Deposizione dell’imputato Fiorenzo Stolfi durante l’udienza del 4 aprile 2017 del processo denominato CONTO MAZZINI. Ecco la trascrizione integrale della deposizione:
”COMMISSARIO FELICI – Come le ha spiegato l’avvocato e come detto in anticipo, lei ha scelto di rilasciare spontanee dichiarazioni, questo significa che potrà dire tutto quello che ritiene liberamente, purché pertinente, senza prestazione di giuramento. Prego.
IMPUTATO (STOLFI) – Dunque, ho iniziato a fare attività politica nel 1978, avevo 22 anni, ed ho fatto politica per 34 anni, nel 2012 ho terminato il mio corso di 29 anni del Consiglio Grande Generale. Per quasi la metà di questi 29 anni ho ricoperto incarichi di Governo ed ho sempre militato nelle file del Partito Socialista fino al 2014. Ora non faccio più politica, non sono iscritto ad alcun partito.
Naturalmente l’ideale socialista, i principi, i valori del pensiero socialista sono ancora il mio riferimento perché la propensione alla libertà, alla democrazia, all’uguaglianza, alla giustizia, alla solidarietà, alla parità dei diritti delle persone, all’emancipazione di chi si trova in stato di necessità rimane nel mio cuore e nella mia mente.
Non sono mai stato un uomo dei potentati, delle cerchie ristrette, elitarie, dei cosiddetti poteri forti ed al contrario sono sempre stato un politico più attratto e più attento a chi ne aveva di meno ed a chi comunque era in stato di necessità. Ed in questo ho sempre cercato, nei limiti del possibile, quindi non sempre riuscendoci, di aiutare chi aveva bisogno. Questo oltre che ad essere nelle mie corde era anche un modo per avere consenso e questo in politica indubbiamente è utile. Aiutare gli altri è anche quello che faccio oggi, anche se non faccio più politica e non ho bisogno del consenso, lo faccio perché mi gratifica e lo considero un buon modo di stare in questo mondo.
La mia prima esperienza di Governo iniziò nel 1983, mi venne assegnato l’incarico di deputato allora al commercio, turismo, sport ed agricoltura. Partecipai quindi all’ultima parte dell’esperienza del governo di sinistra, che durò otto anni, e che fece, dal mio punto di vista ma non solo, scelte e riforme importanti per il paese. Nel mio piccolo contribuii, nonostante la scarsa esperienza, con alcuni provvedimenti, tipo la legge sullo sport, la legge sulla denominazione di origine dei prodotti agricoli, la legge sul commercio ed altro. Le dico questo, signor Giudice, perché mi è capitato di leggere negli atti delle considerazioni dei giudici inquirenti non corrette, in quanto si sostiene che gli imputati, in genere per le cose che sono state trovate o per gli elementi che hanno incontrato nel corso delle indagini, erano dediti esclusivamente agli affari e non a progetti, proposte, analisi e quant’altro.
Quindi mi capiterà anche successivamente di far riferimento ad interventi, progetti, leggi che ho proposto, portato avanti ed ho realizzato a dimostrazione, appunto, che si lavorava e si cercava di fare il meglio nell’interesse del paese. L’esperienza di governo, quella esperienza di governo si interruppe bruscamente nell’86, poco oltre metà della legislatura, il Partito Comunista e la Democrazia Cristiana si accordarono per dare vita ad un governo di compromesso storico e mandare due partiti socialisti all’opposizione. Per giustificare il tutto avevano bisogno di un pretesto e fu così costruito il famoso scandalo Golf Shoes Titan Fish che, con una commissione d’inchiesta creata ad hoc, servì per scaricare responsabilità e colpe ai socialisti. Questo sistema della commissione d’inchiesta per giustificare delle svolte politiche fece un po’ scuola, perché poi venne usata successivamente per altri cambi di alleanze di Governo. Anni dopo si venne a sapere che quella vicenda fu costruita a tavolino, con testimonianze false e ben remunerate e quindi ci fu chi si mise a costruire a tavolino questo cambio di alleanze, questo sconvolgimento della politica sammarinese. E queste cose, assieme ad altre, mi furono raccontate sei anni dopo quegli eventi, nel 1992, quando i socialisti tornarono al Governo e fui nominato Segretario di Stato all’Industria.
COMMISSARIO – Quando all’industria?
IMPUTATO (STOLFI) – Nel 1992.
COMMISSARIO – Invece dall’83 all’86?
IMPUTATO (STOLFI) – Commercio, turismo, sport, agricoltura. Quando fui nominato andai a Palazzo Mercuri, sede della segreteria, a ricevere le consegne dal predecessore che era il segretario dell’allora Partito Comunista Gilberto Ghiotti che mi raccontò, appunto, come avvenne sei anni prima quel cambio di Governo e mi disse, appunto, di come avvenne questo cambio e mi disse anche che per il pagamento dei testimoni fu necessario il ricorso all’aiuto di alcuni imprenditori sammarinesi, democristiani ai quali, per rifarsi delle spese sostenute, venne concessa una società anonima che si chiamava Abete e mi fece vedere proprio la cartellina con dentro la delibera Congresso di Stato, ed Abete era poi alla fine mi spiegò un acronimo, in quanto rappresentavano le iniziali dei cognomi di imprenditori sammarinesi, democristiani che evidentemente avevano finanziato l’operazione e che ricevettero questa società anonima da vendere, da cedere per poter rientrare di quanto avevano speso. Quindi nel ’92 iniziò la mia seconda esperienza di Governo alla segreteria industria, c’era una situazione economico occupazionale che non era di crisi come quella che stiamo vivendo oggi, ma allora si aggirava la disoccupazione attorno alle 900-1000 unità che per la San Marino dei primi anni ’90 era comunque un numero considerevole. Per prima cosa che feci appena insediato, feci un tour conoscitivo delle moltissime aziende del territorio, mi confrontai con le associazioni degli industriali, le altre organizzazioni di categoria, i sindacati e nel giro di un anno ero già pronto con due leggi che avevano l’obiettivo di aiutare le aziende sammarinesi ad espandersi, ad investire e ad assumere personale contestualmente cercare di attirare nuove imprese dall’esterno e farne nascere nuove dall’interno.
Queste due leggi, una era sul credito agevolato alle imprese, è la Legge del 28 gennaio ’93 n. 13 ed un’altra legge sull’agevolazione fiscali alle imprese, per incentivare gli investimenti favorevoli all’occupazione è del 18 marzo ’93, n. 44. Queste leggi furono presentate in consiglio ed approvate. Questi due provvedimenti si rilevarono subito efficaci, incontrarono l’esigenza e l’interesse sia delle imprese sammarinesi sia di imprenditori esteri. Ci sono alcune aziende di imprenditori sammarinesi che oggi sono aziende importanti, le prime in San Marino ma sono leader in Italia ed anche in Europa, proprio da quelle leggi sul credito agevolato in particolare riuscirono a fare degli investimenti in macchinari innovativi, in macchinari d’avanguardia che consentirono loro di diventare, appunto, leader ed ancora oggi lo sono, dei loro settori.
Molti investitori italiani vennero ad attivare aziende sul nostro territorio, aziende primarie e di prestigio sbarcarono a San Marino, ma mi trovai di fronte anche ad un problema all’interno del Governo, un problema antico e forse anche moderno, anche attuale perché, nonostante i tanti passi avanti fatti, il vizio della discrezionalità è ancora molto presente purtroppo nella nostra Repubblica. Succedeva che nel presentare le richieste di nullaosta societario in sede di Congresso di Stato, mi trovai che c’era un atteggiamento appunto eccessivamente discrezionale, nel senso che senza motivo e senza giustificazione vedevo che una pratica che presentavo e veniva accettata ed un’altra dello stesso tenore, dello stesso oggetto sociale veniva respinta. Quindi si creavano delle situazioni assolutamente ingiustificabili di approvazione e di diniego. Questo aldilà di cozzare con il mio senso di equità insomma, comunque creava un grosso imbarazzo al sottoscritto perché ero poi io che ero in contatto con i professionisti, con gli imprenditori i quali poi venivano, dopo aver presentato loro istanza ed aver ricevuto un diniego, venivano con la delibera di un’altra società con lo stesso oggetto sociale e mi dicevano come mai, mi chiedevano come mai questa qui è stata autorizzata e la mia richiesta, la richiesta dei miei imprenditori è stata respinta.
Questo indubbiamente… io contestai questo metodo all’interno del Congresso di Stato, quindi ci furono delle discussioni anche accese perché non mi stava assolutamente bene questo tipo di situazione che mi creava delle grosse difficoltà nei confronti di tutti gli operatori, gli imprenditori che si presentavano in segreteria. Quindi successe che arrivai ad ottenere che questo sistema fosse modificato, quindi fossero adottati criteri più oggetti ed approntai un provvedimento di legge, che poi diventò legge 8 luglio ’94 n. 61, quindi un anno dopo circa gli altri provvedimenti di legge che dava disposizione in materia di vigilanza e controllo delle società, cioè nella sostanza creammo, con il consenso dei partiti di maggioranza e quindi poi del consiglio, una nuova normativa che prevedeva che ci fosse prima dell’autorizzazione o diniego del Congresso di Stato, prima dell’esame del Congresso di Stato ci fosse un vaglio da parte di un comitato di esperti, che tra l’altro erano esterni a San Marino e che quindi valutassero oggetti sociali, promotori, piano aziendale, eccetera eccetera. E stabilimmo che questo parere doveva essere obbligatorio nel momento in cui il congresso esaminava le pratiche. Quindi abbiamo dato questo tipo di impostazione che ha consentito un esame più oggettivo e quindi quei casi di imbarazzo, di difficoltà che c’erano vennero quasi completamente a terminare. Abbiamo dato poi con vari decreti, ne cito uno per tutti, il n. 71 del 14 marzo del ’95 che indicava anche quali erano i settori da privilegiare e quelli da disincentivare per cui si creò un sistema per cui era molto più oggettivo l’esame delle pratiche ed anche era molto più facile ottenere le autorizzazioni una volta che ci si era mantenuti nelle indicazioni che erano date.
Quindi con queste nuove leggi di cui ho parlato prima di incentivazione agli investimenti e credito agevolato, le nuove norme meno discrezionali per il rilascio di licenze si determinò un notevole impulso all’economia ed anche il numero delle richieste di licenza aumentò in maniera considerevole. In quegli anni si arrivò a concedere, perché poi ci sono le delibere che lo attestano, anche 300 società, i tassi di disoccupazione scesero al minimo, gli immobili industriali andavano a ruba, tutti gli spazi liberi venivano occupati ed affittati, richieste di area produttive e costruzioni di nuovi capannoni, gran lavoro anche per i liberi professionisti, commercialisti in primis, le banche lavoravano anch’esse con un mondo delle imprese così in crescita, il bilancio dello Stato riceveva buona linfa con le imposte dirette ed anche di quelle indirette.
Tutto ciò contribuì ad elevare il benessere complessivo dentro alla Repubblica. In questo contesto mi capitò di incontrare la volontà di diversi professionisti, di contribuire al sostegno dell’azione politica mia e del mio partito perché la condividevano questa azione politica e la apprezzavano come utile per l’economia e per la collettività. Erano contributi liberi e volontari. Intendo sottolineare questo concetto perché non c’era un corrispettivo tra soluzione di una pratica o rilascio di una licenza e contributo economico.
Credo che non ci sia assolutamente alcuno che possa dire di aver dovuto dare denaro a me per ottenere una licenza. Del resto si poteva anche credo approfondire questa indagine perché le richieste societarie sono pubbliche, ci sono le delibere, si poteva tranquillamente interpellare tutti coloro che in quegli anni hanno ottenuto queste autorizzazioni per chiedere se hanno dovuto, avessero dovuto dare qualcosa, pagare per ottenere queste autorizzazioni. Quindi, ripeto, che era una volontà che mi veniva espressa di sostenere concretamente una linea politica e di Governo che creava benessere e che si voleva che continuasse e che fosse ulteriormente portata avanti. (…)
Fine prima parte