San Marino. Covid: per l’autunno si cerca di organizzare una convivenza cauta, non problematica … di Alberto Forcellini

Se ne parla sempre meno, complici le elezioni in Italia, le vacanze, il prezzo del gas e tanti altri argomenti di più pressante attualità. Ma il Covid non ha detto: grazie, me ne vado. E non ha neppure detto: non torno più. Anzi è sempre stato presente, anche in questa estate torrida, quando le malattie influenzali di norma spariscono. Una strana estate davvero, non solo perché il virus non è scomparso, ma è stato fortemente sottostimato a causa di fenomeni sommersi. Secondo i virologi infatti, moltissimi non hanno indagato sintomi quali tosse, raffreddore, stanchezza prolungata, segnali inequivocabili di contagio, e magari hanno contribuito alla sua diffusione. L’invasione così violenta e diffusiva della varianti, ha colpito quasi tutti, pertanto bisogna anche aggiungere un numero imprecisato di asintomatici, compresi i vaccinati, e così le stime su territorio italico possono arrivare ad alcune decine di milioni per coloro che hanno avuto contatto o hanno sviluppato la malattia.

Da Ferragosto in poi, i numeri sono un po’ calati e anche l’indice Rt, ma i casi sono ancora tanti. Così pure i decessi. Troppi. E non è una pietosa giustificazione catalogare questi morti come persone molto anziane, fragili, o pluri-patologiche. Il dato rimane comunque terribile. Le protezioni, probabilmente, non sono mai abbastanza.

Cosa succederà a settembre e a ottobre? Predisporre un quadro anche a breve termine è sempre complesso, ma è facile immaginare che, passata l’estate, torneremo a misurarci con qualche altra impudente nuova variante di questo virus, l’ormai famosa Omicron 5 e la sua lunga sequela di cugine. Per questo gli Stati devono disporre gli strumenti necessari affinché si possa organizzare una convivenza cauta, non problematica, che sappia affrontare con efficienza e sicurezza il mix influenza-Covid.

Usa e Europa preparano i piani di vaccinazione anti varianti dell’autunno. L’Ema, dal canto suo, si appresta ad approvare gli “aggiornamenti” destinati a colpire anche i sottotipi del ceppo originale di SARS-CoV-2. Sia Pfizer, sia BioNTech hanno adattato il vaccino anti Covid per contrastare le varianti Ba.4 e Ba.5 di Omicron. Le due case farmaceutiche hanno avviato la sperimentazione clinica e dovrebbero presto presentare la domanda di autorizzazione all’ente regolatorio europeo, che potrebbe poi procedere con un’approvazione rapida in autunno. Un segnale in aggiunta agli altri che l’attesa per i vaccini adattati alle ultime varianti del Covid sta per terminare.

All’inizio di agosto i contagi nel Vecchio Continente si erano mantenuti stabili – in media, intorno ai 350mila al giorno – ma la Commissione europea ha continuato a lavorare senza sosta per farsi trovare pronta per la stagione fredda, quando la curva è prevedibile che rialzi la testa. E lo ha fatto prima di tutto spostando in avanti di qualche settimana le consegne di Moderna previste per l’estate, e così garantire che i Paesi abbiano le dosi necessarie quando più ne avranno bisogno, nel frattempo ha iniziato a prenotare le prime dosi di vaccini adattati alle varianti.

La quarta dose è praticamente pronta dallo scorso gennaio, ma solo in primavera è cominciata la sua diffusione per coprire soprattutto le categorie più a rischio. Sulle altre fasce, non ha avuto un gran successo. La maggior parte delle persone, con alle spalle tre vaccini e magari anche il contagio, è più propensa infatti ad aspettare il vaccino annuale, come quello che si fa per l’influenza.

Ormai l’hanno capito tutti (o quasi) che con certe malattie non si scherza e che solo la scienza può aiutarci a superare anche questa difficoltà. Intanto, secondo le ultime news italiane, il Covid ha appena contagiato anche le urne inquinando la campagna elettorale con una fitta serie di speculazioni da una parte e dall’altra degli schieramenti. È stato l’effetto della candidatura del virologo Crisanti nelle liste del Pd e ciò lascia presupporre che ne sentiremo delle belle.

a/f