San Marino. Conto Mazzini, Fiorenzo Stolfi: ”quella firma non è mia”

E’ stata la giornata dei testimoni illustri, quella di ieri, nell’aula del tribunale di San marino che ospita il mega processo, Conto Mazzini.
Sicuramente il personaggio di maggior spicco è stato Fiorenzo Stolfi, ex segretario di Stato per gli Affari esteri, alle Finanze e leader di lungo corso del Partito dei socialisti e democratici, accusato di riciclaggio e associazione a delinquere.
L’ex segretario ha reso una lunga dichiarazione spontanea, che è andata avanti oltre un’ora durante la quale ha ricostruito la sua vita politica ed ha sottolineato, questo per confutare le accuse che gli vengono rivolte, che la firma per un trasferimento fondi, transitato da un conto all’altro, non era la sua.

Relativamente alla veridicità di quella firma, era già stata depositata una perizia calligrafica. Stolfi ha anche giustificato l’acquisto della lussuosa Porsche a suo tempo sequestrata.
Tra le altre figure di spicco protagoniste dell’udienza Giuseppe Roberti che ha affidato ai suoi legali una memoria con la quale dichiara di non aver mai preso tangenti ma che si trattava solamente di compensi per l’attività professionale.
Per quanto riguarda invece Claudio Podeschi gli avvocati che lo assistono hanno sollevato eccezione di costituzionalità dell’articolo 147 del codice penale che tratta le confische.
Nel corso dell’udienza è sfilato anche un altro uomo forte della politica del Titano, Stefano Macina, che ha confermato quanto già riferito ai magistrati: il Psd ha ricevuto duecentomila euro in libretto al portatore come contributo per la campagna elettorale del 2006.

Il Resto del Carlino