Potrebbe trasformarsi in una corsa a tre, ma ancora si gioca a carte coperte. Si avvicina il Congresso generale della Democrazia cristiana in programma dal 3 al 5 maggio al Kursaal. Tre giorni per di lavori per riprogrammare il futuro dopo la sconfitta alle ultime elezioni, ma soprattutto per nominare segretario politico e nuova direzione. E qui la corsa è già iniziata per trovare il sostituto di Marco Gatti. L’attuale segretario non si ricandiderà, dopo due mandati al timone. Lo ha detto da tempo e lo ha confermato nelle ultime settimane. La sua candidatura l’ha resa pubblica da oltre un mese, e subito dopo aver rassegnato le sue dimissioni dal direttivo (poi respinte) Teodoro Lonfernini. «Sostengo da tanti anni – ha detto – che comunicare con anticipo la candidatura alla segreteria generale del partito dia la possibilità a tutti gli amici ed amiche di formarsi il proprio convincimento sul candidato non solo nelle giornate di Congresso e di portare avanti la propria candidatura in modo del tutto trasparente ed aperto a tutti gli iscritti ed alla società civile». Giocano invece ancora a nascondino Gian Carlo Venturini e Luca Beccari, anche se in Repubblica nelle stanze della politica si vocifera già da un po’ che alla corsa per la segreteria potrebbero partecipare anche loro. Nessuno dei due conferma, nessuno dei due smentisce.
«Da diverso tempo in tanti – dice l’ex segretario di Stato Venturini – continuano a sollecitare una mia disponibilità. Sto riflettendo perché sono convinto che fare il segretario politico della Dc non sia uno scherzo in questo momento politico particolare. Ma questa non può essere un’ambizione personale, ma deve avere un ruolo di utilità per il partito». Ci va ancora più cauto l’attuale vice segretario Beccari. «Ci dobbiamo chiedere innanzi tutto cosa serve al partito – spiega – ed è per questo motivo che in questi mesi post elezioni abbiamo perso una buona occasione per farlo. Ritengo che avere più candidature non sia sintomo di poca unione all’interno del partito. Mi farò avanti? Una mia candidatura potrebbe venire fuori. Bisogna capire se le mie caratteristiche possono servire al partito». Un forse che lascia spazio alle interpretazioni e che stuzzica la curiosità.
Curiosità che, probabilmente, resterà tale fino ai primi giorni di marzo quando tra le mura del Kursaal non ci sarà più spazio per la pretattica politica. ‘Le radici del nuovo, per una rinnovata azione politica che generi passione e impegno comune a servizio del Paese’, questo il tema del 20esimo Congresso targato Pdcs. E di nuovo in casa Dc si discute ormai da tempo, ben prima della debacle elettorale. Il Resto del Carlino
