La consueta conferenza stampa ISS per l’aggiornamento sull’andamento dei contagi, impone un momento di riflessione anche su quanto è stato udito sull’argomento in Consiglio, durante il comma comunicazioni. La curva pandemica è ormai mediamente stabile sul 10 per cento, ieri era sul 10,31. Dall’inizio della pandemia, cioè dallo scorso marzo, San Marino ha appena superato la soglia dei 2000 contagiati. Che non solo una soglia psicologica, è il quadro di un’infezione che non accenna ad esaurirsi e che impone di tenere la guardia sempre molto alta. Come dimostrano i 52 deceduti complessivi e i quasi 23 mila tamponi eseguiti per monitorare la popolazione. Di fronte a ciò, in Consiglio, durante il comma comunicazioni, dove il Covid ha tenuto banco, si sono sentite cose inascoltabili.
Come quando per esempio si attacca il Segretario alla Sanità, che agli inizi di luglio aveva dichiarato “San Marino Covid free”. Perché? Non era vero? In quel momento e fino a metà settembre, sul Titano non ci sono stati casi, poi i contagi sono ripresi, progressivamente, come altrove, molto meno che altrove, e comunque sempre in crescita. Colpa del Segretario?
E poi l’annuncio, terribile ma reale: siamo al limite della terapia intensiva, non vorremmo dover scegliere chi curare. Scandalo! Parlare chiaro, senza infingimenti, sulla situazione dell’ospedale, che si è posto l’obiettivo di curare tutti, non solo i Covid, e che non può espandersi all’infinito, non è invece da apprezzare? Non è meglio sapere cosa abbiamo di fronte e comportarci di conseguenza?
E poi ancora: chi non si vaccina, dovrà pagare le spese di un eventuale contagio. Perché non dovrebbe essere giusto? Se la salute pubblica è un dovere istituzionale, ma anche responsabilità dei singoli, chi vuole mantenere la sua libertà di pensiero non può non essere cosciente di costituire un potenziale pericolo per gli altri. È obbligatorio che si tuteli comunque, per sé stesso e per gli altri con una bella polizza assicurativa. È vero che il Segretario Ciavatta non è la simpatia in persona, lo hanno rilevato anche in Consiglio, e a volte può sembrare un po’ rude nelle sue esternazioni. Ma non è per simpatia che gli è stata affidata la delega alla Sanità, quanto piuttosto per l’autorevolezza e la determinazione con cui affronta anche i problemi più grandi.
Per dovere di cronaca, diremo anche che ancora non ci sono decisione stabilite sull’obbligatorietà del vaccino. Potrebbe essere una delle soluzioni al vaglio degli esperti ISS, che poi dovrà passare al setaccio delle valutazioni politiche
Ben diverso, ma parimenti apprezzabile, il Segretario alla Pubblica Istruzione Andrea Belluzzi. Anche lui si è trovato una bella patata bollente tra le mani, pur non avendo nessuna esperienza nel settore. Eppure, di fronte alla gestione dell’emergenza sanitari nelle scuole, anche in presenza di malumori e di idee divergenti rispetto alle decisioni prese, risponde sempre con pacatezza, spiegando e aprendo il confronto a tutte le istanze. Non solo, ma ha fatto in modo che qualsiasi decisione possa essere modificata in tempo reale, in meglio, o in peggio, a seconda dell’andamento del contagio, grazie a modalità di confronto praticamente no-stop. Quale differenza con il suo predecessore, che si è distinto per decisioni autocratiche, che hanno portato a manifestazioni pubbliche e scioperi. Anche qui, per dovere di cronaca, le misure restrittive sulla scuola hanno ridotto i contagi, specificando che bambini e ragazzi sono molto meno a rischio degli adulti, ma sono incomparabili vettori di infezione.
Altro settore altamente problematico: il turismo. Che è praticamente azzerato in tutto il continente europeo. E anche quello cosiddetto di prossimità, è fortemente penalizzato per le restrizioni alla circolazione. Quante critiche sono arrivate al Segretario Pedini Amati: prima per la programmazione estiva e poi per il Natale delle Meraviglie! Siamo convinti invece che ci voleva del coraggio per dare comunque un segnale di speranza non solo alle persone, ma anche alle centinaia di attività del settore. Ovviamente, un po’ di luci, i mercatini e qualche spettacolo non salveranno una stagione fortemente compromessa, né porteranno ossigeno agli alberghi, ma è sicuramente la dimostrazione che la politica e le istituzioni sono presenti, vicini alla gente.
Checché ne pensino i Consiglieri di opposizione, i decreti ci hanno salvato, anche se purtroppo la loro tempistica non corrisponde ai tempi del Consiglio e certe speculazioni in corso ad ogni sessione, si configurano come mero esercizio dialettico fine a se stesso. Sul Covid non si può sbagliare: i morti ci danno la misura dell’espansione del contagio, l’RT ci dà invece la possibilità di proiezione per le due settimane successive. Ma sono dati che possono essere giustamente interpretati da medici ed esperti, non dalla convenienza di qualcuno. I numeri, ormai l’abbiamo imparato, stanno nella capacità di osservare le restrizioni, ma anche nella capacità di risposta del sistema sanitario, che per forza deve avere al suo fianco la scuola e le altre istituzioni. Il vaccino è per tutti il faro in fondo al tunnel, ma per il momento ci troviamo di fronte ad una terza ondata che già sta colpendo Inghilterra e Germania. L’Italia ha numeri ancora sotto controllo, ma sono molto preoccupanti perché hanno ripreso a crescere. Si parla di zona arancione, o addirittura di zona rossa su tutto il territorio nazionale, per l’intero periodo delle feste. Se non addirittura di lockdown. Noi siamo più piccoli di uno dei mille borghi italiani, e per fortuna possiamo decidere con più agilità e pertinenza, a seconda delle nostre necessità. Tuttavia, è meglio fin da ora pensare a un Natale di rigore, rintuzzando in fondo al cuore la tristezza di non poter abbracciare amici e parenti che abitano lontano, di non potere andare in vacanza, né di andare a ballare in piazza per la notte di San Silvestro. L’ultimo decreto appena emanato salverà il brindisi nei ristoranti, con la possibilità di rincasare un po’ più tardi della mezzanotte. Ma se siamo tutti prudenti, sicuramente è meglio.
a/f