San Marino. Corriere Romagna ha intervistato Giacomo Simoncini

E’ stato accusato di molestie sessuali a nove giorni dalla fine del mandato di Capitano Reggente.

A puntare il dito una segretaria di Palazzo che invitata a riparargli la zip dei pantaloni, se lo sarebbe ritrovato davanti, nudo dalla cintola in giù, deciso a formulare ben altre richieste. A seguire, stando al racconto della donna, ci sarebbe stata una precipitosa fuga e l’immediata confessione a chi di dovere.

Quando le luci si sono spente attorno a lui, il 28enne Giacomo Simoncini, era il Capo di Stato più giovane al mondo. La sua passione politica ha radici antiche, perché bruciando le tappe si è iscritto appena 18enne al Partito socialista. Eppure proprio questa passione che l’ha portato sulla cima del mondo, l’ha costretto al silenzio. Nessun Capitano Reggente infatti può rilasciare dichiarazioni durante il suo incarico.

Ora a pochi minuti dalla fine del percorso a due diviso fino a ieri con il collega, Francesco Mussoni racconta la sua versione dei fatti.

Cosa risponde alle presunte accuse di molestia?

«Che non ho fatto nulla di male».

Che clima ha respirato nel conto alla rovescia verso la fine magistratura?

«Illazioni e malignità, ma soprattutto strumentalizzazioni che, come ho ribadito, non si sono fermate neanche davanti al rischio di infangare l’Istituzione più importante».

La situazione e i cambiamenti nel cerimoniale, che hanno impedito di incrociare il ministro della Giustizia Marta Cartabia, hanno amareggiato la cerimonia di ieri?

«Ho vissuto la giornata con tranquillità e in pienezza, anzi a testa alta. È stato un passaggio di testimone quanto più possibile sereno».

Cosa l’aspetta nei prossimi giorni?

«Dovrò capire se e cosa pende a mio carico. Al momento non so neppure se vi siano denunce. Di fatto, salvo qualche articolo, non c’è nulla, danno d’immagine a parte. Dopo le valutazioni del caso, se sarà necessario, nominerò degli avvocati per difendermi. Intanto resto a disposizione degli organi competenti».

Dal 2020 è membro della Compagnia uniformata delle milizie istituita nel 16esimo secolo, questa situazione le impedirà di proseguire nella carriera a cui aspirava?

«In terza media ho scritto la famosa tesina proprio sulle Milizie sammarinesi e sebbene ci sia tempo per entrare sino ai 35 anni d’età, mi sono arruolato giovane. Quanto all’avanzamento di grado, dovrei partecipare ad un bando, ora congelato dalla pandemia, per diventare ufficiale rispetto dall’attuale grado di milite. Solo una condanna definitiva al secondo grado potrebbe impedirmi la permanenza nella compagnia».

Quanto a interessi lei sembra in bilico tra modernità e passato.

«È così, sono sempre stato diviso tra due mondi, basti pensare alla laurea in Farmacia, a cui a breve aggiungerò un Master a Ferrara in “Ambito regolatorio e brevettuale”. Sono anche abilitato all’insegnamento della Chimica, eppure appassionato di sport (è presidente della Nazionale di Futsal, ndr)».

Quali attività ha sostenuto nel Rotaract, di cui torna presidente alla scadenza del mandato?

«Abbiamo raccolto fondi per collegarci a diverse iniziative internazionali. E da fine anno porterò avanti in territorio un progetto legato all’ecosostenibilità».

Corriere Romagna