Come è diversa la storia che si racconta oggi da quella che, i più, raccontavano e, politicamente, cavalcavano solo pochi anni fa… Dove sarebbe San Marino, oggi, se alcune voci isolate nei media – fra cui spicca quella di Marco Severini e del suo GiornaleSM- non avessero dedicato “anima e core” a combattere battaglie di verità quando, per tutti, queste sembravano soltanto dei folli attacchi contro metaforici mulini a vento, e i fautori meri persecutori del complottismo più becero e infondato?
E’ facile oggi sparare contro la “cricca”, dimenticando che nove anni fa, chi ora sostiene cose perlomeno sensate -pur cadendo nel solito vecchio vizio del giustizialismo, stavolta a discapito degli eroi di un decennio fa- era il braccio più becero, probabilmente “l’utile idiota” di turno, che alimentava con iniziative assurde in ogni democrazia del Diritto l’avversione della popolazione verso coloro che potevano essere gli unici ostacoli insormontabili per l’affermazione della “cricca”, incarcerati da una sorte di supereroe biancazzurro in toga da magistrato che -lo sostiene Rete oggi, alla faccia del garantismo (non ha ancora imparato la lezione, evidentemente)- avrebbe, invece, assicurato “tutte le coperture di tipo giudiziario” necessarie alla “cricca” (qui la dura presa di posizione integrale del Movimento).
Non era facile, nella seconda metà del decennio scorso, fare informazione nel rispetto del ruolo che la stessa dovrebbe avere a tutela della verità e quindi della qualità della democrazia; non è un caso che in quegli anni sparì (con Asset banca) una testata storica del calibro di Tribuna. Lo so direttamente per le grandi difficoltà e i non pochi ostacoli o -chiamiamoli- “dispetti” subiti in quegli anni, nel tentativo di produrre una informazione imparziale, conforme agli accadimenti reali, delle udienze del primo grado del noto Processo Mazzini. Tutti i media seguivamo lo stesso processo, ascoltavamo gli stessi testimoni e avevamo accesso agli stessi atti… Eppure, quando leggevo gli altri giornali (uno in particolare) o ascoltavo i Tg, mi veniva da credere raccontassero un altro procedimento giudiziario. Ma lasciamo stare me, avrei tanti “sassolini” da togliermi dalle scarpe, ci sarà tempo e modo…
Ho toccato con mano, dicevo, le grandi difficoltà che ho incontrato io, dall’esterno di San Marino, nel tentativo di fare una cronaca seria di quel processo. Non riesco ad immaginare, alla luce di ciò, quali ostacoli abbia dovuto superare chi, come Severini, nel mondo dell’informazione, dall’interno del Titano, non si è inchinato alla “cricca” ED ha contribuito in maniera decisiva a smascherarne gli obiettivi occulti riducendo il piano – diciamo- “sovversivo” a carta straccia quale è oggi.
Mi riferisco, ovviamente, a GiornaleSM -unica voce interna al Titano fuori dal coro “incantatore”- e a chi lo ha guidato… E la mia memoria, in tal senso, arriva alla pubblicazione della cosiddetta “ordinanza Morsiani”, che – anche e soprattutto grazie alla sua pubblicazione su GiornaleSM- creò la prima crepa nella granitica “cricca”. Anche il Giudice Morsiani, mi vien da pensare che deve avuto un grande coraggio nel porre in essere quell’azione viste le influenze che la “cricca” sembrerebbe oggi aver avuto nel Palazzo di Giustizia dei Tavolucci.
Non so se il Giudice fu oggetto di “pressioni”, ma so che Marco Severini si guadagnò, pochissimo dopo la pubblicazione di quella devastante ordinanza, ben 11 querele, da incassare tutte d’un fiato! Serviva coraggio, più di quello necessario a me operando dall’Italia, a non seguire l’onda vivendo e operando dall’interno del territorio sammarinese, come fece l’amico Severini.
No, cari lettori. Non è compiacimento il fine di questo articolo. Ma visto tutto quanto sta emergendo –unito a quanto chi lottava con decisione e coraggio ha dovuto subire– è doveroso che la gente, che i cittadini ricordino chi ha lottato per difendere – nei panni di un piccolissimo Davide, qual era Severini, contro il mastodontico Golia, ovvero la cricca – la democrazia sammarinese e, quindi, la cittadinanza intera, oltre che il prestigio e il valore delle Istituzioni democratiche più antiche del mondo.
Forse, se fosse andata diversamente, e se anche Severini fosse stato con la ”cricca”, Banca Cis – magari di proprietà di Stratos- sarebbe l’unica banca sammarinese e la “cricca” saldamente alla guida -indirettamente- del Paese e impossibile, ormai, da abbattere.
Enrico Lazzari