San Marino. CONTO MAZZINI. Deposizione Fiorenzo Stolfi: ”Quella firma sul libretto GIULIO2 non è mia”

Deposizione dell’imputato Fiorenzo Stolfi durante l’udienza del 4 aprile 2017 del processo denominato CONTO MAZZINI. Ecco la trascrizione integrale della settima parte della deposizione:

STOLFI: ”Detto questo vorrei tornare un attimo al 2006, sono le vicende legate al libretto Giulio 2 eccetera, eccetera. Io tornai al Governo nel 2006 in agosto negli esteri e mi ritrovai come impegno molto ravvicinato l’assunzione della responsabilità della presidenza del Comitato dei Ministri ed il Consiglio d’Europa, che era previsto per il mese di novembre, quindi io mi dedicai a studiare tutta la questione, quindi fui impegnato in maniera incessante su questo tema e tra il mese di ottobre e novembre feci la spola tra San Marino e Strasburgo proprio per fare tutti i preparativi per assumere il ruolo di presidente del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa. Faccio una parentesi anche qui per rispondere a quanto è stato scritto negli atti dagli inquirenti che anche questa attività è stata un’attività quella di presidenza del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, è stato un semestre unanimemente riconosciuto come una delle migliori presidenze che si siano mai viste a Strasburgo e che quindi l’impegno che è stato profuso da me e da tutto il dipartimento affari esteri eccetera ha prodotto un grande riconoscimento dai paesi, 47, del Consiglio d’Europa, e debbo anche dire con sorpresa anche in una seduta del Consiglio Grande Generale che, a conclusione dei lavori, commentò questa presidenza ed arrivarono dei riconoscimenti anche da parte di chi non era nella maggioranza. Questo solo per una nota per chi deve, forse, far mente locale su queste cose. Detto questo, dicevo che in questo periodo di così grande impegno ed attività da parte mia, anche preoccupazione per un gravoso impegno che dovevano prendere io in base all’indagine avrei dovuto in ottobre presentarmi presso la Banca Commerciale sanmarinese e fare un’operazione bancaria. Un’operazione bancaria tra l’altro molto strana, perché avrei dovuto presentare un libretto al portatore non per ritirare dei soldi, ma per passarli su un altro libretto. Quindi probabilmente, non so, avrei dovuto avere forse tutti e due i libretti, ma non lo so, comunque facendo un’operazione che secondo me non ha alcun senso, alcuna giustificazione perché io vorrei che qualcuno mi spiegasse che tipo di sostanza, di scopo può avere un’operazione di questo genere. Perché potrebbe averla se, appunto, ci fosse stato un ritiro delle somme, magari uno pensa ha dovuto fare in fretta non ha trovato qualcuno che andasse al suo posto, qualcuno che fosse incaricato di fare questa operazione, si è presentato lì perché aveva magari bisogno di questi soldi e li ha presi. No, è un’operazione che trasferisce solamente su un altro conto, tra l’altro che risulta poi di Bruscoli, con cui non avevo niente da spartire neanche rapporti particolari e che quindi ammesso che fossero miei quei soldi li avrei messi su un conto di un altro che poteva poi sparire dalla circolazione, poteva portarli via, poteva fare qualsiasi cosa. Quindi io credo che sia un’operazione che anche dal punto di vista logico non abbia particolare senso se non quello di lasciare la firma, cioè di lasciare la traccia, cioè io vedo solo questa e quindi credo che questo sia, questa operazione così descritta eccetera, così imputata a me sia un insulto alla mia intelligenza ed anche quella di chi ha un minimo di capacità di scorrimento perché credo che un’operazione di questo genere non stia proprio assolutamente in piedi. Fra l’altro io avrei fatto questa operazione in una banca dove nessuno né un dirigente, né un funzionario, né un impiegato mi ha mai visto, dove addirittura chi ha firmato l’operazione dice di non avermi visto, non c’è un libretto di identità da nessuna parte in quella banca, un documento di identità, quindi è sempre più insostenibile questo tipo di costruzione che è stata fatta. E’ evidente che il discorso è un discorso, ripeto, che non sta in piedi, ma non sta in piedi perché in più c’è il fatto che io sostengo, come ho sempre sostenuto fin dall’inizio che quella operazione io non l’ho fatta e non l’avrei fatta per nessuna ragione, non l’ho fatta perché quei soldi non erano miei, perché non ho mai avuto il possesso né la disponibilità né temporanea né istantanea di quei libretti al portatore, perché non mi sono mai presentato né allo sportello né in altro ufficio della banca per fare quella operazione, perché le tre firme che sono state apposte per l’operazione non sono le mie, non le ho fatte io e non so chi le abbia fatte, anche se fino a ieri avevo il buio assoluto, oggi forse qualche dubbio o qualche indicazione più precisa sentendo certe dichiarazioni mi può venire. Naturalmente non trascuro il fatto che ci sia una perizia, una perizia calligrafica del consulente del tribunale, dello studio Cristoforetti che sposa la tesi dell’accusa. Accusa devo dire che fin dall’inizio ha attribuito la firma al sottoscritto, non ha avuto bisogno di periti calligrafi. Perché prima con la formula dubitativa, usando i termini a firma apparente di Fiorenzo Stolfi per poi passare alla individuazione certa del firmatario sostenendo, la Polizia Giudiziaria, di aver fatto dei non meglio specificati raffronti con firme del sottoscritto non si sa bene come e dove raccolte. Quindi lo studio Cristofanelli ha confermato che quella perizia calligrafica dà per esito che la firma è del sottoscritto. Ebbene io credo che l’infallibilità in questo mondo non esista, e che le persone infallibili non esistano. Quindi credo che non so se ci sono le percentuali di validità delle perizie, se ci sono delle statistiche, se ci sono delle possibilità di stabilire in che percentuale possono essere veritiere, però credo che la possibilità di errore ci possa sempre essere, che nessuno possa dire che è in assoluto la verità. Io non so se ci può essere una percentuale dell’1% del 5%, del 10%, ma le dico che se fosse anche una su mille o una su un milione io mi appello a quella possibilità, perché io quella firma, quelle firme non le ho apposte. Se poi lei, signor Giudice, in cuor suo, nella sua valutazione, aldilà di come si dice di ogni ragionevole dubbio riterrà che quella firma è la mia perché c’è una perizia e non c’è altro, perché non ci sono altri elementi io dovrò accettare quello che lei decide, però io ritengo che questa, tutta la questione che riguarda questo aspetto importante di questo processo non può essere decisa sulla base di una perizia. Perizia che tra l’altro se fosse stata fatta a regola d’arte avrebbe una valenza, ma se ci sono percentuali di dubbio ce ne sono ancora di più dopo le osservazioni che ha fatto la dr.ssa Draghetti ultimamente, che mi sembra in modo puntuale, anche molto rispettoso del lavoro dello studio Cristofanelli abbia comunque messo in evidenza il fatto che il perito non mi abbia fatto firmare in sua presenza, che è uno degli elementi base delle procedure che vengono seguire quando si fanno indagini di questo genere, credo che sia un elemento importante, di valutazione. (…)

fine settima parte