San Marino. “Contro l’avanzare della restaurazione insieme al Paese”. Federico Pedini Amati intervistato da La Tribuna

Pedini AmatiQuanto sono fondate le voci che dicono che i due consiglieri indipendenti, Luca Lazzari e Federico Pedini Amati, sarebbero pronti a confluire nel gruppo consiliare di Rete?

Federico Pedini Amati: “Sono così fondate che all’interno dell’Assemblea consultiva di Liberamente San Marino del 3 giugno non se n’è parlato. Veda lei quanto sono fondate.”

A livello consiliare Lazzari, Pedini Amati e Rete hanno più volte collaborato, sottoscrivendo insieme interpellanze e interrogazioni. Questo farebbe pensare che tra di voi esista almeno una condivisione politica di fondo?

Federico Pedini Amati: “Non la chiamerei per forza condivisione politica. Rete ha un suo programma con cui si è presentato alle ultime elezioni, mentre LiberaMente San Marino ha appena presentato il suo documento politico programmatico e non è detto che i due programmi combacino, anzi per molte cose la visione è differente. Si è collaborato in passato con Rete e con Lazzari su molti temi, mi auguro si possa collaborare anche in futuro. Per quanto mi riguarda la collaborazione a livello consigliare con loro proseguirà.”

Condivisione che potrebbe trasformarsi in qualcos’altro?

Federico Pedini Amati: “Una cosa è la contingenza politica del momento, un’altra sono le alleanze future. Per le alleanze è ancora tutto da costruire e discutere e mi sembra prematuro affrontare questo argomento oggi. Rete e Lazzari sono tra i pochi che in Consiglio continuano a fare opposizione.”

Le grandi manovre politiche in vista delle elezioni del 2017 sono partite. Si sta palesando la formazione di un grande gruppo riformista formato da Ps, C10, Su e capitanato dal Psd. Fate parte anche voi del ‘tavolo riformista’?

Federico Pedini Amati: “No. A me sembra più un assembramento di sigle piuttosto che un gruppo riformista. Poi, da una parte si fa il tavolo riformista che fa gioco a qualcuno, dall’altra alcuni di quelli del tavolo riformista propongono il governo di legislatura stringendo un accordo con il Pdcs, a me sembra che ci sia molta confusione. Di certo, sono tutte manovre di interesse, di interesse personale di qualcuno.”

Vi pare un’iniziativa alla quale in futuro potreste aderire?

Federico Pedini Amati: “Ad oggi sembra tutto, troppo, campato per aria. Il quadro politico deve profondamente cambiare altrimenti per come stanno le cose oggi si porta l’acqua solo a questo governo infausto. Si prenda atto del fallimento di questa maggioranza e si torni alle urne, da lì a dopo i ragionamenti li faremo sulle cose da fare.”

Andreoli e Foschi, riguardo alla vostra possibile entrata in Rete, vi hanno accusato di farlo per “interesse politico” e che si tratterebbe di “un’operazione da vecchia politica in funzione del mantenimento della poltrona”. È così?

Federico Pedini Amati: “Posso ridere? Ho già risposto ai due rampanti politici che hanno nuove ricette per ogni epoca. La cosa curiosa è che le loro ricette prevedono sem- pre la loro presenza in Consiglio. Interessi e vecchia politica loro li incarnano benissimo.”

Un giudizio complessivo sul governo a metà legislatura?

Federico Pedini Amati: “Le rispondo così: aumento della disoccupazio- ne, molte aziende hanno chiuso
i battenti, settore del commercio e del turismo lasciato in balia dei venti, si parla del polo del lusso non vedendo il fallimento degli stessi store in Italia, tasse aumentate con la riforma fiscale Felici, Pa rimasta una casta di privilegiati con la creazione di nuove dirigenze. Mondo bancario e finanziario costantemente salvato dai cittadini e quindi dallo Stato. Banca Centrale, che è diventata la decima segreteria di Stato, è difesa a spada tratta
da Valentini e Capicchioni fino al punto che quest’ultimo ha detto di voler continuare a dare più di 150 mila euro all’anno ai vertici di Bcsm. Governo bocciato su tutta la linea”.

Infine, l’opposizione: perché non siete riusciti a creare un fronte comune? Che cos’è che vi divide?

Federico Pedini Amati: “Forse questo è l’unico motivo per cui sta in piedi ancora questo governo. L’opposizione non c’è più. L’opposizione è divisa perché ognuno vuole fare la prima donna, facendo il gioco della maggioranza. Noi continueremo a denunciare le mille incongruenze di questo governo e continueremo a cercare di unire le opposizioni. Se poi ognuno vorrà andare per la sua strada ne prenderemo atto.”

Francesco De Luigi, La Tribuna