San Marino. Conto Mazzini. “Punti oscuri ancora da chiarire. Vogliamo solo la verità”. La difesa di Podeschi torna all’attacco e chiede nuove prove fino ad oggi negate.

Riprese questa mattina le udienze del Processo Conto Mazzini con un calendario che dovrebbe portare, salvo sorprese, alla conclusione del primo grado di Giudizio prima dell’estate.

Prima di iniziare a sentire i testimoni questa mattina ha tenuto banco la difesa di Claudio Podeschi e Biljana Baruca. Gli avvocati Stefano Pagliai, Massimiliano Annetta ed Achille Campagna hanno sollevato sollevato diverse questioni preliminari contro il provvedimento con il quale il Giudice del Dibattimento, dott. Gilberto Felici, ha risposto in ordine alle richieste istruttorie formulate dalle parti al termine del “primo giro” di testimonianze.

La difesa aveva infatti richiesto di sentire nuovamente l’Ispettore Paolo Francioni, il dott. Nicola Veronesi, Antonella Mularoni e Pasquale Valentini quali ex Segretari di Stato agli Esteri, oltre a due funzionari della Segreteria, oltre al PM svizzero che si era occupato delle rogatorie e di insistere con l’Autorità Giudiziaria svizzera – che continua a rifiutarsi di inviarlo – per avere il fascicolo archiviato del procedimento penale che rguardava la società che aveva effettuato a Podeschi un corposo bonifico.

La difesa ha infatti sostenuto che continuano ad esservi molti lati oscuri tutti da chiarire, un vero e proprio buco nero per quanto attiene la vicenda svizzera. Occorre quindi, secondo i legali, sentire nuovamente l’Isp. Paolo Francioni, l’ufficiale della Polizia Civile che fin da principio ha seguito le indagini.

Occorre poi sentire nuovamente il dott. Veronesi, direttore dell’AIF. Dalla testimonianza resa successivamente dal dott. Faraone, all’epoca dei fatti a capo dell’Interpol, infatti, sarebbe risultato che Veronesi non ha chiarito tutti i passaggi della sua indagine: Faraone, infatti, ha dato conto di infomative provenienti dall’FBI e dall’intelligence inglese favorevoli per Podeschi e Baruca delle quali non vi era traccia a fascicolo e del quale si era confrontato con Veronesi e con il Commissario Inquirente. Indagini del quale Veronesi non ha mai parlato. Perchè ci si è chiesti in aula?

Si è poi richiesto di sentire gli ex Segretari di Stato Antonella Mularoni e Pasquale Valentini, oltre a due dirigenti della Segreteria agli Esteri, alla luce della testimonianza da questi resa nel procedimento – tuttora in fase istruttoria – in cui Podeschi risulta indagato per corruzione. Da tali testimonianze sarebbero usciti riscontri assolutamente discolpanti per Podeschi e Baruca anche per il riciclaggio contestato nel processo Mazzini per la movimentazione di 2.500.000 euro dalla Svizzera a San Marino. ”Anche in questo caso non si è compreso, hanno detto, perché ci si ostini a non volerli ascoltare”.

Stigmatizzata, infine, la mancata collaborazione prestata dall’A.G. svizzera alle richieste di rogatoria provenienti da San Marino. Non si comprende, hanno dichiarato in aula le difese, per quale ragione non si voglia trasmettere il famoso fascicolo svizzero. In quel procedimento vi è la prova dell’innocenza di Podeschi e Baruca. Perchè la Procura Svizzera continua ad alzare muri? Cosa è successo nei rapporti tra San Marino e Svizzera che pare si voglia continuare a coprire?

Sospetti e dubbi che aleggiano e sui quali il Giudice si è riservato la decisione all’udienza di domani mattina.

In seguito sentiti diversi testimoni tutte concentrate sulla vicenda della cosiddetta “truffa Gival”. Obbiettivo della difesa di Gian Marco Marcucci è stata quella di ricondurre le attività del legale al mero espletamento di attività professionali.