San Marino. Covid: si allentano le restrizioni, il virus non se ne va, ma la scienza già pensa ad un vaccino universale … di Alberto Forcellini

L’ospedale Covid-free è durato solo un giorno, poi subito un altro ricovero mentre i positivi attivi superano le 300 unità. È vero che la sintomatologia è leggera, qualcuno neppure si accorge di avere contratto il virus. Che però rimane incollato alla nostra società. Allargando lo sguardo a tutto il pianeta, ci sono oggi 462 milioni di persone contagiate, il dato è ufficiale ma sicuramente in difetto perché ci sono parti del mondo in cui i sistemi sanitari non sono in grado di registrare con precisione l’andamento del contagio. Altrettanto dicasi per i decessi: il dato ufficiale è di 6,05 milioni.

Più nello specifico: in Cina ci sono 30 milioni di persone di nuovo in lockdown, in Francia e in Germania gli aumenti giornalieri sono importanti. E così pure in Italia. L’allarme è per le fasce di popolazione più giovani, perché l’età pediatrica è quella in assoluto meno vaccinata.

Ciò nonostante i governi pensano ad un allentamento delle restrizioni: c’è chi ha già eliminato le mascherine anche all’aperto; c’è chi sta pensando all’eliminazione progressiva del green pass. Qualcuno si rallegra, qualcuno teme che sia troppo presto e che si possa rimpiombare nell’incubo dei mesi scorsi. L’Italia ha già annunciato l’eliminazione del green pass a fine aprile. San Marino ha già previsto ulteriori allentamenti, apportando emendamenti al decreto posto ieri all’approvazione del Consiglio. Tutti sperano che la bella stagione alle porte, dia una mano alla diminuzione dei contagi, al ritorno di una vita normale e a una ripresa dell’economia, compatibilmente con le situazioni create dal conflitto Russia – Ucraina.

Dal punto di vista scientifico, la sotto variante Omicron BA.2 sta assumendo un maggiore grado di dominanza a livello globale, che ormai arriva al 60 per cento. Questa mutazione del virus Sars-Cov-2 non risulta essere più severa della variante Omicron originale. La terza dose di vaccino, perdurando nel tempo, garantisce un’alta protezione da sintomi e ricoveri. Infatti queste ultime varianti eludono la protezione del vaccino se non si è fatto il booster.

È stato condotto da Pfizer un trial clinico che ha dimostrato un forte impatto della dose booster nel prevenire proprio i sintomi della malattia. Diversi studi condotti al di fuori delle condizioni controllate delle sperimentazioni cliniche, hanno rilevato come, contro Omicron, il booster di un vaccino a mRna offra un’alta protezione dal rischio di ricovero, che si mantiene intorno al 78 per cento anche a distanza di 4/5 mesi dalla somministrazione. Intanto, è già iniziato il percorso a tappe che dovrebbe condurre alla messa a punto di un vaccino universale contro i coronavirus.

Ricordiamo brevemente di cosa stiamo parlando: i coronavirus (CoV) sono un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come la MERS (sindrome respiratoria mediorientale) e la SARS (sindrome respiratoria acuta grave). Sono virus RNA a filamento positivo, con aspetto simile a una corona al microscopio elettronico (da qui il loro nome).

I coronavirus sono stati identificati a metà degli anni ’60 e sono noti per infettare l’uomo e alcuni animali (inclusi uccelli e mammiferi). Le cellule bersaglio primarie sono quelle epiteliali del tratto respiratorio e gastrointestinale. Ad oggi, sette coronavirus hanno dimostrato di essere in grado di infettare l’uomo. Sono comuni in tutto il mondo, alcuni sono stati identificati diversi anni fa, alcuni nel nuovo millennio.

La previsione, piuttosto facile a dire il vero, è che anche quando avremo debellato il Covid-19, ci saranno altri virus pronti ad infettare l’uomo. Sarebbe davvero impossibile rincorrerli tutti. Per questo la scienza cerca di fare un salto in avanti, pensando ad un vaccino universale.

Come ha anticipato un paio di giorni fa il virologo Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale Usa sulle allergie e le malattie infettive, in un video trasmesso durante il meeting “Highlights in Immunology”, promosso dall’Accademia nazionale dei Lincei e dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. “Abbiamo bisogno urgente di un vaccino universale, sono necessari approcci innovativi per indurre una protezione ampia e duratura contro i coronavirus, noti e sconosciuti”. Fauci traccia la strada che porterà a un vaccino pan-coronavirus: “Ci arriveremo passo dopo passo: non avremo un vaccino universale al primo colpo, sarebbe troppo ambizioso, ma quello che possiamo fare è partire da un vaccino pan-SarsCoV-2 che protegga da tutte le varianti motivo di preoccupazione”.

Possiamo solo sperare che la guerra in corso non freni la ricerca e che i fondi stanziati per essa non vengano dirottati in armamenti. L’umanità non ha bisogno di guerre, ma di vaccini e di mille altre terapie per malattie note e meno note, che solo in tempi di pace possono essere validamente curate.

a/f