluppo un altare su cui dobbiamo sacrificarci, dando libertà di azione a chi è abituato a trattare con i politici. Ma governare non è avere i numeri per decidere quello che si vuole in Aula. L’Aula dovrebbe interrogarsi sulla sovranità di questo Stato, i grandi investitori danno grandi possibilità ma rischiano di svilire la nostra sovranità. Tutti vogliamo gli investitori e lo sviluppo ma qui sono abbattuti elementi determinati per uno sviluppo sano”.
Maria Luisa Berti, Ns: “Ho molta confusione. Non ho votato la procedura d’urgenza. Capisco l’urgenza e la necessità degli investitori di avere delle risposte, ma ritengo che quando si vanno a legiferare disposizioni così particolari ed influenti sul nostro sistema economico, modificate nel giro di pochissimo tempo, il legislatore debba fermarsi un attimo e riflettere. Ho sostenuto e continuo a sostenere l’investimento del polo della moda e penso che di fronte delle Convenzioni quando si è fedeli a vincoli contrattuali nelle convenzioni ci sia già tutto a tutela delle parti. Preoccupa che in questo dibattito si sia iscritto solo Mularoni come segretario di Stato. Sono i rappresentanti di governo che dovrebbero rapportarsi con gli investitori, non noi legislatori. Sono convinta della serietà dell’investimento e ho sostenuto contrarietà al referendum. Non mi piace l’atteggiamento servile nei confronti di chi chiede continuamente integrazioni e modifiche. Non possiamo procedere in questo modo abbiamo una dignità istituzionale da legislatori e come esecutivo e va dimostrata nei fatti con un atteggiamento significativo del ruolo che abbiamo. Qui mi fermo. Ho alcune perplessità sul testo e dirò quali sono al momento dell’esame dell’articolato. Noi come Ns non abbiamo sottoscritto questo emendamento”.
Franco Santi, C10: “Stiamo assistendo all’epilogo di un percorso che non poteva che finire con l’ennesima desiderata dall’investitore e l’ennesima calata di capo di governo e maggioranza che si prestano nuovamente a dare quello che gli investitori chiedono. Mi auguro il Paese riesca ad alzare di nuovo la testa a capire quali siano gli assist su cui puntare, non avverrà sicuramente con queste proposte che sono l’ennesima dimostrazione di un esecutivo giunto al capolinea e che sta producendo danni ulteriori in una situazione complessa e difficile”.
Matteo Zeppa, Rete: “Nel momento in cui il segretario Mularoni ha fatto presente della modifica al suo testo, alle 17.40 ho chiesto alle Eccellenze che tipo di dibattito ci saremmo apprestati a fare. Un testo approvato in procedura d’urgenza è stato stravolto. Si prevedeva la modifica della legge sullo sviluppo. E’ cambiato il soggetto perché si parlava di tanti imprenditori non di Borletti. La certezza per gli imprenditori è una telefonata di Borletti che ci dice che non andava bene cambiare la legge sviluppo, ma doveva essere cambiato il decreto della Convenzione? Parliamo di sviluppo quando si piegano le istituzioni a una telefonata di un imprenditore? Ma cosa state facendo? Vogliamo tutti investitori ma che rispettino le leggi dello Stato. L’unico messaggio è che il governo ha calato le braghe, un governo che è inconsistente”.
Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs: “Aiutare storiche imprese del settore edile a sopravvivere sarebbe già un buon motivo per sostenere questo investimento. Tutti in questo parlamento, maggioranza e opposizione, sentiamo il peso della responsailità e delle difficoltà del Paese. Non so quanto questo governo e questa maggioranza potranno ancora restare in carica e quale sarà il giudizio dei cittadini sul loro operato. Ma sono sicuro su una cosa, sul progetto del polo del lusso i cittadini si sono già espressi, perciò questo Pdl va votato”.
Federico Pedini Amati, Lbsm: “Qui c’è un problema. Mi piacerebbe sapere chi ha votato dell’opposizione la procedura d’urgenza, qui si sente solo chi dice che ha votato contro. Questa procedura d’urgenza è passata con una nuova maggioranza, dato che Ns non ha sottoscritto l’emendamento, né votato la procedura. Vorrei che dall’opposizione chi ha votato la procedura lo dicesse e ne prendesse la responsabilità, nella prima versione si aveva una legge omnibus per qualunque investimento sopra i 7 mln di euro. E per fortuna qualcuno l’ha fermata. Ma la seconda versione è stata fatta su richiesta dei Borletti e ci si è piegati ai loro voleri. Ma si può governare il Paese così? Non si possono fare accordi ad hoc con chi si affaccia per fare impresa a San Marino. Non potete continuare con il metodo con cui avete accolto questo imprenditore”.
Andrea Belluzzi, Psd: “Non faccio parte dell’opposizione e ho votato la procedura d’urgenza. A prescindere dal testo, era da votare perché riguarda provvedimenti di sviluppo economico che rappresenta la priorità assoluta. Credo poi che negoziare con un investimento così grande provochi un problema sistemico. Voto comunque l’articolato di maggioranza che di fatto è una ridondanza e conferma la normativa vigente. Avrei preferito una norma che tuteli i grandi investimenti che poasa essere qualcosa in più da presentare in una camera di commercio straniera. E vorrei anche parlare di sostegno alle imprese esistenti più piccole. Forse è il caso di andare a prevedere un profondo intervento sulla legge per lo sviluppo. Voto questo Pdl, ma il lavoro da fare credo sia ancora tanto a sostegno degli investimenti”.
Massimo Cenci, Ns: “E’ stata votata una procedura d’urgenza sapendo che l’intervento sarebbe stato stravolto motivo per cui anche io non ho votato la procedura d’urgenza passata con 39 voti. Le richieste degli imprenditori sono comprensibili dopo aver subito un referendum. Concordo con parte dell’intervento di Mazza, la convenzione ha avuto un iter super garantista, ma una buona legge per gli investimenti dovrebbe impedire che un investimento strategico per il Paese debba essere sottoposto ad un referendum. Oggi cambiamo parte della convenzione perché non c’è fiducia nella controparte, ovvero nel Paese e nei suoi rappresentanti ed è questo che dispiace. Deve invece passare che siamo un Paese serio e che la nostra parola è legge”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Accettiamo che l’investitore ricatti e che chieda questa legge ‘altrimenti me ne vado’, ma a lui ancora non chiediamo di investire nemmeno 5 mila euro . Non è per bene una persona che non rispetta un patto e le nostri leggi. La famiglia siriana che ospitiamo non è tenuta a rispettare le leggi sammarinesi? Io credo di sì. Questo progetto non è solo il polo del lusso e non era una legge a tutela della proprietà privata o dell’investimento che richiederebbe che non sia il congresso a trattate con l’investitore. Finché ci saranno convenzioni che hanno peso, non ci saranno leggi a tutela degli investimenti. Il punto è quale idea hanno la classe politica e il congresso su quello che devono fare. Nel momento in cui si discute la modifica di una legge lo trovo molto irrispettoso delle tradizioni del nostro Paese telefonare all’investitore e chiedere se gli va bene, Nicola Renzi. Che paese volete? Se volete un paese all’asta lo dite alla cittadinanza, io invece vorrei paese con leggi uguali per tutti”.
Nicola Renzi, Ap: “Risponderò a Ciavatta nelle repliche. Ora dobbiamo guardare qual è la priorità di questo paese. Tutti ci chiedono quando partono i lavori del polo della moda. E’ chiaro che fin dal principio c’è stato chi ha avversato questo progetto in ogni modo, tanto da raccogliere le firme per un referendum. Sarà un caso che è l’unico che la maggioranza ha vinto? Non possiamo prescindere che quel referendum c’è stato. Subito dopo si è capita la necessità di una legge di protezione degli investimenti. La maggioranza ha cercato una via inclusiva per proteggere tutti gli investimenti. Ieri ci si è confrontati sulla necessità di maggior approfondimento e si è proposto di restringere il campo per proteggere solo questo investimento. Chi ci ascolta ha più a cuore sapere che abbiamo votato una procedura d’urgenza o che abbiamo tutelato un investimento importante per il Paese ?La politica ha il dovere di metterci la faccia sulle convenzioni trattate. Se abbiamo dovuto votare la procedura d’urgenza sono contento di averlo fatto”.
SMNA