San Marino. Conto Mazzini e inchiesta CIS: non fermiamoci alle foglie di fico! … di Alberto Forcellini

Conto Mazzini: ormai l’abbiamo visto usare in tutte le salse, molte delle quali sono abbastanza indigeste, per questo è necessario capire un po’ meglio.

In tanti hanno esultato quando l’inchiesta mise in luce un sistema tangentizio messo in atto da un’intera classe politica: ex Reggenti, ex Segretari di Stato, ex segretari di partito, consiglieri. Tutti alla sbarra. Evviva! Cambiamo il mondo!

C’è voluta la tangentopoli 2, l’inchiesta politica su banca CIS, per capire che dietro la maschera del Mazzini si nascondeva un disegno ben più perverso. Sono stati perseguiti i corrotti, ma i corruttori sono rimasti nell’ombra e hanno continuato le loro attività. Nessuno avrebbe mai immaginati che il capo del pool inquirente era “pappa e ciccia” con il gruppo bancario che voleva fare la scalata del Paese, portandosi via anche i fondi pensione. Che c’era dietro qualcuno che suggeriva nell’orecchio del giudice chi doveva andare dentro. Che c’erano troppe aderenze, troppe connivenze con il tribunale, troppe coperture che hanno portato a scoprire responsabilità politiche ben diverse.

Vediamo di chiarire bene. Nessuno si sogna di dire che il sistema in voga dagli anni ’90, tuttora operante, fosse giusto. Tutt’altro. Era una sistema corrotto, che ha portato il nostro Paese a diventare la pecora nera dell’Europa, che riempiva le casse fregando gli altri. Nessuna pietà per chi non ha saputo “usare” le fortune degli anni d’oro per far crescere il Paese, dotarlo di infrastrutture innovative, promuovere una classe dirigenziale e politica preparata, competente, onesta. Per non aver previsto un sistema diverso da quello delle “fatture”. Quando quel mondo è crollato, si è corsi dietro a mettere delle toppe sullo scambio di informazioni e sulle relazioni bilaterali. Ma c’era già chi operava nell’ombra e progressivamente andava ad occupare i posti chiave nel sistema bancario e in quello politico, e andava a scardinare il sistema giudiziario.

Le responsabilità politiche di Adesso.sm sono pesanti: nessuno di quella maggioranza ha mai dato retta a chi denunciava situazioni che diventavano vieppiù evidenti; non ha mai messo in campo gli anticorpi per contrastare un sistema mafioso, anzi si adoperava con manleve, decreti domenicali, leggi, bilanci falsati per dargli sempre più potere e fare azioni sempre più spregiudicate.  Questo si legge nella relazione della Commissione d’inchiesta, un capolavoro di chiarezza, ma anche di diplomazia, visto che è stata firmata da tutti i partiti. Non altrettanto è avvenuto con il dibattito consiliare e con gli odg finali.

L’ordine del giorno di maggioranza ha punti di forza inequivocabili che rendono merito al lavoro svolto, ne elogia e ne condivide tutte le risultanze (non solo una parte come hanno fatto Libera e RF). Individua le responsabilità dei singoli consiglieri (a qualunque partito siano appartenuti o appartengano), quelle dei Segretari di Stato, dei CCR, dei vertici di Banca Centrale, della proprietà e della dirigenza di Banca CIS, dei manovratori lussemburghesi, di tutti coloro che in qualche maniera abbiano agito all’interno del “piano criminale”. Compreso il giudice Buriani, che qualcuno tenta ancora di proteggere. L’ordine del giorno di RF fa una lunga disamina delle pecche del sistema fino al 2010, ma si ferma lì e non cita mai Buriani.

Ecco allora le foglie di fico che ci hanno abituato a vedere davanti agli occhi: prima sul conto Mazzini, usato proprio per attirare l’attenzione della gente su qualcosa che non fossero gli altri processi scottanti (da Asset al CIS, alla vicenda titoli, all’affare Tavolucci, eccetera). E anche dopo la relazione, si tenta ancora di dirottare l’attenzione su qualcosa che non sia Grandoni e il suo gruppo con la ricostruzione artefatta della verità, che è una falsità, ma che a forza di ripeterla diventa una nuova realtà.

Tranne giornalesm.com, nessuna testata ha fatto servizi speciali sulla relazione della Commissione d’inchiesta, un silenzio assordante ha circondato rivelazioni di una gravità assoluta e responsabilità politiche assiomatiche, né ha reso merito a chi si è battuto con tutte le sue forze per contrastare il sistema deviato, pagandone conseguenze pesanti. In questo silenzio, ora, si innestano vendette trasversali, o si tenta di colpire chi ha avuto il coraggio di parlare con chiarezza. Altre foglie di fico.

Con tutto quello che è successo e tutto quello che c’è da fare per rimediare al disastro, è bene che qualcuno si svegli. Compreso il tribunale, visto che ancora non c’è nessun fascicolo aperto su Grandoni e neppure su Confuorti.

a/f